Georges Joseph Christian Simenon (Liegi 1903 – Losanna 1989), scrittore
belga di lingua francese, iniziò a scrivere ancora adolescente. La sua vita fu
piuttosto “instabile”. Non riusciva a stare nello stesso posto molto a lungo,
infatti visse in Belgio, in Francia, in Canada, negli Stati Uniti ed in
Svizzera, ebbe diverse relazioni, due matrimoni, quattro figli e un intenso “rapporto”
con il fumo e l’alcool. Mosse i primi passi come giornalista, scrisse
reportage, brevi racconti, alcuni romanzi, tutti con diversi pseudonimi, poi
negli anni Trenta ci fu la svolta con la creazione del commissario Jules Maigret.
La sua produzione letteraria spaziò in diversi generi e molti furono i suoi
libri ma Simenon è ricordato soprattutto per questo suo personaggio, protagonista
di 75 romanzi e 28 racconti. Nei suoi romanzi egli si discosta dal giallo
classico “all’inglese” nel quale l’investigatore di turno indaga alla ricerca
del colpevole e l’attenzione si sposta sul movente, sul perché il colpevole ha colpito,
ha rubato, soprattutto ha ucciso. Si ricostruiscono i fatti, cercando di conoscere
a fondo sia la vittima che il suo carnefice, perché alla fine, agli occhi di Maigret,
entrambi sono vittime. “Cosa ha portato quella persona, apparentemente così “normale”
a compiere una tale azione?” È questa la domanda che ci accompagna durante la
lettura dei romanzi di Simenon. Le storie che ci racconta parlano prevalentemente
di persone semplici, umili, coinvolte in vicende drammatiche e anche quando
raramente si spostano nei quartieri più “alti” di Parigi, tutta la nobiltà passa
in secondo piano, perché davanti a certe tragedie siamo tutti uguali. Il
commissario Maigret incontra i sospettati, li guarda negli occhi, soprattutto li
ascolta, ricostruisce pazientemente con loro il “prima” che hanno vissuto e che
li ha portati davanti a lui. Poi esce dal suo ufficio e visita i loro ambienti,
cercando di viverli e di conoscerli, semplicemente immedesimandosi in loro. La
sua intelligenza, la sua arguzia, la sua fine conoscenza dell’essere umano e il
suo infallibile istinto sono le armi che utilizza per assicurare il colpevole
alla giustizia, a tutti i costi, anche quando la giustizia non sembra proprio
tale. A chi gli chiede qual è il suo metodo, lui risponde che non ha un metodo.
C’è quasi una nota malinconica che accompagna le indagini di questo commissario,
cosciente del fatto che anche il criminale più incallito nasconde un lato
umano, una parte emotiva e passionale che aspetta solo di uscire allo scoperto,
facendolo confessare e, il più delle volte, anche pentire. Il commissario
Maigret è descritto come massiccio,
spesso chiuso nelle sue riflessioni, dal carattere un po’ scontroso e irritabile ma fondamentalmente buono e capace di empatia. Le sue avventure hanno avuto diverse trasposizioni cinematografiche e in Italia ancora oggi in molti abbinano a questo "eroe semplice" il viso dell'indimenticabile Gino Cervi, mentre in Francia Maigret è sinonimo di Jean Gabin. Fumatore incallito di pipa (ne ha una vera e propria collezione), amante della buona cucina e del buon vino e dei liquori fatti in casa, sempre innamorato e fedele a sua moglie, che nei romanzi è chiamata semplicemente “signora Maigret”, è appassionato del suo lavoro e si concede pochissimi svaghi. La consorte gli prepara diversi manicaretti che vengono descritti nei libri di Simenon (anzi! È uscito anche un libro dedicato alle sue ricette) ma il preferito in assoluto del commissario è il fantastico coq au vin (pollo al vino). Sembra una ricetta elaborata ma credetemi: non è così difficile e il risultato è davvero strepitoso! Ho cercato la ricetta originale ed eccola qui!
spesso chiuso nelle sue riflessioni, dal carattere un po’ scontroso e irritabile ma fondamentalmente buono e capace di empatia. Le sue avventure hanno avuto diverse trasposizioni cinematografiche e in Italia ancora oggi in molti abbinano a questo "eroe semplice" il viso dell'indimenticabile Gino Cervi, mentre in Francia Maigret è sinonimo di Jean Gabin. Fumatore incallito di pipa (ne ha una vera e propria collezione), amante della buona cucina e del buon vino e dei liquori fatti in casa, sempre innamorato e fedele a sua moglie, che nei romanzi è chiamata semplicemente “signora Maigret”, è appassionato del suo lavoro e si concede pochissimi svaghi. La consorte gli prepara diversi manicaretti che vengono descritti nei libri di Simenon (anzi! È uscito anche un libro dedicato alle sue ricette) ma il preferito in assoluto del commissario è il fantastico coq au vin (pollo al vino). Sembra una ricetta elaborata ma credetemi: non è così difficile e il risultato è davvero strepitoso! Ho cercato la ricetta originale ed eccola qui!
COQ AU VIN DELLA SIGNORA MAIGRET
Ingredienti per 4 persone: 1 bel pollo ruspante da 2 kg (tagliato
a pezzi) - 200 gr di pancetta - 1 bel cucchiaio di grasso d’anatra (o di
strutto – per una versione più leggera usare olio d’oliva) - 2 cucchiai di
farina - 10 cipolle fresche piccole - 4 spicchi d’aglio - 4 scalogni - Sale,
pepe - 1 mazzetto aromatico (alloro, timo, rosmarino…) - 1 bicchierino di
grappa - 1 pugno di funghi porcini secchi - 1 dado da brodo
Per la marinata: 1 litro di vino rosso secco (possibilmente di
Bordeaux) - 1 carota tagliata a rondelle - 1 mazzetto aromatico (alloro, timo,
rosmarino…) - 10 grani di pepe nero - 1 scalogno con infilati 2 chiodi di
garofano - 4 o 5 bacche di ginepro
Il giorno prima, preparate la marinata versando il vino e gli altri
ingredienti per la marinata in un recipiente. Tagliate il pollo a pezzi e metterli nella marinata. Coprite e conservate
in frigorifero durante tutta la notte. L’indomani, reidratate i funghi porcini immergendoli in una tazza di
acqua tiepida. Scolate i pezzi di pollo dalla marinata conservandola a parte e
fateli rosolare in una casseruola dove avrete sciolto il grasso di anatra (o
semplicemente con un po’ di olio). Rigirateli più volte in modo da farli
rosolare su tutti i lati. Una volta dorati, togliete i pezzi di pollo dalla
casseruola e conservateli in un piatto, fuori
dal fuoco. Sbucciate gli scalogni e gli spicchi d’aglio e tritateli, tagliate la pancetta a listarelle e versate il tutto nella casseruola, al posto dei pezzi di pollo. Fate soffriggere il tutto a fuoco vivo, poi rimettete i pezzi di pollo nella casseruola e fiammeggiate con la grappa. Spolverizzate il tutto con la farina, mescolate poi aggiungete la marinata filtrata, i funghi porcini reidratati, il dado da brodo e le cipolle fresche tagliate a pezzetti. Aggiungete sale, pepe e ½ bicchiere di acqua e fate stufare il pollo per circa 2 ore a fuoco lento. Sorvegliate la cottura, quando i pezzi di pollo sono cotti, ritirateli dalla casseruola e disponeteli su un piatto da portata. Fuori dal fuoco, legate la salsa che si trova nella casseruola aggiungendovi un pezzetto di burro. Versate la salsa, senza dimenticare i funghi, sui pezzi di pollo, servite subito accompagnando il piatto con dei crostini di pane caldo imburrati e del buon vino rosso, ovviamente! La signora Maigret usa un liquore alle prugne selvatiche anziché la grappa e sostiene che quello sia il segreto per rendere il suo coq au vin unico…beh! Il commissario ne mangia sempre due o tre porzioni, quindi penso abbia ragione. Io l’ho provato e, se non vi fate impressionare dal colore scuro acquisito dal pollo grazie alla marinatura nel vino rosso, vi assicuro che ha un gusto incredibile. Et alors…bon appétit!!!
dal fuoco. Sbucciate gli scalogni e gli spicchi d’aglio e tritateli, tagliate la pancetta a listarelle e versate il tutto nella casseruola, al posto dei pezzi di pollo. Fate soffriggere il tutto a fuoco vivo, poi rimettete i pezzi di pollo nella casseruola e fiammeggiate con la grappa. Spolverizzate il tutto con la farina, mescolate poi aggiungete la marinata filtrata, i funghi porcini reidratati, il dado da brodo e le cipolle fresche tagliate a pezzetti. Aggiungete sale, pepe e ½ bicchiere di acqua e fate stufare il pollo per circa 2 ore a fuoco lento. Sorvegliate la cottura, quando i pezzi di pollo sono cotti, ritirateli dalla casseruola e disponeteli su un piatto da portata. Fuori dal fuoco, legate la salsa che si trova nella casseruola aggiungendovi un pezzetto di burro. Versate la salsa, senza dimenticare i funghi, sui pezzi di pollo, servite subito accompagnando il piatto con dei crostini di pane caldo imburrati e del buon vino rosso, ovviamente! La signora Maigret usa un liquore alle prugne selvatiche anziché la grappa e sostiene che quello sia il segreto per rendere il suo coq au vin unico…beh! Il commissario ne mangia sempre due o tre porzioni, quindi penso abbia ragione. Io l’ho provato e, se non vi fate impressionare dal colore scuro acquisito dal pollo grazie alla marinatura nel vino rosso, vi assicuro che ha un gusto incredibile. Et alors…bon appétit!!!
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