
Quando mi sono
imbattuta nella copertina di questo libro non ho potuto resistere…mi sono
subito fiondata fra le sue pagine e quando ho fatto scorrere i titoli dei vari
capitoli…beh! Ho subito capito che non
potevo assolutamente farmelo scappare! Sì, perché questo libro si intitola “Il
delitto vien mangiando”, sottotitolo “Una settimana di vendette gastronomiche”
e, come se non bastasse, in quarta di copertina riporta “Sette giorni sette,
sette giorni per morire sette volte, due volte al dì. Quattordici racconti di
delitti gastronomici, di ricette assassine” …secondo voi come potevo non
inserirlo nelle mie letture e, soprattutto, fra i post del mio blog?!?!? Prima
di leggerlo, come sempre, ho cercato notizie sull’autore, anzi, sull’autrice
Laura Vignali che, devo ammettere, non avevo mai sentito. Nata nel 1957 a
Pistoia, dove vive e lavora come insegnante di materie letterarie in un
Istituto superiore, ho scoperto che è particolarmente conosciuta fra gli autori contemporanei
di gialli noir, ambientati rigorosamente in Toscana. Come tanti altri del suo
genere, infatti, la Vignali rimane nel suo territorio, lasciandosi ispirare da
personaggi reali, da storie vere, per dare vita ai suoi racconti, nei quali
aggiunge sempre un pizzico di sana ironia. Sicuramente approfondirò questa
“conoscenza” e cercherò di leggere anche altri dei suoi libri perché quello che
ho letto mi ha sorpreso, mi è piaciuto e mi ha fatto davvero sorridere!

Il libro si divide in
14 racconti, due per ogni giorno della settimana (come promesso e premesso in
copertina, appunto!), uno per pranzo e uno per cena. In ogni racconto si parla
di una vittima che diventa carnefice e che sceglie di vendicarsi attraverso un
piatto “letale” preparato e servito con cura ad un carnefice che a sua volta diventa vittima!
E così si comincia con il pranzo del lunedì, durante il quale viene presentato l’odioso
e ormai in pensione professore di lettere, Alfonso Rizzo, che nella sua
carriera ha tanto infierito sui giovani liceali, il quale riceve in omaggio
degli amaretti apparentemente “innocui” da parte di Luca, uno dei suoi ex
alunni, che ancora sente il peso delle umiliazioni subite e delle perfide
battute dell’esimio insegnante. (Ahimè! Quei dolci saranno l’ultima cosa che
mangerà nella sua vita terrena…e non saranno in molti a dispiacersene!). Per la
cena del mercoledì, invece, c’è il racconto “Lo scrittore invidioso e il
cosciotto vendicatore”, nel quale il cosciotto, appunto, diventa
un’originalissima arma del delitto. Si continua con un risotto riparatore preparato da un gruppo di suore non proprio "misericordiose", si
continua con un’insolita trippa per gatti cucinata per eliminare fastidiosi felini...e si continua così, fino ad arrivare
alle “Istigazioni natalizie”, con un panettone regalato alla carissima zia Olga, “arricchito” nientemeno che con
il cianuro! Insomma, vi assicuro che ogni singolo racconto è un piccolo
capolavoro noir, colmo di ironia e capace di far sorridere anche se si parla di omicidi. Credo sia ovvio, ormai, che vi consiglio di leggere questo libro che, fra
l’altro, è scorrevole e vi farà passare dei momenti piacevoli. Al termine di
ogni racconto, inoltre, l’autrice ha inserito la ricetta protagonista
diventata, suo malgrado, letale. Amaretti, melanzane, cosciotto, risotto, pappa
col pomodoro, trippa…ce n’è per tutti i gusti e per tutti i delitti! E dopo la
lettura potrete provare a cimentarvi in una o più di esse…facendo attenzione a
non uccidere nessuno, si intende! Io, fra le tante possibilità, ho scelto un
piatto che mi piace e che, a mio avviso, è particolarmente adatto a queste
giornate fredde: la minestra di ceci. E allora vi propongo questa ricetta,
esattamente come è riportata nel libro, e vi assicuro che è davvero buona…da
morire!!!!
RICETTA DELLA
MINESTRA SUI CECI COME LA FACEVA LA BONANIMA DELLA PARISINA
Ingredienti:
200 gr ceci – aglio – rosmarino – olio evo – sale – un cucchiaio di conserva di
pomodoro – pepe – 200 gr tagliolini o altro formato di pasta a piacere
Mettete i ceci
a mollo in acqua tiepida per 24 ore, poi scolateli e cuoceteli in abbondante
acqua. Quando saranno cotti, scolateli. In un tegamino a parte scaldate un po’
di olio, un rametto di rosmarino e uno spicchio d’aglio. Quando quest’ultimo
avrà preso colore, unite un cucchiaio di conserva di pomodoro e mezzo bicchiere
d’acqua. Passate i ceci e uniteli al soffritto, aggiungendo sale e pepe a
piacere. Fate bollire ancora la zuppa e fateci cuocere 200 gr di tagliolini o
di altra pasta fatta in casa. Servitela e gustatela accompagnandola con un
bicchiere di buon vino e buon appetito!
Ah!
Dimenticavo…nel racconto la ricetta viene completata con un pochino di
veleno…ma non ve lo consiglio: sarebbe un vero delitto!