15/04/2020

CALLADINE E BAYLISS: INDAGINI NEL NORDOVEST INGLESE


Non si sa molto di Helen H. Durrant ma secondo me è un’autrice che merita un posto di rilievo nel panorama della letteratura gialla britannica. Ambienta i suoi libri nella zona in cui vive e lavora, il Nordovest dell’Inghilterra, un luogo che la scrittrice conosce bene e che si trova tra due contee, tra la città e le colline. Questo posto, ricco di insediamenti industriali e scorci di lussureggiante campagna, è fonte di ispirazione per lei, tanto che è proprio qui che si muovono Calladine e Bayliss, i due detective protagonisti di una serie thriller di successo. Il suo è uno stile nudo e crudo, che sa arrivare nei meandri più oscuri e pericolosi della mente e dei sobborghi poveri, ricchi solo di disperazione e di violenza. Il suo primo libro “Il silenzio della morte” si presenta subito come un thriller decisamente fuori dal comune, pieno di “pugni nello stomaco” e di colpi di scena e capace di tenere il lettore incollato alle sue pagine, dalla prima all’ultima, senza sosta. Il navigato ispettore Tom Calladine e la giovane sergente Ruth Bayliss vengono chiamati nel parco giochi del complesso di case popolari di Hobfield, dove viene fatta una macabra scoperta: un sacchetto con delle dita mozzate. I due formano professionalmente una coppia molto affiatata e si buttano a capofitto nelle
indagini, sfidando la rete della criminalità organizzata che sfrutta giovani innocenti, abbandonati dalla società in balìa delle varie gang. Devono mettersi sulle tracce dell’assassino prima che tutto il quartiere venga sopraffatto dalla violenza. Si tratta di un regolamento di conti o c’è sotto altro? L’istinto di Calladine gli suggerisce che il caso nasconde qualcosa di decisamente brutto e insieme a Bayliss ed al resto della loro squadra battono con perizia tutte le possibili piste. Ben presto si trovano coinvolti in una lotta contro il tempo, fino a trovarsi in un sentiero che passa pericolosamente vicino alle loro vite… Ovviamente mi fermo qui e vi invito a leggere questo thriller: sono sicura che vi piacerà. Anche Calladine e Bayliss, purtroppo, presi dal ritmo serrato delle indagini, fanno parte della lunga schiera di poliziotti che sembrano vivere d’aria, incapaci di fermarsi a mangiare qualcosa…quindi ho deciso di scegliere una delle specialità anglosassoni che vengono solitamente proposte nei pub, ottime per accompagnare una pinta di birra: le jacket potatoes. Si tratta di patate medio-grandi, cotte nel forno o sul barbecue e poi farcite. La loro principale caratteristica è il mantenimento della buccia e la cottura nella carta stagnola, mentre la farcitura varia a seconda del luogo e delle preferenze (formaggio, pancetta, uova, prosciutto, fagioli, cipolle…). Io vi propongo una delle tante varianti e vi suggerisco di gustarle ancora calde, per non perdere il gusto, obviously!

JACKET POTATOES
Ingredienti: 4 patate medio-grandi - 100 g di pancetta affumicata - • 100 g di formaggio emmenthal – sale – pepe -  cipollotti freschi
Lavate bene le patate e strofinatele con un canovaccio pulito in modo da pulire bene la buccia. Avvolgete ogni patata con carta stagnola. Posizionate le patate su una teglia rivestita di carta forno ed infornatele in forno già caldo a 200°C per 50/60 minuti. Controllate la cottura infilando un coltello prima di sfornare e se serve proseguitela ancora per 10 minuti. A parte, intanto, rosolate la pancetta e i cipollotti in una padella fino al grado di cottura desiderato e tagliate il formaggio in pezzetti piccoli. Una volta cotte, sfornate le patate ed incidetele direttamente sulla stagnola con due tagli a croce, aprite un poco i lembi e scavate le patate con un cucchiaino. Fate attenzione a non scavare troppo e bucare le patate sul fondo o dai lati. Riempite le patate con un cucchiaino di pancetta, del cipollotto e con il formaggio che si scioglierà con il calore della patata. Servite immediatamente ed accompagnatele con una bella birra inglese o un bicchiere di vino rosso: il loro gusto vi conquisterà! Buon appetito e buona lettura!


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