12/09/2018

LA CACCIATRICE DI BUGIE


Alessandra Monasta (Firenze 1969) è un perito fonico forense. Nella sua carriera si è occupata della trascrizione delle intercettazioni ambientali di molti processi, alcuni di grande rilievo mediatico, quali il mostro di Firenze, la strage dei Georgofili, il delitto di Erba, per citare i più tristemente “famosi”. Ho letto il suo libro “La cacciatrice di bugie” e, se volete leggere qualcosa di “diverso” ed originale, ve lo consiglio! Non si tratta di un vero e proprio giallo, direi più una narrazione biografica che introduce il lettore in un mondo ai più sconosciuto, quello delle intercettazioni appunto. La protagonista è una ragazza di Firenze con una capacità di ascolto e di comprensione delle intonazioni e inflessioni della voce di chi ha di fronte o…all’orecchio. Nascosto e spesso quasi sconosciuto, quello del perito fonico forense è un lavoro che si rivela in molti casi di particolare importanza. Ore e ore chiusa in una stanza, con cuffie, carta e penna, ad ascoltare e riascoltare le intercettazioni, a conoscere quasi intimamente persone mai viste e sentite solo attraverso le loro voci, Alessandra entra suo malgrado nelle vite degli altri, vittime e carnefici che siano, cercando di “captare” e scoprire intenzioni e decisioni in base al tono o alle parole usate. Nel suo lavoro si rapporta con Luigi Russo, l'ispettore incaricato delle indagini, e con  Giulio Bacci, il procuratore che si avvale della sua preziosa collaborazione. Ma fra un nastro e l'altro ci fa entrare anche nella sua vita privata, parlando dei rapporti con la sua famiglia, con gli amici di sempre e con quello che, nell’evolversi della narrazione, diventerà il suo compagno. Il lettore cammina insieme a lei seguendo la sua carriera ed entra in contatto con il turbinio di emozioni contrastanti che travolgono Alessandra. Spesso, infatti, si sente come un'intrusa nelle vite degli altri, cerca di non farsi influenzare, di non giudicare, di non fare interpretazioni ma di attenersi solo ai fatti e a quanto può essere pertinente con il caso e, quindi, riportato nella sua deposizione in aula. Ma non sempre è facile e il più delle volte si ritrova completamente assorbita da ciò che sente, dalla paura, dalla rabbia, dalla violenza. Per staccare si concede delle brevi vacanze a Stromboli con gli amici di una vita. E se durante le lunghe ore di lavoro si accontenta di veloci spuntini, consumati alla sua postazione, quando è al cospetto di Iddu”, come viene chiamato il vulcano, sceglie il tavolino di un bar e la dolcezza di una brioche siciliana e di una granita. Come già detto, mi è piaciuto questo libro, anche se è completamente estraneo ai “canoni” dei gialli ai quali sono abituata. Forse perché mi ha fatto conoscere una realtà diversa rispetto a quella della classica indagine, forse perché la protagonista è semplice, schietta e molto attaccata al suo lavoro ed alla sua famiglia o ancora perché, avendo io problemi di udito, invidio un po’ le sue orecchie così attente e capaci di cogliere la più lieve sfumatura…fatto sta che l’ho apprezzato e spero che l’autrice torni a scrivere. Nel frattempo ho voluto cimentarmi nella ricetta delle famose brioches con il “tuppo”, tipiche della Sicilia. Non so se mi sono avvicinata alle originali perché (ahimè) non le ho ancora provate in loco…ma devo dire che il risultato è stato apprezzato da chi le ha assaggiate, anche se non le ho abbinate all’altrettanto famosa granita! Ecco a voi, quindi, la ricetta.


BRIOCHES SICILIANE CON IL “TUPPO”

Ingredienti per 8 brioche: 350 gr di farina 0 (o manitoba) - 100 gr di zucchero - 100 ml di latte - 2 uova – 70 gr di burro - 1 cucchiaino di sale - 1 cucchiaio di miele - 12 gr di lievito di birra – vaniglia - 1 limone o un’arancia

Sciogliere il lievito nel latte appena tiepido, unire lo zucchero, il miele e mescolare. Poi unire i 2/3 della farina, le uova leggermente sbattute, il sale, il burro fuso intiepidito ed impastare per almeno 10 minuti. Aggiungere poi l'essenza di vaniglia e la buccia grattugiata di limone o di arancia. Unire la farina rimasta, poco per volta, fino a quando l'impasto non si stacca dalle pareti. Mettere l'impasto in una ciotola e coprirla bene con la pellicola. Lasciar lievitare per almeno 3 ore. Una volta lievitato, ricavare 8 palle grandi e 8 più piccole, metterle su una teglia ricoperta da carta forno distanziandole tra loro, poi farle lievitare per altre 2 ore. Premere con un dito al centro delle palline grandi e posizionare spingendo le palline piccole (i tuppi). Spennellare le brioches con un tuorlo d'uovo battuto poi infornare in forno caldo a 170° e cuocere per 20 minuti. Il profumo invaderà la cucina! Una volta pronte godetevele in compagnia di un buon libro e magari con della buona musica, così tutti i sensi saranno appagati…soprattutto il gusto! Alla prossima!





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