02/10/2020

CASSANDRE: INDAGINI NEL CUORE DELL’ALTA SAVOIA

L’ultima tappa del nostro tour è dedicata ad un’altra donna e ci porta nella pittoresca città di Annecy, nell’Alta Savoia. Circondata da scenari mozzafiato, in una posizione unica che un tempo la rendeva strategica, a poca distanza dall’Italia e dalla Svizzera, Annecy è ancora oggi méta di molti turisti, sia in inverno che in estate. Il lago da una parte e le montagne dall’altra fanno da sfondo alle vicende della serie televisiva “Cassandre”. La serie è una delle più recenti nel panorama delle serie tv francesi: ha iniziato, infatti, ad essere trasmessa nel 2015, sta andando tutt’ora in onda, ed è giunta alla quarta stagione. Da noi, invece, è arrivata nel 2018 ed al momento è ferma alla terza stagione. Il commissario Florence Cassandre, interpretata dalla sofisticata Gwendoline Hamon, è un’ottima poliziotta ed è vicinissima ad una promozione ambita da molti: prendere il comando della polizia giudiziaria di Parigi al prestigioso 36 Quai des Orfèvres. Purtroppo, quando la nomina è già praticamente pronta per lei, decide di rinunciare e chiede il trasferimento ad Annecy…perché? Per il suo più grande amore: Jules, il figlio adolescente. Ribelle e dal carattere difficile, dopo la separazione dei genitori, Jules si è cacciato in un guaio dopo l’altro, fino ad infrangere la legge. Il giudice del tribunale dei minori, per aiutarlo e per evitargli il riformatorio, lo costringe a vivere per qualche anno in una sorta di “collegio-comunità” ad Annecy, appunto, dove la disciplina, lo studio e il lavoro scandiscono il ritmo della vita di tanti giovani come lui. E così Florence, che è un bravo commissario e al contempo una madre un po’ “ansiosa”, decide di mettere da parte tutto e tutti e si ritrova in mezzo alle montagne. All’inizio la vita in montagna non le va molto a genio, in più la squadra che è chiamata a dirigere la accoglie con la diffidenza tipica della provincia nei confronti di chi viene dalla città e anche con un po’ di rancore, dovuto al fatto che erano già pronti a vedere un altro
a ricoprire quel ruolo. Già, perché al posto di Cassandre doveva esserci quello che ora è il suo vice, l’affascinante capitano Pascal Roche, poliziotto un po’ “fuori dagli schemi”, abituato a condurre le indagini a modo suo e incurante delle regole. Ex “infant terrible”, bello e “dannato”, Pascal è entrato in Polizia per riscattarsi da un’adolescenza e una giovinezza turbolenta ed è diventato il punto di riferimento del gruppo di poliziotti con i quali lavora quotidianamente. Figlio della procuratrice “di ferro”, Evelyne Roche (madre onnipresente e un po’ “ingombrante”) Pascal in realtà è quello che soffre meno per la mancata promozione e che accoglie il nuovo commissario con un certo entusiasmo, cercando di “mediare” con il resto della squadra e, soprattutto, con la madre. Cassandre, comunque, non è certo tipo da scoraggiarsi e si fa conoscere e rispettare lavorando per prima sul campo insieme ai colleghi. A poco a poco riesce a conquistare la loro fiducia e a creare una buona sinergia, grazie alla quale i casi affrontati nei vari episodi vengono risolti brillantemente. Ad aiutarla in particolare troviamo il simpatico tenente Jean-Paul Marchand, l’intraprendete e giovane tenente Nicky Maleva (gelosa di Pascal con il quale ha una storia) e il maggiore Sidonie Montferrat, donna semplice ed efficiente, da sempre segretamente innamorata di Marchand. Ci sono poi altri personaggi secondari, fra i quali Philippe, ex marito di Florence e padre di Jules, ufficiale della Polizia doganale, Audrey Roche, avvocatessa in carriera e sorella di Pascal, e Stephane, poliziotto parigino ex collega (ed ex amante) di Cassandre. La serie mi piace molto, in particolare per il metodo di indagine di Cassandre: inizia cercando di “conoscere” la vittima e tutte le persone che in qualche modo hanno fatto parte della sua vita, prende in esame tutte le piste senza scartare niente e nessuno e si concentra sull’umanità di tutti i protagonisti di ciascuna vicenda, immedesimandosi ed entrando nelle loro esistenze. E facendo lavoro di squadra riesce sempre a risolvere i casi che le vengono affidati, spesso arrivando a discutere con superiori e sottoposti pur di arrivare alla verità. Ispirandomi alla bellissima ambientazione di questa serie, ho scelto di abbinare una ricetta tradizionale dell’Alta Savoia, dai sapori forti e decisi, semplice e
di grande effetto. I pochi ingredienti che la compongono, pur mantenendo la loro identità, riescono a fondersi egregiamente, dando vita ad un piatto unico, una vera festa per il palato. Un po’ come Cassandre e la sua squadra: ciascuno di loro ha un proprio carattere e sa lavorare da solo ma è insieme agli altri che riesce a dare il meglio. Il piatto di cui sto parlando è la “tartiflette”! La conoscete? No? Beh! Io vi consiglio di provarla…soprattutto in questi giorni di inizio autunno particolarmente umidi, nei quali è molto facile riuscire a gustarla e a lasciarsi avvolgere dall’intensità dei suoi sapori. Ecco a voi la ricetta.

TARTIFLETTE

Ingredienti per 4-6 persone: 1 Reblochon Dop (formaggio francese a pasta pressata da latte crudo di

vacca, tipico della Savoia) - 1 kg di patate di buona qualità - 200 g di pancetta affumicata a cubetti - 200 g di cipolle - 1 dl di vino bianco – pepe - noce moscata (facoltativa)

Sbucciate le patate e tagliatele a pezzetti o a fettine. Tagliate a rondelle le cipolle. Fate saltare la pancetta a cubetti in una padella assieme alle cipolle (senza aggiungere olio o burro) fino a quando inizieranno a essere dorate. Unitevi le patate e fate cuocere a fuoco medio per 20 minuti. Bagnate con il vino bianco, fate evaporare e lasciate cuocere per altri 5 minuti. Pepate e aggiungete della noce moscata se lo desiderate.

Tagliate il Reblochon in due parti nel senso dello spessore, conservate una delle due “facce” e tagliate l’altra in piccoli pezzettini che unirete al composto di patate e pancetta. Trasferite il composto in una pirofila da forno e posatevi sopra l’altra metà di Reblochon tagliata in due o quattro parti (la crosta va rivolta verso l’alto). Fate gratinare in forno preriscaldato a 200° per circa 15-20 minuti, quindi servite ben caldo accompagnando con un buon vino: una vera coccola! Buon appetito e alla prossima settimana.

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