28/02/2018

HARRY HOLE E JIM BEAM: INDAGINI IN NORVEGIA

Jo Nesbø, classe 1960, è uno scrittore, musicista ed attore norvegese. Ah! Ed è stato anche calciatore e giornalista! Pare faccia tutto molto bene, ottenendo molto successo, soprattutto in patria. Beh! Io non lo conosco come chitarrista e compositore del gruppo “Di Derre”, né l’ho mai visto recitare…ma come scrittore lo apprezzo molto. Ha scritto romanzi, racconti e libri per ragazzi ma ha raggiunto la fama grazie alla serie che ha come protagonista Harry Hole. Harry è un poliziotto di Oslo dai metodi poco ortodossi e decisamente fuori dagli schemi. Beve, fuma, fa uso occasionale di droga, è rude, non ama le regole e spesso finisce nei guai. Ma ha un forte senso della giustizia, un’intelligenza fine, un’ottima preparazione ed una capacità investigativa che tutti i suoi colleghi gli invidiano e che lo porta a risolvere i casi più difficili. Ha seguito un corso speciale dell’FBI, che gli permette spesso di “andare oltre” i classici e rigidi schemi della polizia norvegese. Nonostante la sua vita non sia proprio “regolare” ha comunque dei punti fermi. È da sempre innamorato di Rakel, madre single di Oleg, ragazzino intelligente e simpatico, che lui ama come un figlio. Ed è legatissimo all’altra donna della sua vita, la sorella minore Søs, affetta da sindrome di Down, con cui ha un rapporto molto profondo e che costituisce la parte “pulita” della sua esistenza, soprattutto dopo la morte della madre. Non riesce ad ammetterlo ma è un alcolizzato e il suo “veleno”, come lo chiama lui, è il suo whisky preferito, il Jim Beam.
Quando non è impegnato con un’indagine o con una delle “sue donne”, quindi, è con lui che passa il suo tempo e molte volte è proprio insieme a Jim che viene raggiunto da un’intuizione importante, che si tratti del lavoro o della vita. Harry Hole è uno di quei personaggi “maledetti” che, nonostante le loro imperfezioni (o forse proprio per quelle!?), si fanno amare, ti conquistano e ti ritrovi a seguirli nelle loro avventure, divorando una pagina dopo l’altra per vedere fin dove si potranno spingere e dove riusciranno ad arrivare. Harry non è uno che ama particolarmente mangiare e spesso lo trovi a “buttar giù” qualcosa solo per poter stare in piedi o per combattere i postumi di una sbronza. Ma Rakel cucina il salmone norvegese in tanti modi, quando lo invita a cena, e quindi ho pensato di proporvi una ricetta molto semplice, arricchita da una salsa a base di whisky, l’amico-nemico di Harry. Spero vi piaccia…

CUBETTI DI SALMONE NORVEGESE CON MAIONESE AL WHISKY
Ingredienti per 4 persone
500 gr salmone norvegese fresco (senza pelle) – pepe nero – zenzero – sale marino (se possibile in fiocchi) – olio evo – finocchietto
*per la maionese: 2 tuorli – 150 gr olio di semi – 50 gr olio evo – ½ limone (o 2 cucchiai di aceto bianco) – whisky – sale – pepe
Per prima cosa preparate la maionese: mettete i tuorli in una ciotola, insaporiteli con un pizzico di sale e un po’ di pepe, quindi iniziate a versare l’olio a filo, mescolando con una frusta. Quando il composto inizia ad addensarsi, aggiungete il succo di limone (o l’aceto) e continuate poi con l’olio fino a terminare la quantità preparata. 
Unite qualche goccia di whisky, assaggiando per non esagerare (ricordate che il liquore deve sentirsi nella salsa ma senza annientare gli altri ingredienti!). Coprite con della pellicola a contatto e lasciate riposare in frigorifero mentre preparate il salmone. Controllate anzitutto di non aver lasciato qualche spina, poi tagliatelo a cubetti, il più possibile uguali fra loro (non tanto per un discorso estetico, quanto per una maggiore uniformità nella cottura). Condite il salmone con un’emulsione di olio, zenzero, pepe, finocchietto e sale. Lasciatelo riposare e insaporire per 15/20 minuti. A questo punto scaldate una padella, ungetela leggermente e scottate i cubetti di salmone, girandoli non appena avranno cambiato colore. Non dovranno cuocere molto ma essere solo scottati. Poneteli su un piatto da portata e serviteli con la maionese al whisky: la salsa esalterà il

sapore del pesce e la sua freschezza contrasterà con il pesce caldo. Potete proporre questo piatto come antipasto, accompagnato da un vino bianco fresco e frizzante, o servirlo come secondo leggero, abbinato ad un’insalata mista o a delle verdure crude che potranno essere intinte nella stessa salsa. Sicuramente Harry Hole lo mangerebbe bevendo il “suo” Jim Beam e poi tornerebbe ad occuparsi delle sue indagini. Voi, invece, limitatevi a versare il whisky nella maionese, vi assicuro che è decisamente meglio…eventualmente potete concedervi un bicchierino dopo cena, giusto per scaldarvi e per concedervi una “coccola alcolica” leggendo qualche pagina di Nesbo prima di dormire…io ci ho provato ma non reggo il whisky come Harry…dopo due pagine stavo già dormendo…e non per colpa del libro!!!

21/02/2018

DEXTER E I DONUTS

Jeff Lindsay, pseudonimo di Jeffry P. Freundlich (Miami, 14 luglio 1952), è uno scrittore statunitense di crime story. Vive in Florida ed è conosciuto soprattutto come autore della serie di romanzi incentrati sulla figura di Dexter Morgan, dai quali è stata tratta la serie televisiva “Dexter”. Si tratta di un personaggio davvero “particolare” e controverso e sono stata molto indecisa se inserirlo o meno nel mio blog. Ma poi ho ceduto, perché se c’è qualcuno che prova un profondo gusto per il delitto è proprio lui! Già perché lui ama mangiare e ama uccidere. Dexter è un esperto forense della polizia scientifica di Miami, specializzato nell'analisi delle tracce di sangue ma allo stesso tempo è un serial killer esperto e metodico. Vittima di una tragica infanzia, viene adottato da Harry Morgan, detective della polizia di Miami, il quale col tempo comprende che il giovane figliastro è un sociopatico con un forte bisogno di uccidere.
Cercando di evitargli un futuro nei guai con la legge, Harry decide di allenarlo a canalizzare questi istinti violenti in una direzione "positiva": gli insegna così ad essere un cauto, meticoloso ed efficiente killer e a non lasciare indizi. Gli insegna come vivere una vita "pubblica" che non desti sospetti, fingendo emozioni e reazioni come tutti si aspettano da lui, ma che lui non prova. E cosa più importante, Harry fornisce al ragazzo un sistema etico di regole che Dexter battezza "il codice di Harry"'. Il cuore di tali regole è quello di uccidere solo persone che sono a loro volta killer (ma anche pedofili e stupratori) e che non sono mai stati scoperti e inchiodati dalla legge. Questo codice comprende anche l'agire sempre con la massima prudenza per non lasciare tracce e restare "invisibile" e insospettabile. E così Dexter, dopo la morte di Harry, si costruisce pian piano una solida “copertura”, lavorando in modo esemplare, spesso a fianco della sorellastra, Debra, anch’essa poliziotta, scherzando con i colleghi, ai quali ogni mattina porta un vassoio di donuts (di cui è particolarmente goloso) e frequentando Rita, adorabile romantica, separata con due figli, Astor e Cody, verso i quali Dexter finirà per provare addirittura affetto. E di notte, smessi i panni dell’uomo semplice e quasi noioso, si cala in quelli del vendicatore, guidato dalla sua voce interiore (che lui chiama il “passeggero oscuro”), pronto ad arrivare laddove la giustizia dei tribunali non è riuscita ad arrivare. Moltissimi di voi conosceranno meglio la versione del piccolo schermo, rispetto a quella della carta stampata. Io non ho mai visto nemmeno un episodio della serie ma ho letto tutti i libri (ad eccezione di “Dexter is dead”) e chissà? Prima o poi magari mi imbatterò nelle repliche e vedrò se il Dexter televisivo è all’altezza di quello dei gialli. 
Nel frattempo vi consiglio vivamente di leggere le sue avventure scritte, seguendolo nelle sue giornate, scandite da colazioni iperproteiche, spuntini a base di donuts e cene sostanziose. Sì perché lui, come dicevo, adora il cibo e lo consuma senza problemi, visto che ha un metabolismo più veloce della luce (beato lui!!) e gli piace assaporare ogni boccone, così come assapora ogni istante quando uccide le sue vittime!

DONUTS AL FORNO (ciambelle americane)
Ingredienti per 18/20 donuts:
250 gr farina manitoba + 250 gr farina 00
250 ml latte intero
2 uova
70 gr zucchero
80 gr burro
15 gr lievito di birra fresco
1 cucchiaino essenza di vaniglia
Per la glassa:
150 gr zucchero a velo
20 gr burro
50 gr cioccolato fondente
Acqua calda
Colorante alimentare (facoltativo)

Sciogliete il lievito di birra, sbriciolandolo in un pochino di latte a temperatura ambiente. In una ciotola riunite le due farine, lo zucchero, le uova, l’essenza di vaniglia, il latte con il lievito e il restante latte appena intiepidito. Lavorate tutti gli ingredienti nell’impastatrice, utilizzando il gancio, o a mano, energicamente. Quando l’impasto si sta incordando aggiungete il sale e il burro ammorbidito a pezzetti, poco alla volta, in modo che possa essere ben incorporato. Ottenuto un composto morbido ed elastico, trasferitelo sulla spianatoia infarinata e lavoratelo velocemente a mano, formate una palla e ponetelo in una ciotola, coperto con della pellicola. Lasciatelo lievitare per 2/3 ore (o comunque fino a quando sarà raddoppiato di volume). A questo punto riprendetelo, sgonfiatelo e trasferitelo di nuovo sulla spianatoia.
Stendetelo con il mattarello fino ad arrivare ad uno spessore di un centimetro, poi, con un coppapasta di 9/10 cm di diametro, ricavate dei cerchi, che poi andrete a forare al centro con un altro coppapasta di 2 cm di diametro. Lasciate lievitare le ciambelle ancora per un’oretta: dovranno raddoppiare di volume. Passata l’ora, infornatele in forno statico preriscaldato a 200° per 8 minuti circa (devono dorare in superficie ma non bruciare!). Una volta cotte, lasciatele raffreddare e intanto preparate la glassa. Mettete in una ciotola lo zucchero a velo, con il burro fuso e un po’ di acqua caldissima.
Mescolate con una frusta e regolate con altra acqua se necessario: dovete ottenere una glassa fluida ma non liquida. Dividetela in due parti: in una aggiungete il colorante che preferite e nell’altra il cioccolato fondente fuso. Una volta pronte, immergete la parte superiore delle ciambelle nell’una o nell’altra glassa, decorate a piacere con zuccherini, lamelle di mandorle o altro e lasciate raffreddare e rassodare. Nella ricetta che vi ho proposto i donuts sono al forno, anziché fritti ma voi potete scegliere di tuffarli nell’olio bollente, alla temperatura di 175°. Io ho scelto la prima versione un po’ perché non amo friggere e un po’ perché il mio metabolismo non si avvicina neanche lontanamente a quello di Dexter!!! Gustateli con una tazza di tè o caffè e, come sempre vi consiglio, in compagnia di un buon libro: saranno ancora più buoni!!!

14/02/2018

LE DONNE DEL CLUB OMICIDI


Le “Women’s murder club” sono nate dalla penna di James Patterson, di cui vi ho già parlato, e anche questa, come quella che ha protagonista Alex Cross, è una serie davvero avvincente. A parte un paio di libri, in cui ho trovato un po’ di confusione nella trama, le avventure di queste quattro donne mi piacciono molto. Si tratta di Lindsay Boxer, detective della polizia di San Francisco, Claire Washburn, medico legale, Cindy Thomas, giornalista, e Jill Bernhardt, procuratore distrettuale, alla quale subentrerà Yuki Castellano. Quattro donne che amano profondamente il loro lavoro, che hanno dovuto lottare (e continuano a farlo!) per affermarsi in un mondo prettamente maschile, che non si fermano davanti a niente e a nessuno e sono legate da una profonda amicizia. Voce narrante e protagonista principale è Lindsay, testarda, coraggiosa e intraprendente, che spesso coinvolge le amiche per un consiglio, un aiuto o un parere più o meno ufficiale. Del resto le loro professioni le portano a lavorare molto spesso insieme, soprattutto nei casi più efferati: la vittima si ritrova sul tavolo settorio di Claire, la quale fornisce i risultati autoptici a Lindsay, che si rivolge a Jill per ottenere mandati di perquisizione o di arresto, il tutto sotto l’insistente curiosità di Cindy, che vuole a tutti i costi ottenere l’esclusiva per scrivere il suo articolo!  E quando le indagini si fanno più difficili e sembra che la soluzione sia impossibile da trovare, ecco che le nostre donne in carriera si trovano da Susie’s, il loro locale preferito, a mangiare alette di pollo piccanti e patatine bevendo birra o Margarita… Ed è proprio durante la cena o lo spuntino che arrivano le intuizioni più importanti e sembra che tutti i tasselli trovino la loro collocazione…come a dire: l’unione fa la forza! Accanto alle indagini, però, ci sono anche le storie personali delle quattro amiche, fatte di mariti, compagni, figli, tradimenti, problemi più o meno grandi della vita quotidiana…e loro condividono tutto, aiutandosi e sostenendosi a vicenda. Insomma ogni occasione è buona per trovarsi da Susie’s e godersi qualche ora in compagnia, parlando seriamente o ridendo fino alle lacrime. L’importante è riuscire a superare le brutture che incontrano ogni giorno nel loro lavoro e sdrammatizzare un po’ insieme a qualcuno che può capire e sa ascoltare. Poi ciascuna torna a casa propria, alla propria vita, fino al prossimo caso o alla prossima chiacchierata fra donne, le donne del club omicidi.  Come avrete capito, la ricetta di oggi è quella delle alette di pollo, le preferite di Lindsay e company!

ALETTE DI POLLO PICCANTI AL FORNO 


Ingredienti per 4 persone: 12 ali di pollo – peperoncino – olio evo – aglio – prezzemolo – sale – pepe – erbe aromatiche miste (a piacimento) – coriandolo – paprika - tabasco – limone


Mettete in una ciotola il succo di un limone, l’olio e il tabasco e, dopo aver mescolato bene, aggiungete le ali di pollo a marinare, coprite con della pellicola e mettetele a riposare in frigorifero. Nel frattempo raccogliete in un mortaio l’aglio, il prezzemolo, le erbe aromatiche, il coriandolo e la paprika: pestate bene il tutto e aggiungete un po’ di olio, fino ad ottenere un composto omogeneo. A questo punto togliete le ali di pollo dalla marinatura e ungete il fondo di una pirofila. Unite la marinatura al trito del mortaio e con il composto ottenuto cospargete le alette,
massaggiandole bene per farle insaporire. Una volta terminata questa operazione, deponete le ali nella pirofila e infornatele a 180° per 25/30 minuti, finché non risulteranno ben dorate. Servitele subito, ben calde, accompagnate da salsine varie, patatine fritte o al forno e una birra ghiacciata o un Margarita, come fanno le nostre amiche! Nella ricetta sono calcolate tre alette a persona, perché solitamente si tratta di un accompagnamento ad un aperitivo o di uno spuntino. Ovviamente nulla vi vieta di prepararne di più, in caso si tratti di un pranzo o una cena o se avete ospiti con una fame da lupi! L’importante è che siano croccanti e saporite, sfiziose insomma, e mentre le gustate potete anche parlare dell’ultimo libro di Patterson, in cui le donne del club omicidi si riuniscono per risolvere un nuovo caso…Buona serata e buon appetito!





07/02/2018

SPUNTINI VELOCI PER IL SERGENTE MCRAE




Stuart MacBride è nato in Scozia, a Dumbarton ed è cresciuto ad Aberdeen. Dopo gli studi di architettura ad Edimburgo, ha intrapreso la carriera di scrittore. Inizialmente voleva scrivere di fantascienza, la sua passione, ma poi ha creato il personaggio del sergente Logan McRae e il successo ottenuto l’ha spinto a scrivere principalmente thriller polizieschi. Anche McRae è scozzese e vive e lavora ad Aberdeen. La città, descritta come “quasi sempre fredda e piovosa”, impregnata di quella umidità che penetra nelle ossa e nei muri, spesso grigia e triste, fa da sfondo alle indagini della squadra di cui fa parte, appunto, anche Logan. Ogni personaggio ha un carattere ben definito nei romanzi di MacBride. Alcuni apparentemente cinici e rassegnati, altri continuamente schiacciati dal ritmo spesso disumano del lavoro, altri ancora convinti di poter riuscire in qualche modo a migliorare e rendere più vivibile la propria città…ma tutti con una più o meno evidente umanità, uniti dal desiderio di far trionfare la giustizia. E così l’indolente e originale ispettrice Steel, unica donna a ricoprire un ruolo di responsabilità, fra una sigaretta e l’altra spreme i suoi uomini, primo fra tutti McRae, affinché le indagini si svolgano velocemente e si concludano brillantemente, in modo da fare bella figura con i superiori e con la stampa. Il giornalista Colin Miller, amico-nemico di Logan, nonché attuale fidanzato della sua ex (!) lo tormenta per avere informazioni sulle indagini in corso, facendo leva sulla loro “amicizia”. E a ruota tanti altri fra colleghi e amici, fino ad arrivare a Logan McRae, soprannominato Lazzaro per essere sopravvissuto alle 23 coltellate inferte da un serial killer che aveva catturato ed essere rimasto assente dal servizio per circa un anno. Al suo rientro viene immediatamente catapultato in una nuova e difficile indagine, lavorando a ritmi serrati con nuovi superiori e nuovi colleghi. Logan, considerato da alcuni colleghi uno “sfigato” che pensa solo al lavoro, effettivamente si fa coinvolgere profondamente dai casi che segue e non riesce a fermarsi o a “staccare” finché non ha assicurato l’assassino di turno alla giustizia. E allora le notti e i giorni si susseguono fra interrogatori e pattugliamenti, i suoi turni diventano eterni, le relazioni interpersonali risultano impossibili e si concede una pausa solo per fare un salto al pub a bere una birra o un whisky. Il sergente McRae, così come tutti i colleghi, beve tè in servizio, spesso per scaldarsi, e mangia “fish&chips”, panini imbottiti, patatine all’aceto…e quando riesce a tornare a casa, prima di buttarsi a letto, trasferisce qualcosa dal freezer al microonde! Insomma non si può proprio dire che abbia un palato sopraffino, anzi! Ma ha davvero un profondo ed innato gusto del delitto che lo rende un bravo detective, al quale possiamo perdonare tutto! Tanto che per dimostrare quanto mi piace il suo modo di indagare e l’umanità che trasmette a chi lo incontra, ho deciso di proporvi alcuni dei panini che si spazzola in macchina o in ufficio e che porta anche al suo capo: lo so, non si tratta di ricette “gourmet” ma ogni tanto ci si può anche lasciare andare, no?!?!?
PANINO AL SALMONE AFFUMICATO
Ingredienti: pane di segale o ai cereali – salmone affumicato (se possibile scozzese!) – burro salato – limone - panna – erba cipollina – aneto – pepe – sale
Scaldate un poco le fette di pane e spalmatele con un sottile strato di burro salato. Nel frattempo mescolate la panna con l’erba cipollina, l’aneto, il pepe e il sale, in base al vostro gradimento. Sistemate le fettine di salmone sul pane, versatevi sopra qualche goccia di succo di limone e guarnitelo con la salsina a base di panna. Consiglio di farlo riposare un pochino, prima di mangiarlo, in modo che il pane si ammorbidisca.

PANINO FORMAGGIO E CIPOLLE
Ingredienti: pane bianco – formaggio cheddar (o simile) – cipollotti freschi – burro – sale – pepe
Pulite i cipollotti e tagliateli a piccole rondelle, fateli imbiondire in un pentolino con una noce di burro, salate e pepate. Scaldate il pane, posizionate le fette di formaggio e copritele con i cipollotti. Chiudete il panino e scaldatelo fino a che il formaggio non si sarà sciolto. Mangiatelo ben caldo, con il formaggio filante.

PANINO AL BACON E UOVO FRITTO
Ingredienti: panino al sesamo – uovo – bacon – senape (o ketchup) - sale – pepe
Rosolate il bacon in un padellino e, quando sarà croccante, toglietelo e tenetelo da parte. Nello stesso pentolino friggete l’uovo, aggiustandolo di sale e pepe a piacimento. Scaldate l’interno del panino e spalmatelo con senape (o ketchup), adagiatevi le uova calde e il bacon, chiudetelo e scaldatelo per qualche secondo. Vi consiglio di mangiarlo caldo, altrimenti bacon e uova perdono la loro fragranza.


Il sergente McRae e l’ispettrice Steel accompagnano i panini con delle croccanti “winegar chips” (che altro non sono se non patatine all’aceto e sale!) e con un bicchiere di tè o una birra, a seconda che siano o meno in servizio. Io vi consiglio di bervi una bella birra fresca e di gustarvi questi panini in compagnia di un bel giallo, per meglio assaporare il tutto e affinare il vostro gusto…del delitto!