Oggi torniamo ad occuparci dei nuovi e spesso quasi sconosciuti giallisti
tedeschi. Ultimamente stanno arrivando sugli scaffali di librerie e biblioteche
italiane diversi libri con titoli originali ed interessanti. Almeno per me!
Prendiamo ad esempio il duo Graf & Neuburger: i loro primi due libri si
intitolano “Gulasch di cervo” e “Trota allo spiedo” e riportano proprio questi
due simpatici animali in copertina. Ovviamente mi sono lasciata incuriosire,
visto che sono sempre a caccia di qualcosa di “insolito” che unisca gusto e
delitto…e devo dire che ho fatto bene! Dei due autori non si sa molto. Lisa
Graf, nata a Passau, ha studiato filologia romanza ed etnologia, ha scritto
cinque gialli e oltre una dozzina di saggi. Ottmar Neuburger, nato a Simbach am
Inn, ha studiato fisica e germanistica. Ha lavorato come programmatore e consulente
informatico; adesso è nel consiglio direttivo di un’azienda di sviluppo
software. Vivono nel Berchtesgaden, vicino a Salisburgo, e nessuno ha ancora
capito se
sono solo colleghi o se sono anche una coppia...ma in fondo non mi
riguarda proprio: il gossip non è il mio genere. Fatto sta che scrivono in modo
decisamente originale. Mi soffermo in particolare sul secondo libro “Trota allo
spiedo”. Anzitutto la lettura è scorrevole, la presentazione dei personaggi e
dei luoghi è accattivante e spesso si passa dalla suspense allo humor e viceversa, con il
risultato che si viene coinvolti e si vuole continuare a leggere per capire fin
dove può arrivare la vicenda. La trama è abbastanza semplice: Helmut Meissner, arzillo
“vecchietto” ed ex imprenditore rimasto vedovo, sceglie una lussuosa residenza
sul lago Chiemsee, in Baviera, per vivere gli ultimi anni della sua vita. Nonostante
l’età Helmut e i suoi amici, chi più chi meno, vogliono ancora godersi le loro
giornate ma sono continuamente limitati ed ostacolati da una zelante e bigotta
infermiera, la quale ha preso come una missione personale quella di salvare le
loro anime, più che i loro corpi. E così, quando iniziano ad avvenire strane
morti fra i suoi amici più cari, Helmut sospetta che sia proprio l’infermiera Pia
a trasformarsi in assassina. Ma sarà davvero così? Suo nipote Stefan, commissario della Criminalpol
in vacanza, va a trovare lo zio insieme alla sua collega e fidanzata Marlu…e
viene
coinvolto suo malgrado nelle “indagini” di Helmut e della sua carissima
amica, la baronessa Von Hertan. Inizialmente pensa che lo zio stia lentamente
scivolando nella demenza senile. Ben presto, però, la sua diffidenza iniziale si
trasformerà in sospetto perché sono tanti, troppi i segreti che la splendida
residenza nasconde. Un direttore avido e prepotente, una vicedirettrice ancora
più avida e perversa, un fatiscente hotel in Romania utilizzato per delle “strane”
vacanze, la scomparsa di una delle ospiti più facoltose…tutto diventa un ammasso di tessere che non trovano la loro sistemazione. Saranno Stefan e Marlu, in
continuo contatto con Helmut, a cercare e trovare il modo di risolvere il
mistero, anzi, i misteri, facendo combaciare i pezzi del puzzle e salvando la
vita agli ospiti della residenza. Spero di aver solleticato la vostra curiosità
e che decidiate di leggere questo libro, anzi, di gustarlo. Sì, perché per quanto riguarda il gusto, il
nostro Helmut è senz’altro un ottimo palato. Ha sempre amato il buon cibo e il
buon vino e nella vita non si è mai fatto mancare nulla. Anche alla residenza
cerca sempre di mangiare bene e spesso invita la baronessa Von Hertan a cena o
le propone una gita sul lago, dove non manca mai una sosta per un dolce ed un tè
o un liquore. Non vi proporrò un piatto a base di trota (ah! e vi dico che solo se leggerete il
libro capirete il perché del titolo) ma uno dei dolci che Helmut offre alla
baronessa in onore del suo nome, Helen. Si tratta delle pere alla “Belle Hélène”, una
ricetta che il grande Auguste Escoffier ha creato nel 1864 in onore dell’omonima
operetta di Offenbach. Pur essendo stata creata dal mitico chef francese, la
ricetta è estremamente semplice ma golosa e di grande effetto…provare per
credere!
RICETTA PERE ALLA BELLA ELENA
Ingredienti per 4-8 persone: 8 pere ruggine piccole (possibilmente
tutte uguali) - 150 gr zucchero di canna - 2 dl acqua - 1 pezzetto di cannella
- 1 stecca di vaniglia - 100 gr cioccolato fondente - 100 gr panna fresca - 50
ml latte -100 gr zucchero semolato - gelato alla crema o panna montata - 50 gr
granella di mandorle tostateSbucciate le pere e mettetele in una casseruola; aggiungete lo zucchero di canna, l’acqua, la cannella e la vaniglia. Coprite e fate cuocere a fuoco basso per 30 minuti. Verificate con uno stuzzicadenti che le pere siano cotte (ma non troppo molli, mi raccomando!) e lasciatele raffreddare nella casseruola con la loro acqua.
Preparate la salsa al cioccolato facendo sciogliere la cioccolata a bagnomaria e aggiungendovi poi pian piano la panna, il latte e lo zucchero (io non lo metto perché le pere sono già dolci…ma decidete voi). Mescolate e amalgamate bene il tutto. Mettete ogni pera in un piattino o una ciotola, ricopritela con la salsa al cioccolato calda e cospargetela con la granella di mandorle tostate. Solitamente viene servita calda con accanto una pallina di gelato alla crema o una cucchiaiata di panna montata e, come dice la baronessa Von Hertan, "cosparsa di petali di violette candite e accompagnate da un bicchierino di liquore alle pere". A voi la scelta! L’importante è che siano ben calde, ben ricoperte di cioccolato e magari gustate in compagnia di un buon amico o di un buon libro!
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