22/04/2020

CRIMINAL MINDS: UNA SQUADRA DI PROFILER A CACCIA DI SERIAL KILLER


Quello di oggi è il mio post numero 100 e quindi vorrei parlarvi della mia serie televisiva “made in USA” preferita, nata dalla mente geniale dello sceneggiatore e produttore statunitense Jeff Davis: Criminal Minds. Non so quanti di voi la conoscano ma per quelli che non l’hanno mai vista…beh! Non sapete cosa vi siete persi!!! Dopo aver letto il mio post, quindi, vi invito a correre a cercare le repliche per mettervi in pari, in attesa di vedere la 15^ ed ultima stagione. Già perché proprio qualche settimana fa negli USA è stato trasmesso l’ultimo episodio dell’ultima stagione, appunto, con il quale è calato il sipario su questa serie, con grande dispiacere dei fan che non si danno pace e chiedono a gran voce che i produttori ci ripensino…purtroppo non credo ci siano molte speranze e, comunque, ad un certo punto si deve pur mettere la parola fine, anche se costa molta fatica. Ma torniamo a noi: di cosa parla “Criminal Minds”?
La serie racconta il lavoro del BAU (Behavioral Analysis Unit), cioè dell’Unita di Analisi Comportamentale, una squadra di esperti psico-criminologi dell’FBI, incaricati di elaborare un profilo psicologico e comportamentale degli assassini seriali (o serial killer), in modo da prevederne le mosse, fermarli e, soprattutto, assicurarli alla giustizia. Solitamente la squadra viene chiamata in ogni parte del paese dalla polizia locale alle prese con delitti particolarmente efferati e riconducibili, appunto, ad un criminale seriale. Rapimenti, violenze, omicidi, torture…i profiler intervengono in diverse situazioni e per diverse tipologie di crimini, spostandosi dalla sede centrale di Quantico, in Virginia, verso le città in cui c’è bisogno del loro intervento. Per creare la serie Davis si è fatto aiutare da un vero profiler, ex agente dell’FBI, e spesso si è ispirato a veri fatti di cronaca (…cosa che mette davvero i brividi!). Ogni episodio inizia con la presentazione del caso alla squadra, la quale poi si ritrova sul jet dell’FBI che la trasporta sul luogo del delitto. Seduti a bordo i nostri esperti cominciano a discutere delle varie caratteristiche dell’S.I. (Soggetto Ignoto): la vittimologia, il “modus operandi”, le scene del crimine, il possibile movente, ecc. Ciascuno di loro ha una preparazione particolare ed un compito ben preciso, ognuno fornisce il proprio contributo e la soluzione del caso si raggiunge grazie alla loro capacità di lavorare in gruppo, mettendo insieme i vari pezzi del puzzle. L’assetto della squadra ha subìto delle variazioni nel corso degli anni ma ogni personaggio (ed ogni attore) ha lasciato una propria originale impronta e non posso assolutamente esimermi dal presentare una per una almeno le figure principali. Inizialmente alla guida del BAU c’era Jason Gideon (interpretato da Mandy Patinkin), colui che ha ideato e creato la squadra, affiancato da Aaron "Hotch" Hotchner (Thomas Gibson), che gli subentrerà dalla 4^ stagione. Gideon è il mentore di Hotch e conosce profondamente ciascuno dei suoi agenti, per questo è riuscito a trovare il loro potenziale, la loro particolare capacità e li aiuta a mettersi continuamente in gioco, facendo attenzione a non lasciarsi ingannare da niente e da nessuno. Hotch è un uomo tutto d’un pezzo, sempre molto concentrato, apparentemente impermeabile a qualsiasi coinvolgimento ed emozione. Ha dovuto sacrificare molto della sua vita privata per il suo lavoro e guida la squadra con autorevolezza, caricandosi spesso sulle spalle il peso di scelte molto difficili. Derek Morgan (il bellissimo Shemar Moore!), il cui cervello lavora di pari passo con i muscoli, è affascinante e sempre pronto all’azione. Ha scelto di entrare nell’FBI per superare dei traumi infantili e per emulare il padre, poliziotto morto in servizio e ha un bellissimo rapporto di amicizia con l’esperta informatica, nonché ex hacker, Penelope Garcia (Kirsten Vangsness), la quale si dice perdutamente innamorata di lui e a lui solo permette di chiamarla “bambolina”. Penelope, chiusa nel suo ufficio pieno di computer e di gadgets coloratissimi, inorridisce davanti alle violenze che spesso deve documentare alla squadra; non è quasi mai sul campo ma fornisce un supporto importantissimo che spesso si rivela fondamentale per la soluzione delle indagini. Jennifer “JJ” Jareau (A.J. Cook). Cercando di dividersi fra il “lavoro” di moglie e madre e quello di agente dell’FBI, JJ è l’esperta nelle relazioni con i mass-media e con i parenti delle vittime. La sua umanità, la sua dolcezza e la sua grande forza d’animo la trasformano spesso nel “collante” della squadra, anche se, all’occorrenza, è capace di tirare fuori una grinta fuori dal comune. JJ è molto legata al fantastico dottor Spencer Reid (Matthew Gray Gubler), eccentrico e geniale, capace di leggere un libro in meno di un’ora, di risolvere un’intricata equazione in tre minuti, di “vedere” ciò che agli altri sfugge e di snocciolare dati e citazioni di qualsiasi tipo…ma completamente imbranato nella vita pratica e spesso incapace di relazionarsi con le persone.  Il suo apporto è sempre decisivo e nella squadra, che è praticamente la sua famiglia, riesce ad essere sé stesso ed a crescere umanamente. Altra presenza femminile è la pragmatica Emily Prentiss (Paget Brewster), che, arruolata dall’Interpol, lascerà la squadra per un lungo periodo di tempo, per poi tornare e prenderne il comando, succedendo a Hotch nelle ultime quattro stagioni. Emily è colta, sofisticata, sempre a suo agio, calcolatrice, capace di trovare il famoso ago nel pagliaio, se necessario. Nel susseguirsi delle stagioni dimostrerà un carattere davvero “tosto” e saprà stupire i suoi stessi colleghi in diverse occasioni, mostrando lati di sé abitualmente nascosti. Infine abbiamo il veterano italo-americano David Rossi (Joe Mantegna). Rossi è un grande esperto profiler, ha scritto molti libri e tiene corsi sulla materia ed è molto conosciuto e stimato. Si trova spesso a prendere in mano le redini della squadra quando il “capo” di turno è momentaneamente impossibilitato ma non vuole occupare quel ruolo in pianta stabile. Le sue conoscenze ed i suoi trascorsi sono spesso utili per dare una svolta decisiva alle indagini e lavora molto spesso in coppia con Reid, davanti alle cui capacità si stupisce e per il quale nutre un affetto quasi paterno. Ci sono anche altri agenti che entrano ed escono di scena nelle varie stagioni ma quelli che ho appena elencato sono, per così dire, i “principali”. Mi rendo conto di essermi un po’ dilungata nella loro presentazione ma, vi assicuro, era necessario perché “la serie” sono loro; le loro vite e le loro relazioni sono il “fil rouge” che unisce tutte gli episodi, anno dopo anno. La forza di questa serie televisiva sta proprio in questo: nonostante vengano presentate le brutture e le cattiverie alle quali un uomo può arrivare, alla fine l’umanità, la solidarietà, l’amicizia, l’amore…insomma tutto ciò che è positivo comunque vince, anche quando ti lascia un po’ di amaro in bocca, anche quando non si riesce a salvare qualcuno, anche quando non si riesce ad arrestare il colpevole di turno…alla fine l’importante non è quello che non si è fatto ma quello che si è riusciti a fare, alla fine l’importante è riuscire a restare umani e a scegliere sempre il bene. Ok, ora però basta altrimenti mi metto a piangere!!! Veniamo al gusto…beh! Da questo punto di vista la serie è un vero disastro!!! Gli agenti del BAU non hanno mai tempo per fermarsi, trangugiano caffè, mangiano al volo hamburger o cibo da asporto, lasciato puntualmente a metà sulle varie scrivanie…l’unica che ogni tanto riesce a regalarsi una “coccola” dolce è la mitica Penelope (e la adoro anche per questo!), che ama in particolare i muffin e la golosa e coloratissima (come lei) torta Red Velvet…quindi ho avuto poca scelta e ho dovuto cimentarmi in questa ricetta. Il suo nome significa “velluto rosso” ed è un dolce americano dal gusto paradisiaco… oltretutto, è dello stesso colore del logo della serie. E allora ecco a voi la dolcissima 
RED VELVET CAKE
Ingredienti per la torta: 300 g di zucchero - 120 g di burro morbido - 2 uova grandi - 260 g di latticello (125 g di yogurt magro + 135 g di latte parzialmente scremato o intero+ 1 cucchiaino di succo di limone) - 1 o 2 cucchiai di colorante alimentare rosso -  2 cucchiai molto rasi di cacao amaro (circa 15 g) -  275 g di farina 00 setacciata - 1 cucchiaino di bicarbonato - 1 cucchiaino di aceto bianco - 1 cucchiaino di vaniglia
Per la crema al mascarpone: 250 g di mascarpone - 250 ml di panna fresca da montare - 80 g di zucchero a velo - mezzo cucchiaino di vaniglia - lamponi o fragole per guarnire (opzionale)
Iniziate facendo il latticello. In una caraffa mescolate lo yogurt con il latte ed il succo di 1 cucchiaino di limone e fate riposare per 30 minuti a temperatura ambiente. Passate poi alla torta. Nella planetaria o in una ciotola con le fruste elettriche montate il burro morbido con lo zucchero e la vaniglia fino ad avere un composto chiaro e spumoso. Aggiungete al composto di burro, un uovo leggermente sbattuto e, impastando a velocità media, un cucchiaio di farina, in questo modo l'impasto non si "straccerà". Quando il primo uovo si è amalgamato, aggiungete il secondo sempre leggermente sbattuto e un altro cucchiaio di farina preso sempre dal totale. Aggiungete il colorante al latticello che avete preparato in precedenza. Potete aggiungere altro colorante più avanti, se il composto non dovesse essere sufficientemente rosso. Setacciate il cacao ed aggiungetelo alla farina precedentemente setacciata. Con le fruste in movimento a velocità medio-bassa aggiungete metà del latticello all'impasto e subito dopo la metà della miscela di cacao e farina. Ripetete il procedimento fino alla fine degli ingredienti, pulendo con un leccapentole le pareti della ciotola tra un'aggiunta e l'altra. In una ciotolina mescolate il bicarbonato con l'aceto: si formerà una leggera schiuma che dovrete subito aggiungere all'impasto. Mescolate brevemente fino ad avere un impasto ben amalgamato e liscio. A questo punto potete aggiungere altro colorante alimentare, se necessario.
Dividere l'impasto in 3 teglie, precedentemente imburrate e infarinate, dal diametro di 18 cm o fate cuocere il dolce in uno stampo unico da 22 cm. Cuocete le torte in forno caldo a 170° per circa 25-30 minuti, se optate per lo stampo unico prolungate la cottura per altri 15 minuti (prima di sfornare fate sempre la prova stecchino, che deve uscire asciutto). Lasciate intiepidire le basi nella tortiera per 15 minuti, poi trasferitele su una griglia per farle raffreddare completamente. Per la crema al mascarpone. Mettete la ciotola e le fruste in freezer in modo che la vostra crema si monti velocemente. Con le fruste a velocità minima montate il mascarpone insieme alla panna fresca e lo zucchero a velo. Aumentate la velocità man mano e fermatevi appena avrete un composto cremoso, perché se lo lavorate troppo rischiate di trasformare la vostra bella crema in burro. Componete ora il dolce. Rifilate le basi per avere strati tutti uguali. Se avete fatto un’unica base, tagliatela in tre strati, facendo attenzione a non romperla. Mettete la prima base su di un'alzata. Con l'aiuto di una sac à poche usa e getta con punta tonda di medie dimensioni applicate uno strato uniforme di farcia. Posizionate la seconda base e procedete come avete fatto in precedenza. Ultimate il dolce con l'ultima base di torta, mettete un leggero strato di crema solo al centro, fate tanti ciuffetti di crema al mascarpone lungo la circonferenza, con l'aiuto di una spatola o con il dorso inumidito di un cucchiaino stendete un ciuffetto alla volta verso il centro. Infine decorate la torta con fragole o lamponi, a vostro piacimento. È un dolce di grande effetto scenico, perché è colorato e goloso: nessuno saprà resistere e vi converrà fare attenzione perché può creare dipendenza!!!!! Alla prossima!

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