Dire qualcosa di Andrea Camilleri e del suo commissario Montalbano che
non sia già stato detto non è facile se non addirittura impossibile…ma né l’uno
né l’altro potrebbero mancare nel mio blog, anzi! Da tempo voglio parlare di
loro ed eccomi finalmente ad affrontare questi due “giganti” siciliani doc.
Anzitutto lo scrittore, anche se è un po’ riduttivo definirlo solo così. Andrea
Calogero Camilleri (Porto Empedocle 1925), infatti, oltre che scrittore è anche
sceneggiatore, regista drammaturgo e docente di regia all'Accademia nazionale
d'arte drammatica. La sua vita è stata caratterizzata dal successo in tutto ciò
che ha fatto, diretto, scritto e la sua fama l’ha fatto conoscere in tutto il
mondo, in particolare grazie ai libri che hanno come protagonista il
commissario Montalbano,
appunto. Vi ho già detto che il suo nome è stato un
omaggio di Camilleri all’amico Vazquez-Montalban e anche i personaggi dei due
scrittori, Montalbano e Carvalho, hanno qualcosa in comune. Come Pepe, infatti,
Salvo Montalbano (classe 1950) ama la buona cucina e le buone letture, ha modi
piuttosto sbrigativi e non convenzionali nel risolvere i casi e, accanto al
profondo senso del dovere e della giustizia, non mancano una serie di abitudini
e vizi che lo contraddistinguono. Il nostro commissario lavora a Vigata, in
provincia di Montelusa, e vive a Marinella, in una villetta sul mare (tutti nomi
inventati ma che rimandano a Porto Empedocle ed Agrigento nei libri e alla
provincia di Ragusa nei film). È circondato da altri personaggi, non sempre
secondari, che sono come la sua famiglia. Il suo vice Mimì Augello, ex
sciupafemmine ora accasato; Fazio, ispettore, ottimo collaboratore e
incredibile segugio; Catarella, poliziotto imbranato e casinista che però si
rivela un mago al computer; il dottor Pasquano, anatomopatologo che non
sopporta le insistenze di Montalbano per avere subito i rilievi autoptici (ma
cede davanti a cannoli e cassate!); Adelina, cameriera e cuoca che si occupa della
casa del commissario e che spesso gli lascia in frigorifero o in forno la cena,
ed infine Livia, l’eterna fidanzata che vive e lavora a Genova e che spesso
raggiunge Salvo in Sicilia, o si fa raggiungere in Liguria, senza però riuscire
a distoglierlo dal lavoro. Tutti questi personaggi si muovono insieme a Montalbano
e ciascuno contribuisce a rendere i libri di Camilleri così originali e quasi
“familiari”. Ogni libro, infatti, affronta un’indagine diversa ma, pagina dopo
pagina, il lettore si ritrova insieme a questo gruppo e si sente come accolto
da loro, accompagnato nella loro Sicilia, fatta di tradizioni, di legami, di
persone e di luoghi, di parole e di sentimenti, di ricerca della giustizia e di
silente omertà…E chi apprezza o ha apprezzato i libri di Montalbano, ritrova
tutto questo nei film televisivi che continuano ad ottenere un grande successo.
Sia nei libri, sia nei film, come già vi dicevo, Salvo Montalbano è un grande
amante della buona tavola. A pranzo si lascia viziare dai manicaretti del
ristorante “San Calogero” prima e “Da Enzo” poi, dove gusta il piatto del
giorno a base di pesce fresco, in religioso silenzio. Per lui, infatti,
mangiare è importante e non si deve mischiare il cibo con il lavoro. A cena,
invece, il più delle volte benedice la brava Adelina che gli lascia una delle
sue specialità pronte da scaldare. Quando, raramente, questo non accade
Montalbano non dispera e si arrangia mangiando del caciocavallo con delle olive
nere. Il nostro commissario, quindi, si può annoverare fra i detective gourmet
più conosciuti e apprezzati. Non sa cucinare ma adora mangiare e mangiare bene.
Per la ricetta di stasera avevo solo l’imbarazzo della scelta…e alla fine ho
deciso di proporvi la classicissima “pasta alla Norma”, così chiamata in onore
del grande compositore Bellini, che Montalbano apprezza nel libro “Il ladro di
merendine”. La ricetta che segue è presa direttamente dalle ricette di
Camilleri e vorrei dedicarla alla mia amica e collega Rita, siciliana doc e
grande estimatrice di Montalbano.
Pasta alla Norma (pasta 'a Norma)
Ingredienti (non è specificato per quante persone…dipende dalla vostra
fame!) 500 gr. di maccheroncini, 1 kg.
di pomodori maturi, 1 cipolla, 4 melenzane, 100 gr. di ricotta salata, basilico
abbondante, olio e sale.
Friggete le melenzane tagliate a tocchetti, dopo averle lasciate in
acqua salata per circa un'ora. Spellate i pomodori, tagliateli a pezzetti e
soffriggeteli in un tegame, con la cipolla affettata. Salate e lasciate cuocere
fin quando la salsa non si sarà addensata. Lessate i maccheroncini, scolateli
al dente e conditeli con la salsa di pomodoro, le melenzane fritte e la ricotta
salata grattugiata. Mescolate il tutto e guarnite con foglie di basilico. Buon
appetito e mi raccomando: gustatela in religioso silenzio come fa il
commissario Montalbano, accompagnata solo da un buon bicchiere di vino
siciliano!
Che dire....eccezionale veramente!!!hai fatto centro cara Roberta....
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