16/10/2022

“E LIBERACI DAL PADRE” LA PRIMA INDAGINE DELL’ISPETTORE LINLEY E DEL SERGENTE HAVERS

Nata nel 1949 a Warren, in Ohio, Susan Elizabeth George è una scrittrice statunitense specializzata nel romanzo giallo. Poco dopo la sua nascita, la famiglia si trasferisce sulla costa Ovest, nella zona di San Francisco ed Elizabeth rimarrà in California praticamente per tutta la vita. Attualmente vive fra Huntington Beach (California) e South Kensington (Inghilterra). Studia letteratura inglese all’Università di Riverside e perfeziona la sua formazione con un master in psicologia. A questo, grazie ai successi ottenuti nella sua carriera letteraria, si aggiungeranno un dottorato onorario ed un master onorario. Prima di diventare una delle gialliste più note al mondo, Elizabeth George ha insegnato a lungo e ha ottenuto successo e riconoscimenti anche per la sua attività didattica. Dopo quasi quindici anni di insegnamento, nel 1988, la George pubblica il suo primo romanzo “A great deliverance”, in Italia intitolato “E liberaci dal padre”. Il libro conosce un successo immediato e presenta al pubblico i due protagonisti di una serie che porterà Elizabeth George ad essere considerata una delle più grandi autrici statunitensi del genere giallo. Si tratta dell’ispettore di New Scotland Yard Thomas Lynley, nobile titolato, affascinante, colto, arguto e gentiluomo dalle maniere impeccabili, spesso fraintese dai colleghi, che lo considerano uno snob che ha fatto carriera in polizia solo per le sue origini, e della sua partner di indagini, il sergente Barbara Harves, goffa e sgraziata, dal carattere spigoloso, incapace di lavorare con chiunque, complessata dalle (troppo) umili origini, schiacciata dal peso dell’infelicità che permea la sua vita e la sua famiglia. Diametralmente opposti, i due formano una “strana coppia” che, a differenza delle apparenze e dei pregiudizi di colleghi e superiori, riesce a dare il meglio nel lavoro di indagine. Lynley offre al sergente
la possibilità di dimostrare le sue capacità e Harves scopre che tutto quanto aveva sentito dire a proposito di Lynley è sbagliato e ingiusto, arrivando ad apprezzarlo e a stimarlo. Accanto a loro troviamo quelli che si possono definire dei “co-protagonisti”, importanti sia per i loro rapporti con Lynley e Havers, sia per l’aiuto che offrono nelle indagini. Il primo è Simon St James. Amico fraterno di Thomas e patologo della polizia scientifica, ha sposato la bellissima fotografa Deborah, ex fidanzata di Lynley ed è sempre pronto ad aiutare l’amico con la sua preparazione e le sue intuizioni. L’altra figura femminile di particolare importanza è Lady Helen Clyde, collega di Simon e amica da sempre di Thomas, è per lui un’ancora di salvezza in molte occasioni. Infine, anche se “statici” e quasi marginali, ci sono i genitori di Havers, malati nel corpo e nella mente, che minano la serenità e la stabilità emotiva della figlia. Ma veniamo al romanzo. “E liberaci dal padre” è una fosca vicenda gialla con sfumature molto nere, ambientata nella cittadina di Keldale, nello Yorkshire. William Teys, irreprensibile contadino di sessant’anni, cattolico molto devoto e conosciuto in paese, viene trovato morto nel suo fienile, decapitato. Accanto al suo corpo c’è la figlia adolescente, Roberta, immobile, con un’accetta in mano. La ragazza confessa il delitto e poi cade in uno stato catatonico. Convinto dal parroco del paese, che non riesce a credere alla colpevolezza della ragazza, Lynley comincia a occuparsi del caso e, scavando nel passato della famiglia, scoprirà che sia la madre che la sorella di Roberta sono scomparse misteriosamente da anni. La loro ricerca lo porterà a scontrarsi con
l’omertà dei cittadini di Keldale e con i tanti e terribili segreti che si nascondono nella fattoria dei Teys…e arrivare alla verità non sarà facile, perché nulla è come sembra. Elizabeth George sfrutta al massimo tutta la cultura accumulata sia nello studio della letteratura inglese che in quello della psicologia e questo emerge in modo magistrale nei suoi scritti. Ve lo consiglio vivamente ma vi devo mettere in guardia. Il romanzo, infatti, è intrigante e coinvolgente ma anche cupo e triste…è una lettura che ti prende dalla prima all’ultima pagina ma che ti lascia con un grande senso di amaro in bocca. E così veniamo a noi…non ci sono momenti di “spensieratezza culinaria”, né momenti di relax per i nostri protagonisti, che sembra vivano d’aria e di indagini!!! Quando ho finito di leggere questo libro ho sentito immediatamente il bisogno di qualcosa di dolce, di qualcosa di “confortevole” e avvolgente, che mi scaldasse il cuore e che riportasse un po’ di dolcezza sul mio palato…quindi per tirarmi su ho deciso di preparare un dolce nella cui preparazione volevo cimentarmi da tempo: i profiteroles! E vi assicuro che ha funzionato…la preparazione non è banale ma nemmeno impossibile. L’importante è seguire passo passo la ricetta e poi il risultato vi darà una soddisfazione incredibile. Si devono prima preparare i bigné, poi la crema pasticciera per farcirli, la ganache al cioccolato per ricoprirli e poi, nella versione classica, la panna montata per decorarli. Io ho tolto solo la panna montata, perché non la amo particolarmente, ma il resto l’ho fatto e vi invito a provarci. Eccovi la ricetta presa dal Cucchiaio d’Argento…pronti, partenza e via!

RICETTA PROFITEROLES AL CIOCCOLATO

Ingredienti per circa 30 bignè: 160 g di acqua - 75 g di burro - 2 uova - 75 g di farina 00 - 1 g di sale - 1 g di zucchero

Per la farcitura dei bignè: 500 g di crema pasticciera Per la copertura: 500 g di ganache al cioccolato

Per la realizzazione dei profiteroles al cioccolato, iniziate preparando i bignè: in una casseruola unite

l’acqua, il burro, il sale e lo zucchero. Portate a bollore e versate in una sola volta la farina, mescolando fino a creare una pastella omogenea. Togliete dal fuoco: una volta che la temperatura è scesa a 45/50°, aggiungete le uova una alla volta e continuate a mescolare fino a completo assorbimento. Lasciate raffeddare e poi trasferite in una sac à poche: su una teglia da forno foderata con l'apposita carta realizzate i bignè di forma regolare, circa 2/2.5 cm di diametro, opportunamente separati tra loro (in realtà non ci sono regole: potete farli anche più grossi, ricordandovi che la cottura richiederà più tempo). Cuocete a 180° per 18/25 minuti in base alla grandezza. Aprite leggermente il forno solo a cottura quasi ultimata per far uscire il vapore in eccesso. Nel frattempo preparate la crema pasticciera e fatela
riposare in frigorifero mentre preparate la ganache per la copertura, facendo attenzione a ottenere una consistenza vellutata, quindi lasciatela raffreddare. Forate i bignè ormai freddi sul fondo con una bocchetta conica o con un coltello appuntito e farciteli con la crema pasticciera utilizzando un sac à poche. Con l’aiuto di una forchetta immergete i bignè nella ganache, cercando di togliere l’eccesso sbattendo la forchetta sul bordo della ciotola. Posizionate i bignè ricoperti su una gratella. Per ottenere una copertura ancora più ricca ripetete l'operazione due volte. A questo punto potete creare sul piatto da portata la classica piramide di profiteroles, oppure potete riempire una pirofila o fare delle monoporzioni. Lasciate i profiteroles al cioccolato mezz’ora in frigorifero e poi serviteli…il successo è assicurato e spariranno in men che non si dica! Buona degustazione e alla prossima! 

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