
Un buon libro, così come un buon piatto, deve attrarre, catturare, coinvolgere, stupire, emozionare...In moltissimi gialli il cibo gioca un ruolo importante a volte fondamentale e i detective usano tutti i loro sensi per risolvere i misteri: tatto, udito, olfatto,vista e gusto...il gusto del delitto...
23/04/2021
MILANO, MARZO 1978: IL COMMISSARIO NEGRI INDAGA
Oggi vorrei
presentarvi un autore che è molto apprezzato nell’ambiente del giallo milanese:
Oscar Logoteta. Si definisce “creativo, scrittore e padre. (O almeno ci provo -
dice)” e di lui non si sa molto, se non che è nato a Milano nel 1983 e che ha
esordito nel 2014 con il romanzo “A come Armatura”. Il libro racconta la vita
di Nino, nato a Milano, figlio di calabresi “saliti al nord”, cresciuto negli
anni difficili, gli anni cupi, gli anni di piombo. Con questo primo romanzo
Logoteta si è fatto conoscere, ha avuto un discreto successo e negli anni
successivi ne ha scritti altri. Quello che vi propongo è uscito nel 2017 ed è
il primo che vede come protagonista il commissario Negri: “Milano disillusa.
1978, un’indagine del commissario Negri”. Milano marzo del 1978, appunto. La
città è sconvolta dall’omicidio di Fausto e Iaio e, insieme a tutta l’Italia,
dal rapimento di Aldo Moro ed è in questa atmosfera cupa, pesante e tesa che
lavora il commissario Renato Negri, detto Renè. Figlio di Palmiro e nipote di
Alcide, laureato in Lettere emancato docente, Negri è un poliziotto “sui
generis”: si veste male, fuma, la mattina si alza sempre con un gran mal di
testa perché la sera alza un po’ il gomito insieme agli amici. E lo fa per
distrarsi dalle brutture del suo amato-odiato lavoro e per cercare di convivere
con un passato doloroso, che spesso torna nelle lunghe notti insonni. Quando è
all’opera, però, è davvero un bravo poliziotto: attento, preciso, ascolta, osserva,
cerca indizi e annota tutto sul suo taccuino, dove, a poco a poco, tutti i
pezzi del puzzle trovano il loro posto e la verità finalmente si mostra nella
sua totalità. Il libro inizia in uno dei posti più noti del capoluogo lombardo:
il Piccolo Teatro. Il “grande Bernini”, famoso illusionista e sedicente mago,
giace a testa in giù, privo di vita, in una teca di vetro piena d’acqua…chi può
essere riuscito a trasformare un famoso numero di escapologia in una trappola
mortale? E, soprattutto, come? E, ovviamente, perché? Tutte domande al quale il
Negri deve rispondere, insieme al suo fidato vice Palamara, il Nicola,
e all’ispettore Coviello, ossia il Nennì...tutti rigorosamente con il
loro articolo davanti, perché non dimenticatevi che siamo a Milano, eh! E per risolvere
questo difficile caso dovrà addentrarsi in un mondo fatto di trucchi e di
illusioni, andando oltre la razionalità che lo contraddistingue. Le indagini,
gli interrogatori, le false piste, si alternano a momenti di leggerezza, quasi
comici, in cui conosciamo i (pochi) punti fermi di Renè: la passione per la sua
bella città, il Negroni “alla Negri” (che solo il Nino sa fare), le
bevute con il suo amico il Beppe, il suo anziano e saggio vicino di casa
“Vecchia Aquila” e i panini al chiosco del Frank (serviti dalla sua bellissima
nipote Alessia…lei senza articolo!). Questi personaggi, apparentemente
secondari, insieme all’amata Milano, sono il suo mondo, la sua famiglia, la sua
vita. Il libro, vi assicuro, si legge in un soffio, “scivola via”, pagina dopo
pagina, portando il lettore ad indagare fianco a fianco con il commissario
Negri, arrivando a sentire i suoi mal di testa, a respirare il fumo delle sue
sigarette e a cercare di concludere le indagini per riposarsi un po’. E così,
standogli vicino, si può avvertire anche l’odore del Negroni e…delle cipolle!
Sì, perché il Negri è ghiotto dei panini del Frank e il suo preferito è una vera
e propria arma letale “doppio salamella, cipolla, peperoni, maionese e –
massì, una volta si campa – melanzane sott’olio passate velocemente alla
piastra. E, forse l’ingrediente più importante, il bel sorriso di Alessia…” Certo
non si può dire che il commissario sia un fine gourmet, né che abbia un palato
sopraffino, anzi, ha sicuramente uno stomaco di ferro e delle papille gustative
abituate a sapori forti e decisi! Fatto sta che riesce mangiare quasi tutti i
giorni da Frank e trascina nelle sue incursioni al chiosco anche il Nicola e il
Nennì, un po’ prevenuti ma ben felici di fargli compagnia. Quindi, signore e
signori, la proposta culinaria di oggi è proprio un classicissimo panino con la
salamella. Ovviamente non sono andata ad uno dei chioschi che, solitamente, si
vedono nei pressi dello stadio o nelle strade più frequentate dai nottambuli in
cerca di “street food” per fare l’alba in compagnia…un po’ perché non è proprio
il momento (!), un po’ perché non è proprio nelle mie corde. Lascio volentieri
al buon Negri queste “esperienze estreme” che non mi attirano più di tanto…del
resto va bene “il gusto del delitto” ma che non si arrivi mai al “delitto del
gusto”! Ho deciso, quindi, di proporvi una mia rivisitazione un po’ “nordica”
del panino del Frank con senape e crauti. Lo so, nonè molto originale ma
provate ad immaginare la scena: una giornata un po’ “difficile”, una certa
“malavoglia”, il cielo più grigio che azzurro…e davanti a voi, a casa al
calduccio, un bel panino fragrante, la salamella che sfrigola sulla piastra e
fa quella bella crosticina bruna, la cremosità della senape e il sapore acidulo
e deciso dei crauti bollenti. Unite armoniosamente tutti gli ingredienti, prendete
in mano il panino ben caldo e date un primo morso: un tripudio di gusto e di
godimento. Prima di proseguire nella degustazione, stappate una birra
freschissima e mandate giù un bel sorso…a questo punto la giornata è già
migliorata, i vostri sensi sono tutti coinvolti e in men che non si dica avrete
finito panino e birra! Provatelo anche voi, certo non serve essere cuochi
provetti…se, invece, preferite rimanere fedeli alla versione del Frank…ben
venga! L’importante è capire che anche un semplice panino con la salamella può diventare
un’esplosione di gusto e lasciarvi in bocca il sapore di Milano! Taac! Ah! Dimenticavo!
Leggete anche il libro, mi raccomando, non pensate solo a mangiare, dai!!!! Vi
aspetto alla prossima!
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