Se mi permettete, però, vorrei fare un passo indietro e raccontarvi come l’allora ancora sconosciuta Agatha Christie decise di mettersi a scrivere romanzi gialli. Già da bambina era una grande divoratrice di libri e, crescendo, provò anche a cimentarsi nella scrittura di pezzi teatrali e di romanzi di avventura con risultati non proprio brillanti. Il libro, in realtà, nacque grazie ad una semplice scommessa: la sorella maggiore di Agatha, Margaret, la sfidò a scrivere un romanzo giallo che fosse leggibile e pubblicabile! La Christie si mise subito a scriverlo e lo terminò nel 1915. Negli anni seguenti provò a farlo pubblicare ma le case editrici a cui lo inviò si rifiutarono di farlo (!), giudicandolo troppo complicato e comunque non adatto al pubblico di quel particolare momento storico (non dimenticatevi che erano gli anni della Prima Guerra Mondiale!). Terminato il conflitto, Agatha pensò di abbandonare l’impresa ma prima di arrendersi fece un ultimo tentativo con l'editore londinese John Lane, co-fondatore della casa editrice Bodley Head. Lane le propose di pubblicarlo negli Stati Uniti e le fece firmare un contratto che prevedeva ricavi minimi per l’autrice, la quale, tuttavia, accettò.
Era il 1920 e Agatha Christie si apprestava a diventare la scrittrice più venduta di tutti i tempi! Il romanzo di Styles Court è importante per diversi motivi e non solo perché fu il primo di una lunga e fortunata serie. Primo: il maniero di Styles Court, nella campagna dell’Essex, prende il nome dalla casa in cui la Christie abitava con il primo marito, Archibald Christie. In molte altre occasioni i suoi romanzi si svolgeranno in grandi case della campagna inglese, in quanto particolarmente amati dalla scrittrice. Secondo: fu il primo libro con protagonista Hercule Poirot e fra le sue pagine troviamo la descrizione dell’originalissimo ed impareggiabile investigatore: “…Poirot era un ometto dall’aspetto straordinario. Non arrivava al metro e sessantacinque ma aveva un portamento molto fiero. Aveva la testa a forma d’uovo, e la teneva sempre inclinata di lato. I baffetti erano rigidi e militareschi. La sua accuratezza nel vestire era quasi incredibile. Credo che un granello di polvere gli avrebbe dato più fastidio di una ferita…”. Anche il buon amico di Poirot, il capitano Arthur Hastings, tipically british e molto ingenuo, fa la sua prima comparsa in questo libro ed è proprio lui a chiedere aiuto a Poirot per risolvere un caso che lo coinvolge da vicino. Terzo, infine, il romanzo fu scritto con il cosiddetto “schema alla Christie”: vengono presentati i vari personaggi, avviene il delitto, Poirot indaga e annota mentalmente tutti i più piccoli ed apparentemente insignificanti particolari, Hastings non ci capisce niente, ogni personaggio nasconde un segreto e Poirot cerca di scoprirli tutti, Hastings continua a non capire niente (così come il lettore!!) ed infine Poirot risolve il caso, riunisce tutti i protagonisti coinvolti nel delitto e ricostruisce tutta la trama del piano omicida, smascherando l’assassino.
Non è il miglior libro di Agatha Christie ma, siccome sono un po’ “fissata”, io l’ho letto per primo, proprio perché è il primo che ha scritto e ancora adesso ricordo quanto mi ha coinvolto e come sono rimasta a bocca aperta, alla fine, di fronte ai ragionamenti ed alle spiegazioni di Poirot! Ho visto anche le diverse trasposizioni televisive ma vi assicuro che il libro è molto, molto meglio. Consiglio vivamente, a chi ancora non l’avesse fatto, di leggerlo con calma, assaporando ogni pagina e prestando molta attenzione a tutti i minimi particolari. E siccome l’omicidio avviene per avvelenamento…ho evitato volutamente qualsiasi ricetta o piatto presente nella narrazione…non si sa mai!!! Di più...ho proprio evitato di cucinare! Già, per questa occasione così speciale ho scelto un dolce semplice e speciale, cavallo di battaglia di Emanuela, nota come Manu. Personcina unica e speciale, fotografa ufficiale di questo blog nonché assaggiatrice altrettanto ufficiale delle ricette che vi propongo e, ovviamente, assidua lettrice di libri gialli (contagiata dalla sottoscritta!!!). Senza di lei “Il gusto del delitto” non esisterebbe, perché è proprio grazie a lei che ho deciso di aprire questo blog e sempre grazie a lei ed al suo importante sostegno continuo a pubblicare i miei post. In occasione del suo compleanno, solitamente, ama prepararsi la “torta della Giacomina”, un dolce semplice e goloso capace di conquistarti dal primo morso. Io vorrei dedicarlo proprio a lei e al centenario di Poirot, quindi…ecco a voi la ricetta:
Ingredienti per 4 persone (ma anche due!!!): 250 gr di mascarpone –
zucchero – 48 biscotti secchi (tipo Oro Saiwa) – marsala – 100 gr cioccolato
fondente in blocco
Amalgamare il mascarpone con lo zucchero (due cucchiai o più in base al
gusto), due cucchiai di marsala e un terzo del cioccolato grattugiato: deve
risultare una crema morbida e non troppo liquida. Immergere i primi 12 biscotti
nel marsala e posizionarli in una pirofila capovolti. Stendere su ogni biscotto
un cucchiaino di crema e grattugiarvi sopra il cioccolato.
Proseguire in questo modo alternando biscotti imbevuti + crema + cioccolato, premendo leggermente i biscotti per spargere meglio la crema. Nell’ultimo strato posizionare i biscotti dritti e terminare grattugiando il rimanente cioccolato a copertura di tutti i biscotti. Coprire con pellicola da cucina e lasciare in frigorifero per almeno 12 ore (vi consiglio di prepararla il giorno prima, sarà ancora più buona!). Come vi dicevo è un dolce semplice e goloso e si presta ad essere gustato durante la lettura: a Poirot piacerebbe molto, visto il suo debole per il cioccolato! Buona degustazione e alla prossima!
Proseguire in questo modo alternando biscotti imbevuti + crema + cioccolato, premendo leggermente i biscotti per spargere meglio la crema. Nell’ultimo strato posizionare i biscotti dritti e terminare grattugiando il rimanente cioccolato a copertura di tutti i biscotti. Coprire con pellicola da cucina e lasciare in frigorifero per almeno 12 ore (vi consiglio di prepararla il giorno prima, sarà ancora più buona!). Come vi dicevo è un dolce semplice e goloso e si presta ad essere gustato durante la lettura: a Poirot piacerebbe molto, visto il suo debole per il cioccolato! Buona degustazione e alla prossima!
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