Continua la mia “carrellata” delle serie televisive francesi,
attraverso le quali conosceremo, oltre ai diversi personaggi e interpreti del
piccolo schermo, alcuni dei tanti e prelibati piatti della grande, raffinata e “burrosa”
cucina francese. Oggi vi presento “Sulle tracce del crimine”, serie nata nel
2006 e arrivata poi in Italia nel 2011. La “Section de recherches” è un'unità
speciale della gendarmeria nazionale, responsabile dei casi più complessi di
Bordeaux e della Costa d'Argento. (N.B. So che poi, a partire dall'ottava
stagione, le azioni si sposteranno anche a Nizza e Provenza-Alpi-Costa Azzurra,
ma io sono ferma alle stagioni precedenti!). Purtroppo questa serie, che pur ha
riscosso un notevole successo, è sempre stata trasmessa in orari decisamente
impossibili per chi conduce una vita “normale” (o almeno per chi come me ci
prova!).
Dopo un breve periodo in cui si
riusciva a vederla in prima serata su Rai3, infatti, è stata spostata su altri
canali, inizialmente a tarda notte e poi la mattina presto (?!?). La motivazione
non mi è chiara ma ho dovuto comunque farmene una ragione e adesso mi capita a
volte di vedere uno o due episodi durante le ferie o nelle afose serate in cui
di dormire proprio non si parla! La serie è accattivante: rapimenti,
sparizioni, ricatti, delitti d'odio e a sfondo sessuale, omicidi…tante sono le
tipologie di crimini di cui si occupano gli investigatori di questa squadra,
formata da elementi tanto eccezionali quanto “normali”.

Il capo della sezione è
il giovane, integerrimo ed affascinante Capitano Enzo Ghemara, di origini
magrebine, affiancato dall’esperto ed enigmatico Maggiore Martin Bernier,
fulcro e spesso “collante” del gruppo. Bernier ha servito il suo Paese
nell’esercito e questo lo ha profondamente segnato e formato, lasciandogli una
singolare capacità di calarsi nei panni del criminale di turno e di cogliere le
sfumature delle menti più deviate e malate. Non dà mai nulla per scontato e non
trascura nessun particolare, né sulla scena del crimine né fra le pagine dei
dossier delle vittime e delle persone coinvolte nei vari casi. La sua
esperienza ed il suo apparente cinismo, però, non riescono a cancellare
completamente la sua umanità e la sua empatia rispetto ai crimini che è
chiamato a risolvere e spesso alcune verità lo turbano e lo lasciano sfinito
fisicamente e psicologicamente. Con lui troviamo la giovane ed esuberante Mathilde
Delmas, sempre pronta all’azione, e Warrant Linsky, madre di una bimba e vedova
di un poliziotto, che invece è molto più riflessiva e dotata di grande intuito.
A supportare la squadra dalla postazione informatica, anche se preferirebbe
stare “sul campo”, è il giovane agente Luc Irrandonea. Un po’ impacciato e
timido diventa un fulmine alle prese con la tastiera e fornisce un valido aiuto
alla squadra. Dulcis in fundo la “veterana” Nadia Angeli, esperta della
scientifica, sempre la prima ad arrivare sulla scena del crimine ed a cogliere
i più piccoli dettagli. Al suo occhio non sfugge nulla e spesso sono proprio le
sue “indagini al microscopio” a permettere la soluzione dei casi più difficili.
Nadia è anche un po’ materna nei confronti dei colleghi, in particolare dei più
giovani, e ha sempre una parola per tutti. Sullo sfondo delle azioni la bella
città di Bordeaux ed i suoi pittoreschi dintorni, i vigneti, la Côte d'Argent e
le gustose specialità locali…anche se tutto ciò non interessa affatto ai nostri
impegnatissimi eroi! A parte qualche piccola pausa e qualche tentativo di
consumare una cena degna di tale nome, infatti, nessuno di loro mostra un
particolare interesse per il cibo…eppure ne avrebbero di prelibatezze da
gustare!!! Fra le tante ho voluto scegliere un “dessert” caratteristico della
zona: le “poires au Saint-Émilion”. Nonostante il fascino di queste parole
francesi, si tratta di semplicissime pere cotte nel vino rosso (certo, non un
vino a caso, si intende!!) che prendono il nome dal borgo medievale famoso per
i suoi fantastici vigneti, resi unici dalla posizione a metà fra le colline e
l’oceano. Si dice che qui il vino abbia un aroma particolare che permane solo
se gustato in loco…Certo mi piacerebbe molto fare un giretto in quella
bellissima regione per verificare questa “diceria”…nel frattempo posso solo consigliarvi
di guardare la serie di cui vi ho parlato e di gustare ogni singolo boccone di
queste fantastiche pere ubriache! À la prochaine!
RICETTA “POIRES AU ST EMILION”
Ingredienti: 4 Pere coscia (o kaiser ma piccole) - 300 ml Vino rosso
(meglio se uno dei tanti “chateaux”…della zona di Bordeaux on va sans dire!) -
200 ml Acqua - 200 g Zucchero di canna -1 stecca di cannella (o 2 cucchiaini di
quella in polvere) - 2 Chiodi di garofano - Succo di un’arancia

Mettete l’acqua e il vino in una pentola insieme allo zucchero e fatelo
sciogliere a fuoco basso. Aggiungete la stecca di cannella, il succo d’arancia
e i chiodi di garofano e fate raggiungere il bollore. Sbucciate le pere intere
lasciando il picciolo e quando acqua e vino bolliranno immergetele e fatele
cuocere per 20 minuti circa fino a che saranno cotte (se preferite, una volta lavate
accuratamente, si può anche lasciare la buccia).La cottura potrebbe durare qualche minuto in più se le pere fossero
grandi. Quando saranno totalmente cotte toglietele dalla pentola e mettetele in
un piatto. Rimettete la pentola con acqua e vino su fuoco e fate cuocere,
mescolando, ancora per 10 minuti circa in modo che la salsa si restringa e
caramelli un pochino. Spegnete il fuoco, lasciate raffreddare qualche minuto e
servite le pere al vino con la loro salsa. Sono ottime gustate in inverno ma
anche quando fa meno freddo è sufficiente lasciarle intiepidire e vi
sorprenderanno! Alla prossima!
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