Mario Falcone è nato a Messina nel 1952 e vive a Roma. Oltre ad essere
uno scrittore, è tra gli sceneggiatori più noti in Italia, ha firmato alcune
delle fiction televisive di maggior successo e vinto numerosi premi nazionali e
internazionali. Da qualche anno organizza workshop di sceneggiatura e scrittura
creativa ed è inoltre un apprezzato Writing Coach. In qualità di scrittore ha
pubblicato i romanzi diversi romanzi, il primo dei quali è stato “L’alba nera”.
Nel 2018 è uscito il suo ultimo romanzo dal titolo “Lo Chef degli Chef”, un
originalissimo poliziesco ambientato nel mondo della cucina stellata. «“Lo chef degli chef” vuole essere paradossalmente un atto d’amore
verso un mondo che amo: quello del cibo», ha raccontato
Queste parole dello stesso autore rendono subito l’idea della lettura
che ci si appresta a fare. Il libro racconta le “gesta” di Asso, nome d’arte di
un aspirante chef che diventa un serial killer. Asso rapisce famosi chef stellati, a suo
dire colpevoli di aver tradito la vera cucina tradizionale per vendere piatti
“rivisitati” senza anima né sapore, li interroga sul loro operato, li tortura
per farsi svelare i segreti del loro “piatto simbolo” e, dopo averli uccisi, li
cucina, utilizzando parte dei loro corpi per ricreare proprio quei piatti. So
che leggendo queste parole si può pensare di trovarsi di fronte ad una lettura
orribile e “truculenta” ma non è così: Falcone riesce a dire senza dire, a
raccontare senza scendere in particolari sanguinari e aberranti! Anzi, spesso
ci fa quasi stare dalla parte di Asso, quasi ammirati dal suo amore per la vera
cucina. La storia è ambientata a Roma, descritta come una città eternamente
bella ma sofferente ed in lento declino. È in questa città che Asso si muove e
colpisce. A cercare di trovarlo e di fermarlo troviamo Michela Serrano, una
giovane foodblogger, pianista mancata, figlia di un noto ristoratore ormai
deceduto e compagna di Sandro Cecchin, il primo chef stellato che viene rapito
da “Asso”. È a Michela che Asso invia le foto dei suoi trofei, attraverso il
suo famoso blog. Insieme a lei due dei migliori investigatori della Polizia di
Stato: il commissario Max Rosati, scanzonato e casinista, e l’ispettore Giorgio
Scuderi, suo assistente e mentore, ormai vicino alla pensione. A coordinare le
indagini Lorenzo Canfora, un magistrato sui generis, amante del cinema d’autore
degli anni Settanta. Michela e Max faticheranno non poco per riuscire a stanare
ed assicurare alla giustizia il giovane assassino, arrivando a rischiare la
vita in prima persona. Al termine di questa serrata “caccia all’uomo” le vite
dei protagonisti, segnate dai fatti accaduti, subiranno delle svolte che li
porteranno a scelte radicali. Ho letto il libro dopo averlo trovato per caso
fra gli scaffali di una libreria. Date le mie passioni, il titolo e la
copertina mi hanno subito colpito e devo dire che Falcone scrive davvero bene.
Certo lo conoscevo come sceneggiatore e non immaginavo fosse anche un bravo
scrittore. Dovrò sicuramente leggere anche gli altri suoi libri ma intanto vi
consiglio questo che è molto scorrevole, a tratti divertente ed irriverente e
capace di coinvolgere e di creare quella giusta suspense che ogni thriller
dovrebbe avere. Ovviamente in un libro del genere non mancano le ricette, i
piatti classici e quelli innovativi, i personaggi mangiano…anzi spesso mangiano
davvero bene ed alcuni cucinano, compreso l’assassino! Siccome non mi andava di
riproporre i piatti creati dal serial killer (!) ho scelto uno dei piatti
tipici di Roma, citato e descritto
diverse volte nel testo. Signore e signori
ecco a voi gli spaghetti cacio e
pepe!
Ingredienti per 4 persone: 400 gr spaghetti – 100 gr pecorino romano
dop grattugiato - Pepe nero – Sale * Per ottenere una pasta cacio e pepe perfetta bisogna non solamente
condire la pasta cotta con il formaggio grattugiato, ma miscelare un po’ di
acqua di cottura della pasta (ricca di amido) con il formaggio, in modo che
questo si sciolga sino a formare una specie di crema, particolarità di questa
ricetta. Mettere in una terrina abbastanza capiente tutto il pecorino romano
dop e il pepe nero macinato (meglio pestato
N.B. La ricetta originale della pasta con cacio e pepe alla romana
prevede l’utilizzo degli spaghetti ma negli anni le varianti sono diventate
infinite, anche perché nella cucina di ogni giorno, la ricetta, si prepara
spesso con quello che c’è in dispensa. Sono conosciute quindi versioni in cui
si utilizzano i rigatoni, i tonnarelli o la pasta all’uovo, come ad esempio i
tagliolini o gli spaghetti alla chitarra, che favorirebbero la cremosità del
piatto. Beh! Scegliete voi, l'importante è il pecorino! Buon appetito e alla prossima!
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