«Questo è il mio capo, Jonathan Hart, un miliardario che si è fatto
da sé. Un tipo molto in gamba. Questa è la signora Hart, gran bella donna,
veramente degna di lui. Ah dimenticavo, io sono Max; mi occupo di loro... e non
è una cosa facile, perché il loro hobby è...il delitto!» Cominciava così la
sigla del telefilm e le parole venivano pronunciate da Max, maggiordomo, cuoco
e autista di casa Hart, a Los Angeles. Sto parlando della serie televisiva
statunitense “Cuore e batticuore” (“Hart to Hart”), creata da Sidney Sheldon,
andata in onda dal 1979 al 1984 negli USA ed approdata con grande successo in
Italia nel 1981. I due protagonisti sono Jonathan Hart (Robert Wagner), ricco
ed affascinante uomo d’affari, e la bellissima moglie Jennifer (Stephanie
Powers), brillante giornalista freelance con un’unica grande sofferenza: quella
di non poter dare figli al suo adorato marito. Innamoratissimi, praticamente
perfetti, amanti della bella vita e del pericolo, si trovano spesso coinvolti
in casi di contrabbando, furto, spionaggio aziendale e internazionale o, più
comunemente, omicidio. Vivono in una fantastica villa a Bel Air e con loro c’è
sempre il fedelissimo e preziosissimo Max (interpretato dal grande Lionel
Stander) che, oltre a ricoprire varie mansioni quotidiane, viene talvolta
coinvolto nelle indagini dei suoi datori di lavoro. I vari casi non si svolgono
solo a Los Angeles: il più delle volte i coniugi Hart si trovano immischiati in
un crimine commesso in giro per il mondo, durante uno dei loro numerosi viaggi
di lavoro o di piacere. E così, fra un party ed un tuffo in piscina, ad un
vernissage o durante un galà di beneficenza, le loro capacità investigative li
portano ad affrontare spietati assassini o trafficanti senza scrupoli.
Ovviamente l’intelligenza, la tenacia, lo spirito di osservazione e il loro
affiatamento fanno sempre in modo che tutto si risolva per il meglio e che il
bene trionfi sul male, come nei più classici film “made in USA”! E credo sia
questo il segreto del successo di questa serie: non ci sono scene violente, niente parolacce e spesso la tensione della trama viene “alleggerita” con delle
battute o delle gag. La scena finale di ogni episodio, poi, mostra Jennifer e
Jonathan che, tornati nella loro villa, festeggiano la soluzione del caso
brindando e baciandosi appassionatamente, sotto gli occhi del piccolo Freeway, il
loro onnipresente e vivace cagnolino. Il gusto degli Hart è fuori discussione in ogni campo e anche a tavola:
Max prepara loro pranzi e cene ottime e salutari e quando viaggiano sono capaci
di destreggiarsi in ogni situazione, assaporando i piatti tipici del paese che
li accoglie…ma sono rari i momenti in cui riescono a godersi un pasto in santa
pace! Per questo ho deciso di rifarmi ad uno dei loro “semplici spuntini da
scena finale”: crostini di pane con caviale! Si tratta di un piatto
semplicissimo: prendete del pane e tostatelo leggermente, spalmatevi del burro
e adagiatevi due cucchiaini di caviale. Accompagnatelo con una flûte di champagne rigorosamente fresco o con della vodka
ghiacciate e gustatelo lentamente, in dolce compagnia…o da soli!!! Qualche
cenno storico e curiosità?!? Per esempio lo sapevate che il caviale è ricchissimo di proteine, vitamine (A,
E, D, acido pantotenico, riboflavina e B12), sali minerali e acidi grassi
omega3, che aiutano a combattere il colesterolo "cattivo"?!? Contiene
inoltre molte sostanze nutritive e antiossidanti che fanno bene anche a pelle e
capelli. La parola è di origine turca “havyar” e si trova già nei ricettari delle
corti rinascimentali italiane. La presenza del caviale nel mondo risale a circa
200 milioni di anni fa, con la comparsa degli storioni sulla Terra. Sì, perché,
per chi ancora non lo sapesse, il caviale è un alimento che si ottiene
attraverso la lavorazione e la salatura delle uova delle diverse specie di storione,
cioè di pesci che appartengono alla famiglia Acipenseridae. Le prime
testimonianze si trovano in numerosi reperti e scritti egizi, greci e latini. Fino
a poche decine di anni fa, sia il Po che altri grandi fiumi dell’Europa
occidentale consentivano una piccola produzione locale di caviale ma la pesca
dello storione e la conservazione delle sue uova ha una forte tradizione fra i
Cosacchi dell’Ural e del Volga. Il caviale diventò una prelibatezza della corte
e dell’aristocrazia di Mosca e di Pietroburgo a partire dal Settecento, quando
i Cosacchi iniziarono a donare ogni anno allo Zar il primo caviale raccolto a
primavera. Nell'Ottocento furono gli aristocratici russi a diffonderne la moda
a Parigi, facendolo conoscere alla borghesia francese che fino ad allora non lo
conosceva. Nel 1953 l’Unione Sovietica, erede del monopolio zarista sulla
produzione di caviale, donò all’Iran le pescherie che gestiva sulla sponda
persiana del Mar Caspio. Da quella data esiste sui mercati mondiali, oltre a
quello russo anche il tipo iraniano. Si trovano in commercio anche uova
provenienti da altri pesci, ad esempio il salmone o il lompo, ma per legge non
possono essere chiamate "caviale". (In Italia il nome da utilizzare è
"succedaneo del caviale"). Si tratta comunque di prodotti molto
gustosi e con prezzi decisamente più abbordabili del caviale, e ne
costituiscono un ottimo sostituto. La zona più produttiva del mondo è quella
del Mar Caspio, che comprende Russia, Iran, Azerbaigian, Kazakistan e
Turkmenistan ed esistono tantissimi tipi di caviale: il più famoso è
sicuramente il Beluga, ma ci sono molte altre varietà, ognuna dal sapore e
dalle caratteristiche differenti, come l'Ossietra e il Sevruga. Come riconoscere il migliore? In genere, il
colore chiaro e le uova grandi e omogenee indicano una superiore qualità del
caviale; inoltre, un buon caviale non deve mai puzzare di pesce né avere un
sapore troppo salato (altrimenti significa che è illegale, in quanto il sale
viene utilizzato per conservarlo quando non vengono rispettati i canoni della
“catena del freddo” durante il trasporto!). Il miglior modo di servirlo è
direttamente nella latta su una base di ghiaccio ed è opportuno manipolarlo il
meno possibile, per non alterarne il sapore. Per la stessa ragione non si
dovrebbero usare cucchiaini o coltelli di metallo, ma speciali cucchiaini
d’osso, madreperla oppure…d’oro ovviamente! Non so se vi piace e so bene che è
anche particolarmente costoso ma credo sia una delle specialità da assaggiare almeno una volta nella vita e ve lo consiglio vivamente! Alla
prossima e до свидания (Do svidaniya…che
in russo significa “Arrivederci”).
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