Ieri è iniziato il 2019 e spero che tutti voi abbiate passato delle
belle feste. Fra piatti della tradizione, golosità, preparazioni più o meno
elaborate, dolci e spumanti, famiglia e amici, abbiamo passato tantissimo tempo
seduti attorno a tavole imbandite, impegnati in chiacchiere e degustazioni. E proprio
ispirandomi alle classiche tavolate preparate con i “servizi belli” questa sera
voglio parlarvi di un film. Si tratta di un film che rivedo sempre con piacere,
per farmi quattro sane risate e che penso molti di voi conoscano. “Invito a
cena con delitto”, titolo originale “Murder by Death”, è un film del 1976
diretto da Robert Moore. Scritto da Neil Simon, commediografo statunitense, è
una divertente parodia del genere giallo classico e si avvale di un cast di
primissima categoria. Fra gli attori, infatti, troviamo Alec Guinness, Peter
Sellers, Peter Falk, David Niven, Maggie Smith, per citare solo i più famosi.
Unica nel suo genere, inoltre, è l’interpretazione di Truman Capote, il famoso
scrittore che ha una parte molto importante. Presentato sempre nel 1976 alla
Mostra cinematografica di Venezia, il film ha ottenuto fin da
subito un grande
successo e ancora oggi, soprattutto durante le feste, molti canali lo
ripropongono anche in prima serata. Ma veniamo alla trama. Il miliardario
Lionel Twain, eccentrico e appassionato di gialli, invita nel suo vecchio e
tetro castello per un fine settimana i cinque migliori investigatori, scrittori
e criminologi del mondo con i rispettivi accompagnatori, partner e coniugi. Arrivano
così Sidney Wang, con il figlio adottivo Willie, Dick e Dora Charleston, Sam Diamante
con la segretaria Tess, Milo Perrier con il suo assistente ed autista Marcel e
Jessica Marbles con l’anziana infermiera Withers. Ciascuno di loro è una sorta
di “caricatura”
rispettivamente dei famosi Charlie Chan, Nick e Nora Charles,
Sam Spade, Hercule Poirot e Miss Marple e tutti hanno un segreto legame con il
loro ospite. Fin dal loro arrivo al castello succedono cose strane. Quando
suonano il “campanello”, infatti, costituito dall’agghiacciante urlo di una
donna, una statua cade dal tetto dell’ingresso rischiando di ucciderli. Ognuno
di loro si salva miracolosamente (e spesso comicamente!) e viene accolto da
Jamesignora Bensignore, il maggiordomo cieco di casa Twain, interpretato da un
fantastico Alec Guinness! Lo stesso maggiordomo assegna loro le rispettive
camere e da loro appuntamento per la cena. Nel frattempo arriva la cuoca
assunta per l’occasione, Yetta, che ha il volto della simpaticissima Nancy
Walker ma è
sordomuta ed analfabeta…condizione che le impedisce di comunicare con
il maggiordomo e, ovviamente, di preparare la cena! Una volta accomodati, i
nostri stimati professionisti del crimine si riuniscono nella sala da pranzo e
vengono raggiunti da Lionel Twain, che compare improvvisamente al tavolo e
lancia loro una sfida: allo scoccare della mezzanotte avverrà un omicidio, uno
dei commensali morirà per mano di un altro ed i sopravvissuti dovranno
risolvere il mistero, smascherando l’assassino. Il vincitore guadagnerà un
milione di dollari
ed i diritti cinematografici della vicenda. Scomparendo,
poi, alla loro vista rimarrà nell’ombra, ad osservare i dieci personaggi alle
prese con le indagini. E ne succedono delle belle! Dapprima muore il
maggiordomo, il cui corpo, però, sparisce…poi muore la cuoca…o no?!?!? E poi
spariscono in otto e ne rimangono due e ancora si ritrovano in sala da pranzo
ma manca sempre qualcuno…Insomma a poco a poco, fra battute esilaranti e scene
tragicomiche, la notte passa e l’alba getta nuova luce sulle tante ombre. Ogni personaggio
diventa diffidente nei confronti degli altri, niente e nessuno è come sembra e
la soluzione ha mille sfaccettature! Non svelo altro perché rovinerei la
visione a chi ancora non l’ha visto ma vi consiglio di guardarlo perché si
tratta di una parodia molto raffinata e apprezzabile, soprattutto da chi conosce
i vari personaggi rappresentati. Come dicevo la cuoca non riesce a preparare
nulla per cena ma il menù prevedeva, fra le altre portate, un classico consommè.
E visto che il nostro stomaco è stato messo a dura prova negli ultimi giorni, ve
lo propongo nella versione del Cucchiaio d’Argento. Nella sua semplicità è un
piatto davvero gustoso e ben si presta ad essere sorbito caldo.
Prima un po’ di storia…
Consommè deriva dal francese, è il participio passato del verbo consommer,
consumare, infatti si intende un brodo ristretto ottenuto dopo una bollitura
prolungata a fuoco basso. La differenza fra un consommé rispetto ad un semplice
brodo ristretto risiede nel fatto che nel brodo, a causa della lunghissima
cottura (che va oltre le 8 ore in una preparazione classica) non ci sono quasi più
proteine, dato che la maggior parte è stata spezzata in amminoacidi; nel
consommé “moderno”, invece, riprendendo della carne a metà cottura, se ne
troveranno in quantità piuttosto importanti, dato che i succhi estratti dalla
carne e dalle verdure della seconda cottura non hanno ancora avuto il tempo di
essere degradati completamente.
RICETTA CONSOMME’ •300 g di carne di manzo tritata • 2 albumi • 1 porro • 1 carota •
sedano • 2 litri e 1/2 di brodo di carne • sherry secco (facoltativo)
In una casseruola mettete la carne tritata, le verdure tagliate a
pezzetti e gli albumi. Versate il brodo freddo e mescolate bene. Ponete sul
fuoco e sempre mescolando portate a bollore. Abbassate la fiamma e cuocete (il
liquido deve solo sobbollire) per circa un’ora. Filtrate il brodo con un telo.
Se volete profumarlo, aggiungete lo sherry calcolando un cucchiaio da minestra
per ogni tazza e 4 per un litro di brodo.
Nessun commento:
Posta un commento