Jean-Claude Izzo (Marsiglia 1945 – 2000) è stato uno scrittore, poeta,
giornalista, drammaturgo e sceneggiatore francese. Figlio di un immigrato
italiano e di una casalinga francese, Izzo iniziò giovanissimo a scrivere
articoli per giornali di provincia e a militare nelle file del partito comunista.
Alternava la sua attività di giornalista con quella di scrittore,
principalmente di poesie. Negli anni Novanta scrisse il primo libro della cosiddetta
“Trilogia marsigliese” con protagonista il poliziotto Fabio Montale, che lo portò al successo. Così come
l’autore, anche Montale è figlio di immigrati italiani, vive a Marsiglia e ne
conosce ogni angolo, soprattutto i peggiori. Cresciuto con due amici fraterni, con
i quali vive un’adolescenza irrequieta fatta di scorribande e piccoli furti, divenuto adulto si
divide da loro e sceglie di entrare in polizia, per difendere la sua amata-odiata
città e per cercare di reagire a un destino già scritto, comune alla maggior
parte dei “ragazzi bastardi” provenienti come lui dai quartieri multietnici. Fabio
Montale è diverso dagli altri poliziotti: lui non guarda gli altri dall’alto al
basso, lui non cerca la gloria delle prime pagine dei giornali, né l’approvazione
del capo…
Lui vuole fermare i boss della malavita locale che sfruttano ragazzini
e bambine, che gestiscono i traffici illeciti arricchendosi e schiacciando
chiunque li intralci. È più un educatore di strada e vuole giustizia, anche se
a volte la “sua” giustizia compie giri lunghi e tortuosi per arrivare a fermare
il colpevole, anche se la “sua” giustizia spesso lo colpisce dritto in faccia e
gli fa rischiare la vita. È un irrequieto sul lavoro e anche nella vita. Non riesce
a stare molto tempo con una donna perché si sente incapace di amare totalmente,
perché si sente insicuro e perché ha paura di ciò che non riesce a gestire. Ma ha
un cuore d’oro e, pur soffrendo per le brutture che incontra ogni giorno come
poliziotto, ama profondamente Marsiglia e il suo mare, gli piace pescare, ascoltare la
musica, bere e mangiare bene e, soprattutto, cucinare. Quando può ci si dedica con passione ma spesso
non ne ha il tempo e si lascia viziare dalla vicina di casa, Honorine, che lo
conosce fin da quando era un ragazzo e gli prepara piatti semplici ma gustosi. Ho scelto una delle ricette che si trovano nel primo libro della
trilogia “Casino totale”, in cui uno stanchissimo Montale ritempra corpo e mente
mangiando i mitici peperoni alla rumena, cucinati amorevolmente da Honorine,
appunto. Una curiosità: sono talmente tante le ricette nella trilogia di
Montale che lo scrittore Pierpaolo Pracca ha scritto un libro raccogliendole
tutte. Si intitola “L’amore, la morte e il basilico” e prima o poi lo leggerò!
Per ora vi lascio ai peperoni…buon lavoro!
RICETTA PEPERONI ALLA RUMENA
Ingredienti per 6 persone: 6 peperoni (possibilmente tutti della stessa
grandezza e un po’ squadrati, in modo che stiano “in piedi”) - 1 kg di riso – 500 gr di carne di manzo macinata
– 1 salsiccia grossa tritata – origano, timo, alloro e santoreggia – 1 cucchiaio
di panna – 3 cucchiai di olio evo Per
la salsa: 500 gr di pomodori maturi - 2 cipolle piccole (o 1 grande) – Prezzemolo
– Olio evo – sale e pepe.
Lavare bene i peperoni, togliere la calotta superiore e pulirli
internamente, eliminando i semi. Far rosolare la cipolla per 2 minuti nell’olio, aggiungere il riso e un
po’ d‘acqua e cuocere per 5 minuti. Togliere dal fuoco. In un contenitore
mischiare la carne, il riso, la cipolla, il prezzemolo e le erbe aromatiche.
Salare, pepare e riempire i peperoni. Metterli in
una pentola (pignatta),
aggiungere la passata di pomodoro con acqua e un cucchiaino di zucchero. Il liquido deve coprire i peperoni, cuocerli per 60-70 minuti a fuoco moderato,
mettendo sale e foglie di alloro. In alternativa cuocerli in forno, a 180° per 40/50
minuti. Prima di servirli versatevi sopra un po’ di panna. N.B. Io ho apportato una mia personale modifica al procedimento
della ricetta originale: ho fatto rosolare carne e salsiccia in padella con la
cipolla e un filo d’olio per 5 minuti, poi ho aggiunto il riso e ho sfumato tutto con
un po’ di vino bianco per altri 5 minuti. Solo a questo punto ho riempito i
peperoni e li ho infornati. Prima di servirli poi li ho cosparsi
di origano e vi ho versato un filo di olio a crudo. Lascio a voi la decisione
di seguire la ricetta di Honorine o di applicare le mie variazioni…in ogni caso
sono sicura che vi piaceranno. Io ho deciso che li avrei cucinati già mentre
leggevo il libro e non mi fermerò qui: voglio provare altre ricette di Fabio
Montale perché è proprio un tipo che sa bene cosa significa gusto! E allora cosa
aspettate? Leggete e gustate!
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