19/02/2023

SCATTI MORTALI A MILANO – Un’indagine del commissario Cucci

È successo ancora…beh! Del resto dovevo aspettarmelo…ormai mi conosco e so che quando un libro mi prende succede sempre così…lo leggo tutto d’un fiato! Certo, non mi capita con tutti i libri che leggo, non tutti gli autori riescono a “costringermi” a farlo…fatto sta che anche per la quarta avventura del commissario Cucci, scritta dall’abile mano di Luciano Cosimo Carluccio, mi sono ritrovata a fare le ore piccole per arrivare all’ultima pagina, perché non potevo e non volevo interrompere la lettura. Era già successo con gli altri suoi romanzi (sì, sì, tutti e tre!!) e quindi dovevo saperlo che non avrei chiuso il libro e spento la luce prima delle 2.30 del mattino…e dunque? Dite che dovrei chiedere i danni al signor Carluccio?!? Denunciarlo per “procurata insonnia aggravata da assoluta inefficacia della conseguente assunzione di caffeina”!?!?! Ma no, figuriamoci! Semmai dovrei ringraziarlo per aver creato un personaggio come quello del commissario Cosimo Cucci, detto Mino, e chiedergli di continuare a scrivere! Per quanto mi riguarda, devo semplicemente ricordarmi che, in certi casi, è bene organizzare la lettura nel fine settimana…perché poi andare al lavoro il giorno dopo diventa decisamente difficile! Comunque vi dico tutto ciò per mettervi in guardia: se avete amato, come me, il commissario Cucci fin dalla prima pagina, se lo avete seguito nelle sue corse mattutine e nelle sue indagini, se avete apprezzato i primi tre libri di Carluccio…beh! Allora non solo vi consiglio vivamente di leggere il quarto ma vi invito a farlo prendendovi il vostro tempo, mettendovi comodi e facendo in modo che niente e nessuno vi disturbi. Ma
andiamo con ordine. Anzitutto il titolo. “Scatti mortali a Milano”, edito da Fratelli Frilli, con una bella copertina di un fantastico colore arancione (per me secondo solo al giallo) sulla quale campeggia una macchina fotografica che poggia su una macchia di sangue. Il tutto risulta molto accattivante e ammetto di averla apprezzata particolarmente. E poi si arriva alla seconda di copertina, sulla quale viene accennata la trama. Il “nostro” Mino si ritrova fra le mani un caso “spinoso”, anzi, se ne ritrova tre che si intrecciano e che lo faranno faticare non poco. Si comincia con la morte decisamente sospetta di un bravissimo “street photographer” e della successiva scomparsa della sua compagna. Si prosegue, poi, con l’omicidio di un ladro di appartamenti, legato agli avvenimenti dei primi due casi. E sullo sfondo, come sempre, la città di Milano, protagonista in tutti i libri di Carluccio, questa volta alle prese con l’Expo e con le devastazioni dei Black Bloc, avvenute durante la manifestazione del 1° maggio del 2015. Ben presto il commissario, coadiuvato come sempre dalla sua squadra, capirà che tutte le piste partono e riportano proprio a quella manifestazione. A tutto questo si aggiunge il coinvolgimento di Marina, la compagna di Cucci, che conosceva il fotografo e la sua compagna, e che lo ha spinto fin da subito a indagare. Il commissario si ritrova così in mezzo a due fuochi: da una parte la donna che ama pretende che lui risolva il caso, anzi i casi, ma non è del tutto sincera con lui e sembra dubitare del suo lavoro e delle sue capacità investigative. Dall’altra la pressione molto forte dei superiori, ansiosi di chiudere i casi ma determinati a cercare un capro espiatorio per i fatti legati alla manifestazione No Expo. In una dura lotta contro il tempo, a poco a poco, la matassa sembra sbrogliarsi e la verità che emerge è davvero inquietante. Il commissario deve combattere su più fronti, nulla sembra andare per il verso giusto e lui si deve spesso fermare per riflettere, cercando di fare ordine sul lavoro e nella sua vita e sforzandosi di rimanere lucido e distaccato, per il bene delle indagini. Ma non è facile e non sono pochi gli attacchi che è costretto a subire. “…al lavoro, così come nel privato, mi hanno descritto come una persona metodica, rigida, rompicoglioni, permalosa, tutto più che azzeccato. Cinico, mai! È la prima volta che mi apostrofano in questo modo. Io non sono così! Comunque farò chiarezza, sia con Marina che con Invernizzi, vediamo cosa cazzo hanno da dirmi. E comunque, vaffanculo a tutti e due!” aveva ragionato. La seduta di allenamento non era stata proficua...La corsa era stata nervosa, poco fluida, complice il suo stato d’animo, poco
sereno…Screzi nella via ne aveva avuti, ma mai con quella intensità e veemenza. Riguardavano sia la sfera privata che quella lavorativa, quindi importanti nella vita di ogni giorno…” Sinceramente non mi era mai capitato di trovare il commissario così incazzato (!) e questa tensione, questo nervosismo, permea ogni singola pagina, coinvolge il lettore, prendendolo come in un vortice e lasciandolo alla fine del libro quasi senza fiato, con la rivelazione di verità scomode e con l’amaro in bocca, nonostante la soluzione dei casi. E con questo arriviamo al gusto…Questa volta Cucci fa solo una “toccata e fuga” dai suoi amici Santino e Luce, del ristorante “Il saraceno” e sembra non riuscire mai a fermarsi nemmeno per uno spuntino. Io vi confesso che, dopo aver letto “Scatti mortali a Milano” e pur avendolo molto apprezzato, ho sentito una gran voglia di mangiare qualcosa di dolce, qualcosa che mi aiutasse a togliere quell’amaro che rimane davanti a qualcosa che sai essere reale, qualcosa che mi "coccolasse" dopo un ritmo così serrato. E così ho preparato della cioccolata e l’ho gustata con delle freschissime e dolcissime fragole. E voi? Dopo la lettura quale “comfort food” vi concederete? Fatemelo sapere. Intanto vi aspetto per il prossimo libro…io continuo a leggere e a cucinare…A presto!

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