
Nell’ultimo post vi ho presentato lo
scrittore svedese Hakan Nesser attraverso una delle sue “creature”, l’ispettore
Barbarotti. Oggi, invece, vorrei parlarvi dell’altro personaggio creato dallo
stesso autore, che lo ha portato al successo: il commissario Van Veeteren. Van Veeteren è un commissario di polizia che
svolge le sue funzioni nell'immaginaria cittadina di Maardam, genericamente situata
in Nord Europa ed in cui sono ambientati i dieci romanzi finora scritti e la
serie televisiva che continua a raccogliere molti consensi in Svezia. Taciturno
e solitario, non ama né la tecnologia né le armi, è completamente privo di
ambizioni e rifugge i media e i superiori, verso i quali è molto critico.
Intuitivo, metodico, nelle sue indagini cerca di immedesimarsi sia nella
vittima che nel carnefice…e ci riesce facendo leva sulla sua umanità, che lo
rende un ottimo investigatore ma lo condanna a lasciarsi sempre coinvolgere e ad
essere vittima a sua volta di una dolorosa empatia. Il primo libro della serie
a lui dedicata è “La rete a maglie larghe”, nel quale si racconta di un mite e
benvoluto insegnante, Janek Miller, accusato dell'omicidio della moglie,
rinvenuta cadavere nella vasca da bagno proprio dal marito. L'uomo, in seguito
ad una forte sbornia presa la sera prima, non ricorda nulla fino al
ritrovamento dell’amata moglie al suo risveglio, il mattino seguente. Tutto
sembra indicarlo come colpevole, in un classico delitto passionale, e tutti
pensano che il caso sia già risolto. L'unico ad essere convinto dell'innocenza di
Miller è il commissario Van Veeteren, il quale vedrà rafforzare le sue ipotesi
a seguito dell'assassinio dello stesso Miller all'interno della cella in cui
era detenuto. Indagando per risolvere questo doppio omicidio, quindi, si
ritroverà a dover scavare nel torbido passato della prima vittima. Segreti, strani
accadimenti, un figlio di quattro anni morto per annegamento, un padre
violento, un gemello scomparso e un fidanzato deceduto in circostanze poco
chiare…sono tutti gli scheletri che la signora Miller teneva ben nascosti nel
suo armadio. Van Veeteren aprirà quell’armadio per far chiarezza e assicurare
l’assassino alla giustizia…ma sarà tutt’altro che facile! Come sempre non vado
oltre e spero di aver destato la vostra curiosità. Il libro mi è piaciuto molto
e vi consiglio di leggerlo. Pur iniziando con un ritmo apparentemente lento,
Nesser riesce a poco a poco a coinvolgere il lettore, facendolo sentire parte
della vicenda, a volte quasi seduto in macchina con Van Veeteren! Per venire a
noi…beh! Occorre ammettere che il “nostro” commissario non è un grande cultore
del gusto ma in un passaggio del romanzo si ritrova a fermarsi (finalmente!)
per bere e mangiare, durante un incontro con una testimone importante: “…sorseggiò lentamente la birra e
rimase seduto…” Mangiamo?” chiese titubante Ulrike deMaas. “Senz’altro”
risposte Van Veeteren “Ho guidato per due ore e me ne aspettano altrettante per
il ritorno. Un bello stufato nell’oscurità autunnale è il minimo che pretendo.
Scelga quello che vuole…paga lo Stato!” E allora ho cercato fra le varie declinazioni svedesi
dello stufato e ho scelto quella che unisce il piatto e la bevanda di cui si
parla nel libro: l’arrosto di maiale alla birra con cipolle. Un piatto robusto
e gustoso, adatto ai pranzi invernali, meglio se accompagnato da un buon pane e
da una birra fresca e corposa. Vi propongo questa versione: provatela e fatemi
sapere se vi è piaciuta!
Arrosto di maiale alla birra con
cipolle
Ingredienti: 1 kg di lombo o spalla di maiale - 800
g di cipolle bionde – qualche foglia di alloro - 3 rametti di timo - 300 ml di
birra chiara - olio evo - 30 g di burro – sale - pepe nero
Per realizzare questo arrosto iniziate
a legare il pezzo di carne con più giri di spago da cucina. Massaggiatelo con
una presa di sale e una macinata di pepe, quindi rosolatelo in una casseruola
con il burro e un poco di olio. Rigiratelo bene su tutti i lati in modo che la
doratura avvenga in maniera uniforme. Prelevate l'arrosto dalla casseruola e
tenetelo in caldo. Nel frattempo, unite al fondo di cottura le cipolle
sbucciate e tritate finemente, le foglie di alloro e i rametti di timo. Mescolate
bene e lasciate stufare dolcemente per cinque minuti, quindi trasferite le
cipolle in una pirofila da forno, adagiatevi sopra la carne e irrorate il tutto
con la birra. Coprite con un coperchio (o un foglio di alluminio) e trasferite
la pirofila in forno, preriscaldato a 150°, per 2 ore e 30 minuti. Gli ultimi
15/20 minuti togliete il coperchio (o il foglio di alluminio). Terminata la
cottura, eliminate le erbe aromatiche e trasferite l'arrosto di maiale alla
birra con cipolle su un piatto da portata. Servitelo tagliato a fette con il
suo sughetto di cottura. Buon appetito!!
