Due
cugini newyorkesi di origine ebraica cresciuti a Brooklyn, entrambi classe
1905, entrambi scrittori appassionati di letteratura poliziesca, Frederick Dannay e Manfred B.Lee hanno scelto come loro pseudonimo Ellery Queen e hanno
dato lo stesso nome anche al loro personaggio più famoso. Nato nel 1929,
laureato ad Harvard, Ellery è un giovane e brillante scrittore di gialli che
vive nella New York del Secondo Dopoguerra con il padre, Richard, burbero
irlandese, vedovo, ispettore capo della Squadra Omicidi. Allampanato, con
l’aria di chi ha sempre la testa fra le nuvole Ellery Queen in realtà possiede
un’intelligenza ed un intuito fuori dall’ordinario. Suo padre ricorre spesso all’aiuto
del figlio per risolvere i casi più difficili, solleticando
la sua grande curiosità e facendo leva sull’affetto che li lega. Ellery osserva, fa domande apparentemente banali, si focalizza su dettagli che sembrano insignificanti e, quando arriva alla soluzione, raduna tutte le persone coinvolte nelle indagini e rivela il nome dell’assassino, sbrogliando poco a poco le matasse più aggrovigliate. Nei romanzi di Ellery Queen giocano un ruolo importante anche i cosiddetti “protagonisti secondari”: il sergente Velie, braccio destro dell’ispettore Queen, Simon Brimmer, conduttore di gialli radiofonici, sempre in gara con Ellery per cercare di smascherare il colpevole di turno, e Frank Flannigan, giornalista perennemente alle costole dei Queen, alla ricerca di un’esclusiva per diventare un cronista da prima pagina. I libri di Ellery Queen ebbero un enorme successo e presto le sue avventure approdarono alla radio e alla televisione. La serie televisiva degli anni Settanta, in particolare, decretò la fama del noto investigatore e rese celebre l’attore che lo interpretava, Jim Hutton (padre di Timothy), capace di rendere perfettamente sullo schermo i tratti di Ellery descritti nei romanzi. Una nota davvero originale, rispetto a tutti i film e telefilm polizieschi, fu l’introduzione del rapporto con il telespettatore. Alla fine di ogni episodio, infatti, prima di rivelare il nome del colpevole di turno, il personaggio di Ellery Queen si rivolgeva direttamente alla telecamera e quindi al pubblico televisivo (infrangendo in questo modo la “quarta parete”) chiedendo se, considerati tutti gli indizi e i comportamenti dei sospettati, lo spettatore avesse individuato il colpevole...e quando mai?!?!? Io rimanevo sempre a bocca aperta ad aspettare che fosse lui a dirlo!!! Ma veniamo a noi: Ellery Queen è solo un grande segugio o ha anche uno stomaco e delle papille gustative?!?!? Ahimè! Lo scrittore-investigatore dilettante si butta talmente a capofitto nelle indagini che spesso si estranea da tutto ciò che lo circonda e sembra perdere il contatto con la realtà, arrivando anche a dimenticarsi di mangiare (!) e bevendo solo caffè. Il povero ispettore Queen, allora, cerca di preparargli dei sandwiches o, meglio ancora, lo trascina ad uno dei tanti chioschi newyorkesi dei venditori di hot dog, assicurandosi che il figlio ne “butti giù” almeno uno! Non si tratta di panini elaborati né di un piatto gourmet ma la maggior parte dei poliziotti raccontati nei libri o nelle serie televisive ne consuma una gran quantità…quindi penso che debbano occupare un posto nel mio blog. Per prima cosa vi faccio una domanda: sapete perché si chiamano hot dog (letteralmente “cane caldo”)?? Ci sono 3 diverse versioni che cercano di spiegarlo:
la sua grande curiosità e facendo leva sull’affetto che li lega. Ellery osserva, fa domande apparentemente banali, si focalizza su dettagli che sembrano insignificanti e, quando arriva alla soluzione, raduna tutte le persone coinvolte nelle indagini e rivela il nome dell’assassino, sbrogliando poco a poco le matasse più aggrovigliate. Nei romanzi di Ellery Queen giocano un ruolo importante anche i cosiddetti “protagonisti secondari”: il sergente Velie, braccio destro dell’ispettore Queen, Simon Brimmer, conduttore di gialli radiofonici, sempre in gara con Ellery per cercare di smascherare il colpevole di turno, e Frank Flannigan, giornalista perennemente alle costole dei Queen, alla ricerca di un’esclusiva per diventare un cronista da prima pagina. I libri di Ellery Queen ebbero un enorme successo e presto le sue avventure approdarono alla radio e alla televisione. La serie televisiva degli anni Settanta, in particolare, decretò la fama del noto investigatore e rese celebre l’attore che lo interpretava, Jim Hutton (padre di Timothy), capace di rendere perfettamente sullo schermo i tratti di Ellery descritti nei romanzi. Una nota davvero originale, rispetto a tutti i film e telefilm polizieschi, fu l’introduzione del rapporto con il telespettatore. Alla fine di ogni episodio, infatti, prima di rivelare il nome del colpevole di turno, il personaggio di Ellery Queen si rivolgeva direttamente alla telecamera e quindi al pubblico televisivo (infrangendo in questo modo la “quarta parete”) chiedendo se, considerati tutti gli indizi e i comportamenti dei sospettati, lo spettatore avesse individuato il colpevole...e quando mai?!?!? Io rimanevo sempre a bocca aperta ad aspettare che fosse lui a dirlo!!! Ma veniamo a noi: Ellery Queen è solo un grande segugio o ha anche uno stomaco e delle papille gustative?!?!? Ahimè! Lo scrittore-investigatore dilettante si butta talmente a capofitto nelle indagini che spesso si estranea da tutto ciò che lo circonda e sembra perdere il contatto con la realtà, arrivando anche a dimenticarsi di mangiare (!) e bevendo solo caffè. Il povero ispettore Queen, allora, cerca di preparargli dei sandwiches o, meglio ancora, lo trascina ad uno dei tanti chioschi newyorkesi dei venditori di hot dog, assicurandosi che il figlio ne “butti giù” almeno uno! Non si tratta di panini elaborati né di un piatto gourmet ma la maggior parte dei poliziotti raccontati nei libri o nelle serie televisive ne consuma una gran quantità…quindi penso che debbano occupare un posto nel mio blog. Per prima cosa vi faccio una domanda: sapete perché si chiamano hot dog (letteralmente “cane caldo”)?? Ci sono 3 diverse versioni che cercano di spiegarlo:
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La prima narra che il termine fu coniato da un
venditore allo stadio nel 1867 che, non riuscendo a vendere i suoi würstel, si
inventò la storia che questi erano salsicce di cane e se ne andava in giro
gridando "chi vuole le mie salsicce di cane?" Riuscì così ad incuriosire le persone ed a far
alzare le sue vendite. Poco dopo anche gli altri venditori di würstel lo
imitarono, ma nell'abbreviare il suo slogan, urlavano solo "cane caldo!"
(hot dog).
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La seconda, invece, sostiene che quando,
all'inizio del XX secolo, i New York Giants disputavano le loro partite di
football, lo statunitense Henry M. Stevens pensò di distribuire tra le folle
presenti allo stadio i dachshund sausages. Il nome hot dog venne dato a questi
panini dal disegnatore di vignette sportive P.A. Dorgan. Egli raffigurò un
panino con dentro un bassotto, associando il würstel a questo cane, che era
anch'esso lungo e tedesco e dato che i venditori chiamavano la gente dicendo
"get your dachshund sausages while they're yet hot" cioè "prendi
la tua salsiccia mentre è ancora calda", da lì prese il nomignolo equivoco
hot-dog.
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Infine la terza versione si riferisce a "dog",
parola inglese usata per identificare non solo il "cane", ma anche il
"dente di arresto", altresì detto "briglia" o
"grappa" e, più specificamente nel caso degli hot dog, questi
ricordano le briglie (lunghe circa 15 cm) usate un tempo dai ferrovieri per
bloccare le rotaie alle traversine di legno.
Quale
sarà la giusta versione? Non saprei proprio…ciascuno scelga quella che più gli
piace, tanto il risultato non cambia: l’hot dog è nato a New York ed è una
delle icone dello street food della Grande Mela.Ricetta del vero hot dog made in New York!
Ingredienti per 2 hot dogs: 2 buns (panini tipici, morbidi) per hot dogs - 2 wurstel - 1 cucchiaio di ketchup – Senape (se disponibile Classic Yellow Mustard americana)
Fate scaldare i wurstel nell’acqua bollente per qualche minuto. Tagliate i panini in due per il lungo, facendo attenzione a non aprirli del tutto, e farciteli con i wurstel e le salse. Questa è la ricetta “basic” ma potete sbizzarrirvi! Potete aggiungere un sacco di altri ingredienti come verdure, pomodori, cipolle, peperoni…o fare le cose in grande aggiungendo del bacon! Dovrebbero essere mangiati in piedi, velocemente, magari sul marciapiedi, mentre passano le auto…cioè…così li mangiano in TV…io, invece, preferisco arricchirli con della verdura e mangiarli spaparanzata sul divano, guardando una serie poliziesca ambientata a...New York, of course!
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