Edgar Allan Poe (Boston 1809 – Baltimora 1849) è stato scrittore,
poeta, critico letterario, giornalista, editore e saggista. Da sempre considerato
uno dei più grandi e influenti scrittori statunitensi della storia, Poe è stato
l'iniziatore del racconto poliziesco, della letteratura dell'orrore e del
giallo psicologico. Precursore della narrativa gotica, padre della letteratura
dell’orrore, è uno dei massimi esponenti del Romanticismo, con una spiccata
propensione al Decadentismo. Fu il primo scrittore “maledetto” americano, alle prese
con problemi finanziari, abuso di alcolici e di sostanze stupefacenti, amato
e odiato dal pubblico e dalla critica del suo tempo e finì la sua breve vita da
solo e per strada. Ci sarebbe moltissimo da dire sulle sue tante opere e sulla
sua originale e tribolata esistenza…ma ciò che più mi interessa sono i suoi
racconti polizieschi. È stato lui, infatti, a creare il primo investigatore
della letteratura: Auguste Dupin. Si dice che per il suo personaggio Poe si sia
ispirato al fondatore della Pubblica Sicurezza in Francia, un certo Eugène-François
Vidocq, investigatore, criminale e avventuriero. Se sia vero o meno non lo so;
resta il fatto che Dupin segnò la nascita di un nuovo genere di “eroe”, quello
che non usa la forza né le armi ma solo ed esclusivamente la sua intelligenza,
la sua cultura, il suo spirito di osservazione, le sue conoscenze…l’investigatore.
Capostipite del genere, Dupin, rampollo di una famiglia benestante caduta in disgrazia,
è appassionato di enigmi e geroglifici e vive a Parigi con un amico e compagno di
avventure (che è il narratore nei libri di Poe). In realtà non è un investigatore
di professione ma indaga per divertimento personale, per sfidare sé stesso e le
forze dell’ordine e, soprattutto, perché non sopporta di vedere accusato
ingiustamente un innocente, in particolare nella sua amata Parigi. La sua
umanità, unita al suo senso dell’umorismo, lo rendono simpatico al lettore,
nonostante a volte sembri cinico ed egocentrico. Conosce il prefetto della Polizia
e lo sfida sostenendo di voler mettere a sua disposizione il suo acume per
risolvere i casi più difficili, dimostrando che analisi, deduzione, induzione,
osservazione sono tutti “arnesi del mestiere” di cui un vero investigatore non può
fare a meno! Nonostante la sua fama e l’importanza della sua figura, i racconti
che vedono
Dupin protagonista, in realtà, sono solo tre: “I delitti della Rue
Morgue”, “Il mistero di Marie Roget” e “La lettera rubata”. Vi consiglio di
leggerli, se non tutti e tre almeno uno, per farvi un’idea di come erano i
primi gialli, tenendo conto che all’epoca in cui furono scritti e pubblicati,
vennero considerati abbastanza “duri e orrendi”, poco indicati a persone facilmente
impressionabili (!). Tornando a noi...Edgar Allan Poe beveva e si drogava…come pretendere che il
suo personaggio possa pensare anche solo lontanamente al cibo?!? E così, pensando a Dupin
e alla splendida Parigi, quindi, ho deciso di proporvi una ricetta un po’ insolita,
fuori dai soliti schemi e, soprattutto, fuori dai ristoranti...in strada,
allora, o meglio nei bistrot a bere un bicchiere di vino e a gustare un caldo,
croccante e succulento Croque Monsieur!
Ricetta (e storia) dei Croque
Monsieur
La leggenda narra che il proprietario di un bistrot in Boulevard des
Capucines, odiato dalla concorrenza perché sempre pieno di clienti, fu accusato
di essere un cannibale. Il malcapitato, con furbizia, decise di rigirare questa
maldicenza a suo favore e mise in piedi un'ottima e gustosa vendetta: un
giorno, pensò di inventare una nuova ricetta. Affettò una baguette, ne imburrò
le fette e, tra una e l'altra, mise del prosciutto e del formaggio. Fece
rosolare il panino farcito nel burro e poi lo portò in tavola ad uno dei suoi
clienti abituali. Il fortunato rimase estasiato dal sapore di questo “toast” e
si incuriosì riguardo il tipo di carne utilizzato e lui, l'inventore del
piatto, rispose: “carne di monsieur, ovviamente”. Nel bistrot le risate
scoppiarono sonore e tutti i clienti iniziarono ad ordinare questo piatto che,
dal giorno dopo, entrò ufficialmente a far parte del menù. Era il 1910 ed il
Croque monsieur iniziò a diventare uno dei piatti più richiesti nei bistrot
parigini (forse anche per via della sua velocità nella preparazione) e la sua
fama aumentò a dismisura. Ne esiste anche la variante al femminile, il Croque
madame, che lo arricchisce adagiandovi sopra un uovo cotto all’occhio di bue. Col
tempo sono nate altre varianti in diverse regioni francesi…ma non è il caso di
distrarci: ecco a voi la ricetta!
Ingredienti: - 8 fette di
pane tipo pancarrè - 120 g di prosciutto cotto - 120 g di Gruyère grattugiato –
besciamella (per la besciamella: - 150 ml di latte caldo - 15 gr farina -
15 gr burro - sale - noce moscata)
Iniziate a preparare la besciamella: sciogliete il burro in un
pentolino, toglietelo dal fuoco e aggiungete la farina, mescolate con una
frusta per creare un composto liscio e senza grumi. Aggiungete il latte caldo a
filo, mescolando con la frusta, e ponete a cuocere a fiamma dolce, mescolando
di continuo per evitare che si creino grumi. Cuocete fino a quando la
besciamella si sarà addensata. Aggiungete un pizzico di sale e la noce moscata.
Disponete ora 4 fette di pane in cassetta su una teglia antiaderente o
ricoperta di carta forno. Spalmate ogni fetta con un cucchiaio di besciamella.
Aggiungete le fette di prosciutto cotto e il Gruyère grattugiato, lasciandone
un pochino da parte. Ricoprite con le altre 4 fette di pane, poi cospargetele
con la restante besciamella e il restante Gruyère grattugiato. Ponete in forno
preriscaldato con opzione grill (oppure a 200° nel forno ventilato) per circa
4-5 minuti o fino a quando i croque monsieur saranno ben dorati e filanti.
Servite i croque monsieur ben caldi, gustateli con una birra fresca o un
bicchiere di vino bianco frizzante…e intanto leggetevi uno dei racconti di Edgar
Allan Poe: vi sembrerà di essere a Parigi!!!
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