
Charlotte Link, nata a Francoforte sul Meno nel 1963) è una
scrittrice tedesca, ad oggi considerata una delle più talentuose scrittrici
tedesche contemporanee e spesso definita “la regina del suspense psicologico”.
Charlotte è figlia della famosa scrittrice e giornalista tedesca Almuth Link e
fin da ragazzina ha manifestato una grande passione per la lettura e la
scrittura. La sua prima opera “Die schöne Helena” (trad. La bella Elena),
scritta all’età di 16 anni, viene pubblicata quando lei ha 19 anni e si fa
subito notare dalla critica locale. Negli anni ha vinto numerosi premi
letterari e deve la sua fama soprattutto alla sua versatilità: conosciuta,
infatti, inizialmente per i suoi romanzi a sfondo storico, ha avuto molto
successo anche con i suoi romanzi gialli, tanto che ogni suo nuovo libro occupa
per mesi i primi posti delle classifiche tedesche. Fra i suoi tanti romanzi, mi
è capitato fra le mani “Nobody”, uscito nel 2009. Non ho letto altro di questa
autrice, almeno per ora, e sinceramente non so se lo farò...ci devo riflettere!
Per

carità, il libro è scritto bene, la lettura è abbastanza scorrevole e la
storia è avvincente…certo, è uno stile un po’ prolisso per i miei gusti e, a
mio avviso, l’intero romanzo avrebbe potuto occupare circa la metà delle 522
pagine di cui è composto. Ma andiamo per ordine…iniziamo dalla trama, che
prendo “paro paro” dalla quarta di copertina dell’edizione TEA che ho letto:
“A
Scarborough, una località di mare dello Yorkshire, viene trovato il corpo di
una studentessa brutalmente assassinata. Per mesi la polizia brancola nel buio
alla ricerca non solo di un autore, ma anche di un movente. Fino a quando un
nuovo omicidio scuote gli abitanti della cittadina. Questa volta la vittima è
una donna anziana. Le modalità dell'assassinio, tuttavia, sono le stesse e la
poliziotta incaricata delle indagini si convince che il nesso fra gli omicidi
sia da ricercare nel passato delle due famiglie. E, con l'aiuto di un diario
trovato per caso, si imbatte in una vicenda accaduta più di mezzo secolo prima,
quando in paese era arrivato insieme agli sfollati da Londra durante i
bombardamenti, un bambino di cinque anni apparentemente orfano, ritardato e che
si era subito attaccato a una ragazzina di poco maggiore. Brian era il suo
nome: questo era tutto ciò che si sapeva di lui. Da tutti era stato
«battezzato» Nobody (nessuno) e da tutti era stato maltrattato per anni,
atrocemente. A Scarborough tutti avevano cercato di dimenticare questa brutta
storia. Ma ognuno, in cuor suo sapeva che un giorno o l'altro sarebbe saltata
fuori...” Fin qui nulla da dire, la traccia è abbastanza “intrigante” e
invoglia ad avventurarsi nel libro…

E subito ci si ritrova in un racconto che
trasuda tristezza, ambientato in ambienti cupi, dove tutti nascondono qualcosa
e nessuno è intenzionato a far emergere una verità troppo scomoda e malvagia.
La poliziotta incaricata delle indagini, Valerie, deve faticare non poco per
trovare degli indizi, delle testimonianze…e si ritrova a scavare nel passato
per poter far luce sul presente. Passato che risale agli anni della Seconda
guerra mondiale e che ha segnato in maniera indelebile il destino dei
protagonisti di questa vicenda. Nonostante i tanti “giri” di parole e i
continui “salti” di anni, si arriva alla fine, aspettando di vedere svelato ciò
che il lettore più attento e avvezzo ai romanzi gialli, ha già intuito
dall’inizio…ma il finale è frettoloso e incompleto e lascia un po’ l’amaro in
bocca. Insomma sono rimasta un po’ “così” dopo aver letto “Nobody”…mi ha
lasciata insoddisfatta, incupita, triste e quasi infreddolita…sì, avete letto
bene “infreddolita” per il gelo che passa dalle pagine di questo racconto.
Dovrò decidere se leggere un altro romanzo della Link, per capire se questo suo
libro è un “caso isolato” e se gli altri sono scritti meglio o se lasciar stare
e rimanere nel dubbio. Nel frattempo, subito dopo la lettura ho deciso che
avrei dovuto tirarmi su con qualcosa di buono, di dolce e di caldo e, visto che
non c’era nessuna possibilità di trovarne nel libro, ho scelto una ricetta che
mi scaldasse fuori e dentro: le pere al vin brulè! Vi assicuro che sono un
toccasana in certi momenti…il libro, se volete, provate a leggerlo…le pere,
invece, ve le consiglio caldamente!!!! Ecco a voi la ricetta.
PERE COTTE AL VIN BRULE’
Ingredienti per 4 persone: 4 pere Kaiser medio/piccole – 1
bottiglia di vino rosso dolce (tipo Brachetto) – 1 stecca di cannella – 2
chiodi di garofano – 110 gr di zucchero di canna – 1 arancia non trattata

Tagliate il fondo delle pere, eliminate il torsolo e
sbucciatele. Mettetele in una piccola casseruola e copritele con il vino,
allungandolo con poca acqua se necessario. Aggiungete lo zucchero di canna, la
cannella e i chiodi di garofano, coprite con il coperchio e fate cuocere a
fuoco basso per circa 15 minuti. Togliete, quindi, le pere dalla casseruola e
fate raffreddare un pochino sia i frutti che lo sciroppo. Sbucciate, intanto,
l’arancia con un pelapatate, facendo attenzione a staccare solo la parte
colorata della buccia e non quella bianca, che è amara. Travasate lo sciroppo
in una padella, aggiungete la scorza dell’arancia e fatelo ridurre di due
terzi. Riducete le pere a pezzetti e servitele in coppe ricoperte con lo
sciroppo, decorando eventualmente con la cannella e la scorza d’arancia. Gustatele
calde o tiepide, non fredde, mi raccomando! Buona degustazione e alla prossima!
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