Dalla fantastica serie di “Criminal Minds” sono nate altre due serie:
“Criminal Minds - Beyond borders” e “Criminal Minds – Suspect behaviour”. I due
spin-off, pur riscuotendo molto successo, rispetto alla serie “madre” hanno
avuto vita breve: due stagioni per il primo ed una sola per il secondo. Beh! Ad
essere sincera non ho ben capito la motivazione di queste interruzioni, visti
gli alti indici di ascolto ma, si sa, sono i soldi a comandare ed evidentemente
per i produttori il gioco non valeva la candela. Detto questo, vorrei comunque
parlarvene, nella speranza che prima o poi le alte sfere di Hollywood ci
ripensino (…??). Cominciamo da “Criminal Minds – Beyond borders” …già nel
titolo è racchiusa la caratteristica delle indagini di cui parla. “Beyond borders”,
per chi non conosce l’inglese, significa “oltre i confini”. A differenza del
BAU originale, infatti, che viaggia in lungo ed in largo ma sempre all’interno
degli Stati Uniti d’America, l’International Division arriva in ogni angolo del
mondo in cui un cittadino statunitense è coinvolto in un reato o vittima di
aggressioni, omicidi e sparizioni. Anche questa squadra è molto affiatata ed è
composta da cinque agenti eccellenti: Jack Garret (interpretato dal bravissimo
Gary Sinise), il capo, è un veterano con un’esperienza ventennale nel Bureau. È
sposato e ha 5 figli e la sua priorità, non appena chiude un caso, è quella di
tornare a casa dalla sua famiglia. Clara Seger, antropologa culturale,
poliglotta, con profonde conoscenze di tutte le usanze ed i costumi delle
popolazioni mondiali, è la vice di Garret, al quale la legano una profonda
amicizia e una grande stima professionale. Clara ha perso il marito e si è
presa un periodo sabbatico, dopo il quale è stato Jack ad insistere per farla
tornare sul campo…e meno male! C’è poi Matthew Simmons, agente specializzato in
azioni tattiche, anch’egli esperto e sempre pronto all’azione; sposato e padre
di tre bambini piccoli, Simmons è passato al “profiling” dopo aver lasciato
l’unità speciale di intervento. Particolarmente amica di Simmons, con il quale
scherza sempre, è Mae Jarvis, medico legale del gruppo, reclutata dal Bureau e
scelta da Jack nonostante la sua giovane età. E per finire troviamo Russ
Montgomery, “Monty”, l’analista del gruppo nonché esperto informatico. Simpatico,
brillante, un po’ burlone ma capace di grande serietà sul lavoro, ha il delicatissimo
compito di fare da intermediario fra la squadra e i parenti delle vittime,
assistendoli e tenendoli aggiornati sugli sviluppi delle indagini. È, inoltre,
il mago del web, in continuo contatto con il gruppo in trasferta, al quale
offre il necessario supporto e tutte le informazioni delle quali ha bisogno. La
“sede” del team è l’aereo che li trasporta. Al suo interno i nostri agenti
lavorano e vivono e hanno a disposizione tutta la tecnologia di cui necessitano.
Ogni episodio non è una semplice indagine ma è come un viaggio e diventa
un’esperienza forte e unica per la squadra e per i telespettatori. Riesce a far
conoscere, seppur brevemente, una città o un Paese e mi auguro davvero che
riprendano a girarla!
L’altro spin-off
creato da Criminal Minds è Criminal Minds – Suspect behaviour” (che tradotto
significa “comportamento sospetto”). A differenza delle altre di cui vi ho
parlato, in questa serie si raccontano le vicende di una squadra di profiler del
BAU un po’ fuori dagli schemi, alle prese con i peggiori criminali della
nazione. Il team, infatti, è una delle cosiddette Red Cells dell’FBI, ovvero
squadre di pronto intervento che operano al di fuori della burocrazia di
Quantico, e che rispondono del loro operato soltanto al direttore del Bureau.
Cooper e i suoi uomini fanno affidamento su metodi d'indagine alternativi e
controcorrente, e su tattiche d'azione decisamente aggressive, per scavalcare
gli intoppi e le lungaggini che bloccano e rallentano le indagini tradizionali.
A guidare la squadra, come dicevo, c’è Sam Cooper (il poliedrico Forest
Whitaker!), agente esperto dal passato burrascoso, un po’ “ombroso”, disposto a
rischiare la carriera e la vita pur di arrivare alla verità e, soprattutto, di
proteggere i suoi uomini. Accanto a lui troviamo Mick Rawson, affascinante ex
soldato britannico e ottimo tiratore scelto; Gina La Salle, giovane agente
bella e all’apparenza fragile ma decisa e acuta osservatrice; Johnathan Simms,
detto “il Profeta”, ex detenuto convertito al bene che dopo la galera ha scelto
di abbracciare la filosofia Zen e di servire la giustizia; Beth Griffith,
schietta e sicura di sé, arriva per ultima nella squadra ma riesce ad occuparvi
un posto preciso, fornendo sempre un importante contributo. Ad aiutare il team
“da remoto” troviamo la fantastica Penelope Garcia, presa “in prestito” dalla
serie madre, e sempre preziosa per il supporto informatico…piccola curiosità:
mentre in Criminal Minds viene chiamata sempre con il cognome, in questa serie
è per tutti la colorata e preziosa Penelope. Le indagini di questa
originalissima squadra sono altrettanto singolari e spesso gli agenti che la
compongono agiscono un po’ allo “sbaraglio”, rischiando la vita…ma quando riescono
a fermare o a catturare il criminale di turno, vivono l’esperienza come una
vittoria dell’umanità e della giustizia, della quale si sentono semplici
strumenti. È questa la forza di questa serie e spero vivamente che i produttori
ci ripensino e riprendano a girare una nuova stagione! Ed eccoci qui a pensare
al gusto…inutile dire che, come per la serie d’origine, anche i due spin-off
non offrono alcun tipo di spunto, anzi! Qui non si mangia praticamente mai!
L’unico è Jack che, quando torna a casa, trova la tavola pronta attorno alla
quale si riunisce con la famiglia…per il resto niente! E così ho pensato di
abbinare a queste due serie televisive che incarnano i grandi valori e ideali
americani, un piatto tipico made in USA: i bagels. Si tratta di una pasta
lievitata originaria della cucina polacca ed ebraica, il cui impasto, a forma
di grosso anello, viene cotto al forno dopo una breve bollitura in acqua.
Questo tipico “pane” è stato introdotto negli Stati Uniti dagli immigrati
polacchi, appunto, che lo preparavano in patria già dal 1600, ed in ogni zona e
città in cui si sono stanziati, hanno riscosso subito un grande successo e
hanno acquisito delle diverse caratteristiche. Gli americani li consumano
imbottiti, come dei sandwich, o anche da soli o imburrati per uno spuntino
veloce. Io vi propongo la ricetta classica nella quale mi sono cimentata…e vi
invito a provarli: non è difficile come sembra. E per la farcitura…sbizzarritevi!!!
BAGELS
Ingredienti: 550 gr farina - 310 ml acqua tiepida - 2 cucchiai
miele - 1 cucchiaio zucchero - 1 cucchiaino lievito di birra - 5 gr sale - 1
uovo - 1 cucchiaio di latte - semi di papavero (o sesamo)
Versate l'acqua tiepida in una ciotola capiente, aggiungete il lievito
e mescolate poi aggiungete anche il miele (scegliete un miele fluido). Versate intanto
la farina e il sale nella ciotola dell'impastatrice e aggiungete l'acqua in cui
avete già sciolto il lievito e il miele. Impastate il composto per 10 minuti
finché diventa liscio e compatto (se l'impasto è ancora molto slegato e
colloso, aggiungete qualche cucchiaio di farina, poca per volta). Coprite
l'impasto con un panno e fate lievitare per 2 ore. Trascorso il tempo di
lievitazione, dividete il composto in 8 parti e fatele rotolare per formare 8
palline. Con le dita, formate un buco al centro di ogni pallina, in modo da
creare una ciambella. Sistemate i bagel su una teglia coperta di carta forno,
infarinate leggermente il foro centrale e fate lievitare per altri 45 minuti. A
questo punto siete pronti per iniziare la cottura dei panini. Portate ad
ebollizione una pentola d'acqua e aggiungete il cucchiaio di zucchero.
Non
appena l'acqua inizia a bollire, abbassate la fiamma in modo che l'ebollizione
sia delicata. Immergete nell'acqua uno o due bagel per volta, in base alla
capienza della pentola, e fateli cuocere per un minuto. Poi, aiutandovi con un
mestolo di legno, girateli sull'altro lato e fateli bollire per un altro
minuto. Con una schiumarola, rimuovete i bagel dall'acqua e fateli raffreddare
su un panno. Quando avrete fatto bollire tutti e 8 i panini, sistemateli su una
teglia ricoperta di carta forno e spennellateli con un mix fatto con l'uovo
sbattuto e il latte. Aggiungete i semi di papavero (o sesamo se preferite) e
infornate i bagel nel forno caldo statico a 180° C per 20/25 minuti, finché
l'impasto
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