13/06/2021

LE MOLLICHE DEL COMMISSARIO VIVACQUA

Carlo De Filippis vive e lavora a Chieri, sulle colline torinesi. Ha esordito nel 2015 con "Le molliche del commissario", primo volume della serie che ha come protagonista Salvatore Vivacqua. “Nato a Palermo, laureato in Giurisprudenza, 90 chili per un metro e settantacinque, possente ma senza pancia, con più cicatrici che capelli e un carattere quadrato come la sua stazza”, Vivacqua ha lasciato la sua amata Sicilia per fare carriera al nord. Commissario di Polizia prima a Bergamo e poi a Torino, il nostro protagonista è sposato da più di vent’anni con Assunta, con la quale ha due figli, Fabrizio e Grazia, e…raccoglie molliche! Sì, avete capito bene, molliche! "C'è sempre una mollica, anche piccola, basta avere occhi buoni per trovarla": è questa, infatti, la frase che il commissario Vivacqua ripete come un mantra ogni volta che si trova alle prese con un nuovo caso. E Salvatore Vivacqua - Totò per gli amici - sa bene che dove c'è un delitto c'è sempre anche una traccia che il colpevole si è lasciato dietro. In questo romanzo di esordio il commissario si trova alle prese con due efferati omicidi e dovrà faticare non poco per risolverli. Da una parte il brutale omicidio di Don Riccardo, sacerdote molto benvoluto, dedito ai più deboli e bisognosi, e
dall’altra la morte di una ricca e nobile musicista, avvenuta apparentemente durante un gioco erotico. Nel bel mezzo delle indagini, poi, i suoi uomini più fidati, per seguire una pista, vengono coinvolti in un altro caso e tutta la squadra finirà sotto inchiesta. Non solo: la signora Rosa Marangio, una vecchia vedova siciliana conoscente di Assunta, arriva a Torino dicendo di aver affrontato il viaggio per cercare una cosa…senza dire, però, di cosa si tratta. Insomma una brutta settimana per il commissario e due indagini che non riesce a risolvere! E, come se tutto questo non bastasse, Vivacqua ha mal di denti e sua moglie gli rinfaccia continuamente di non aver accettato un lavoro nella sicurezza privata, decisamente meno pericoloso del suo e più remunerativo (…pur sapendo che il “suo” Totò non lascerà mai la Polizia!) Vivacqua dovrà scavare nel passato e rimestare nel torbido per risolvere i casi e assicurare i colpevoli alla giustizia, non senza rimanere con un po’ di amaro in bocca, perché la verità non sempre è bella e piacevole. Beh! Non scendo oltre nei particolari perché non voglio rischiare di rivelare troppo a chi vorrà ascoltare il mio consiglio e leggerà il libro. Inizialmente sembra l’ennesimo romanzo giallo, un po’ scontato, un po’ lento, con l’ennesimo poliziotto siciliano…ma vi assicuro che non è così! Man mano che si procede nella lettura, la narrativa di De Filippis riesce a coinvolgere il lettore pagina dopo pagina, in un’altalena di colpi di scena e buchi nell’acqua, fino ad arrivare all’epilogo e alla soluzione. Ho apprezzato sia lo stile dell’autore sia la simpatia sorniona del suo commissario e sono sicura che leggerò anche i due libri successivi a questo, sempre con Vivacqua protagonista: “Il paradosso di Napoleone” e “Uccidete il
Camaleonte”. Ovviamente, da buon siciliano, Salvatore Vivacqua ama il buon cibo e il buon vino e fa onore, quando riesce a concederselo, alla cucina di sua moglie. Fra i vari piatti citati e consumati fra una pista e l’altra, Totò descrive e apprezza particolarmente le polpette al sugo di Assunta, non fritte ma cotte direttamente in padella e affogate nel sugo. Si tratta di un piatto saporito, colorato e molto semplice da fare. E quindi ho deciso di riproporvele invitandovi a farle e ad assaggiarle.


POLPETTE AL SUGO ALLA SICILIANA

Ingredienti per 4 persone. Per le polpette: 200 gr carne di manzo macinata - 200 gr carne di maiale macinata - 1 Uovo – Latte - 2 fette di pane raffermo - 2 cucchiai di Parmigiano grattugiato - 2 cucchiai di Pecorino grattugiato - 1 mazzetto di prezzemolo – Sale  Per il sugo: 400 ml di Passata di pomodoro - 1 rametto di rosmarino - ½ Cipolla - Olio evo – Sale – pepe

Prendete le fette di pane raffermo e fatele ammollare in abbondante latte. Una volta che si saranno

ammorbidite ben bene, togliete la crosta, strizzate per bene per rimuovere il latte in eccesso e sbriciolate la mollica di pane, tenendola da parte. Prendete una ciotola e unite le due carni macinate. Aggiungete l’uovo, il prezzemolo tritato, e il formaggio grattugiato infine la mollica di pane sbriciolata e un pizzico di sale e cominciate ad impastare il tutto. Una volta che tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati, cominciate a fare delle polpette delle dimensioni simili a quelle di un’albicocca (o più grandi se preferite). In una casseruola, mettete un filo d’olio, la cipolla tritata e il rosmarino fresco. Fate soffriggere la cipolla e non appena sarà dorata aggiungete la passata di pomodoro. Aggiustate di sale e pepe e coprite con un coperchio. Quando il sugo comincerà a sobbollire, aggiungete le polpette una dopo l’altra. Lasciate cuocere il tutto a fuoco lento per circa 40 minuti con il coperchio, controllando di tanto in tanto la cottura. Qualcuno preferisce fare prima rosolare un po’ le polpette e dopo unire il sugo…direi che si tratta di dettagli…il risultato sarà sicuramente eccezionale! Servite le polpette ben calde, con del pane fragrante ed un buon bicchiere di vino. Buon appetito e alla prossima!