
Un buon libro, così come un buon piatto, deve attrarre, catturare, coinvolgere, stupire, emozionare...In moltissimi gialli il cibo gioca un ruolo importante a volte fondamentale e i detective usano tutti i loro sensi per risolvere i misteri: tatto, udito, olfatto,vista e gusto...il gusto del delitto...
29/09/2021
LA FINESTRA SUL CORTILE E…IL MIO RIPOSO FORZATO!!!
Ho già avuto
modo di dirvi quanto io ami il grande genio di Hitchcock e tutti i suoi
film…fra questi ce ne sono diversi che mi piacciono e che, quando capita,
rivedo volentieri. “L’uomo che sapeva troppo”, “Il delitto perfetto”, “La donna
che visse due volte”, “Psycho” …potrei elencarli tutti perché ciascuno di essi
è un vero capolavoro. Per me, però, il primo fra tutti, senza nulla togliere
agli altri, è “La finestra sul cortile” (titolo originale “Rear window”). Uscito
nel 1954, ha riscosso subito un enorme successo e negli anni è diventato una
pietra miliare della storia del cinema, tanto da aggiudicarsi diversi
riconoscimenti e da essere inserito nei cento migliori film statunitensi di
tutti i tempi. Immagino che molti di voi lo conoscano già e a chi non l’ha mai
visto posso solo dire: cosa aspettate?!?!? Guardatelo!!!La storia è
molto semplice: il fotoreporter L.B. “Jeff” Jefferies (interpretato
magistralmente dall’ineguagliabile James Stewart) in seguito ad un incidente è
costretto a casa, sulla sedia a rotelle, con la gamba sinistra completamente
ingessata. Stanco e annoiato, in attesa di togliere il gesso e sofferente per
l’ondata di caldo eccezionale, inizia quasi per gioco a osservare i vicini di
casa. Il binocolo e la sua macchina fotografica, dotata di teleobiettivo, lo
aiutano così a distrarsi. Spiando tutte le persone che occupano i diversi
appartamenti, Jeff entra di fatto nelle loro case,nelle loro vite, si diverte
a dare loro dei soprannomi, a cercare di capire cosa fanno, cosa sentono, come
vivono le loro relazioni o la loro solitudine. E così il cortile sul quale
tutti si affacciano diventa una sorta di teatro, un palcoscenico sul quale va
in scena la vita vera. Jeff “conosce” la coppia di sposi novelli, la ballerina
procace, il compositore in crisi creativa, l’artista single, la coppia senza
figli con il cagnolino, la signorina ribattezzata “Miss cuore solitario” e
un’altra coppia, i Thorwald, trasferitasi da pochi giorni, apparentemente in
crisi matrimoniale. Jeff cerca di condividere questa sua curiosità con Stella,
l’attempata infermiera sarcastica e premurosa che lo assiste durante la
convalescenza (e che ha il volto della simpaticissima Thelma Ritter), e con
Lisa Freemont, la sua bellissima e aristocratica fidanzata (interpretata dalla
magnifica Grace Kelly), che lo ama intensamente e spera in cuor suo che lui si
decida a sposarla e a smettere di girare il mondo per i suoi reportage. Le due
donne inizialmente lo accusano di essere un vero e proprio guardone e lo
invitano a smettere con quella specie di divertimento di cattivo gusto…ma poi
si fanno coinvolgere, loro malgrado, quando Jeff dice loro di sospettare che il
signor Thorwald (il bravissimo Raymond Burr) abbia ucciso sua moglie, occultandone
poi il cadavere. Da quel momento il fotoreporter inizia una vera e propria
indagine, sempre più convinto della colpevolezza del vicino e, in un crescendo
di suspense degno del Maestro del brivido, arriva a far arrestare Lisa e a rischiare
la vita per smascherarlo. Non mi dilungo in altri particolari e non svelo altri
dettagli perché spero che quei pochi che ancora non l’hanno fatto, si
incuriosiscano e si decidano a guardarlo…tutti gli altri, beh! Sapete già come
va a finire ma potete sempre riguardarvelo! Vi starete domandando, a questo
punto, due cose…anzitutto quando il nostro Jeff riesce a mangiare, tutto preso
com’è con il suo teleobiettivo. E poi…perché mai vi sto parlando di un altro
film di Hitchcock? Per quanto riguarda la prima domanda, in effetti Stella e
Lisa si alternano a preparare dei pasti al “loro spione” ma niente di che…e
così, come nei migliori “cliché” in stile hollywoodiano, Jeff si ritrova a
mangiare dei sandwich (tristi e asciutti!) accompagnati dal solito bicchiere di
latte. Del resto non c’è proprio tempo per pensare ad altro, quindi il gusto
nonviene in alcun modo preso in considerazione!!! Alla seconda domanda,
invece, rispondo che non smetterò mai di parlare di Hitchcock, così come di
Agatha Christie e di altri mostri sacri della letteratura, del cinema e della
televisione…quindi mettetevi il cuore in pace perché ogni tanto vi propinerò
una delle loro opere. Inoltre sono a mia volta a “riposo forzato” da circa un
mese e mai come ora mi sento vicina al buon vecchio Jeff! In seguito ad una
brutta distorsione, infatti, ho dovuto fermarmi e farmi aiutare in tutto e per
tutto. Certo, non ero immobile su una sedia a rotelle come il protagonista del
film ma comunque dolorante e fissa sul divano, con la gamba sollevata, o sulla
poltrona, cercando senza successo di utilizzare le stampelle per spostarmi
dalla camera al bagno, dalla sala alla cucina…insomma un vero disastro! Adesso,
grazie a Dio, va meglio e finalmente questo periodo di confinamento in casa volge
al termine, anche se ancora non cammino benissimo. Vi assicuro che non è stato
e non è facile e se non fosse stato per Emanuela, che mi ha aiutata e
supportata non solo fisicamente, sarei davvero impazzita!!! Quanto è facile
dare per scontate tante piccole azioni quotidiane che poi ti sembrano enormemente
importanti quando non riesci a compierle! Il lato positivo? Beh! Non ho potuto
cucinare e non ho spiato nessuno (il mio cortile è decisamente meno
interessante di quello di Jeff!) ma vi lascio immaginare quanti libri ho potuto
leggere e quanto sono riuscita a lavorare al blog! Direi che questo di oggi è
il post della riapertura dopo la pausa estiva e la convalescenza: vi aspetto la
prossima settimana! Buona vita a tutti!
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