Non si sa molto di Helen H.
Durrant ma secondo me è un’autrice che merita un posto di rilievo nel panorama
della letteratura gialla britannica. Ambienta i suoi libri nella zona in cui
vive e lavora, il Nordovest dell’Inghilterra, un luogo che la scrittrice
conosce bene e che si trova tra due contee, tra la città e le colline. Questo
posto, ricco di insediamenti industriali e scorci di lussureggiante campagna, è
fonte di ispirazione per lei, tanto che è proprio qui che si muovono Calladine
e Bayliss, i due detective protagonisti di una serie thriller di successo. Il
suo è uno stile nudo e crudo, che sa arrivare nei meandri più oscuri e
pericolosi della mente e dei sobborghi poveri, ricchi solo di disperazione e di
violenza. Il suo primo libro “Il silenzio della morte” si presenta subito come
un thriller decisamente fuori dal comune, pieno di “pugni nello stomaco” e di
colpi di scena e capace di tenere il lettore incollato alle sue pagine, dalla
prima all’ultima, senza sosta. Il navigato ispettore Tom Calladine e la giovane
sergente Ruth Bayliss vengono chiamati nel parco giochi del complesso di case
popolari di Hobfield, dove viene fatta una macabra scoperta: un sacchetto con
delle dita mozzate. I due formano professionalmente una coppia
molto affiatata e si buttano a capofitto nelle
indagini, sfidando la rete della
criminalità organizzata che sfrutta giovani innocenti, abbandonati dalla
società in balìa delle varie gang. Devono mettersi sulle tracce dell’assassino
prima che tutto il quartiere venga sopraffatto dalla violenza. Si tratta di un
regolamento di conti o c’è sotto altro? L’istinto di Calladine gli suggerisce
che il caso nasconde qualcosa di decisamente brutto e insieme a Bayliss ed al
resto della loro squadra battono con perizia tutte le possibili piste. Ben
presto si trovano coinvolti in una lotta contro il tempo, fino a trovarsi in un
sentiero che passa pericolosamente vicino alle loro vite… Ovviamente mi fermo
qui e vi invito a leggere questo thriller: sono sicura che vi piacerà. Anche Calladine e Bayliss, purtroppo, presi dal
ritmo serrato delle indagini, fanno parte della lunga schiera di poliziotti che
sembrano vivere d’aria, incapaci di fermarsi a mangiare qualcosa…quindi ho
deciso di scegliere una delle specialità anglosassoni che vengono solitamente
proposte nei pub, ottime per accompagnare una pinta di birra: le jacket potatoes. Si
tratta di patate medio-grandi, cotte nel forno o sul barbecue e poi farcite. La
loro principale caratteristica è il mantenimento della buccia e la cottura
nella carta stagnola, mentre la farcitura varia a seconda del luogo e delle preferenze
(formaggio, pancetta, uova, prosciutto, fagioli, cipolle…). Io vi propongo una
delle tante varianti e vi suggerisco di gustarle ancora calde, per non perdere
il gusto, obviously!
JACKET POTATOES
Ingredienti: 4 patate medio-grandi - 100 g di pancetta affumicata - • 100
g di formaggio emmenthal – sale – pepe - cipollotti freschi
Lavate bene le patate e strofinatele con un canovaccio pulito in modo
da pulire bene la buccia. Avvolgete ogni patata con carta stagnola. Posizionate
le patate su una teglia rivestita di carta forno ed infornatele in forno già
caldo a 200°C per 50/60 minuti. Controllate la cottura infilando un coltello
prima di sfornare e se serve proseguitela ancora per 10 minuti. A parte,
intanto, rosolate la pancetta e i cipollotti in una padella fino al grado di
cottura desiderato e tagliate il formaggio in pezzetti piccoli. Una volta
cotte, sfornate le patate ed incidetele direttamente sulla stagnola con due tagli
a croce, aprite un poco i lembi e scavate le patate con un cucchiaino. Fate
attenzione a non scavare troppo e bucare le patate sul fondo o dai lati. Riempite
le patate con un cucchiaino di pancetta, del cipollotto e con il formaggio che
si scioglierà con il calore della patata. Servite immediatamente ed accompagnatele
con una bella birra inglese o un bicchiere di vino rosso: il loro gusto vi
conquisterà! Buon appetito e buona lettura!
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