
Nata nel 1949 a
Warren, in Ohio, Susan Elizabeth George è una scrittrice statunitense
specializzata nel romanzo giallo. Poco dopo la sua nascita, la famiglia si
trasferisce sulla costa Ovest, nella zona di San Francisco ed Elizabeth rimarrà
in California praticamente per tutta la vita. Attualmente vive fra Huntington
Beach (California) e South Kensington (Inghilterra). Studia letteratura inglese
all’Università di Riverside e perfeziona la sua formazione con un master in
psicologia. A questo, grazie ai successi ottenuti nella sua carriera
letteraria, si aggiungeranno un dottorato onorario ed un master onorario. Prima
di diventare una delle gialliste più note al mondo, Elizabeth George ha
insegnato a lungo e ha ottenuto successo e riconoscimenti anche per la sua attività
didattica. Dopo quasi quindici anni di insegnamento, nel 1988, la George
pubblica il suo primo romanzo “A great deliverance”, in Italia intitolato “E
liberaci dal padre”. Il libro conosce un successo immediato e presenta al
pubblico i due protagonisti di una serie che porterà Elizabeth George ad essere
considerata una delle più grandi autrici statunitensi del genere giallo. Si
tratta dell’ispettore di New Scotland Yard Thomas Lynley, nobile titolato, affascinante,
colto, arguto e gentiluomo dalle maniere impeccabili, spesso fraintese dai
colleghi, che lo considerano uno snob che ha fatto carriera in polizia solo per
le sue origini, e della sua partner di indagini, il sergente Barbara Harves, goffa
e sgraziata, dal carattere spigoloso, incapace di lavorare con chiunque, complessata
dalle (troppo) umili origini, schiacciata dal peso dell’infelicità che permea
la sua vita e la sua famiglia. Diametralmente opposti, i due formano una “strana
coppia” che, a differenza delle apparenze e dei pregiudizi di colleghi e superiori,
riesce a dare il meglio nel lavoro di indagine. Lynley offre al sergente

la
possibilità di dimostrare le sue capacità e Harves scopre che tutto quanto
aveva sentito dire a proposito di Lynley è sbagliato e ingiusto, arrivando ad
apprezzarlo e a stimarlo. Accanto a loro troviamo quelli che si possono
definire dei “co-protagonisti”, importanti sia per i loro rapporti con Lynley e
Havers, sia per l’aiuto che offrono nelle indagini. Il primo è Simon St James. Amico
fraterno di Thomas e patologo della polizia scientifica, ha sposato la
bellissima fotografa Deborah, ex fidanzata di Lynley ed è sempre pronto ad
aiutare l’amico con la sua preparazione e le sue intuizioni. L’altra figura
femminile di particolare importanza è Lady Helen Clyde, collega di Simon e
amica da sempre di Thomas, è per lui un’ancora di salvezza in molte occasioni.
Infine, anche se “statici” e quasi marginali, ci sono i genitori di Havers,
malati nel corpo e nella mente, che minano la serenità e la stabilità emotiva della
figlia. Ma veniamo al romanzo. “E liberaci dal padre” è una fosca vicenda
gialla con sfumature molto nere, ambientata nella cittadina di Keldale, nello
Yorkshire. William Teys, irreprensibile contadino di sessant’anni, cattolico molto
devoto e conosciuto in paese, viene trovato morto nel suo fienile, decapitato.
Accanto al suo corpo c’è la figlia adolescente, Roberta, immobile, con un’accetta
in mano. La ragazza confessa il delitto e poi cade in uno stato catatonico. Convinto
dal parroco del paese, che non riesce a credere alla colpevolezza della
ragazza, Lynley comincia a occuparsi del caso e, scavando nel passato della famiglia,
scoprirà che sia la madre che la sorella di Roberta sono scomparse
misteriosamente da anni. La loro ricerca lo porterà a scontrarsi con

l’omertà
dei cittadini di Keldale e con i tanti e terribili segreti che si nascondono
nella fattoria dei Teys…e arrivare alla verità non sarà facile, perché nulla è
come sembra. Elizabeth George sfrutta al massimo tutta la cultura accumulata
sia nello studio della letteratura inglese che in quello della psicologia e
questo emerge in modo magistrale nei suoi scritti. Ve lo consiglio vivamente ma
vi devo mettere in guardia. Il romanzo, infatti, è intrigante e coinvolgente ma
anche cupo e triste…è una lettura che ti prende dalla prima all’ultima pagina
ma che ti lascia con un grande senso di amaro in bocca. E così veniamo a noi…non
ci sono momenti di “spensieratezza culinaria”, né momenti di relax per i nostri
protagonisti, che sembra vivano d’aria e di indagini!!! Quando ho finito di
leggere questo libro ho sentito immediatamente il bisogno di qualcosa di dolce,
di qualcosa di “confortevole” e avvolgente, che mi scaldasse il cuore e che
riportasse un po’ di dolcezza sul mio palato…quindi per tirarmi su ho deciso di
preparare un dolce nella cui preparazione volevo cimentarmi da tempo: i
profiteroles! E vi assicuro che ha funzionato…la preparazione non è banale ma
nemmeno impossibile. L’importante è seguire passo passo la ricetta e poi il
risultato vi darà una soddisfazione incredibile. Si devono prima preparare i
bigné, poi la crema pasticciera per farcirli, la ganache al cioccolato per
ricoprirli e poi, nella versione classica, la panna montata per decorarli. Io ho
tolto solo la panna montata, perché non la amo particolarmente, ma il resto l’ho
fatto e vi invito a provarci. Eccovi la ricetta presa dal Cucchiaio d’Argento…pronti,
partenza e via!
RICETTA PROFITEROLES AL CIOCCOLATO
Ingredienti per
circa 30 bignè: 160 g di acqua - 75 g di burro - 2 uova - 75 g di farina 00 - 1
g di sale - 1 g di zucchero
Per la
farcitura dei bignè: 500 g di crema pasticciera Per la
copertura: 500 g di ganache al cioccolato
Per la
realizzazione dei profiteroles al cioccolato, iniziate preparando i bignè: in
una casseruola unite
l’acqua, il burro, il sale e lo zucchero. Portate a
bollore e versate in una sola volta la farina, mescolando fino a creare una
pastella omogenea. Togliete dal fuoco: una volta che la temperatura è scesa a
45/50°, aggiungete le uova una alla volta e continuate a mescolare fino a
completo assorbimento. Lasciate raffeddare e poi trasferite in una sac à poche:
su una teglia da forno foderata con l'apposita carta realizzate i bignè di
forma regolare, circa 2/2.5 cm di diametro, opportunamente separati tra loro (in
realtà non ci sono regole: potete farli anche più grossi, ricordandovi che la
cottura richiederà più tempo). Cuocete a 180°
per 18/25 minuti in base alla grandezza. Aprite leggermente il forno solo a
cottura quasi ultimata per far uscire il vapore in eccesso. Nel frattempo
preparate la
crema pasticciera e fatela
riposare in frigorifero mentre preparate
la
ganache per la copertura, facendo attenzione a ottenere una consistenza
vellutata, quindi lasciatela raffreddare. Forate i bignè ormai freddi sul fondo
con una bocchetta conica o con un coltello appuntito e farciteli con la crema
pasticciera utilizzando un sac à poche. Con l’aiuto di una forchetta immergete
i bignè nella ganache, cercando di togliere l’eccesso sbattendo la forchetta
sul bordo della ciotola. Posizionate i bignè ricoperti su una gratella. Per
ottenere una copertura ancora più ricca ripetete l'operazione due volte. A
questo punto potete creare sul piatto da portata la classica piramide di
profiteroles, oppure potete riempire una pirofila o fare delle monoporzioni.
Lasciate i profiteroles al cioccolato mezz’ora in frigorifero e poi serviteli…il
successo è assicurato e spariranno in men che non si dica! Buona degustazione e
alla prossima!
Nessun commento:
Posta un commento