19/12/2018

IL COMMISSARIO WALLANDER: INDAGINI NEL SUD DELLA SVEZIA

Nella vasta schiera di autori svedesi un posto di spicco spetta a Henning Mankell (Stoccolma 1948 – Göteborg 2015), creatore del commissario della polizia di Ystad, Kurt Wallander. Mankell ha vissuto fra la Svezia ed il Mozambico, dove ha fondato un suo teatro e dove si “rifugiava” per trovare ispirazione e lavorare serenamente.  Scrittore prolifico, idealista, aveva una forte personalità e visse intensamente il suo tempo, compresa la battaglia contro il tumore che lo colpì nel 2014 e lo sconfisse un anno dopo a 67 anni.  I suoi romanzi gialli, usciti fra il 1991 ed il 2013, riscossero sempre un grande successo e furono fra i primi a far conoscere ad un pubblico sempre più vasto la realtà svedese. Le storie, infatti, sono ambientate in Scania, la zona più meridionale della Svezia, considerata una “terra di confine” dove si vive e si avverte un profondo senso di inquietudine. Da qui, probabilmente, la decisione di Mankell di inserire, a partire dal nono libro, una sorta di sottotitolo alle vicende: “i romanzi dell’inquietudine”. Il commissario Wallander, in effetti,
vive e lavora sempre accompagnato da questo stato d’animo. Classe 1947, appassionato del suo lavoro e della musica lirica, separato, una figlia ventenne (che vede troppo poco), un appartamento dove spesso si sente troppo solo, un padre anziano che non ha mai accettato la sua scelta lavorativa, colleghi e, soprattutto, superiori con i quali non sempre va d’accordo, Wallander, inquieto o meno, è comunque un ottimo poliziotto. Quando comincia un’indagine non ha pace finché non la risolve, anche se spesso la soluzione lascia l’amaro in bocca. Nei diversi libri Mankell affronta temi molto attuali e ci offre diverse prospettive per guardarli, portandoci poco a poco alla resa dei conti insieme ai protagonisti. Il primo della serie, per esempio, “Assassino senza volto” tratta il tema del razzismo e del pregiudizio. E questi sono i due ostacoli principali sulla strada che Wallander deve percorrere per arrivare alla verità. Il linguaggio semplice e diretto, la trama, i dialoghi, le azioni, i colpi di scena…tutto sembra “uscire” dal libro per poi coinvolgere il lettore e trascinarlo di nuovo
“dentro” le pagine, fin quasi a fargli sentire il freddo scandinavo. Mankell scrive davvero bene e non c’è un dettaglio fuori posto nei suoi gialli. Non ho ancora letto tutte le avventure di Wallander (ma è mia intenzione farlo) e non ho nemmeno visto i film per la TV che sono stati tratti dai libri…ma per quelli si vedrà. Nel frattempo, visto che il “nostro” buon commissario mangia sempre in qualche modo, soprattutto dopo la separazione, ho deciso di proporvi una ricetta tipica della Svezia, che si prepara proprio in questo periodo: i lussekatter (alla lettera “occhi di gatto”). Sono dei dolcetti fatti con lo zafferano che si cucinano in occasione della festa di Santa Lucia, molto sentita nei paesi nordeuropei. In Svezia li mangiano bevendo latte o cioccolata caldi e io li ho provati per voi…già…che sacrificio!!! Eccovi la 

RICETTA DEI LUSSEKATTER
Ingredienti: 550 gr di farina per dolci - 100 gr di burro - 1 uovo - 1 gr di zafferano - 2,5 dl di latte - 100 gr di zucchero - 25 gr di lievito di birra fresco (o una bustina disidratato) – sale - uva sultanina
per guarnire
In una casseruola cominciare a sciogliere il burro, aggiungendo poco alla volta il latte e lo zafferano. Versare successivamente il composto in una ciotola contenente la farina, lo zucchero ed il lievito spezzettato. Impastare il composto fino ad ottenere una pasta morbida ma non appiccicosa che andrà coperta con un panno e lasciata riposare per 40 minuti. Dopo il riposo la pasta deve essere leggera e soffice al tatto. A questo punto dividere l’impasto in 25-30 pezzi: da ciascun pezzo ottenere una striscia cilindrica da attorcigliare fino ad ottenere un 8 o una S. Una estremità è girata in senso orario, l’altra in senso antiorario. Inserire l’uvetta nei due centri e poi lasciare riposare i panetti per altri 15-25 minuti, di modo che
raddoppino di dimensione. A questo punto sbattere un uovo con un cucchiaio di latte e spennellare i panini con il composto. Infornare a 250° C per 10 minuti e poi abbassare a 220° C fino completa doratura. Sfornare i lussekatte e lasciarli raffreddare su una griglia. Lo zafferano conferisce loro un gusto molto particolare che non a tutti piace. Inutile dire che io li trovo deliziosi e vi assicuro che, leggendo un bel libro di Mankell, vanno giù che è un piacere!!! Provateli e fatemi sapere cosa ne pensate! Buona serata e alla prossima settimana!



12/12/2018

GLI ANGELI DI CHARLIE BEVONO WHISKY!



Quando ero una ragazzina, dopo i compiti e prima di cena, avevo il permesso di guardare gli episodi della serie televisiva che tanto mi appassionava: “Charlie’s Angels”. Insieme a mia sorella ci sdraiavamo sul lettone dei miei, davanti alla TV piccola e in bianco e nero, pronte per una nuova avventura delle nostre eroine! Questa serie arrivò dagli USA nel 1979 e andò in onda fino al 1983 riscuotendo un grande successo. Abituati a poliziotti e investigatori maschi, inizialmente i telespettatori italiani accolsero con scetticismo questa novità…ma poi le tre bravissime (e bellissime) ragazze di Charlie conquistarono un pubblico sempre più vasto. Le cinque stagioni furono poi riprese negli anni successivi da diverse reti e vennero anche girati due film per il cinema ispirati alla serie. Ma di cosa si tratta precisamente? Da dove arrivavano queste tre “tipe” californiane, belle da far invidia, più simili a fotomodelle che a poliziotte?!? Le origini del trio venivano riproposte ogni volta nella sigla iniziale; la voce di Charlie Townsend raccontava di come aveva selezionato le sue collaboratrici: “C’erano una volta tre ragazze che frequentavano l’accademia di Polizia. A tutte e tre venivano affidati compiti difficili, a volte rischiosi. Io le ho portate via e ora lavorano per me: il mio nome è Charlie!”  E così i suoi “angeli” diventarono investigatrici private. Lo schema dei vari episodi era bene o male lo stesso: ogni nuovo caso veniva preso in carico da Charlie, che poi lo illustrava alle
ragazze parlando loro attraverso un amplificatore collegato al telefono (…già perché loro non vedevano mai Charlie e ne conoscevano solo la voce). Le tre detective iniziavano, poi, il loro lavoro per smascherare truffatori, ladri, assassini, terroristi ed ogni sorta di criminali. A volte una di loro veniva introdotta sotto copertura, per poter agire dall’interno e riuscire a risolvere prima il caso. Altre volte, invece, uno degli angeli era coinvolto suo malgrado in un’indagine, oppure si innamorava dell’uomo sbagliato o ancora veniva rapito…insomma le nostre tre eroine affrontavano pericoli e peripezie incredibili, riuscendo sempre a vincere! Ma fra loro e il boss non c’era solo il telefono. A fare da tramite c'era anche il fidato tuttofare John Bosley (l’attore David Doyle), simpatico, pacioccone, innocuo all’apparenza ma fondamentale per il team, era l’unico che conosceva Charlie e si occupava di pratiche, documenti, appostamenti… Spesso faceva da spalla durante una missione sotto copertura oppure correva in aiuto degli angeli nelle situazioni più difficili. Ma smettiamo di chiamarle angeli e cerchiamo di conoscerle. Il primo trio era composto da Sabrina Duncan, Kelly Garrett e Jill Munroe, interpretate rispettivamente da Kate Jackson, Jacklyn Smith e Farrah Fawcett. La prima era la più riflessiva. Colta, intelligente, un po’mascolina, spesso fungeva da leader del gruppo. Kelly, invece, aveva un fascino nobile, quasi di altri tempi, emotiva e apparentemente timida, era capace di provare empatia e di farsi coinvolgere emotivamente in tutte le vicende. Infine Jill, la più estroversa e brillante, sportiva e sempre pronta all’azione. Jill lascerà il posto a sua sorella Kris, alla fine della prima serie, mentre Sabrina uscirà di scena al termine della terza serie, rimpiazzata prima da Tiffany Welles (l’attrice Shelley Hack) e poi da Julie Rogers (Tanya Roberts). Ognuna di loro ha dato il proprio importante contributo, dando vita a personaggi femminili forti e positivi. La violenza non era presente in modo esplicito, le parolacce non venivano pronunciate neppure dai “cattivi” e la bellezza delle protagoniste non scadeva mai nella volgarità. Insomma anche questa era una delle serie televisive di importazione americana permeate di positività, di buonismo, di valori, davanti alla quale si poteva riunire tutta la famiglia. Al termine di ogni episodio, una volta assicurati i colpevoli di turno alla giustizia, gli angeli si trovavano nella sede della “Townsend investigation” a fare rapporto al grande capo, sorseggiando un whisky. Nient’altro. Whisky come fosse acqua fresca! Non si vedevano mai mangiare, non si vedevano mai riposarsi…l’unica pausa era quella per un cocktail. E allora stasera vi propongo un dolce semplice e goloso ispirato agli angeli, da gustare dopo una giornata faticosa, rilassandosi sul divano. Ecco a voi la

CREMA FONDENTE AMARETTI E WHISKY

Ingredienti per 4 porzioni: 80 g cioccolato fondente 75-80% • 50 g burro • 50 g zucchero • 3 uova • sale • whisky • 7/8 amaretti

Sciogliere burro e cioccolato a bagnomaria, tagliandoli prima a pezzetti. Nel frattempo montare i tuorli con lo zucchero e il whisky, quindi incorporare a filo il cioccolato fuso, con molta attenzione. L'ideale sarebbe non fare smontare le uova, ci vuole un po' di pazienza...A parte, montare gli albumi a neve ben ferma con un pizzico di sale ed incorporare tutto al composto, sempre facendo attenzione a non smontare. In ultimo aggiungere 3/4 amaretti sbriciolati finemente. Dividere il composto in 4 bicchieri o coppette e lasciar riposare in frigorifero per almeno una notte. Posare un amaretto sopra ogni porzione e servire. L’ideale sarebbe gustarlo e poi sorseggiare un goccio di whisky per esaltare la dolcezza della crema e sentire la sensazione di freddo e caldo salire dallo stomaco alla gola: una vera e propria esplosione! Un po’ come quella della famosa sigla delle “Charlie’s Angels”. Buona degustazione e buona settimana a tutti!


05/12/2018

COLONIA, LIPSIA, STOCCARDA...UNA SQUADRA SPECIALE PER OGNI CITTA'



Continua la mia “carrellata” delle serie televisive tedesche che ottengono un notevole successo qui in Italia. Raidue, fra le altre, ne trasmette tre davvero interessanti ambientate in altrettante famose città della Germania: “Squadra speciale Colonia”, “Squadra speciale Lipsia” e “Squadra speciale Stoccarda”. Tutte e tre sono arrivate sui nostri schermi fra il 2010 ed il 2014 e vengono trasmesse tutt’ora. La prima, ambientata appunto a Colonia, ruota attorno alle vicende della squadra omicidi capitanata dal commissario Karin Reuter, tosta e capace di gestire ogni situazione, e composta da 4 detective, Frank, Vanessa, Julia e Daniel. Oltre a loro sulla scena compaiono sempre il medico legale, il procuratore e altri personaggi secondari ma sempre importanti.I casi che affrontano sono molto
complessi e spesso sembra impossibile risolverli. La loro forza, però, nonostante siano tutti molto diversi tra loro, sta nell’affiatamento e nel “gioco di squadra” e questo li porta sempre ad assicurare il colpevole alla giustizia. Sullo sfondo le vicende personali di ciascuno e gli sforzi di viverle senza farsi travolgere dal lavoro. La seconda serie, invece, è ambientata a Lipsia e racconta le indagini della squadra, appunto, al comando del commissario capo Hajo Trautzschke e composta da Jan, Ina, Tom e Olivia. Anche qui troviamo sempre i cosiddetti “personaggi secondari”, quali il medico legale, il capo della scientifica, il procuratore, la figlia di Hajo nonché moglie di Jan… In questa serie le vite private dei diversi protagonisti sono parte integrante della storia e spesso alcuni casi ruotano proprio attorno a loro e/o a loro conoscenti, amici, parenti. Rispetto ai “colleghi” di Colonia, i nostri poliziotti di Lipsia tendono a prendere iniziative personali ed isolate, senza coinvolgere gli altri membri della squadra e questo porta puntualmente grossi guai! Ognuno di loro si porta un passato pesante sulle spalle, sia dal punto di vista personale che da quello lavorativo, e questo li porta spesso a coinvolgersi più del dovuto nelle indagini in corso. Ogni caso assume sfumature diverse e le piste da seguire sono sempre tante…per fortuna la capacità di Hajo di tenere insieme la squadra e di richiamarla all’ordine riesce sempre a dare i suoi frutti e la soluzione arriva nei momenti e nei modi più impensati. La terza serie, infine, è ambientata a Stoccarda e la squadra qui è un po’ più numerosa! Sono diverse, infatti, le figure coinvolte in tutte le indagini e tutte sono sempre in stretto contatto e compongono
davvero un bel gruppo. Si parte dal vertice, occupato da Michael Kaiser, direttore della polizia e diretto superiore della squadra che spesso lascia il suo ufficio di dirigente e scende in campo con i suoi uomini. Il commissario capo, però, rimane la forte ed intelligente Martina Seiffert che gestisce la squadra con forte senso di responsabilità e una grande umanità. Seguono Joachim “Jo” Stoll, amante delle auto e delle donne, scanzonato, casinista ma ottimo detective, e Rico Sander, timido ed introverso, completamente opposto a Jo, preciso a livello maniacale, mago del computer con un Q.I. oltre la media, non sopporta il contatto fisico e preferisce stare in ufficio anziché uscire, anche se non si tira mai indietro se c’è da intervenire. E, ovviamente, non mancano le “quote rosa”, che sono cambiate nelle diverse stagioni: Anna, detective capo con una preparazione in psicologia e criminologia, Cornelia “Nelly”, che lavora spesso insieme a Rico e che lascia poi la squadra per trasferirsi a Berlino, e Selma, ultima arrivata in ordine cronologico, è detective sovrintendente, capace e testarda, con un udito straordinario. Insieme a loro troviamo sempre Jan, capo della scientifica, Lisa, medico legale, Friedemann, responsabile ufficio prove e archivi ormai prossimo alla pensione, e Schrotti, meccanico pazzo rimasto fermo agli anni Settanta, informatore e amico di Jo. Come avrete capito dalla più accurata descrizione, questa serie è quella che preferisco! Perché? Forse perché tutti i personaggi, ciascuno con le proprie capacità e caratteristiche, fanno la loro parte e danno il loro contributo alla soluzione dei casi. O forse perché si avvertono sempre la grande umiltà, il senso di giustizia, l’amicizia e il rispetto fra di loro e nei confronti di vittime e colpevoli. E poi sono simpatici e spesso si lasciano andare a momenti di ilarità che aiutano a stemperare la pressione delle indagini e ad alleggerire le varie situazioni. Fatto sta che mi piacciono tutte e tre ma quella di Stoccarda è la mia preferita! Per quanto riguarda il gusto, però, si torna sempre alla solita musica: bevono tutti litri e litri di caffè in servizio e di birra a casa o al bar ma quanto a cibo sono tutti davvero un disastro! E allora ho deciso di farmi ispirare da un grande maestro, tedesco di nascita e milanese di adozione, che crea delle vere opere d’arte con il cioccolato
e che, come dice sempre lui stesso, ha un’ottima squadra che lo affianca nel suo lavoro…avete capito di chi si tratta? Ovviamente del re del cioccolato: Ernst Knam! Cosa c’è di meglio di una bella fetta della sua crostata al cioccolato fondente con frolla al cacao?!?!? Ho puntato in alto, lo so, ma nella vita bisogna osare ogni tanto e allora...3, 2, 1 dolci in forno (e che Knam me la mandi buona!!!!) 

CROSTATA AL CIOCCOLATO – Ricetta originale di Ernst Knam 
Dosi per 1 stampo da 20 cm. *Per la pasta frolla: 150 gr di burro - 150 gr di zucchero - 1 uovo - 6 gr di lievito per dolci - 280 gr di farina 00 - 25 gr di cacao amaro - essenza di vaniglia in polvere - un pizzico di sale *Per la crema pasticcera: 250 gr di latte - 15 gr di farina 00 - 5 gr di fecola di patate - 2 tuorli - 40 gr di zucchero - essenza di vaniglia  *Per la glassa al cioccolato: 125 gr di panna - 190 gr di cioccolato fondente 
Iniziate a preparare la pasta frolla lavorando il burro con lo zucchero. Aggiungete l'uovo e la vaniglia e fate amalgamare il tutto alla crema al burro. Unite ora i restanti ingredienti lievito, farina, cacao e sale setacciati. Impastate velocemente fino a quando non otterrete un composto compatto ed omogeneo. Formate una palla, rivestitela di pellicola trasparente e fatela riposare in frigorifero per almeno 2 ore. Nel frattempo preparate la crema pasticcera lavorando lo zucchero con i tuorli. Aggiungete successivamente la farina e la fecola e mescolate accuratamente. Mettete il latte caldo a filo in cui avrete fatto sobbollire una stecca di vaniglia, amalgamate e fate cuocere a fuoco basso fino a fare addensare. Mescolate di tanto in tanto. Una volta pronta la crema, coprite con una pellicola a contatto e lasciatela raffreddare. Fate sciogliere il cioccolato in un pentolino con la panna, poi lasciatelo raffreddare. Riprendete la frolla e stendetela su una spianatoia infarinata con uno
spessore di circa 4 mm. Foderate quindi con la frolla uno stampo imburrato. Ritagliate la frolla in eccesso lungo i bordi. Poi con i rebbi di una forchetta praticate dei forellini sulla base. Una volta raffreddato il cioccolato unitelo alla crema pasticcera amalgamando. Trasferite la crema ottenuta all'interno dello stampo. Con la frolla avanzata formate delle striscioline spesse da mettere, incrociate, sulla crostata. Cuocete in forno preriscaldato a 180 °C per 40 minuti. Lasciate raffreddare e preparatevi ad un’esplosione di gusto! Lasciatevi avvolgere e coccolare dall’intensità del cioccolato…magari guardando una delle serie tv tedesche di cui vi ho parlato e, mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima!