24/10/2018

IL TENENTE COLOMBO ADORA IL CHILI


Se dico “Colombo” sono sicura che sono due i personaggi famosi che vengono in mente a tutti: lo storico e grande navigatore italiano Cristoforo e l’arguto e simpatico tenente italo-americano della conosciutissima serie televisiva…mi sbaglio?!? Non credo proprio! Chi di voi non ha mai visto almeno un telefilm o un film della serie? Negli anni Sessanta due amici, Richard Levinson e William Link, ex compagni di college e fan di Ellery Queen, idearono un nuovo schema di giallo, ribaltando completamente quello classico deduttivo. Solitamente, infatti, il lettore e/o lo spettatore seguono le indagini condotte dall’investigatore protagonista che, basandosi sui fatti, sugli indizi e sulle testimonianze raccolte, arriva all’assassino. Levinson e Link, invece, ribaltano completamente questo modello e ne creano uno nuovo. Le prime scene mostrano subito l’assassino mentre architetta il suo piano, commette l’omicidio e poi si confeziona un falso alibi. È a questo punto che entra in scena il detective che dovrà smascherare il colpevole, smontando il castello di carte che questi ha messo in piedi per coprire il suo crimine. E la cosa più sorprendente non è più lo scoprire “chi” ma il “come ha capito chi”. Il protagonista della serie è il tenente Colombo, interpretato in modo egregio dal mitico Peter Falk (1927-2011). Andato in onda per la prima volta negli USA nel 1968, è arrivato in Italia nel 1974 e ha continuato ad ottenere un successo
strepitoso per oltre trent’anni. Ancora oggi spesso alcuni canali ne trasmettono le repliche e lo share è sempre più che buono. Del resto si tratta di telefilm adatti a tutti i tipi di pubblico, senza alcun tipo di violenza. Come già anticipato, ogni episodio segue uno schema ben preciso: lo spettatore vede subito l’omicidio e chi e come l’ha commesso, dopo di che arriva la polizia e le indagini vengono assegnate al tenente Colombo, davanti al quale il colpevole tira un sospiro di sollievo. Perché? Semplice, perché nessuno potrebbe mai sospettare che un personaggio del genere possa anche solo lontanamente avvicinarsi alla verità. L’aspetto di Colombo, infatti, è tutt’altro rispetto allo stereotipo del detective: trasandato, con un accenno di barba, si presenta con un trench stropicciato, come se ci avesse dormito, un mozzicone di sigaro, un taccuino sgualcito e una
matita piccolissima, i capelli arruffati come se si fosse appena alzato dal letto, uno sguardo assorto, reso un po’ “inquietante” dal fatto che ha una protesi oculare. Arriva a bordo della sua Peugeot 403 cabriolet del 1959, che sembra debba cadere a pezzi da un momento all’altro, e spesso si porta appresso un pacifico bassethound che lui chiama semplicemente “Cane”, perché lui e la moglie non hanno mai trovato un nome che piacesse ad entrambi. Ah! A proposito: nomina spessissimo la consorte, chiamandola “mia moglie” o “la signora Colombo”, che però non si vede mai e non ha neppure un volto. Di lui non si conosce neanche il nome di battesimo ma si sa che soffre di claustrofobia, di vertigini, di mal di mare e che ha paura di volare, orrore per le armi e una vera e propria repulsione per la vista del sangue, al punto che non riesce a parlare tranquillamente con il medico legale…tutto questo dovrebbe fare di lui una frana su tutti i fronti! Eppure ha un quoziente di intelligenza oltre la norma e uno spirito di osservazione incredibile. Non gli sfugge niente e se c’è anche un solo, piccolo particolare fuori posto o che non lo convince…allora tira fuori tutte le sue doti di tenace segugio e punta la preda finché non la stana. Fin da subito, infatti, il suo infallibile intuito gli fa capire chi è l’assassino e da quel momento il colpevole non ha scampo: se lo ritrova davanti nei momenti e nei posti più impensabili, con le domande più assurde e alla fine si ritrova con le spalle al muro. La frase “tormentone” di Colombo, pronunciata con una mano alzata quasi in segno di scusa, è “ah! Un’ultima cosa…” e lì arriva l’affondo, il momento in cui tutta la verità emerge e ogni pezzo del puzzle trova la sua giusta collocazione. Non ricorre a inseguimenti, minacce o lunghi interrogatori ma “gioca” con i nervi del colpevole, logorandolo e facendolo capitolare. Potrei stare ore a raccontarvi degli aneddoti o degli episodi della serie, perché il tenente Colombo è uno dei personaggi televisivi che ho amato e che ancora amo di più. A volte mi capita di rivedere uno dei suoi telefilm o film in TV e ancora riesco ad apprezzarlo. E per quanto riguarda il gusto? Anche lui, come tanti altri detective, beve litri di caffè e ha poco tempo per la pausa pranzo ma ama la buona cucina. Cita spesso le prelibatezze che gli prepara la moglie e, tutte le volte che può, corre nel suo bar preferito a mangiare un piatto di chili extra piccante, nel quale ama sbriciolare dei crackers. Quindi non ho avuto dubbi nello scegliere cosa proporvi oggi: un fantastico e saporitissimo chili di carne e fagioli!

CHILI CON CARNE E FAGIOLI (4-6 porzioni)
500 g di carne macinata mista di manzo e maiale • 200 g di fagioli già lessati (rossi o borlotti) • 200 g di polpa di pomodoro • 1 peperone rosso grande • mezza cipolla bianca • 1 spicchio di aglio • olio evo • 80 g di cheddar (facoltativo) • 1 peperoncino piccante • 1 pizzico di semi di cumino • prezzemolo • sale • pepe
Tritate finemente la cipolla, l'aglio sbucciato e il peperoncino. Fate rosolare in un ampio tegame con un po’ d’olio. Lavate il peperone, privatelo del picciolo, dei semi e dei filamenti bianchi e tagliatelo a cubetti. Quando la cipolla sarà dorata aggiungete il peperone e fatelo saltare per qualche minuto, quindi unite la carne macinata e fatela rosolare per 5-10 minuti, mescolando spesso. Aggiungete la polpa di pomodoro, il cumino tritato finemente, un pizzico di sale e una macinata di pepe, allungate con mezzo bicchiere di acqua calda e fate cuocere con il coperchio a fuoco basso per circa 30 minuti. Trascorso il tempo aggiungete i fagioli e se serve regolate di sale. Fate insaporire per 5-10 minuti, se volete unite infine
il formaggio cheddar e mescolate bene per farlo fondere, quindi spegnete il fuoco e fate riposare per qualche minuto. Servite il chili con carne in una ciotola capiente…se volete mangiarlo proprio “alla Colombo” accompagnatelo con dei crackers, altrimenti potete gustarlo con dei nachos o del pane a fette leggermente tostato. Può essere considerato un piatto unico oppure potete condividerlo come aperitivo. Essendo sempre in servizio, il nostro buon tenente lo mangia bevendo del caffè ma io vi consiglio una bella birra ghiacciata, davanti alla TV, guardando una replica di Colombo, gustandovi il chili e l’indagine! E poi, mi raccomando, fatemi sapere se vi è piaciuto!  

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