
Il caldo
allucinante di questi giorni farà sicuramente sognare a molti di voi una
vacanza ai Caraibi, distesi su spiagge bianchissime, davanti ad un mare
cristallino, con una bevanda ghiacciata ed un piatto di aragoste o di
gamberoni. Beh! Ovviamente posso capirvi, anche se io mi escludo
automaticamente perché sogno altre mete (!). E per aiutarvi a rendere ancora
più vivide queste immagini idilliache, vi invito a guardare una delle serie
comparse sul piccolo schermo negli ultimi anni: “Delitti in paradiso” (Death in
Paradise), che a me piace molto. Si tratta di una serie franco-britannica,
prodotta dal 2011 ed arrivata in Italia l’anno successivo, creata da Robert
Thorogood. Lo schema narrativo alla base è molto semplice: un detective della
polizia britannica viene letteralmente catapultato, spesso suo malgrado, a
lavorare in un lontano Paese caraibico. Nello specifico di questa serie, il
malcapitato di turno lascia l’amato Regno Unito per raggiungere Saint Marie,
uno sperduto atollo caraibico, ex colonia francese, ora dipendenza britannica,
e gestire il distretto di Honorè. Lo “stravolgimento” non è solo

geografico…è
anzitutto climatico e poi psicologico, fisico, umano…insomma al di là delle
vere e proprie indagini che sarà chiamato a svolgere, il nostro “british man”
si ritrova in una società ed in uno stile di vita che sono diametralmente
opposte alle sue. Nelle prime due stagioni l’ispettore è Richard Poole
(interpretato da Ben Miller) a cui seguiranno Humphrey Goodman (Kris Marshall)
fino alla sesta stagione, Jack Mooney (Ardal O’Hanlon) dalla sesta alla nona ed
infine Neville Parker (Ralf Little) dalla nona alla dodicesima, attualmente in
corso. Ognuno di loro è un vero e proprio personaggio, con il proprio
carattere, il proprio metodo investigativo, le proprie manie e fobie ed una
propria storia. Poole, rigido e ligio alle regole, incapace di mentire e di
provare empatia, è fin da subito molto sofferente rispetto al trasferimento
impostogli dai suoi superiori. Soffre terribilmente il caldo (anche se indossa
sempre giacca e cravatta), ha nostalgia della pioggia e dell’umidità del clima
londinese, beve ogni giorno il suo tè bollente alle cinque, salvo rari casi
dovuti alle indagini, e non ama il lavoro di squadra…suo malgrado, però, si
affeziona molto ai suoi collaboratori che, con il tempo, impareranno ad
apprezzarlo con tutte le sue manie e la sua apparente scontrosità. Tutt’altra
cosa è il suo successore, l’ispettore Goodman, che accoglie, invece, il

nuovo
incarico con molto entusiasmo e che, nonostante la sua goffaggine e la balbuzie
che lo colpisce quando è teso, cerca in tutti i modi di conoscere gli usi e
costumi dell’isola per ambientarsi e viverci al meglio. Lasciata Sait Marie per
amore, dopo tre stagioni viene rimpiazzato da Jack Mooney, vedovo e con una
figlia, il quale vede in questa nuova destinazione una sorta di nuovo capitolo
della sua vita, pur continuando a soffrire per la perdita dell’amatissima
moglie. Jack è molto paziente, calmo, riflessivo e ha un approccio alle
indagini completamente differente da quello dei suoi predecessori. Il
risultato, però, è sempre lo stesso: ogni caso viene alla fine risolto ed il
colpevole assicurato alla giustizia. Dopo diversi anni in Paradiso, anche Jack
sceglie di tornare in patria per stare vicino alla figlia e lascia, così, il
posto a Neville Parker. L’arrivo di Neville sull’isola è quasi comico…non
sopporta il caldo e l’accecante luce del sole, odia tutti i tipi di insetti,
contro i quali ha una grande scorta di repellenti e creme, che si porta
appresso nel suo onnipresente zainetto, insieme ad un dittafono sul quale registra
tutto ciò che osserva sulle varie scene del crimine ed a vari accessori che, a
suo avviso, possono essere utili. Ciascuno di loro è affiancato da una squadra
composta da un sergente, che lo segue come partner in tutti i casi, e da due
agenti, solitamente uno senior ed uno junior. Nelle diverse stagioni, anche i
componenti della squadra cambiano, lasciando la scena per fare carriera, per
motivi personali o familiari, per spostarsi in altre isole…e ognuno di loro
lascia sempre un importante ricordo nel comando di Polizia di Saint Marie.
Spesso ci sono scene che sono veri e propri siparietti, in cui i vari
personaggi giocano ciascuno un ruolo importante. In particolare, si possono
citare Dwayne Meyers, agente senior decisamente sopra le righe, che con la sua
conoscenza dell’isola e degli isolani (specialmente delle donne da lui
perennemente corteggiate!) è una vera e propria ricchezza per le indagini, e i
sergenti che si sono avvicendati accanto ai diversi ispettori, tutte donne e
tutte in gamba: le due “storiche” Camille e Florence che hanno poi ceduto il
posto prima a Madeleine e poi alla giovanissima Naomi. Gli unici due “personaggi
fissi” dalla prima stagione sono il commissario Selwyn Patterson, dal carattere
burbero, diplomatico e intelligente, pur restando

apparentemente nelle
retroguardie, sa quando è il momento di intervenire per supportare la squadra,
e Catherine Bordey, affascinante madre del sergente Camille Bordey e
proprietaria del bar dove la squadra si riunisce dopo il lavoro o per
festeggiare una ricorrenza particolare. Spesso, grazie alla posizione
strategica del suo locale ed alle sue conoscenze, riesce a fornire degli
importanti contributi alle indagini. Diventerà sindaco di Honorè dopo la quarta
stagione, pur continuando a gestire il suo bar. Beh! A dire il vero c’è un
terzo personaggio fisso nella serie…si tratta di Harry, una lucertola verde che
vive nella casa sulla spiaggia assegnata all’ispettore di turno. Inizialmente
guardato con diffidenza, l’animale a volte diventa il “confidente” dei momenti
di solitudine dei diversi ispettori, che lo trattano come un vero e proprio
coinquilino!! Ma veniamo, ora, all’aspetto che ci interessa di più…i diversi
ispettori hanno gusti diversi tra di loro…e mentre Goodman e Mooney, pur
rimanendo fedeli alla colazione all’inglese, si dilettano nella degustazione
dei patti tipici locali, Poole e Parker fanno molta più fatica ad adattarsi. In
particolare, Parker è il grande cruccio di Catherine che, dopo aver provato in
tutti i modi a fargli mangiare qualcosa di diverso, si vede costretta a
servirgli sempre e solo pollo e patatine!!! Per questa serie, però, che
consiglio a tutti, perché è davvero

simpatica e a misura di famiglia (niente
scene di violenza, niente parolacce, niente sparatorie…) ho voluto scegliere un
piatto tipico che in una delle prime stagioni Dwayne prepara per l’ispettore
Mooney: il pollo alla creola. Si tratta di un piatto molto semplice che, però,
ha dei sapori e dei profumi intensi che sicuramente saprete apprezzare. Non mi
dilungo oltre…ho già scritto molto…vi lascio la ricetta e vi invito a provarla.
Fatemi sapere!
Ricetta pollo
alla creola
Ingredienti per
4 persone: 1,5 kg di pollo a pezzi - 500 g di verdure miste (a piacere fra
patate, peperoni, cipollotti, zucchine, melanzane…) - 250 g di farina –
basilico – aromi misti - 2 cucchiai di spezie cajun - 250 ml di yogurt greco -
1 peperoncino rosso - 25 g di burro - 2 cucchiaini di granulare di brodo di
pollo - 2 cucchiaini di paprika dolce – olio evo – sale - pepe

Iniziate
mischiando Ia farina setacciata con le spezie cajun, il basilico sminuzzato e
Ia paprica. Passatevi i pezzi di pollo, impanandoli bene e tenete da parte il
mix che avanza. Scaldate l’olio in una grande padella e rosolatevi i pezzi di
pollo impanati, 4/5 minuti per parte, finché saranno croccanti e dorati, quindi
sgocciolateli e metteteli da parte, in caldo. Lasciate nella padella solo 2 cucchiai
del fondo di cottura del pollo (tenete da parte il fondo rimasto) e rosolatevi
il misto di verdure con il peperoncino, mescolando, quindi trasferite il tutto
in una pirofila che vada in forno e disponetevi sopra il pollo rosolato messo
da parte. Bagnate con 250 ml di acqua, coprite e infornate a 180° per 40
minuti. Spolverizzate con il brodo granulare di pollo, aggiungete Io yogurt e
infornate per altri 20 minuti. In un pentolino, fate fondere il burro a
bagnomaria e amalgamatevi il mix di spezie rimasto, mescolando finché il
composto risulterà dorato, incorporatevi il fondo di cottura del pollo tenuto
da parte, stemperando, se necessario, con poca acqua, in modo da ottenere una
salsa densa e omogenea, che accompagnerà il pollo. Sfornate il pollo e servitene
una porzione calda e generosa ad ogni commensale, insieme alla salsa e a delle
fette di pane abbrustolite, leggermente imburrate e aromatizzate con del
rosmarino. Non so se vi sentirete trasportati ai Caraibi ma vi assicuro che il
profumo ed il sapore di questo piatto porteranno il vostro gusto direttamente
in paradiso! Buon appetito e alla prossima!
