Alessandra Monasta (Firenze 1969) è un perito fonico forense. Nella sua
carriera si è occupata della trascrizione delle intercettazioni ambientali di
molti processi, alcuni di grande rilievo mediatico, quali il mostro di Firenze,
la strage dei Georgofili, il delitto di Erba, per citare i più tristemente “famosi”.
Ho letto il suo libro “La cacciatrice di bugie” e, se volete leggere qualcosa
di “diverso” ed originale, ve lo consiglio! Non si tratta di un vero e proprio
giallo, direi più una narrazione biografica che introduce il lettore in un
mondo ai più sconosciuto, quello delle intercettazioni appunto. La protagonista
è una ragazza di Firenze con una capacità di ascolto e di comprensione delle
intonazioni e inflessioni della voce di chi ha di fronte o…all’orecchio.
Nascosto e spesso quasi sconosciuto, quello del perito fonico forense è un
lavoro che si rivela in molti casi di particolare importanza. Ore e ore chiusa
in una stanza, con cuffie, carta e penna, ad ascoltare e riascoltare le
intercettazioni, a conoscere quasi intimamente persone mai viste e sentite solo
attraverso le loro voci, Alessandra entra suo malgrado nelle vite degli altri,
vittime e carnefici che siano, cercando di “captare” e scoprire intenzioni e
decisioni in base al tono o alle parole usate. Nel suo lavoro si rapporta con
Luigi Russo, l'ispettore incaricato delle indagini, e con Giulio Bacci, il procuratore che si avvale
della sua preziosa collaborazione. Ma fra un nastro e l'altro ci fa entrare
anche nella sua vita privata, parlando dei rapporti con la sua famiglia, con
gli amici di sempre e con quello che, nell’evolversi della narrazione,
diventerà il suo compagno. Il lettore cammina insieme a lei seguendo la sua
carriera ed entra in contatto con il turbinio di emozioni contrastanti che travolgono
Alessandra. Spesso, infatti, si sente come un'intrusa nelle vite degli altri,
cerca di non farsi influenzare, di non giudicare, di non fare interpretazioni
ma di attenersi solo ai fatti e a quanto può essere pertinente con il caso e,
quindi, riportato nella sua deposizione in aula. Ma non sempre è facile e il
più delle volte si ritrova completamente assorbita da ciò che sente, dalla
paura, dalla rabbia, dalla violenza. Per staccare si concede delle brevi
vacanze a Stromboli con gli amici di una vita. E se durante le lunghe ore di
lavoro si accontenta di veloci spuntini, consumati alla sua postazione, quando
è al cospetto di Iddu”, come viene chiamato il vulcano, sceglie il tavolino di
un bar e la dolcezza di una brioche siciliana e di una granita. Come già detto,
mi è piaciuto questo libro, anche se è completamente estraneo ai “canoni” dei
gialli ai quali sono abituata. Forse perché mi ha fatto conoscere una realtà
diversa rispetto a quella della classica indagine, forse perché la protagonista
è semplice, schietta e molto attaccata al suo lavoro ed alla sua famiglia o
ancora perché, avendo io problemi di udito, invidio un po’ le sue orecchie così
attente e capaci di cogliere la più lieve sfumatura…fatto sta che l’ho
apprezzato e spero che l’autrice torni a scrivere. Nel frattempo ho voluto cimentarmi
nella ricetta delle famose brioches con il “tuppo”, tipiche della Sicilia. Non
so se mi sono avvicinata alle originali perché (ahimè) non le ho ancora provate
in loco…ma devo dire che il risultato è stato apprezzato da chi le ha
assaggiate, anche se non le ho abbinate all’altrettanto famosa granita! Ecco a voi, quindi, la ricetta.
BRIOCHES SICILIANE CON IL “TUPPO”
Ingredienti per 8 brioche: 350 gr di farina 0 (o manitoba) - 100 gr di
zucchero - 100 ml di latte - 2 uova – 70 gr di burro - 1 cucchiaino di sale - 1 cucchiaio di miele - 12 gr di
lievito di birra – vaniglia - 1 limone o un’arancia
Sciogliere il lievito nel latte appena tiepido, unire lo zucchero, il
miele e mescolare. Poi unire i 2/3 della farina, le uova leggermente sbattute,
il sale, il burro fuso intiepidito ed impastare per almeno 10 minuti. Aggiungere
poi l'essenza di vaniglia e la buccia grattugiata di limone o di arancia. Unire
la farina rimasta, poco per volta, fino a quando l'impasto non si stacca dalle
pareti. Mettere l'impasto in una ciotola e coprirla bene con la pellicola.
Lasciar lievitare per almeno 3 ore. Una volta lievitato, ricavare 8 palle
grandi e 8 più piccole, metterle su una teglia ricoperta da carta forno
distanziandole tra loro, poi farle lievitare per altre 2 ore. Premere con un
dito al centro delle palline grandi e posizionare spingendo le palline piccole
(i tuppi). Spennellare le brioches con un tuorlo d'uovo battuto poi infornare
in forno caldo a 170° e cuocere per 20 minuti. Il profumo invaderà la cucina! Una
volta pronte godetevele in compagnia di un buon libro e magari con della buona
musica, così tutti i sensi saranno appagati…soprattutto il gusto! Alla
prossima!
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