Hanna Lindbergh è nata nel 1981 e vive a Stoccolma. È una giornalista
di costume che lavora soprattutto sul web e ha esordito come scrittrice nel
2017 con il romanzo “Stockholm Confidential”, subito arrivato in cima alle
classifiche svedesi e pubblicato in oltre 10 paesi. Con il suo secondo libro “Il gusto di
uccidere”, la Lindberg si riconferma come la più giovane autrice svedese di
gialli capace di riscuotere grande successo anche al di fuori dei confini del
proprio Paese. La protagonista dei suoi
libri è Solveig Berg, una brava e giovane giornalista, coraggiosa e
spregiudicata, pronta a superare qualsiasi limite per conoscere i fatti e la
verità. La sua determinazione l’ha portata a lavorare accanto a una celebrità: Vanja Stridh,
critica gastronomica e nome affermato delle scene giornalistiche di Stoccolma e
di tutta la Svezia. Mentre nella sua prima indagine Solveig è
alle prese con il mondo apparentemente dorato ma in realtà profondamente marcio
della moda, nel secondo libro (quello che mi ha subito attratto, ovviamente!)
si ritrova in quello dell’alta cucina. Il “Cuoco d’Oro”, che premia lo chef più
talentuoso di Stoccolma, è l’evento più importante dell’anno, quello che
riunisce cuochi stellati, critici ed esperti culinari, giornalisti, blogger e gourmet
nell’enorme sala dello Stockholm Grotesque, il consacrato tempio della
ristorazione svedese. Solveig è riuscita ad entrare, grazie soprattutto al suo
capo, Vanja Stridh appunto, ed attende con trepidazione l’annuncio del
vincitore. I due chef stellati che si contendono il premio sono Florian
Leblanc
e Jon Ragnarsson, un tempio soci ed ora rivali ed acerrimi nemici. Vincere
questo premio sarebbe davvero molto importante per entrambi. Ma ad un tratto le
luci nella sala si spengono e si sente un colpo di pistola.
Mentre il panico mette in fuga la folla, la luce ritorna e mostra qualcosa di terribile: il corpo senza vita sul palco è quello di Vanja. Da quel momento l’unico
obiettivo di Solveig è quello di scoprire la verità, a tutti i costi e con tutti i mezzi. Il
proiettile era davvero destinato a Vanja o a qualcun altro? Ed in tal caso a chi?
La giornalista si troverà sola contro tutti, compresa la Polizia e il suo compagno,
e arriverà a rischiare la vita più di una volta per scoprire il colpevole dell’omicidio
e, allo stesso tempo, realizzare l’inchiesta più importante della sua carriera.
Nella sua indagine incontrerà persone che hanno potere e possono disporre della
vita altrui, persone che non sono ciò che sembrano, persone che cercano una
seconda possibilità e altre che hanno perso la loro umanità. Solveig porterà a
galla un passato molto pesante e svelerà segreti che affondano le proprie
radici nelle pagine più cupe della storia. Parallelamente a lei si muove Lennie
Lee, ex fotografo di moda caduto in disgrazia, una vita ed una carriera travolte
dagli scandali e dalla galera, che finisce a lavorare nella cucina della
famosissima Linda Berner, cercando di riprendere in mano la propria vita e di “fare
le cose giuste”. È su questi due personaggi soprattutto, Solveig e Lennie, che si
concentra la capacità di Hanna Lindberg di dare valore e luce agli aspetti più
intimi e contraddittori delle menti e delle azioni. “Il gusto di
uccidere” è un thriller spietato e insieme insolitamente umano e, nella sua
struttura, rivela la formazione giornalistica di Hanna Lindberg, capace di
indagare nei fatti, senza trascurare nessun elemento, consapevole che la
verità, come il buon cibo, deve essere sempre autentica e rispettata. Una curiosità: l’autrice,
per poter rendere in maniera credibile ed efficace cosa succede dietro le
quinte, si è fatta assumere e ha lavorato in un vero ristorante. E racconta in modo eccezionale un’immagine
inedita della società svedese che ha anche un lato oscuro, ben lontano dagli
stereotipi della Svezia a cui ci si riferisce abitualmente, con foreste immense
e laghi cristallini. Per rendere omaggio a questa brava scrittrice ed alla sua
protagonista, ho scelto di proporvi qualcosa di semplice e schietto, come il
pane. In Svezia, infatti, ogni momento è buono per fare una pausa e le mete
preferite degli svedesi sono proprio le panetterie, dove è possibile bere una bevanda
calda e gustare un dolce o uno dei tanti, tantissimi tipi di pane. Panini al sesamo,
ai semi di papavero, alle spezie, ai cereali, bianchi, neri, profumati, morbidi…ce n’è per
tutti i gusti e sono tutti buonissimi, sia da soli che farciti. Io ho preparato
quelli ai semi di zucca, li ho farciti con il sempre gustosissimo salmone e ve
li consiglio spassionatamente, così come vi consiglio i libri della Lindberg…soprattutto
“Il gusto di uccidere”!
PANINI AI SEMI DI ZUCCA
Ingredienti: 200 gr di farina 00 - 200 gr di farina 0 - 180 ml di acqua
- 12 gr di lievito di birra - 1 cucchiaino di zucchero - 4 cucchiai di olio
extravergine d'oliva - 2 cucchiaini di sale - 2 cucchiai di semi di zucca – latte
- semi di zucca
Mettete le farine disposte a fontana e versate man mano al centro
l'acqua, leggermente tiepida, nella quale avete precedentemente sciolto il
lievito. Iniziate a lavorare l'impasto e, quando la farina avrà assorbito tutta
l'acqua, aggiungete il sale, lo zucchero, l'olio e i semi di zucca. Lavorate
l'impasto fino ad ottenere un panetto liscio e omogeneo che metterete a
lievitare per 2 ore. Riprendete l'impasto e formate con esso 8 panini che
andrete a disporre su una placca da forno rivestita di carta forno. Spennellate
con un po' di latte, spolverizzare con i semi di zucca e lasciate riposare
ancora per 30 minuti. Preriscaldate il forno a 220 gradi e quando sarà caldo
infornate i panini e fate cuocere per 15 minuti. Sfornate, lasciate intiepidire
e servite. Io ho preparato una crema di burro con dell'erba cipollina fresca tritata a mano, l’ho spalmata sui panini e li ho completati con del salmone, un pizzico
di pepe e qualche goccia di limone…una delizia! Buon appetito e alla prossima!
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