Oggi vorrei parlarvi di una serie televisiva che mi sta davvero
appassionando: Profiling (Profilage in francese). Forse perché adoro i profiler
(vedi i miei post precedenti su Criminal Minds…), forse perché mostra un
approccio diverso alle indagini rispetto a quello “classico” americano o
semplicemente perché è una serie fatta proprio bene e curata nei minimi
dettagli, capace di coinvolgermi, di tenermi incollata allo schermo fino
all’ultima scena e di farmi aspettare con curiosità l’appuntamento
settimanale…fatto sta che sto seguendo l’ottava stagione (attualmente in onda
sul canale “Giallo”) e non me ne perdo un episodio! (Vi consiglio vivamente di
guardarla e di andarvi a cercare le altre serie, magari per farvi una
“maratona” e mettervi in pari!). La protagonista è Chloé Saint-Laurent, interpretata
magistralmente da Odile
Vuillemin, criminologa decisamente sopra le righe e con
un passato pesante che, suo malgrado, segna ancora la sua vita ed il suo
lavoro. Chloé viene assegnata come consulente alla squadra di polizia
investigativa guidata prima dal commissario Matthieu Perac, nelle prime due
stagioni, e poi dal commissario Thomas Rocher in quelle successive, e composta
dai tenenti Fred Kancel e Hippolyte de Courtène. Il suo arrivo, fortemente
voluto dall’esperto, paterno e lungimirante comandante Grégoire Lamarck, non è ben
visto dal resto del gruppo che, inizialmente, le è quasi completamente ostile.
Bizzarra, sempre apparentemente con la testa altrove, testarda, insofferente
alle regole ed agli stereotipi, Chloé piomba letteralmente sulle scene dei
delitti con abiti e accessori dai colori sgargianti, che lei ama e che la
contraddistinguono, osservando in modo quasi maniacale ogni singolo dettaglio.
La sua capacità di immedesimarsi prima nella vittima e poi nel suo carnefice,
estraniandosi da tutto e da tutti, lasciano spesso spiazzati i colleghi che,
tuttavia, a poco a poco imparano ad apprezzarla e a riconoscere le sue incredibili
doti, la sua grande preparazione e professionalità e la sua capacità di
arrivare alla verità, anche e soprattutto quando questa è scomoda, quasi
incredibile e colpisce dritta allo stomaco. Il silenzioso Rocher (interpretato dall’affascinante Philippe Bas), molto più attento alle intuizioni ed alle deduzioni di Chloé rispetto al suo predecessore, nonostante il suo carattere molto chiuso riesce ad instaurare un ottimo rapporto di fiducia prima e di amicizia poi con questa esuberante ragazza dai capelli rossi che lo affianca per affrontare assassini, rapitori, aggressori e serial killer. Con l’inseparabile grande borsa gialla al braccio e i suoi borbottii, Chloé diventa ben presto parte integrante della squadra (praticamente la sua famiglia) e riuscirà anche ad affrontare i suoi demoni interiori e a riconciliarsi con sé stessa e con la sua storia, vivendo diversi e inaspettati colpi di scena. Come accennato, oltre a Rocher e a Lamarck, il gruppo è formato da Fred, ex alcolista che si mostra come una poliziotta “dura”, mascolina e pronta all’azione per nascondere la sua fragilità e sensibilità, e da Hippolyte, mago dell’informatica con un cognome e una famiglia “ricca e scomoda” alle spalle, più avvezzo a maneggiare una tastiera piuttosto che una pistola. I due vivono una storia di amore-odio che prosegue con alti e bassi nelle varie stagioni (…e sulla quale non aggiungo altro per non spoilerare ed attirare l’ira di chi ancora deve mettersi “in pari” con le diverse serie!). Ci sono anche altri personaggi che intrecciano le loro storie con quelle della squadra e spesso non sono così “marginali” come sembra ma lascio a voi scoprirli… cito solo la piccola Lily, orfana adottata da
Chloé, e Adele Delettre, ragazza difficile e criminologa come Chloé, alla quale è molto legata. E per quanto riguarda il gusto? Beh! Signori miei siamo a Parigi! Il commissariato in cui si muovono i nostri protagonisti sorge sulle rive della Senna, proprio dietro a Notre Dame, e spesso Chloé si siede sulla banchina per riflettere o per fare una piccola pausa durante le indagini. Ma la criminologa non ama cucinare, anzi, non ne è proprio capace (!). E anche gli altri non stanno molto a “perdere tempo” con il cibo, a parte Hippolyte che, davanti al pc, ingurgita baguette ripiene di qualsiasi cosa e cibo-spazzatura di ogni tipo ed è tutt’altro che un gourmet! Per fortuna Chloé è golosissima e ogni mattina si presenta al lavoro con dei dolcetti che condivide e gusta insieme ad una tazza di tè. Fra tutti quelli che mangia, i più ricorrenti sono le ciambelle al forno…e quindi che ciambelle siano!
RICETTA CIAMBELLE AL FORNO
INGREDIENTI (per circa 25/30 ciambelle): 230 ml di latte - 60 g di
zucchero semolato - 1 uovo - 450 g di farina 00 + quella per la lavorazione – 12/15
g di lievito di birra fresco - 100 g di burro morbido a pomata
1 bustina di vanillina oppure i semi di 1/2 bacca di vaniglia - un
pizzico di sale
PER LA GUARNIZIONE: zucchero semolato - burro sciolto
L'impasto è il vero segreto di queste ciambelle al forno: sembra molto
semplice ma richiede molta attenzione. In una ciotola versate il latte,
sbriciolate il lievito di birra, unite lo zucchero semolato e mescolate con una
frusta. Aggiungere l’uovo, il pizzico di sale, la vanillina (o i semi di mezza
bacca di vaniglia) e continuate a mescolare per amalgamare bene. Incorporate,
un po’ per volta, la farina setacciata e trasferite l’impasto sul piano di
lavoro. Continuate a impastare fino a ottenere un panetto compatto. Allargate
il panetto con le mani e distribuite sulla superficie dei pezzettini di burro
morbido: impastate fino al completo assorbimento, cercando di non “scaldare”
troppo l’impasto. Infarinate il piano di lavoro e ripetere
l’operazione tante
volte fino a quando avrete incorporato tutto il burro. Lavorate l’impasto
energicamente: il risultato sarà un panetto lucido, liscio, elastico e
leggermente appiccicoso. Sistemate il panetto in una ciotola, coprite con un
canovaccio o della pellicola trasparente e fate lievitare in un luogo tiepido
per circa 1 o 2 ore. Una volta pronto, adagiate il panetto sul piano di lavoro
infarinato e con un mattarello stendetelo per ottenere una sfoglia spessa circa
1 cm. Ritagliate le ciambelle utilizzando un coppapasta del diametro di 8 cm e,
per il buco centrale, una bocchetta per pasticceria di 3 cm. Impastate
nuovamente i ritagli avanzati, fate lievitare qualche minuto il panetto
ottenuto, stendetelo con il matterello e ricavate altre ciambelle. Rivestite
con carta forno una teglia e sistemate le ciambelle leggermente distanziate l’una
dall’altra. Fate lievitare coperte con un canovaccio sino al raddoppio in un
ambiente tiepido: ci vorranno circa 2 ore. Cuocete le ciambelle in forno già
caldo a 180°C statico per circa 15/20 minuti. Per guarnire le ciambelle, fate
sciogliere a bagnomaria un pezzetto di burro. Spennellate con il burro fuso le
ciambelle appena sfornate e passatele nello zucchero semolato. Le ciambelle al
forno sono pronte! Chloé le abbina sempre ad un tazzone di tè caldo ma voi
potete abbinarle anche ad un’altra bevanda…sempre che non finiscano prima che
vi siate decisi! Alla prossima!
TROVO STRAORDINA4RIA ODIKLE VUILLEMIN, STRANA, VAGA, PRECARIA, COLORATA E MOLTO PREPARATA A LIVELLO PSIOCOLOGICO, ANCHE PER LE SUE VICISSITUDINI. ODILE SI E' IMPOSTA PER LA SUA SVAPORATA E DISSOCIATA PERSONALITA' IN CUI TUTTO E NULLA, BELLEZZA E FASCINO, SENTIMENTO E PROFONDITA' DI INTENZIONI E DI PASSIONALITA SI MESCOLANO, SI CONTRADDICONO E SI RICOMPONGONO NEI SUOI OCCHI VERDI E NELLA SUA BELLEZZA QUASI METAFISICA. COMPLIMENTI VIVISSIMI.
RispondiEliminaFORSE IN MODO PIU' METAUMANO, JULIETTE ROUDEL E' PIU' GIUSTA DI LEI, MA GLI SCENEGGIATORI HANNO ASSOCIATO AL SUO PERSONAGGIO UNA PENNELLATA DA DIABOLIK CHE SI ATTAGLIA PERFETTAMENTE ALLA SUA MODERNITA' FISICA, MA NON POSSIEDE IL FASCINO QUASI VENUSIANO DI ODILE. CARATTERI DIVERSI, DRAMMATICITA' PIU' DI CONTENUTI IN ODILE, CHE SI PERMETTE DI ENTRARE NEL PERSONAGGIO DELLA PROFILING SCHIZOIDE CON UN COLPO DI CODA INTERIORE OSEREI DIRE MAGISTRALE. MENTRE JULIETTE SI COMPORTA DA ATTRICE IN UNA STRANA SINTESI DI POSTMODERNO E QUASI POSTESPRESSIONISTA, ODILE SEMBRA VENUTA DA UN CONTATTO EXTRATERRESTRE, MA PERMEATA DI FRANCESE COLORITURA E DI PASSIONALITA' TRATTENUTA NEI MEANDRI DEI SUOI PENSIERI E DELLA SUA PERSONALITA' ALLA ASPERGER.
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