
Oggi vorrei
proporvi un libro scritto da Jeffery Deaver, un autore di cui vi ho già parlato
un paio di anni fa attraverso il suo personaggio più famoso, il detective
tetraplegico Lincoln Rhyme. Deaver, infatti, non scrive solo delle indagini di
Rhyme, anzi! Ha scritto anche diversi romanzi, con i quali ha ottenuto molto
successo. Uno di questi è “Il giardino delle belve”, uscito in Italia nel 2008.
La trama è fin da subito molto avvincente…Siamo a New York, nel 1936, l’anno
delle Olimpiadi di Berlino. Mentre tutto il mondo assiste con angoscia
all’ascesa di Hitler, l’FBI arresta un killer di origine tedesca, Paul
Schumann. In cambio dell’immunità per i crimini commessi, i federali gli
chiedono di uccidere Reinhard Ernst, uomo di fiducia del Führer, in qualsiasi
modo e con qualsiasi mezzo, costi quel che costi. Schumann non si fa problemi
ad accettare, anche e soprattutto perché nella sua carriera (se così si può
definire!) ha sempre seguito una sua “regola”: eliminare solo persone
pericolose, perfide, persone che fanno del male ai più deboli e indifesi, insomma
la “feccia della feccia”. Per questo motivo non si è mai sentito in colpa e,
sempre per questo motivo, accetta la missione che gli viene affidata. Parte per
la Germania, per raggiungere la città di Berlino in subbuglio per le imminenti
Olimpiadi. Ha solo 48 ore di tempo per portare a termine il suo incarico. E non
dovrà fare i conti “solo” con l’imponente sistema di sicurezza nazista…Schumann
si troverà di fronte ad un segugio di prima categoria, il detective Willy Kohl,
poliziotto integerrimo e meticoloso, deciso a fermare il killer venuto dall’America
che sta lasciando una vera e propria scia di

sangue nella sua città! E così,
pagina dopo pagina, in un crescendo di suspense e colpi di scena, il lettore si
trova catapultato in una caccia serrata, dove spesso il bene e il male si
confondono, la giustizia perde i suoi contorni e la paura permea ogni strada,
ogni momento e ogni azione. Il romanzo è scorrevole e coinvolgente e mette in
evidenza l’accurata ricerca e preparazione di Deaver, che ci ha lavorato due
anni prima di consegnarlo al suo pubblico. È un thriller che trasuda di storia,
un racconto che porta ad immedesimarsi ora in uno, ora in un altro dei
protagonisti fino a non sapere più per chi parteggiare. Per Schumann che,
comunque, al di là della sua “missione” è pur sempre un assassino? O per Kohl
ignaro del fatto che, fermando il killer, asseconderà l’ascesa di Hitler? Beh!
Vi consiglio di leggerlo e poi, forse, potrete rispondere a queste mie domande!
Nel frattempo ho fatto anch’io una piccola “ricerca”. Negli Anni Trenta, in
molti dei locali alla moda, gli aristocratici e gli ufficiali tedeschi amavano
sorseggiare dei cocktail ai quali davano nomi decisamente originali, nel
tentativo di differenziarli dai drink made in USA. In occasione delle Olimpiadi
del 1936 ne crearono uno particolarmente “corroborante”, forse dedicato proprio
agli atleti che dovevano gareggiare, il knickebein, che significa “gamba rotta”
(ma non ho capito cosa c’entra…forse perché dopo averlo bevuto si camminava
storti?!? Mah!) Fatto sta che sopra ai vari strati composti dai diversi
liquori, troneggiava un tuorlo d’uovo fresco: un bel beverone per chi doveva
tirarsi su. Inizialmente tutti gli ingredienti venivano semplicemente
sovrapposti, poi nel tempo si è preferito shakerarli e il cocktail è

arrivato
fino ai giorni nostri con diverse varianti. Il successo è stato tale che è
stato creato anche l’omonimo cioccolatino, con un ripieno alcolico, che in
Germania è molto conosciuto e consumato. Ammetto di non aver voluto riprodurre
il cocktail (non amo il genere), del quale, però, ho trovato la ricetta
originale che vi propongo. Se volete potete cimentarvi. Io, intanto, sto
cercando di procurarmi i cioccolatini…se li trovo poi vi aggiorno! Nel
frattempo se provate questo “intruglio” fatemi poi sapere se vi è piaciuto!
Prosit!
KNICKEBEIN
Ingredienti: 1
bicchiere di maraschino - 1 tuorlo d’uovo fresco - 1 bicchiere di crema di
vaniglia - una
spruzzata di cognac o di angostura
I liquori devono
essere versati separatamente gli uni sopra gli altri. (la versione
contemporanea è shakerata e completata con del ghiaccio).
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