Pino Imperatore, umorista e giornalista, è nato nel 1961 a Milano, da
genitori napoletani emigrati per lavoro e poi tornati nel loro paese di origine,
Mugnano di Napoli. Attualmente vive ad Aversa e lavora a Napoli. Fin da ragazzo
Imperatore dimostra un vivo interesse per la letteratura, il giornalismo e
l’impegno civile, vivendo un forte senso di appartenenza alla sua amata
Campania, così affascinante ed al tempo stesso così martoriata. Dopo la laurea
in Scienze Politiche, inizia subito a collaborare con le principali testate
giornalistiche, lavorando anche con Amato Lamberti e Giancarlo Siani.
L’uccisione di quest’ultimo per mano della camorra segnerà profondamente il
giovane Pino e lo porterà ad impegnarsi nel sociale per combattere con tutti i
mezzi questo “cancro” che divora la sua terra. Le sue armi principali sono da
allora i suoi articoli, i suoi libri, le sue sceneggiature e il suo immenso
umorismo. Pino Imperatore scrive della camorra utilizzando personaggi
tragicomici che fanno ridere ma fanno riflettere e lasciano l’amaro in bocca.
Scrive moltissimo e diverse delle sue opere diventano best sellers e vengono
utilizzate nelle scuole per affrontare il tema della lotta alla camorra. Il
successo come scrittore, in tal senso, arriva con il romanzo “Benvenuti in casa
Esposito – Le avventure tragicomiche di una famiglia camorrista”, in cui
racconta le avventure del figlio goffo e incapace di un boss, che cerca di
emulare il padre Le indagini porteranno Scapece a
scavare nel passato delle superstizioni e delle leggende napoletane, arrivando
anche a rischiare in prima persona per assicurare il colpevole alla giustizia.
Nonostante i delitti che vengono commessi e narrati, il libro di Pino
Imperatore è davvero “scoppiettante” e pieno di momenti, di “scenette”
esilaranti che alleggeriscono non poco il racconto, stemperando il crescendo di
tensione che coinvolge il lettore. Ve lo consiglio di cuore, soprattutto se
volete una lettura rilassante. Essendo ambientato, per buona parte, nel locale
dei Vitiello, nel romanzo si trovano moltissime descrizioni di piatti tipici e
stuzzicanti, citazioni, racconti e richiami di argomento culinario…ma non ho
potuto fare altro che scegliere la ricetta che viene richiamata nel titolo e
che è la protagonista per eccellenza: gli spaghetti aglio, olio e peperoncino.
finendo sempre per combinare guai. Il suo primo libro come
giallista, invece, è “Aglio, olio e assassino”, un poliziesco avvincente, ricco
di suspense e, al tempo stesso, spassosissimo! Le parole di Imperatore scorrono
che è un piacere e riescono a coinvolgerti, catapultandoti letteralmente in
quella che lui definisce la città più imprevedibile del mondo: Napoli. Nel
pittoresco quartiere di Mergellina si trova da più di trent’anni la premiata
trattoria “Partenope”, gestita da Francesco Vitiello, meglio conosciuto come
Nonno Ciccio, e da suo figlio Peppe, detto Braciola. E di fronte al locale, che
dispensa quotidianamente deliziosi piatti della cucina tipica napoletana, è
stato da poco aperto un commissariato di Polizia. L’ispettore Gianni Scapece,
ottimo segugio, appassionato di gialli (e di belle donne!), amante della buona
tavola, è da poco tornato nella sua città natale, proprio nella casa dei
genitori, nello stesso quartiere in cui è cresciuto e nel quale, ora, si trovano
il suo posto di lavoro e il fantastico ristorante della famiglia Vitiello. E
fra un omicidio, un pranzo e una discussione con il suo capo (il tenace
commissario Carlo Improta, che gli si è affezionato come ad un figlio), Scapece
cerca di risolvere un caso davvero difficile. Un serial killer, infatti,
terrorizza Napoli proprio nei giorni precedenti il Natale e “condisce” le sue
vittime con ingredienti della cucina partenopea. I Vitiello, oltre a dispensare
degli ottimi piatti, cercano di aiutare il nuovo amico ispettore, sostenendolo
ed unendo gli sforzi di tutta la loro originalissima famiglia. Già perché chi
frequenta la trattoria frequenta di riflesso anche tutti i Vitiello che, oltre
ai due sopra citati, comprende Angelina, moglie di Peppe, i loro due figli, Isabella e Diego, le due “aggiunte” sorelle Giaquinto, cuoche eccellenti e lavoratrici indefesse, ed il simpatico Zorro, cane “custode” e fedele di Nonno Ciccio.
Questo piatto tipico della cucina napoletana (“spaghetti aglio e
uoglie”) fa parte della schiera di ricette “povere” e cosiddette della “cucina
piccina” partenopea. Nonostante sembri estremamente semplice…non lo è per
niente! È necessario, anzitutto, utilizzare delle materie prime eccellenti e
poi è fondamentale rispettare i tempi e fare attenzione al dosaggio, per
esaltare tutti i sapori e non coprirne neanche uno. E allora…ecco a voi questa
eccellenza!
SPAGHETTI AGLIO, OLIO E PEPERONCINO
Ingredienti per 4 persone: 320 g di spaghetti - 2 spicchi d'aglio -
peperoncino (1 grande o 2 piccoli) – olio evo – sale – prezzemolo fresco
Cominciate la preparazione degli spaghetti aglio, olio e peperoncino
mettendo a bollire abbondante
acqua salata in una pentola capiente. Tagliate a
metà i due spicchi d'aglio, privateli dell'anima al loro interno e tritateli
molto finemente. Poi prendete il peperoncino e tagliatelo a rondelle fini.
Scaldate in una padella 5/6 cucchiai di olio, unite l'aglio tritato e
fatelo soffriggere per qualche minuto facendo molta attenzione affinché non
bruci. Unite il peperoncino e fatelo soffriggere per qualche secondo. Fate
cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata e scolateli al dente.
Trasferiteli nella padella con l'aglio e il peperoncino e fateli saltare a
fuoco vivo per distribuire bene il condimento e lasciarli insaporire. Servite
subito gli spaghetti aglio, olio e peperoncino ben caldi e gustateli in buona
compagnia! Buon appetito e alla prossima!
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