31/05/2018

IL COMMISSARIO CATALDO E IL CARPACCIO DI SPADA DI MAMMA

Luigi Guicciardi, modenese di origini siciliane, classe 1953, è uno scrittore, insegnante di lettere e ricercatore di storia contemporanea. Non c’è molto da dire su di lui e, a dire il vero, io l’ho “incontrato” per caso attraverso il personaggio che ha creato: il commissario Cataldo. Poliziotto siciliano “trapiantato” a Modena, alto e biondo, introverso, attento osservatore, arguto e testardo, nelle sue indagini torna e ritorna sui diversi particolari che non lo convincono, che sembrano fuori posto, per arrivare, a poco a poco, alla soluzione del caso, alla comprensione del chi, del come e, soprattutto, del perché. Non ho ancora letto tutti i romanzi di Guicciardi ma ho apprezzato la loro semplicità, la facilità con cui si leggono le pagine che ti portano ad un finale inaspettato e spiegato nei dettagli. Il commissario Cataldo è davvero un bel personaggio, soprattutto perché è semplice e spontaneo, capace di cogliere le più piccole sfumature di ogni persona coinvolta nel caso che sta seguendo. La sua ricerca caparbia della verità lo rende a volte quasi pedante ma rivela il suo attaccamento al lavoro, il suo desiderio di giustizia e, soprattutto, tutta la sua umanità. Durante uno dei momenti in cui rimugina sulla lontananza dalla sua Sicilia, ripensa con nostalgia a Catania, ai dolci tipici ed ai piatti di pesce preparati con cura da sua madre, fra cui il suo preferito è il carpaccio di pesce spada…e allora ho pensato di scegliere proprio questo. La ricetta che vi propongo è una delle tante varianti ma credo sia anche una delle più gustose. Provatela!

RICETTA CARPACCIO DI PESCE SPADA E SALSA AI CAPPERI


Ingredienti per 4 persone: 400 g di pesce spada tagliato a fettine sottilissime - 4 patate lessate di grandezza media – rucola – olio evo – sale e pepe. Per la salsa: 3 cucchiai di capperi sotto sale - 2 limoni – olio evo

Preparate la salsa: raccogliete i capperi in una ciotola e copriteli con acqua quanto basta a tenerli a bagno. Dopo un quarto d’ora strizzateli e tritateli finemente. Raccogliete il composto in una salsiera, diluitelo con abbondante olio e il succo dei limoni filtrato. Assaggiate, se necessario aggiungete olio o succo di limone. Disponete sul piatto da portata le fettine di pesce a cerchi concentrici, salate, pepate e copritele con la salsa preparata. Tenete in frigorifero per circa mezz’ora. Prima di portare a tavola guarnite con la rucola e con le patate lessate tagliate a spicchi e condite con un filo d’olio, sale, pepe. In questi giorni in cui il caldo comincia a farsi sentire, apprezzerete sicuramente questo piatto semplice e gustoso…se poi lo accompagnate ad un bicchiere di vino bianco fresco e ad un bel giallo…il risultato sarà davvero strepitoso! Buon appetito!



23/05/2018

RIZZOLI & ISLES: LA “STRANA COPPIA” DELLA POLIZIA DI BOSTON


Tess Gerritsen, nata Terry Tom a San Diego nel 1953, è figlia di un cuoco di origine cinese e di un’immigrata cinese. Molto portata per la musica, cresce suonando diversi strumenti e coltivando la passione per la scrittura. I genitori la spingono, però, a seguire gli studi di medicina e così si laurea all’Università di San Francisco, dove conosce un altro studente, Jacob Gerritsen. I due si sposano e vanno a vivere a Honolulu, lavorano come medici e hanno due figli. Proprio durante la maternità Tess riprende a seguire la sua prima e grande passione: scrive dei romanzi rosa e ha un discreto successo. Negli anni Novanta la famiglia Gerritsen si sposta nel Maine e Tess abbandona definitivamente la carriera di medico per dedicarsi esclusivamente a quella di scrittrice, lasciando i romanzi rosa per i più avvincenti medical thriller. Scrive sceneggiature per film e, finalmente, crea i due personaggi che l’hanno resa famosa e le hanno fatto vincere diversi premi letterari: la detective Jane Rizzoli ed il medico legale Maura Isles. Dai libri alla TV il passo è breve ed il successo dei romanzi viene raddoppiato grazie alla serie televisiva “Rizzoli& Isles”, che ancora sta andando in
onda con due ottime interpreti.  Jane e Maura sono diametralmente opposte e forse proprio per questo diventano grandi amiche e riescono a lavorare benissimo insieme, risolvendo i casi più difficili. Jane Rizzoli, americana figlia di italoamericani, è detective della Omicidi di Boston. Testarda, irruente, ha un carattere forte ed è un’ottima poliziotta che si è fatta strada in un mondo prevalentemente maschile grazie alla sua determinazione. La sua famiglia è onnipresente e spesso un po’ “ingombrante”, tanto che Jane litiga quasi quotidianamente con l’invadente madre, Angela. Ha due fratelli maschi e lei stessa è un po’ un “maschiaccio”, anche se, dietro alla “corazza” che si è costruita negli anni, spesso riemergono la sua sensibilità e la sua umanità. Maura Isles, invece, è un’anatomopatologa che, dopo anni di insegnamento, viene chiamata a Boston a ricoprire il ruolo di medico legale della Omicidi. Precisa a livello quasi maniacale, calma, fine, educata, con una cultura ed un quoziente intellettivo al di sopra della norma, apparentemente fredda e distaccata, viene soprannominata dai poliziotti “la Regina di ghiaccio”. Adottata da neonata, ha perso entrambi i genitori adottivi, quindi non ha una famiglia. Quando si conoscono lei non piace a Jane e Jane non piace a lei...ma poi finiranno per diventare colleghe, amiche quasi “complementari”, capaci di guardare alla stessa indagine da due “inquadrature” diverse e, per questo, capaci anche di arrivare alla soluzione. Attorno a loro gravitano una serie di personaggi più o meno importanti, che sono quasi sempre presenti nei diversi libri e che hanno subito alcune variazioni nella serie televisiva. Il fulcro, comunque, sono sempre loro, Rizzoli & Isles, la pistola ed il bisturi! Entrambe hanno sofferto molto nella loro vita, per motivi diversi, e questo le avvicina e le porta ad aprirsi l’una con l’altra, pur mantenendo le loro caratteristiche. E a tavola? Beh! Jane ha lo stomaco di ferro e passa dalle italianissime lasagne di sua madre ai panini del venditore ambulante di fronte al distretto, alle patatine fritte durante gli appostamenti; Maura, invece, è più attenta alla salute e al buon cibo e preferisce pesce, insalate, macedonie, centrifugati e cereali. Nei momenti più difficili della loro vita o del loro lavoro, in particolare quando sono “bloccate” nel corso di un’indagine particolarmente complessa, si ritrovano davanti ad un drink o ad uno spuntino veloce…e allora anche Maura “cede” al meno sano ma classicissimo hamburger. Per Jane è d’obbligo una birra ghiacciata, bevuta direttamente dalla bottiglia, mentre Maura rimane fedele al suo stile e sceglie un calice di vino rosso…perché la classe, si sa, non è acqua! La ricetta che vi propongo è quella degli hamburger del grande Gordon Ramsay…perché?  Ho semplicemente pensato che il piatto è “americanissimo”, come Jane, mentre lo chef è british, un po’ come lo stile di Maura! Provatela, non vi deluderà!

RICETTA HAMBURGER di Gordon Ramsay

Ingredienti per fare l’impasto degli hamburger: 500 gr di carne di manzo tritata - 1 cipolla rossa - 2 cucchiai di senape - sale e pepe q.b. Per fare il panino con l’hamburger: 4 panini da Hamburger cosparsi di semi di sesamo - 4 cetriolini sott’aceto - 4 foglie di lattuga - 2 pomodori rossi - 1 cipolla rossa o bianca - formaggio Cheddar Cheese - salse a piacere

Tritate la cipolla, unitela alla carne macinata, aggiungete la senape, un pizzico di sale e di pepe. Mescolate il tutto per bene. Dividete l’impasto in parti uguali e schiacciatele con le mani, fino ad ottenere degli hamburger alti circa due centimetri e con un diametro di circa dieci centimetri. (Naturalmente, se avete l’apposito attrezzo per fare direttamente gli hamburger fatti in casa, potete evitare questo passaggio). Cuocete gli hamburger da entrambi i lati, in base alla cottura preferita. Per la cottura perfetta dei veri hamburger americani, si consigliano 2 minuti per lato, rigirando l’hamburger una volta e facendo attenzione a non seccarlo troppo. Potete utilizzare una
piastra ben calda, o una padella antiaderente, senza far uso di olio. Riscaldate i panini per hamburger su di una piastra o al forno ed intanto lavate l’insalata e tagliate a fette il pomodoro e i cetriolini. Disponete una foglia di insalata sulla base del panino, aggiungete le fette di pomodoro e di cetriolini, poi condite con un filo d’olio e un pizzico di sale. Aggiungete l’hamburger fatto in casa, poi una fetta di formaggio ed ancora uno strato di insalata e pomodori. L’hamburger può essere farcito con una salsa a piacere tra ketchup, maionese o senape. Servite ben caldo con patatine fritte o insalata e scegliete se abbinarlo ad una birra fresca, come Jane, o ad un buon vino, come Maura…sono sicura che in entrambi i casi lo apprezzerete moltissimo: è più sano di quello dei fast-food e potrete gustarlo comodi comodi, magari leggendo un libro o guardando una puntata di Rizzoli & Isles!!! Buon appetito e buona lettura (o buona visione)!

16/05/2018

SIMENON E IL COQ AU VIN DELLA SIGNORA MAIGRET


Georges Joseph Christian Simenon (Liegi 1903 – Losanna 1989), scrittore belga di lingua francese, iniziò a scrivere ancora adolescente. La sua vita fu piuttosto “instabile”. Non riusciva a stare nello stesso posto molto a lungo, infatti visse in Belgio, in Francia, in Canada, negli Stati Uniti ed in Svizzera, ebbe diverse relazioni, due matrimoni, quattro figli e un intenso “rapporto” con il fumo e l’alcool. Mosse i primi passi come giornalista, scrisse reportage, brevi racconti, alcuni romanzi, tutti con diversi pseudonimi, poi negli anni Trenta ci fu la svolta con la creazione del commissario Jules Maigret. La sua produzione letteraria spaziò in diversi generi e molti furono i suoi libri ma Simenon è ricordato soprattutto per questo suo personaggio, protagonista di 75 romanzi e 28 racconti. Nei suoi romanzi egli si discosta dal giallo classico “all’inglese” nel quale l’investigatore di turno indaga alla ricerca del colpevole e l’attenzione si sposta sul movente, sul perché il colpevole ha colpito, ha rubato, soprattutto ha ucciso. Si ricostruiscono i fatti, cercando di conoscere a fondo sia la vittima che il suo carnefice, perché alla fine, agli occhi di Maigret, entrambi sono vittime. “Cosa ha portato quella persona, apparentemente così “normale” a compiere una tale azione?” È questa la domanda che ci accompagna durante la lettura dei romanzi di Simenon. Le storie che ci racconta parlano prevalentemente di persone semplici, umili, coinvolte in vicende drammatiche e anche quando raramente si spostano nei quartieri più “alti” di Parigi, tutta la nobiltà passa in secondo piano, perché davanti a certe tragedie siamo tutti uguali. Il commissario Maigret incontra i sospettati, li guarda negli occhi, soprattutto li ascolta, ricostruisce pazientemente con loro il “prima” che hanno vissuto e che li ha portati davanti a lui. Poi esce dal suo ufficio e visita i loro ambienti, cercando di viverli e di conoscerli, semplicemente immedesimandosi in loro. La sua intelligenza, la sua arguzia, la sua fine conoscenza dell’essere umano e il suo infallibile istinto sono le armi che utilizza per assicurare il colpevole alla giustizia, a tutti i costi, anche quando la giustizia non sembra proprio tale. A chi gli chiede qual è il suo metodo, lui risponde che non ha un metodo. C’è quasi una nota malinconica che accompagna le indagini di questo commissario, cosciente del fatto che anche il criminale più incallito nasconde un lato umano, una parte emotiva e passionale che aspetta solo di uscire allo scoperto, facendolo confessare e, il più delle volte, anche pentire. Il commissario Maigret è descritto come massiccio,
spesso chiuso nelle sue riflessioni, dal carattere un po’ scontroso e irritabile ma fondamentalmente buono e capace di empatia. Le sue avventure hanno avuto diverse trasposizioni cinematografiche e in Italia ancora oggi in molti abbinano a questo "eroe semplice" il viso dell'indimenticabile Gino Cervi, mentre in Francia Maigret è sinonimo di Jean Gabin. Fumatore incallito di pipa (ne ha una vera e propria collezione), amante della buona cucina e del buon vino e dei liquori fatti in casa, sempre innamorato e fedele a sua moglie, che nei romanzi è chiamata semplicemente “signora Maigret”, è appassionato del suo lavoro e si concede pochissimi svaghi. La consorte gli prepara diversi manicaretti che vengono descritti nei libri di Simenon (anzi! È uscito anche un libro dedicato alle sue ricette) ma il preferito in assoluto del commissario è il fantastico coq au vin (pollo al vino). Sembra una ricetta elaborata ma credetemi: non è così difficile e il risultato è davvero strepitoso! Ho cercato la ricetta originale ed eccola qui!

COQ AU VIN DELLA SIGNORA MAIGRET
Ingredienti per 4 persone: 1 bel pollo ruspante da 2 kg (tagliato a pezzi) - 200 gr di pancetta - 1 bel cucchiaio di grasso d’anatra (o di strutto – per una versione più leggera usare olio d’oliva) - 2 cucchiai di farina - 10 cipolle fresche piccole - 4 spicchi d’aglio - 4 scalogni - Sale, pepe - 1 mazzetto aromatico (alloro, timo, rosmarino…) - 1 bicchierino di grappa - 1 pugno di funghi porcini secchi - 1 dado da brodo 
Per la marinata: 1 litro di vino rosso secco (possibilmente di Bordeaux) - 1 carota tagliata a rondelle - 1 mazzetto aromatico (alloro, timo, rosmarino…) - 10 grani di pepe nero - 1 scalogno con infilati 2 chiodi di garofano - 4 o 5 bacche di ginepro
Il giorno prima, preparate la marinata versando il vino e gli altri ingredienti per la marinata in un recipiente. Tagliate il pollo a pezzi e metterli nella marinata. Coprite e conservate in frigorifero durante tutta la notte. L’indomani, reidratate i funghi porcini immergendoli in una tazza di acqua tiepida. Scolate i pezzi di pollo dalla marinata conservandola a parte e fateli rosolare in una casseruola dove avrete sciolto il grasso di anatra (o semplicemente con un po’ di olio). Rigirateli più volte in modo da farli rosolare su tutti i lati. Una volta dorati, togliete i pezzi di pollo dalla casseruola e conservateli in un piatto, fuori
dal fuoco. Sbucciate gli scalogni e gli spicchi d’aglio e tritateli, tagliate la pancetta a listarelle e versate il tutto nella casseruola, al posto dei pezzi di pollo. Fate soffriggere il tutto a fuoco vivo, poi rimettete i pezzi di pollo nella casseruola e fiammeggiate con la grappa. Spolverizzate il tutto con la farina, mescolate poi aggiungete la marinata filtrata, i funghi porcini reidratati, il dado da brodo e le cipolle fresche tagliate a pezzetti. Aggiungete sale, pepe e ½ bicchiere di acqua e fate stufare il pollo per circa 2 ore a fuoco lento. Sorvegliate la cottura, quando i pezzi di pollo sono cotti, ritirateli dalla casseruola e disponeteli su un piatto da portata. Fuori dal fuoco, legate la salsa che si trova nella casseruola aggiungendovi un pezzetto di burro. Versate la salsa, senza dimenticare i funghi, sui pezzi di pollo, servite subito accompagnando il piatto con dei crostini di pane caldo imburrati e del buon vino rosso, ovviamente! La signora Maigret usa un liquore alle prugne selvatiche anziché la grappa e sostiene che quello sia il segreto per rendere il suo coq au vin unico…beh! Il commissario ne mangia sempre due o tre porzioni, quindi penso abbia ragione. Io l’ho provato e, se non vi fate impressionare dal colore scuro acquisito dal pollo grazie alla marinatura nel vino rosso, vi assicuro che ha un gusto incredibile. Et alors…bon appétit!!!

09/05/2018

MR PINKERTON FRA INDAGINI E AFTERNOON TEA

David Frome, al secolo Zenith Jones Brown (1898-1983), nacque a Smith River, in California, e si laureò alla University of Washington di Seattle. Cominciò la stesura del suo primo giallo “The Murder of an Old Man” nel 1928 mentre si trovava in Inghilterra col marito e l’anno successivo lo pubblicò sotto lo pseudonimo maschile di Frome, appunto. Scrisse diversi romanzi, tutti con pseudonimi diversi: alcuni “mysteries” come Leslie Ford, altri romanzi rosa come Brenda Conrad, una popolarissima serie incentrata sui due investigatori John Primrose e Grace Latham… Ma il suo capolavoro fu “The Hammersmith Murders” (I delitti di Hammersmith), il primo di undici romanzi di successo con lo stesso protagonista: Mr Pinkerton. Pacifico gallese di mezza età, esageratamente timido e un po’ ansioso, Mr Pinkerton si ritrova spesso ad essere oggetto di scherzi e derisioni da parte di chi lo circonda. Dopo una vita di sottomissione all’amata-odiata moglie, autoritaria e dispotica, rimane vedovo e con molto tempo libero a disposizione, grazie alla cospicua eredità lasciatagli dalla consorte. Suo malgrado, però, gran parte di questo tempo lo trascorre trovandosi invischiato in misteriosi casi di omicidio, che risolve insieme all'ispettore Bull di Scotland Yard. La caratteristica principale di Mr Pinkerton, nonostante la sua bassissima autostima, è il suo acuto spirito di osservazione e deduzione. Rimanendo in disparte, apparentemente distaccato da quanto lo circonda, egli nota i particolari più insignificanti, e grazie alla sua spiccata curiosità, si dimostra un detective degno di lode. I gialli che lo vedono protagonista sono dei veri classici, ambientati in Inghilterra negli anni Trenta, che attirano il lettore in un crescendo di suspense e colpi di scena. Nulla è come sembra e anche l’abilità del “nostro” investigatore dilettante viene spesso messa a dura prova. Ho letto i libri di Frome perché avevo già sentito parlare di Mr Pinkerton ed ero curiosa di conoscere questo originale personaggio. Mi è piaciuto in particolare “Mr Pinkerton ha un indizio”, perché parte un po’ “lentamente”, presentando questo “ometto” che decide di andare in vacanza a Bath per una vacanza rilassante ed economica…ci arriverà ma la sua permanenza nella ridente cittadina termale sarà esattamente l’opposto! Gli unici momenti di “svago e relax” per lui, infatti, saranno quelli in cui si potrà godere l’amato “afternoon tea”, il tè delle cinque così tipicamente inglese: una teiera calda al punto giusto, un goccio di latte, dello zucchero, degli scones e i soffici e gustosi sandwiches salati, i suoi preferiti. Tutti diversi, tutti da assaggiare, non possono mancare accanto alla bevanda inglese per eccellenza…e allora ecco a voi qualche idea per realizzare ed offrire questi piccoli panini morbidi e saporiti ai vostri ospiti…sempre rigorosamente alle 17…mi raccomando!!!

SANDWICH SALATI PER L’AFTERNOON TEA
Anzitutto dovete utilizzare del pane in cassetta fresco o del pancarrè bianco e ai cereali, anche se c’è chi preferisce dei panini morbidi al latte. Cominciate tagliando le “croste” del pane (ma non buttateli! Si possono riutilizzare, per esempio, come crostini per un passato o una crema di verdure). Cercate di organizzarvi per fare diversi tipi di sandwiches senza sprecare nulla e, al contempo, senza esagerare con il ripieno. Generalmente si taglia il pane in rettangoli (metà di una fetta di pancarrè per intenderci), lo si spalma con burro semplice o aromatizzato oppure con una salsa o del formaggio fresco, e poi lo si farcisce con gli ingredienti più diversi. Eccovi qualche idea:
*Sandwich con ravanelli e burro alle acciughe – Amalgamate un po’ di burro con un po’ di pasta di acciughe, spalmatelo sul pane e disponetevi sopra dei ravanelli tagliati a fettine sottili.
*Sandwich con uova sode – tagliate le uova sode, aggiungete della maionese, un pizzico di curry, della senape e una spolverata di pepe. Mescolate tutto con una forchetta, finché otterrete una crema da spalmare sul pane.
*Cucumber sandwich – è uno dei più tipici ed amati del Regno Unito…ed anche uno dei più semplici! Unite dello scalogno tritato finemente ad un po’ di formaggio spalmabile, stendetelo sul pane e adagiatevi delle fettine di cetriolo fresco, tagliato fine. (In alcune versioni si usa il burro al posto del formaggio…ma suvvia tutto questo burro!!!)
*Tomato sandwich – Questa volta al formaggio spalmabile unite dell’origano o del basilico e finite con dei pomodorini tagliati a fettine, guarniti con un pizzico di sale e qualche goccia di olio evo.
*Smoked-salmon sandwich – unire al burro un po’ di aneto o dei semi di finocchio, spalmarlo sul pane, adagiarvi delle fettine di salmone affumicato, condito con un po’ di pepe e qualche goccia di limone. Ci sarebbero anche altre possibili varianti, dipende sempre dalla stagione, da ciò che avete a disposizione, dal tipo di ospiti che dovete soddisfare e, soprattutto, dalla vostra fantasia. L’importante è che siano sempre semplici, colorati e, soprattutto, gustosi! Have a good tea e alla prossima!

02/05/2018

DUPIN, PARIGI E I CROQUE MONSIEUR


Edgar Allan Poe (Boston 1809 – Baltimora 1849) è stato scrittore, poeta, critico letterario, giornalista, editore e saggista. Da sempre considerato uno dei più grandi e influenti scrittori statunitensi della storia, Poe è stato l'iniziatore del racconto poliziesco, della letteratura dell'orrore e del giallo psicologico. Precursore della narrativa gotica, padre della letteratura dell’orrore, è uno dei massimi esponenti del Romanticismo, con una spiccata propensione al Decadentismo. Fu il primo scrittore “maledetto” americano, alle prese con problemi finanziari, abuso di alcolici e di sostanze stupefacenti, amato e odiato dal pubblico e dalla critica del suo tempo e finì la sua breve vita da solo e per strada. Ci sarebbe moltissimo da dire sulle sue tante opere e sulla sua originale e tribolata esistenza…ma ciò che più mi interessa sono i suoi racconti polizieschi. È stato lui, infatti, a creare il primo investigatore della letteratura: Auguste Dupin. Si dice che per il suo personaggio Poe si sia ispirato al fondatore della Pubblica Sicurezza in Francia, un certo Eugène-François Vidocq, investigatore, criminale e avventuriero. Se sia vero o meno non lo so; resta il fatto che Dupin segnò la nascita di un nuovo genere di “eroe”, quello che non usa la forza né le armi ma solo ed esclusivamente la sua intelligenza, la sua cultura, il suo spirito di osservazione, le sue conoscenze…l’investigatore. Capostipite del genere, Dupin, rampollo di una famiglia benestante caduta in disgrazia, è appassionato di enigmi e geroglifici e vive a Parigi con un amico e compagno di avventure (che è il narratore nei libri di Poe). In realtà non è un investigatore di professione ma indaga per divertimento personale, per sfidare sé stesso e le forze dell’ordine e, soprattutto, perché non sopporta di vedere accusato ingiustamente un innocente, in particolare nella sua amata Parigi. La sua umanità, unita al suo senso dell’umorismo, lo rendono simpatico al lettore, nonostante a volte sembri cinico ed egocentrico. Conosce il prefetto della Polizia e lo sfida sostenendo di voler mettere a sua disposizione il suo acume per risolvere i casi più difficili, dimostrando che analisi, deduzione, induzione, osservazione sono tutti “arnesi del mestiere” di cui un vero investigatore non può fare a meno! Nonostante la sua fama e l’importanza della sua figura, i racconti che vedono
Dupin protagonista, in realtà, sono solo tre: “I delitti della Rue Morgue”, “Il mistero di Marie Roget” e “La lettera rubata”. Vi consiglio di leggerli, se non tutti e tre almeno uno, per farvi un’idea di come erano i primi gialli, tenendo conto che all’epoca in cui furono scritti e pubblicati, vennero considerati abbastanza “duri e orrendi”, poco indicati a persone facilmente impressionabili (!). Tornando a noi...Edgar Allan Poe beveva e si drogava…come pretendere che il suo personaggio possa pensare anche solo lontanamente al cibo?!? E così, pensando a Dupin e alla splendida Parigi, quindi, ho deciso di proporvi una ricetta un po’ insolita, fuori dai soliti schemi e, soprattutto, fuori dai ristoranti...in strada, allora, o meglio nei bistrot a bere un bicchiere di vino e a gustare un caldo, croccante e succulento Croque Monsieur!

Ricetta (e storia) dei Croque Monsieur

La leggenda narra che il proprietario di un bistrot in Boulevard des Capucines, odiato dalla concorrenza perché sempre pieno di clienti, fu accusato di essere un cannibale. Il malcapitato, con furbizia, decise di rigirare questa maldicenza a suo favore e mise in piedi un'ottima e gustosa vendetta: un giorno, pensò di inventare una nuova ricetta. Affettò una baguette, ne imburrò le fette e, tra una e l'altra, mise del prosciutto e del formaggio. Fece rosolare il panino farcito nel burro e poi lo portò in tavola ad uno dei suoi clienti abituali. Il fortunato rimase estasiato dal sapore di questo “toast” e si incuriosì riguardo il tipo di carne utilizzato e lui, l'inventore del piatto, rispose: “carne di monsieur, ovviamente”. Nel bistrot le risate scoppiarono sonore e tutti i clienti iniziarono ad ordinare questo piatto che, dal giorno dopo, entrò ufficialmente a far parte del menù. Era il 1910 ed il Croque monsieur iniziò a diventare uno dei piatti più richiesti nei bistrot parigini (forse anche per via della sua velocità nella preparazione) e la sua fama aumentò a dismisura. Ne esiste anche la variante al femminile, il Croque madame, che lo arricchisce adagiandovi sopra un uovo cotto all’occhio di bue. Col tempo sono nate altre varianti in diverse regioni francesi…ma non è il caso di distrarci: ecco a voi la ricetta!

Ingredienti: - 8 fette di pane tipo pancarrè - 120 g di prosciutto cotto - 120 g di Gruyère grattugiato – besciamella (per la besciamella: - 150 ml di latte caldo - 15 gr farina - 15 gr burro - sale - noce moscata)
Iniziate a preparare la besciamella: sciogliete il burro in un pentolino, toglietelo dal fuoco e aggiungete la farina, mescolate con una frusta per creare un composto liscio e senza grumi. Aggiungete il latte caldo a filo, mescolando con la frusta, e ponete a cuocere a fiamma dolce, mescolando di continuo per evitare che si creino grumi. Cuocete fino a quando la besciamella si sarà addensata. Aggiungete un pizzico di sale e la noce moscata. Disponete ora 4 fette di pane in cassetta su una teglia antiaderente o ricoperta di carta forno. Spalmate ogni fetta con un cucchiaio di besciamella. Aggiungete le fette di prosciutto cotto e il Gruyère grattugiato, lasciandone un pochino da parte. Ricoprite con le altre 4 fette di pane, poi cospargetele con la restante besciamella e il restante Gruyère grattugiato. Ponete in forno preriscaldato con opzione grill (oppure a 200° nel forno ventilato) per circa 4-5 minuti o fino a quando i croque monsieur saranno ben dorati e filanti. Servite i croque monsieur ben caldi, gustateli con una birra fresca o un bicchiere di vino bianco frizzante…e intanto leggetevi uno dei racconti di Edgar Allan Poe: vi sembrerà di essere a Parigi!!!