25/07/2018

IL COMMISSARIO SENSI E IL DOTTOR CLAPS, AMICI PER CASI…DA RISOLVERE


Mario Mazzanti ama definirsi “un maledetto toscano nato per i casi della vita a Milano”. Medico chirurgo, attualmente vive in provincia di Bergamo con la moglie, quattro figli e diverse passioni: il cinema, la letteratura, l’opera, gli scacchi…La più grande, però, è quella per la letteratura gialla che l’ha portato a scrivere romanzi e racconti polizieschi, thriller psicologici e storici. I suoi personaggi sono poliziotti che ogni giorno vedono cose che non vorrebbero vedere, psicologi che ascoltano sofferenze interiori che deturpano l’umanità e la portano a gesti estremi, giornalisti in cerca di notizie che superano il limite del lecito, assassini che sono vittime e vittime che diventano carnefici. E tutti sono capaci di coinvolgere il lettore nella loro indagine, nella loro vita, nella loro lotta al crimine, al male…forse perché sono umani, veri, più vicini alla realtà di tanti “supereroi” improvvisati. In particolare nei libri di Mazzanti incontriamo il commissario Sensi, esperto poliziotto di Milano appassionato del suo lavoro, disincantato e al tempo stesso sensibile e il dottor Claps, psichiatra, criminologo, consulente della polizia come esperto dei profili psicologici degli autori di crimini violenti. Claps è molto preparato e brillante e lavora spesso con Sensi. Purtroppo durante un’indagine si avvicina troppo al criminale a cui sta dando la caccia e la lama dell’assassino lo colpisce, lesionando l’arteria femorale. Seguono, in ordine, un’emorragia massiva, due arresti cardiaci con conseguente anossia e un miracolo che lo tiene in vita ma a caro prezzo: l’afasia, un’alterazione della capacità di comprendere e di utilizzare sia vocaboli, sia espressioni verbali. Un danno cerebrale permanente dal quale si può migliorare solo con una lunga riabilitazione e una grande forza di volontà. Il profiler, aiutato dall’amico Sensi, percorrerà questa strada faticosa e tutta in salita ma continuerà, suo malgrado, ad essere coinvolto nelle indagini del poliziotto. Ho “incontrato” Mazzanti leggendo tre dei suoi libri,
riuniti in un’edizione economica intitolata “Tre casi scottanti”, trovata per caso in una libreria: “Un giorno perfetto per uccidere”, “Non uccidere” e “Sorelle”. I primi due con la coppia Sensi-Claps ed il terzo un racconto a sé stante. Ve li consiglio volentieri! A me sono piaciuti e prima o poi leggerò anche gli altri libri dello scrittore toscano. Nel frattempo devo ammettere che, a parte i numerosi panini buttati giù in orari assurdi da Sensi e i tanti, troppi pasti saltati da Claps, nei libri di Mazzanti non ci sono tracce rilevanti di cibo. Ma sapete bene che non questo non significa che non ci sia del gusto, anzi! I due amici si trovano regolarmente, una volta al mese, a cena in una trattoria guarda un po’ (!) toscana. Quindi un senso del gusto c’è e non a caso Mazzanti lo colloca proprio nella sua regione! Detto questo, ho deciso di proporvi una ricetta semplice ma dai sapori schietti e decisi: la panzanella toscana. Come nei libri di Mazzanti, si parte da ingredienti semplici e di carattere, i quali, una volta assemblati e conditi nel modo giusto, si trasformano e trovano il loro posto in un insieme armonioso, colorato e gustoso.

RICETTA PANZANELLA CLASSICA
Ingredienti: 8 fette di pane raffermo (meglio se toscano) - 2-3 pomodori maturi e sodi - una grossa cipolla rossa (o 2-3 piccole) - basilico fresco - olio extravergine di oliva - aceto di vino bianco - sale
Spezzettate con le mani il pane raffermo, riunitelo in una ciotola capiente e aggiungete acqua, quel tanto che basta a bagnarlo. Tagliate la cipolla a fettine e trasferitela in una ciotolina con acqua fredda. Tagliate il pomodoro a dadini. Strizzate molto bene il pane con le mani, trasferitelo in una ciotola e, sempre con le mani, riducetelo in briciole fini. Aggiungete la cipolla ben scolata dall'acqua, unite anche i pomodori e il basilico, spezzettato con le mani. Condite la panzanella con abbondante olio di oliva, aceto a piacere e sale. Mescolate e fate riposare almeno un'ora prima di servire. (Volendo si possono apportare delle varianti "a piacere" aggiungendo cetrioli, olive nere, tonno, uova sode…a voi la scelta!) In queste sere di caldo torrido è un piatto ideale, che si prepara senza dover cuocere nulla e si mangia davvero volentieri. E se poi state leggendo e non riuscite a staccarvi dalle pagine del vostro libro…non rischiate che si raffreddi! E allora buon appetito e buone ferie a tutti! Rilassate il fisico e la mente ovunque andrete, mare o montagna, estero o Italia, campagna o città…e anche se rimarrete a casa cercate comunque di staccare la spina…e mi raccomando: tenete sempre un giallo in borsa o sul comodino e regalatevi tanto gusto, sempre! Io chiudo la cucina per il mese di agosto…devo riposarmi e leggere i libri per il mio blog. Vi aspetto a settembre con tanti nuovi post e delle interessanti novità!

18/07/2018

WILL TRENT: INDAGINI E…CEREALI IN GEORGIA

Karin Slaughter, classe 1971, è nata e vive in Georgia (USA) e nello stesso stato, precisamente ad Atlanta, ha ambientato la maggior parte dei suoi libri. Originale ed eclettica nella vita come nella scrittura, l’autrice americana è considerata una delle regine del crime internazionale, con 25 milioni di copie vendute nel mondo e traduzioni in trenta Paesi. Unica nella storia ad essere insignita per ben quattro volte del prestigioso “Crimezone Thriller Awards”, Karin non ama parlare di sé e si tiene lontana dai riflettori. Fra i suoi thriller le sue due serie di successo con due protagonisti davvero molto interessanti: la prima segue le indagini e la vita di Will Trent, agente del GBI (Georgia Bureau of Investigation) e la seconda le vicissitudini di Sara Linton, pediatra ed anatomopatologa nella piccola cittadina di Grant County. Oggi ho deciso di parlarvi di Will Trent. Uomo dal fascino inquieto da molti considerato “strano”, introverso, apparentemente distaccato ma molto sensibile, preciso in modo quasi maniacale, brillante detective con un fiuto infallibile, Will ha un passato pesante e “scomodo”, che continua a segnare la sua vita, ed un difetto che un poliziotto non dovrebbe avere e che lui cerca in tutti i modi di tenere nascosto: è dislessico. Leggere o scrivere un rapporto, un messaggio o una mail sono per lui azioni difficili e per questo utilizza tutti i mezzi che l’odiata-amata tecnologia moderna mette a sua disposizione. Il tormentato detective è affiancato da diversi e, a diverso titolo, importanti personaggi femminili: Amanda Wagner, il suo autoritario capo;
Angie Polanski, amica di infanzia che lo conosce profondamente e con la quale ha una difficile ed impossibile relazione; Faith Mitchell, sua partner lavorativa, forte e determinata che, anche se non vuole ammetterlo, prova un amore fraterno nei confronti del collega e Sara Linton, l’altra protagonista dei romanzi della Slaughter, che lo “incrocia” durante un’indagine e diventerà molto importante per la sua vita. Anche il cagnolino che la sua vicina di casa gli lascia in custodia a tempo indeterminato ed al quale finirà per affezionarsi è una femmina e si chiama Betty! Insomma Will Trent è letteralmente circondato dalle donne e spesso viene davvero “schiacciato” da questi personaggi così forti ai quali non sa opporre resistenza. Il colmo è che, nonostante tutte queste presenze femminili, non ce n’è una che gli cucini mai qualcosa! No, non sto scherzando! Il cibo per Will è davvero marginale! Ha sempre in frigorifero del formaggio per la cagnolina (già, è un animale viziato!) e mangia solo quando se ne ricorda, preso com’è dalle sue indagini…l’unica cosa che non dimentica è la colazione a base di latte e corn flakes. E se la sera torna a casa e non ha nulla di pronto…replica! Quindi non ho avuto molta scelta: stasera vi proporrò una bella tazzona di latte con i corn flakes…non senza raccontarvi come, quando, dove e perché sono nati.

I CORN FLAKES E I FRATELLI KELLOGG

I corn flakes nascono alla fine del XIX° secolo nel Michigan. Il dottor John Kellogg e suo fratello Will, rispettivamente soprintendente e direttore amministrativo di un sanatorio di Battle Creek, erano seguaci della chiesa avventista del settimo giorno, la quale imponeva una severa dieta vegetariana ed escludeva i cibi troppo sapidi, l’alcol, il tabacco e la caffeina. Per far fronte alle tante spese di gestione, decisero di provare a creare un piatto a base di cereali, allora disponibili a basso costo. L’idea dei corn flakes nacque, in realtà, da un incidente. I due fratelli, infatti, per un’emergenza al sanatorio, dovettero lasciare dei semi di grano cotto a raffreddare e, al loro ritorno, lo trovarono ormai raffermo. Decisero, comunque, di lavorarlo e ottennero dei fiocchi (flakes appunto), che poi fecero tostare e servirono ai loro pazienti insieme al latte. Questi li apprezzarono talmente tanto da spingere i Kellogg a sperimentare la stessa ricetta con altri cereali. Ben presto Will Kellogg decise di lanciare il prodotto sul mercato e fondò una sua azienda, la Kellogg’s, nota in tutto il mondo fino ai giorni nostri. Per incontrare il favore del pubblico, però, decise di aggiungere un po’ di zucchero alla ricetta originale e per questo litigò con il fratello John. Questo prodotto, i cui ingredienti sono mais (98%), zucchero, estratto di malto d'orzo, sale, vitamine (PP, B6, B2, B1, folacina, D, B12) e ferro, si è diffuso in tutto il mondo e ne sono state create anche delle varianti, arricchite per esempio con del cacao o della frutta secca. Ancora oggi spesso i corn flakes vengono chiamati semplicemente “kelloggs” e sono consumati da persone di tutte le età, abbinati al latte o allo yogurt. Il nostro Will Trent, quindi, mangia poco ma sceglie alimenti sani rispetto a tanti suoi colleghi “fast-food dipendenti”. Beh! Evidentemente il suo stomaco ed il suo fiuto non sono molto legati…poco importa, vi consiglio comunque di leggere le sue avventure perché vi terranno con il fiato sospeso e forse vi ritroverete con una tazza di latte ed una manciata di cereali a divorare un libro…chi può dirlo?!? Buona lettura e alla prossima settimana!



11/07/2018

MARCUS E HARRY: DUE AMICI, DUE SCRITTORI, DUE LIBRI E DUE OMICIDI NEL NORD EST AMERICANO



Joël Dicker è un giovanissimo scrittore svizzero nato a Ginevra nel 1985. Laureato in legge nel 2010, fin da giovanissimo inizia a scrivere e nel 2009 termina la stesura del suo primo importante romanzo “Gli ultimi giorni dei nostri padri”, in cui racconta la storia di un ramo segreto del Secret Intelligence Service. Nonostante le difficoltà incontrate nel trovare un editore disposto a pubblicarlo, il libro esce nel 2011 in Francia e riscuote un discreto successo. Ma la fama di Dicker arriva nell’anno successivo, con la pubblicazione di quello che è stato definito il suo capolavoro: “La verità sul caso Harry Quebert”. Si tratta di un giallo deduttivo, ambientato nella fittizia cittadina di Aurora, sulla costa nord-orientale degli Stati Uniti. La vicenda si svolge nel 2008 con continui flashback al 1975, anno in cui Nola Kellergan, affascinante quindicenne figlia del pastore della chiesa cittadina, scompare in circostanze misteriose. Dopo 33 anni, il suo corpo viene ritrovato sepolto nel giardino della villa di 
Harry Quebert, famoso scrittore e docente universitario che conduce una vita schiva e solitaria. Quando si scopre che l’allora trentaquattrenne Harry ha vissuto un’intensa storia d’amore con la piccola Nola e che il suo best-seller “Le origini del male” è ispirato proprio a quella storia, lo scrittore viene accusato di omicidio e la sua immagine di uomo e di letterato è completamente distrutta. Marcus Goldman, giovane scrittore protagonista e “io narrante” del libro, corre in aiuto di Harry, suo insegnante, mentore ed unico vero amico. Convinto della sua innocenza, inizia ad indagare aiutato dal "simpaticissimo" sergente Gahalowood, scavando nel passato di Quebert, di Nola e di tutti gli abitanti di Aurora che, in un modo o nell’altro, hanno avuto a che fare con entrambi. Ben presto si renderà conto che nulla è come sembra, che tutti nascondono piccoli e grandi segreti e che le sue indagini danno fastidio a molti. Ma anche quando inizieranno a minacciarlo seriamente, Marcus non si darà per vinto e, anzi, deciderà di scrivere il suo prossimo libro proprio sul caso di Harry e Nola, per dimostrare e dire a tutto il mondo che il suo amico è innocente e che la loro storia d’amore, pur se contro tutti e tutto, era vera e profonda. Ci riuscirà? A voi scoprirlo! Vi consiglio davvero di leggerlo: non appena l’avrete iniziato non riuscirete a smettere! Bene, il delitto c’è, il “detective” anche e…a proposito di gusto? Beh! Nel libro sia Harry che Marcus frequentano una delle tipiche tavole calde americane, con tavoli e divanetti, dove le cameriere servono caffè e hamburger, toast con uova e bacon, panini e bagels, brownies, torte di mirtilli o mele e il sempre diverso “piatto del giorno”. 
...Non potevo e non volevo assolutamente “propinarvi” di nuovo uno di questi piatti, quindi ho scelto uno dei “must” della zona in cui si svolge la storia. Lungo le coste del New Hampshire, del Maine e del Connecticut, infatti, si pescano le aragoste, che qui sono le regine della tavola. Vengono preparate in diversi modi ma il più popolare le vede inserite nei “lobster roll”, i classici panini morbidi, scaldati nel burro e riempiti con aragosta, appunto, maionese e verdure. Spesso l’aragosta, soprattutto in base alla pesca ed al periodo, viene sostituita dall’astice o, più raramente, dai gamberi. (Anch’io, lo ammetto, ho dovuto “ripiegare” sull’astice…e non per la stagione!!). La sostanza, comunque, non cambia: pur rientrando nella categoria “fast food”, il lobster roll è più di un panino: è un tripudio di gusto che parla di mare! Ecco a voi la ricetta.

RICETTA ORIGINALE DEI LOBSTER ROLL

Ingredienti: 2 astici – maionese - succo di limone - sale e pepe - sedano (meglio se bianco) - 1 ciuffo di prezzemolo - 2 panini (buns americani o altri morbidi) – burro - erba cipollina – cipollotto (opzionale).  Buttate gli astici in acqua bollente e cuoceteli per 8 minuti, poi fateli raffreddare e spaccate il carapace per recuperare tutta la polpa, che taglierete a pezzettini. Consiglio di farla saltare due minuti in padella con una noce di burro e un pochino di cipollotto, per darle un sapore più deciso. Lavate il sedano e tagliatelo a dadini. Lavate il prezzemolo e tritatelo al coltello. Mettete l’astice in una ciotola e condite con sale, pepe, maionese, 
il succo di limone, il sedano, il prezzemolo e fate riposare un'ora in frigorifero. Scaldate il pane e spalmatelo con il burro su entrambi i lati, riempite con l’insalata di astice e condite con erba cipollina. Servite con contorno di verdure o di patatine fritte e accompagnate il tutto con una birra ghiacciata o un buon vino bianco frizzante fresco. L’ideale sarebbe gustarlo in una delle tante tavole calde sulla costa del New Hampshire o del Maine…ma se proprio non vi è possibile, accontentatevi di mangiarlo in compagnia di amici che abbiano un buon gusto. Se poi amano anche i libri, tanto meglio! Buon appetito!

04/07/2018

JOHN PELLAM UN “LOCATION SCOUT” GOLOSO E SEMPRE NEI GUAI!


Vi ricordate di Jeffery Deaver? Vi ho parlato dei suoi protagonisti più famosi, il grande Lincoln Rhyme e l’affascinante Amelia Sachs…ma prima di diventare famoso con la coppia crime di New York, aveva già scritto tre libri che sono arrivati in Italia solo dieci anni dopo la loro uscita negli States. In questi libri il protagonista è John Pellam, 37 anni, solitario, carnagione scura, occhi grigio verdi, tenta di sfondare a Hollywood… ma qualcosa va storto e John arriva a “scolarsi” letteralmente la carriera! Così, da brillante e promettente sceneggiatore, abbandona la bottiglia e i sogni di gloria e si ritrova a fare il “location scout”, una professione che nel cinema è nascosta, praticamente marginale e irrilevante. Pellam, però, deve pur campare e quindi gira in lungo e in largo gli Stati Uniti, con il suo scassatissimo camper, alla ricerca di luoghi ideali per i set dei nuovi film che gli Studios si accingono a produrre. Ed è proprio in questo suo “girovagare” che si imbatte in paesini ameni, spesso sconosciuti, dove incontra un’umanità variegata e complessa, a volte entusiasta del suo arrivo, a volte decisamente ostile, chiusa nelle sue abitudini. John cerca sempre e comunque di fare il suo lavoro tranquillamente, senza dare fastidio a nessuno, mantenendo un basso profilo…fatto sta che si ritrova sempre nei guai! Nel primo libro, “Sotto terra”, deve scagionarsi dall’accusa di omicidio, in una cittadina sonnolenta e inquietante, dove tutti nascondono qualcosa e trovano in lui un perfetto capro espiatorio. Nel secondo, “Fiume di sangue”, si ritrova ad essere testimone involontario di un brutale delitto e viene braccato da criminali e poliziotti…ma la distinzione fra buoni e cattivi non è sempre così netta e John deve trasformarsi da preda a cacciatore per salvarsi. Infine, nel terzo capitolo “L’ultimo copione di John Pellam”, il nostro eroe si prende una pausa dal mestiere di location scout per dedicarsi alla regia: vuole girare un documentario a Hell’s Kitchen, il quartiere malfamato di Manhattan dove convivono le più varie etnie tra guerre di gang rivali, prostituzione e droga. Ma una serie di incendi dolosi colpisce proprio le case dalle quali John vorrebbe iniziare le riprese e ben presto le sue ricerche lo metteranno seriamente in pericolo. In tutti e tre i romanzi si riconosce lo stile di Deaver: una trama avvincente, un crescendo di suspense e un sorprendente colpo finale. John Pellam è davvero un bel personaggio e le sue avventure mi sono piaciute molto. In ogni posto in cui si ferma fa tappa in uno dei tanti locali tipicamente americani, dove ti servono il piatto del giorno con una tazza di caffè, continuamente “rabboccata” dalla cameriera di turno. John è golosissimo, quindi ordina sempre una fetta di torta o si compra dei dolci da mangiare in viaggio: tutti rigorosamente “made in USA”! Per questo vi propongo la ricetta dei famosissimi brownies, i biscotti al cioccolato più diffusi oltreoceano, con una breve introduzione per raccontarvi come sono nati…
Nel 1893, a Chicago, in occasione della World’s Columbian Exposition, una delle prime “donne in carriera”, Bertha Palmer, fu nominata “President of the Board of Lady Managers”, un ruolo importante. La nomina richiedeva celebrazioni speciali e c’era da occuparsi del catering. L’intraprendente Bertha ordinò ai cuochi di casa Palmer di preparare un buon dolcetto che fosse facilmente trasportabile e che, soprattutto, non sporcasse il vestito delle signore durante il ricevimento. In altre parole, la descrizione perfetta dei brownies! La ricetta nasce dunque da questa semplice esigenza. Certo il cuoco della signora Palmer non poteva immaginare che i “suoi” brownies sarebbero diventati i dolcetti biscottosi (o biscotti dolcettosi!) americani più famosi al mondo insieme ai cookies.

Ricetta brownies originale
Ingredienti: 110 gr di burro - 150 gr di cioccolato extra-fondente - 3 uova - 200 gr di zucchero bianco - 20 gr di cacao - 95 gr di farina 00 - 10 ml di estratto di vaniglia - un pizzico di sale
Per prima cosa sciogliete il cioccolato e il burro a bagnomaria, mescolando dolcemente con un mestolo di legno finché gli ingredienti non sono completamente sciolti e il composto non è diventato cremoso. Togliete il cioccolato dal bagnomaria e unite tutto lo zucchero, amalgamando
bene con l’aiuto di una frusta, così da cominciare ad abbassare la temperatura del composto. Per accelerare il raffreddamento passate il composto in una ciotola più grande, dove potrete aggiungere con più agio tutti gli altri ingredienti. Aggiungete dunque le uova una alla volta, mescolando bene con la frusta finché il composto non le ha assorbite completamente. Quando le uova saranno ben incorporate, prendete il cacao amaro e aggiungetelo all’impasto con l’aiuto di un setaccio. Mescolate con una spatola per dolci. L’aggiunta di questo ingrediente contribuisce a rendere il colore del composto di un marrone decisamente più brillante e procura un profumo ancora più intenso ai vostri brownies.  Dopo aver incorporato il cacao, aggiungete anche la farina setacciata mescolando vigorosamente con la spatola per dolci, finché il composto non sarà diventato denso. Infine, aggiungete al tutto un pizzico di sale e due cucchiaini di estratto di vaniglia (se non riuscite a procurarvelo potete anche usare una bustina di vanillina). Dopo aver aggiunto tutti gli ingredienti, passate l’impasto in una apposita teglia rettangolare non troppo grande, imburrata o foderata con carta da forno. Le dimensioni della teglia potete stabilirle voi, ma più grande sarà, più bassi saranno i brownies: questione di gusti! Infornate a 170° per 35-40 minuti. Quando il vostro brownie sarà pronto, toglietelo dal forno e lasciate che si raffreddi. Questo passaggio è molto importante:  
non fatevi prendere dalla furia di tagliarlo subito a fette, perché se lo farete quando è ancora caldo, al contatto con il coltello, il brownie si spaccherà tutto! Quando, dopo una decina di minuti, il dolce sarà freddo, prendete un coltello a lama liscia ben affilato e tagliatelo a "cubotti", bagnando la lama con acqua calda prima di incidere il dolce. Non è necessario noleggiare un vecchio camper per mangiarli come John Pellam…vi basterà tenerli a portata di mano mentre leggete uno dei suoi libri e vi assicuro che entrambi finiranno molto in fretta!!!