04/04/2018

CHARLIE CHAN: DA CANTON A HONOLULU


Earl Derr Biggers (Warren 1884- Pasadena 1933) fu romanziere e drammaturgo. Assunto dal Boston Traveler per tenere una rubrica umoristica, finì per occuparsi di critica teatrale, sua grande passione. La sua prima commedia “If You're Only Human” (1912) si rivelò un fiasco ma il suo romanzo d'esordio, “Seven Keys to Baldpate” (1913), riscosse un immediato successo ed ebbe una celebre versione teatrale e sei riduzioni cinematografiche. Nonostante l'ottima accoglienza dei due libri successivi, lo scrittore abbandonò la narrativa in favore del teatro fino alla metà degli anni Venti, quando uscì a puntate sul Saturday Evening Post e poi in volume “Charlie Chan e la casa senza chiavi”. “Di certo non ho mai avuto intenzione di percorrere la strada del giallo, né ho scelto deliberatamente di avere sul sedile accanto un mite cinese dalla faccia di luna piena. Eppure eccomi qui insieme a Charlie Chan. Grazie a Dio è un tipo amabile, filosofo e di buona compagnia visto che ora so che dobbiamo compiere insieme il resto del viaggio”. Così dichiarò Biggers nel 1932 parlando del personaggio da lui creato, ispiratogli da un articolo su un poliziotto cinese di Honolulu, che incontrò subito il favore del pubblico. Scrisse in tutto sei avventure di Chan, prima che un infarto lo stroncasse a soli 51 anni. La popolarità di Chan, tuttavia, continuò a crescere grazie alla ricca filmografia che il cinema hollywoodiano dedicò alla sua figura, sia basandosi sui romanzi, sia utilizzando, dopo la morte dello scrittore, sceneggiature originali. Una delle tante descrizioni riporta che Chan “Era molto grasso 
eppure camminava con il passo leggero e delicato di una donna. Le sue guance erano paffute come quelle di un bambino, la pelle era color avorio, i capelli neri erano tagliati corti e gli occhi color ambra erano a mandorla.” Charlie Chan è nato a Canton, in Cina, nella prima metà del 1875. Adolescente, si trasferisce con i genitori alle Hawaii, dove inizia a studiare l'inglese sebbene il suo spiccato accento cinese gli permarrà per il resto della vita. Lavora come cameriere e poi entra nella polizia di Honolulu, dove ben presto il suo acume e la sua abilità investigativa gli permettono di fare una brillante carriera. Il sagace investigatore per risolvere i casi più difficili ricorre a quelli che lui chiama i suoi “sette fiori”: cortesia, umorismo, pazienza, lentezza, rassegnazione, umiltà e prudenza. La sua famiglia, molto importante e sempre presente nei suoi pensieri, è composta dall’amata moglie e dai 14 figli, che lui chiama con il loro ordine di nascita (per esempio “figlio numero uno”, “figlia numero 4”, ecc.). Dopo ogni giornata di lavoro, Chan desidera solo tornare a casa e godersi una cena (cinese ovviamente!) circondato dalla sua numerosa prole. Oltre che di quarantacinque pellicole, l’ineffabile investigatore è stato protagonista di serie radiofoniche e televisive, fumetti e cartoni animati. Una curiosità: nessuno degli attori che l’hanno interpretato era orientale. Per me rimane memorabile l’interpretazione in chiave comica di Peter Sellers in “Invito a cena con delitto”, in cui Charlie Chan dà sfoggio della sua saggezza citando proverbi e massime orientali più o meno adatti per ogni occasione! Per omaggiare questo originale detective ho voluto scegliere uno dei grandi classici della cucina cinese che ormai è tanto diffusa anche in Occidente: il riso alla cantonese. La ricetta che vi propongo dovrebbe essere quella più vicina all’originale…e comunque, fra quelle che ho trovato, è l’unica versione “ufficiale” non scritta in cinese!!

RISO ALLA CANTONESE - Ingredienti per 4 persone 

300 gr riso basmati – 600 ml di acqua – 120 gr prosciutto cotto (unica fetta) – 2 uova – 150 gr piselli – olio di semi di sesamo – sale – 1 cucchiaio di salsa di soia – cipollotti (facoltativi) Sciacquate il riso basmati sotto l'acqua corrente fredda, terminate l'operazione quando l'acqua è limpida; versate il riso in una casseruola e aggiungete l'acqua fredda, coprite, portate a ebollizione e, da questo momento in poi, fate cuocere il riso fino al completo assorbimento di tutta l'acqua, in totale occorrono circa 20 minuti. Una volta cotto lasciatelo raffreddare completamente in un piatto e tenetelo da parte. Nel frattempo tagliate il prosciutto cotto a dadini e sbattete le uova in una terrina con poco sale. Sbollentate i piselli in acqua bollente salata per 5 minuti; scaldate una padella antiaderente con 1 cucchiaio di olio di semi, unite le uova e rompetele con un cucchiaio, cuocetele per un paio di minuti, girandole spesso con un cucchiaio, fino a quando saranno rapprese e strapazzate. Scaldate 1 cucchiaio di olio di sesamo nel wok, unite i piselli, il prosciutto cotto e le uova strapazzate, fate insaporire per 2 minuti, togliete tutto e tenete da parte in una ciotola. Aggiungete 3 cucchiai di olio di sesamo, quando è molto caldo unite il riso basmati, salate e fatelo saltare nel wok per 2- 3 minuti fino a quando risulta ben condito. Unite anche i piselli, le uova e il prosciutto cotto, condite con un cucchiaio di salsa di soia e aggiustate di sale se necessario: il vostro riso alla cantonese è pronto! Charlie Chan, durante le sue indagini, si ferma sempre per pranzare e cenare. Uno dei suoi pittoreschi adagi orientali recita “Stomaco vuoto al lavoro è come urlo di donna in stanza vuota: fa venire mal di testa!” Direi che non fa una piega! E allora vi auguro buon appetito usando le parole di Charlie “chi ha cervello sa mangiare bene. Chi non ce l’ha si limita a cibarsi”!

Nessun commento:

Posta un commento