26/06/2020

IL COMMISSARIO JULIE LESCAUT E IL PAIN AU CHOCOLAT!

Il nostro tour oggi arriva molto vicino alla mitica Ville Lumière, più precisamente nella banlieue di Clairières, dove vive e lavora il commissario di polizia Julie Lescaut, dell’omonima serie televisiva. Delle ventidue stagioni create da Alexis Lecaye e trasmesse in Francia dal 1992 al 2013, in Italia ne sono arrivate (ahimè!!) solo nove, a “singhiozzo” fra il 2007 e il 2012. In patria, infatti, “Julie Lescaut” ha riscosso un grandissimo successo di pubblico, tanto da portare la rossa Véronique Genest, ad essere annoverata fra le attrici più amate del piccolo schermo…mentre da noi ha ottenuto uno share molto alto ma evidentemente non sufficiente per i gestori dei vari canali televisivi. La serie narra le vicende del commissario Lescaut, appunto, a capo del commissariato di un sobborgo parigino. Donna dall’eleganza sobria, conscia della propria femminilità e delle proprie “misure curvy”, forte, tenace e determinata, gestisce un gruppo composto da più di una trentina di agenti. Fra questi i suoi più stretti collaboratori sono Justin N’Guma e David Kaplan, giovani ed intraprendenti, pronti a rispondere ai suoi ordini e a supportarla anche nelle indagini più difficili. Alle prese con la malavita e la delinquenza di strada, la Lescaut può sempre contare sull’appoggio dei suoi sottoposti, che tratta con rispetto e profonda umanità e con i quali è riuscita, negli anni, a costruire un ottimo rapporto. Un po’ più difficile per Julie è la gestione della sua vita privata. Madre di due figlie
adolescenti, Sarah e Babou, toste (quasi) quanto lei, con un matrimonio che, dopo anni di alti e bassi, è arrivato al capolinea e l’incapacità di “lanciarsi” in una nuova relazione…beh! Julie non ha vita facile! Conciliare tutto questo con il suo lavoro particolarmente stressante non sempre le riesce e la nostra poliziotta si trova spesso a voler “staccare la spina” da tutto e da tutti…per poi sentirsi in colpa e arrivare a fare i salti mortali per cercare di accontentare capi, colleghi e famiglia! Nei “suoi” momenti, quelli in cui si concede una piccola pausa, Julie entra in un bistrot per un’omelette o in un caffè per un espresso o, ancora meglio, in una boulangerie per concedersi un croissant o altro! Ovviamente poi si pente e rimedia saltando il pranzo o cenando con una semplice insalata…ma almeno, rispetto a tanti suoi “colleghi televisivi” il suo palato prova ancora
qualcosa!!!! Chi di voi è stato a Parigi o, in generale in Francia, sa bene che le boulangeries (alla lettera “panifici”) si trovano semplicemente seguendo il fantastico ed irresistibile profumo che le contraddistingue e che corrisponde a tantissimi prodotti da forno salati e dolci, fragranti, invitanti e tanto, tanto, tanto “burrosi”!!! Fra le diverse specialità ho scelto il golosissimo “pain au chocolat”, un involucro di sfoglia friabile che racchiude due barrette di cioccolato fondente. È un po’ come Julie Lescaut: i diversi strati di poliziotta, commissario, madre, moglie…racchiudono la sua “essenza fondente”, semplicemente una donna con tutta la sua forza e la sua fragilità. Così, dopo tante esitazioni, mi sono cimentata nell’impasto da sfoglia classico e…beh! Non ho proprio raggiunto un alto livello di pasticceria ma sono davvero soddisfatta del risultato ottenuto, soprattutto perché era la prima volta che lo facevo. Il pain au chocolat è un ottimo dolce: provatelo e vedrete che mi darete ragione! Alla prossima “tappa”!

RICETTA PAIN AU CHOCOLAT

Ingredienti per 12/14 panini: 300 gr di farina 0 -  10 gr di lievito di birra -  1 uovo -  35 gr di zucchero -  1 pizzico di sale -  175 ml di latte -  150 gr di burro -  120 gr di cioccolato fondente -  1 uovo per spennellare -  Zucchero

Innanzitutto, tirate il burro fuori dal frigo, per farlo ammorbidire. In un'ampia ciotola, lavorate insieme lievito, zucchero, latte e uovo. Aggiungete la farina e iniziate ad impastare. Quindi aggiungete il sale e continuate a lavorare fino ad ottenere un impasto omogeneo. Formate una palla e lasciatela riposare, coperta da pellicola, per circa 30 minuti. Mettete il burro oramai a temperatura ambiente tra due fogli di carta forno, appiattitelo un po' con il matterello e poi stendetelo fino a formare una sfoglia. Quindi rimettetelo in frigo. Passata 1 ora, riprendete l'impasto e il burro. Stendetelo l'impasto in una sfoglia più o meno quadrata. Posizionate il burro al centro della sfoglia. Chiudete i 4 angoli della sfoglia sopra al burro, accavallandoli tra loro. Quindi stendete delicatamente (per non far rompere l'impasto e non far fuoriuscire il burro) l'impasto dandogli una forma allungata. Fate la prima piega: piegate un terzo dell’impasto verso il centro e ripiegateci sopra l'impasto rimanente. Avvolgete con pellicola trasparente e riponete in frigo a riposare per 30 minuti. Riprendete l'impasto, stendetelo
nuovamente in una forma allungata E rifate le pieghe a 3. Rimettete in frigo per altri 30 minuti. Ripetete questo procedimento anche una terza volta. Riprendete l'impasto e stendetelo in una sfoglia abbastanza sottile, dando più o meno una forma rettangolare. Regolate i bordi con il coltello (questo impasto in più, sovrapposto e leggermente rilavorato, lo potrete utilizzare per fare altri paninetti) e tagliate la sfoglia in strisce larghe più o meno 6-7 cm. Dividete le strisce in rettangolini più piccoli. (dovreste ottenere dei rettangoli di circa 7x11 cm). A questo punto, se guardate la sfoglia di taglio, dovreste riuscire ad apprezzare la sfogliatura. Iniziate ora a formare i vostri pains au chocolat. Tagliate la cioccolata e componete i pezzetti a formare delle sbarrette di 6-7 cm. Lasciando un dito di impasto libero, poggiate una prima stecchetta di cioccolato su un rettangolino. Avvolgetela con l'impasto lasciato libero, appiattite leggermente il rotolino ottenuto, poggiate la seconda barretta di cioccolato all'estremità del rotolino e continuate ad arrotolare fino ad avvolgere anche la seconda barretta. Posizionate il saccottino con la chiusura nel lato inferiore. Man mano che sono pronti, sistemateli su una teglia rivestita di carta forno. Mi raccomando di distanziarli molto tra loro perché cresceranno molto durante la lievitazione e ancora un pochino durante la cottura. Lasciate lievitare per circa 2 ore o almeno fino al raddoppio. Spennellate i pain au chocolat con un po' di uovo leggermente sbattuto e spolverizzate di zucchero. Preriscaldate il forno a 200°C, in modalità ventilata. Prima di infornare, abbassate la temperatura a 180C°. Cuocete per circa 10 minuti o comunque fino a doratura. Lasciate raffreddare (se ci riuscite!) e gustate i vostri pain au chocolat da soli o in compagnia…poi potrete sempre cenare con una bella insalata!!!! Alla prossima!


18/06/2020

CANDICE RENOIR: MAMMA E POLIZIOTTA IN TACCHI ALTI E BORSA ROSA!

Oggi rimaniamo nel sud della Francia, nella regione dell’Occitania, e più precisamente a Sète, importante porto e stupenda cittadina. È qui che sono ambientati gli episodi della serie televisiva “Candice Renoir”, le cui sette stagioni sono andate in onda a partire dal 2013 in Francia e dal 2015 in Italia…purtroppo su Fox Crime! Io sono riuscita a vedere solo qualche episodio su Rai2 in estate (!!). Questa penalizzazione, però, non ha impedito alla serie televisiva di riscuotere un buon successo e spero che, prima o poi, uno dei tanti canali in chiaro metta in onda tutte le serie…magari in ordine cronologico!!! Ma parliamo della protagonista che, ovviamente, è colei che dà il nome alla serie: Candice Renoir, brillantemente interpretata dalla bionda Cécile Bois. Il comandante Renoir si trasferisce da Parigi a Sète, appunto, e torna in servizio in Polizia dopo dieci anni di “interruzione”, durante i quali si è dedicata a tempo pieno ai suoi quattro figli: Emma, Jules e i due gemelli Léo e Martin. È separata dal marito Laurent, anche se lui ogni tanto “compare” nella sua vita
per cercare invano di riconquistarla, e non disdegna le avances di altri uomini, con i quali, però, flirta senza arrivare ad impegnarsi. Candice è un personaggio decisamente bizzarro: ama il colore rosa e lo indossa con entusiasmo, nonostante il suo fisico “morbido”, dovuto al suo amore per la buona tavola; è allegra, eccentrica e apparentemente un po’ frivola ma non bisogna farsi ingannare perché è una poliziotta di prima categoria. Insofferente alle regole e al lavoro d’ufficio, le piace lavorare sul campo, interrogare tutte le persone coinvolte nei vari casi e indagare a fondo sulla vittima, per conoscerla a fondo e arrivare, così, ad individuare ed incastrare il colpevole. Deve fare spesso i salti mortali per riuscire a gestire il lavoro e la famiglia e la sua umanità, la sua capacità di riconoscere i propri limiti, i suoi errori e le sue ansie la rendono ancora più vera e simpatica! Al suo arrivo nel nuovo commissariato trova un gruppo di giovani agenti molto affiatato e “chiuso” che le mostra una certa ostilità e le affibbia subito il nomignolo di “Barbie”, per via dell’abbigliamento e dell’inseparabile borsa rosa. Il più “freddo” nei suoi confronti è Antoine Dumas, giovane e dinamico detective che pensava, per la sua anzianità di servizio, di prendere il comando della squadra e non accetta la nomina di Candice. Anche gli altri colleghi, il simpatico brigadiere Jean-Baptiste Medjaoui (JB per gli amici) e l’ombrosa agente Chrystelle Da Silva, non la accolgono a braccia aperte e continuano a fare riferimento
ad Antoine. Certo la situazione non è delle migliori…se poi aggiungiamo anche il commissario Yasmine Attia, diretto superiore di Candice, che non gradisce un’altra donna forte e di carattere nel suo “regno”…beh! Chiunque al suo posto si scoraggerebbe! Ma Candice Renoir non è “chiunque” e con la sua determinazione, il suo carattere e la passione per il suo lavoro riesce a poco a poco a farsi conoscere ed apprezzare da quella che diventerà ben presto la “sua” squadra e con la quale affronterà e risolverà molti difficili casi. Come dicevo, non ho visto tutte le stagioni ma spero tanto di poterlo fare presto…e consiglio anche a voi di guardare questa serie, se vi capita, perché è proprio interessante e coinvolgente. Per quanto riguarda il gusto…beh! Candice mi è simpatica anche perché ama cucinare e, soprattutto, mangiare e bere bene ed è una donna “curvy”. Cerca sempre di mettere in tavola qualcosa di gustoso che soddisfi i gusti dei suoi figli e che magari sia anche sano…ma poi non sa resistere ad un cartoccio di pesce e patatine fritte, acquistato in giro fra un’indagine e l’altra! Curiosando fra le varie specialità gastronomiche di questa zona ho
scoperto che la città di Séte da sempre accoglie un gran numero di migranti, soprattutto di origine italiana e nordafricana, e di conseguenza molti piatti risentono dell’influenza e della cucina di quei paesi. Al pittoresco e spumeggiante personaggio di Candice ho scelto di abbinare una ricetta che si avvicina ad un classico italiano, arricchito con ingredienti tipici occitani: la pissaladiere. Si tratta di una specie di focaccia morbida farcita con cipolle, olive e acciughe. Gusti forti, sapori intensi che si abbinano e si esaltano a vicenda stesi sopra un impasto morbido e croccante allo stesso tempo. Come Candice Renoir: morbida ma forte e decisa!

RICETTA PISSALADIERE 

Ingredienti per l’impasto: 500 gr. di farina 00 (in alcune versioni viene utilizzata quella semi integrale) - 200/250 ml. di acqua - ½ cucchiaino di sale - 15-20 gr. di lievito da pane - 15 ml. di olio d'oliva - 1 cucchiaino di miele  Ingredienti per la farcitura: 500/00 gr cipolle bionde - 100 ml. di olio d'oliva - 1 bouquet garni (timo, alloro, alloro, rosmarino) - 10 gr. di aglio (1 spicchio) - 8 filetti di acciughe sotto sale - Olive nere (taggiasche o di Nizza) - Sale e pepe

Sbucciare le cipolle, affettarle finemente e metterle in una pentola con l'olio d'oliva, gli spicchi d'aglio e il bouquet garni; condire con sale e pepe, coprire e cuocere a fuoco basso per 45 minuti (permettendo all’acqua di evaporare). Togliere l'aglio a fine cottura. Preparare il lievito madre: su un piano di lavoro, mettere 125 g di farina, scavare una fontana e aggiungere il lievito diluito in un po' d'acqua calda. Mescolare tutto insieme fino a ottenere una palla di pasta e lasciarla riposare in una ciotola ricoperta da un panno. In mezz'ora, la pasta deve raddoppiare di volume. Disporre a corona il resto della farina, aggiungere al centro l'acqua, l'olio d'oliva e il sale.
Lavorare la pasta aggiungendo acqua fino alla giusta consistenza. Aggiungere la pasta madre all'impasto e impastare il tutto. Lasciare riposare per un'ora al coperto. Oliare una piastra o una teglia da forno, stendere l'impasto (1/2 cm di spessore), aggiungere le cipolle, decorare con acciughe e olive. Mettere in forno, già riscaldato, per 20 minuti a 180/200°. Condire con il pepe quando esce dal forno. Lasciare raffreddare e servire abbinando un vino bianco frizzante fresco o una birra ghiacciata e…vi leccherete i baffi!!!! Alla prossima!



10/06/2020

TANDEM: UNA COPPIA DI “EX” NELLA POLIZIA DI MONTPELLIER

Ed eccoci pronti per un’altra tappa del nostro originale “tour de France” attraverso le serie televisive: oggi vi porto nella pittoresca Montpellier, dove sono ambientati gli episodi di “Tandem”. Ideata da Jérémie Marcus, la serie ha debuttato in patria nel 2016 per poi approdare in Italia due anni dopo. Ad oggi sono andate in onda tre stagioni (sul canale Giallo) e la quarta è in lavorazione. Ma cerchiamo di conoscere più da vicino i due protagonisti di questa simpatica serie. Il comandante Lea Soler (cha ha il volto di Astrid Veillon), in seguito ad una “incomprensione” con le alte sfere della Polizia, viene trasferito alla gendarmeria di Montpellier, appunto, e assegnata alla squadra del capitano Paul Marchal (interpretato da Stéphane Blancafort), suo ex marito. I due sono separati da tempo ma devono loro malgrado collaborare e incontrarsi anche al di fuori del lavoro, per gestire i due figli adolescenti, Alice e Thomas. Lea è una donna forte, puntigliosa e intransigente nel lavoro e nella vita, un ottimo poliziotto e una madre presente, anche se spesso è iperprotettiva. Dopo il tradimento di Paul ha cresciuto i ragazzi da sola, barcamenandosi con un lavoro non facile, soprattutto in un ambiente prevalentemente maschile.
Pur non riuscendo a perdonarlo e a concedergli un’altra possibilità, non ha mai smesso di amare l’ex marito e la sua vita privata è praticamente assente: per lei ci sono solo i suoi figli ed il suo lavoro (almeno fino alla terza stagione…). Paul, invece, è il classico “mascalzone” latino, affascinante, incorreggibile e un po’ “guascone”, che ha sempre vissuto fuori dagli schemi. Ciò nonostante è un poliziotto esperto, capace di risolvere i casi più complicati insieme alla propria squadra…anche se non sempre è capace di seguire le procedure e utilizza dei metodi diametralmente opposti a quelli del nuovo comandante! L’arrivo di Lea gli dà una specie di scossa e lo mette di fronte alle sue scelte. Si rende conto dell’importanza della famiglia, di quanto ha perso seguendo il suo stile di vita “ribelle” e, soprattutto, capisce di amare ancora la sua ex! È molto attaccato ai figli e, a differenza di Lea che molte volte è troppo “rigida”, è capace di ascoltarli, di “giocare” con loro e di capire quando è il momento giusto per richiamarli all’ordine. Così facendo, ovviamente, porta scompiglio nella vita quotidiana e “organizzata” di Lea e dei ragazzi…ma siamo sicuri che sia una cosa negativa?!?!?  Passiamo al lavoro.
Anche nella squadra di Paul, collaudata e molto affiatata, con Lea arriva un po’ di scompiglio ma il nuovo comandante riesce pian piano ad entrare in sintonia con il gruppo e a dirigerlo con autorevolezza e umanità. Le due “colonne portanti” del team sono il tenente Erwan Lebellec ed il tenente Camille Barbier. Da sempre innamorati l’uno dell’altra ma incapaci di ammetterlo e, soprattutto, di dichiararsi, i due lavorano da sempre con Paul e sono abituati ad occuparsi di quelle che lui chiama “scartoffie”. Erwan è preciso, attento, capace di trovare qualsiasi informazione necessaria utilizzando il pc, mentre Camille è più portata all’azione, dinamica e diretta. A loro si aggiunge, quasi al termine della seconda stagione, il capitano Sophie Vannier, appassionata di essenze profumate e fissata con il cibo biologico, pacata, ligia al dovere, insofferente al caos ed agli “strappi” alle regole, troppo spesso attuati da Paul. La sua presenza risulta spesso un po’ scomoda e ambigua, con grande disagio in particolare da parte di Lea, che la vede come una sorta di “infiltrata” dai piani alti, con i quali lei non va molto d’accordo! Ogni episodio parte con la presentazione di un crimine, prosegue con le indagini che spesso diventano una specie di sfida/scommessa fra Paul e Lea, e termina con la soluzione del caso, alla quale si giunge grazie al lavoro di squadra. Sì, perché nonostante ciascun elemento sia più che valido, è la sinergia, la collaborazione, l’apporto di ognuno di loro che permette di ricostruire i fatti per come si sono svolti e di assicurare il colpevole alla giustizia. Le indagini spesso si intrecciano con realtà scomode, le vittime spesso non sono così “innocenti” e i carnefici non sempre sono semplicemente cattivi. Non ci sono scene particolarmente cruenti, non ci sono solo il nero o il bianco ma viene rappresentata, attraverso i casi affrontati, l’umanità con le sue sfaccettature, le sue bellezze e le sue brutture, le devianze e le psicosi che spesso nascono proprio nelle persone al di sopra di ogni sospetto. Anche l’ambientazione è importante: non è solo Montpellier a fare da sfondo ma anche le zone circostanti, fatte di colline e di mare, di vigneti e saline e dei tanti colori della natura della regione dell’Occitania. E per quanto riguarda il gusto? Beh! Così come in tutta la Francia, anche a Montpellier si trovano vere e proprie eccellenze e sono tanti piatti che le esaltano. Uno di questi è la famosa e prelibata “tarte au citron”. Una base di frolla “sabbiosa” accoglie una crema al limone fresca e dalle note pungenti e agrumate: una vera
esplosione di gusto che conquista anche i palati più esigenti. L’ho scelta non solo perché tipica di questa zona ma anche perché ben si adatta alla serie di cui vi ho appena parlato: è dolce e aspra, c’è la leggerezza dello zucchero a velo che contrasta con la crema decisa e avvolgente…in pratica un “tandem” di sapori e consistenze! E allora cosa aspettate? Io ho seguito e vi propongo la versione del grande Philippe Conticini, grande maître pâtissier di Francia.Provatela e guardatevi la serie gustandola…vi accorgerete che una fetta tira l’altra! Alla prossima tappa!

RICETTA TARTE AU CITRON 

Ingredienti (per una tortiera da crostata di 24 cm) *Per la base di pâte sucrée: 230 g di farina - 140 g burro di qualità freddo - 1 uovo intero - 1 tuorlo - 90 g di zucchero a velo - 40 g di farina di mandorle - un pizzico di sale - scorza di limone  *Per la crema al limone: 130 ml di succo di limone (circa 3 limoni medi) - 40 g burro - 150 g zucchero - 2 uova - 2 tuorli 

Iniziare dalla base di pâte sucrée, procedendo con il metodo “sabbiato”. Nella planetaria incorporare le farine al burro, usando il gancio a foglia. (Se si procede a mano, cercate di avere mani fredde e di essere veloci). Amalgamare lo zucchero e la scorza di mezzo limone, poi unire il pizzico di sale, l’uovo intero e il tuorlo. Mettere l’impasto nella pellicola e lasciarlo riposare per almeno 4-6 ore in frigorifero. Preparare la crema. Rimuovere la scorza dai limoni, facendo attenzione a prendere solo la buccia gialla e non l’albedo (la parte bianca). Tenere le scorze da parte. Spremere il succo e pesarne 130 ml. Con una frusta sbattere lo zucchero insieme a uova e tuorli. In un pentolino mettere a fondere a bagnomaria 20 g di burro; appena sono sciolti unire il composto di
uova e zucchero, il succo di limone e le scorze. Far cuocere a bagnomaria mescolando di continuo, fino a quando la crema si sarà addensata. Aggiungere i 20 g di burro rimanenti e filtrare la crema per rimuovere le scorze. Mettere in un contenitore e appena si è raffreddata, far riposare in frigo per almeno qualche ora. Preriscaldare il forno a 175°. Prendere l’impasto e stenderlo spesso circa 5 mm su un pianale infarinato. Imburrare e infarinare una tortiera da crostata e posizionare la frolla stesa. Bucherellare con i rebbi di una forchetta il fondo, adagiarvi sopra un foglio di carta da forno e riempire con ceci secchi. Mettere a riposare la base in freezer per 5 minuti ed infornare subito dopo. Cuocere per circa 15-20 minuti, poi rimuovere la carta forno con i ceci e proseguire la cottura fino ad ottenere un colore biscottato. Non appena la base si è raffreddata, riempire con la crema al limone. Guarnire con una fettina di limone e/o foglioline di menta e servire. E godetevi i colori, il profumo e l’esplosione di gusto! Bon appétit!




05/06/2020

CHERIF: UN POLIZIOTTO AFFASCINANTE A LIONE

Oggi il nostro “tour” nel mondo delle serie tv francesi, ci porta a Lione ad incontrare il capitano della Squadra Anticrimine Kader Cherif, poliziotto di origini algerine, portato sullo schermo dall’affascinante Abdelhafid Metalsi. La serie è andata in onda con successo in Francia dal 2013 al 2019 e ha ottenuto ottimi risultati anche in Italia, dove è arrivata nel 2016. L’ultima stagione, la sesta, è stata trasmessa nel 2019 e attualmente sul canale “Giallo” stanno andando in onda le repliche delle ultime due serie. Ma cerchiamo di conoscere il protagonista… Allegro e simpatico, con la battuta sempre pronta, Cherif ama profondamente il suo lavoro e la sua città, che conosce come le sue tasche, e…non “stacca” mai, visto che abita proprio di fronte al commissariato. Adora citare scene e battute delle serie poliziesche Anni 70/80, alle quali si ispira (i suoi “miti” in particolare sono Starsky e Hutch, Kojak e “Attenti a quei due”) e guida una vecchia Peugeot 504 coupé. È un acuto osservatore, dotato di una notevole perspicacia e di un ottimo intuito e svolge le indagini un po’ a modo suo (a volte un po’ troppo!), incurante di regole e burocrazia. Ogni tanto, a suo dire per mettere i testimoni a loro agio, li porta proprio a casa e fra una domanda e l’altra offre loro un distensivo tè alla menta. Accanto a lui troviamo il capitano Adeline Briard.
Ligia alle regole, ottimo poliziotto, bravissima con la tecnologia, figlia del direttore della polizia giudiziaria di Parigi, è l’antitesi di Cherif in tutto e per tutto. Quando arriva a Lione è inizialmente insofferente ai metodi poco ortodossi del collega ma poi, a poco a poco, impara a conoscerlo, ad apprezzarlo come poliziotto e come uomo e a creare con lui una coppia vincente! Inutile dire che il loro rapporto, fatto di battibecchi e di prese in giro, non impedisce loro di affrontare e risolvere anche i casi più difficili e violenti. Il loro “amore-non amore” andrà avanti per ben quattro stagioni fino a che…no, non vi svelo nulla! Attorno ai due personaggi principali, ne troviamo altri che sono solo apparentemente “secondari” e che contribuiscono attivamente al successo della serie. Al commissariato primo fra tutti incontriamo Jean-Paul Doucet, Capo della Polizia di Lione e quindi dei nostri due capitani; è molto legato a Cherif e, pur rimproverandolo, spesso lo aiuta nelle sue imprese fuori dagli schemi. Il resto della squadra è composto dal goffo e irriverente Brigadiere capo Joël Baudemont, dall’attenta e sempre pronta agente Stéphanie Giraud e da Philippe Dejax, medico legale che cerca in tutti i modi di convincere Adeline ad uscire con lui…ovviamente senza alcun successo. Oltre ai colleghi di lavoro nella vita di Cherif è molto presente ed importante la famiglia, composta dalle tre donne della sua vita: la madre che l’ha cresciuto da sola (il padre li ha abbandonati quando Kader era piccolo) ed è un po’ “chioccia”, sempre preoccupata che suo figlio abbia mangiato e che stia attento sul lavoro; Deborah, l’ex moglie, avvocato in carriera che spesso difende proprio coloro che Kader ha arrestato ma con la quale riesce comunque ad avere un buon rapporto, soprattutto per il
bene di Sarah, la loro figlia adolescente. I due genitori ne hanno la custodia congiunta, anche se la ragazza vive prevalentemente con il padre. Essendo cresciuto senza la figura paterna, Cherif cerca di essere il più possibile presente e attento e ha un rapporto decisamente particolare con la figlia, anche se spesso Sarah lo rimprovera di essere troppo protettivo. E per quanto riguarda il gusto? Beh! Quando le indagini glielo permettono, Kader attraversa la strada per andare a casa a preparare la cena per la figlia, mentre da vera single interamente dedita al lavoro, Adeline rimane in ufficio fino a tardi e mangia una pizza o un panino alla scrivania. Per fortuna c’è la madre di Cherif che lo riempie sempre di contenitori di tutte le misure con piatti tipici della cucina magrebina, che lui condivide volentieri con la collega. Mi sono quindi documentata e fra le varie specialità, ho voluto sceglierne una davvero unica, proprio come è unico Cherif. Si tratta delle “mhawet” (polpette) di pollo: è un piatto gustoso, un tripudio di sapori e di colori che conquisterà anche i palati più scettici. Ed è anche semplice da preparare, ve lo assicuro! A me è piaciuto molto e vi consiglio di provarlo…così come vi consiglio di guardarvi gli episodi di Cherif: non ve ne pentirete! Buona visione e buon appetito!

RICETTA MHAWET POLLO

Ingredienti: 1 petto di pollo - 1 cipolla medio/grande - 1 manciata di ceci - alloro - 1 fettina di limone – 1 cucchiaino di curcuma - 1 stecca di cannella - 1 cucchiaio di burro - 1 uovo medio + 1 tuorlo - prezzemolo fresco – farina - olio evo - sale e pepe

In una pentola far rosolare per qualche minuto il petto di pollo tagliato a tocchetti con il burro, la cipolla finemente tritata e le spezie. Aggiungere la foglia di alloro, la fettina di limone e i ceci. Coprire poi tutto con l’acqua, aggiustare di sale e lasciar cuocere a fuoco basso. Una volta cotta, ritirare la carne e tritarla finemente. Spostare il trito di carne in un’insalatiera, aggiungere il prezzemolo tritato finemente e l’uovo sbattuto, aggiustando di sale. Formare delle polpette dalla forma un po’ allungata con l’impasto di carne. Passarle nella farina e poi metterle in una pentola antiaderente precedentemente unta, fino a quando non sono diventati dorati. (La ricetta originale propone, in alternativa, di friggere le polpette in olio di semi ben caldo: lascio a voi scegliere la soluzione che
preferite). A parte, sbattere il tuorlo d’uovo con un cucchiaio della salsa di cottura della carne, mescolando bene. Aggiungere il tutto al resto della salsa. Disporre le mhawet su un piatto da portata e servirle guarnite dalla salsa e da una spolverata di prezzemolo fresco tritato. Volendo potete preparare anche dell’hummus di ceci o altre salse a vostro piacimento. Io, oltre all’intingolo ed all’hummus, ho preparato una maionese al prezzemolo, per richiamare questo ingrediente presente nelle polpette, e ho abbinato dei pomodori e dei cetrioli, in modo da dare un tocco di freschezza a tutto il piatto. Insomma io vi ho suggerito la ricetta base e sta poi a voi dare libero sfogo alla vostra fantasia ed al vostro gusto! Buon appetito e alla prossima settimana!