Marco Vichi (Firenze 1957) è uno scrittore e sceneggiatore toscano. Nel
2002 esce il primo libro con il
commissario Bordelli, protagonista di una serie di polizieschi ambientati a
Firenze negli anni sessanta. Ex combattente della Seconda guerra mondiale,
scapolo suo malgrado, onesto, appassionato del suo lavoro, umano e amante del
buon cibo e del buon vino, Bordelli, dopo aver combattuto i nazisti, entra in
Polizia perché crede ancora nella giustizia. I suoi collaboratori lo ammirano e
lo rispettano e lui ricambia con un affetto sincero e riservato, incapace di
esprimersi a parole ma molto eloquente nei gesti. In questa sua prima indagine
il commissario viene chiamato per la morte di un'anziana e ricca nobildonna,
apparentemente dovuta a problemi di asma. Ben presto però risulterà evidente
che si tratta di un omicidio premeditato e molto ben architettato. Il movente
risulta subito molto chiaro: la cospicua eredità. Il colpevole o meglio i
colpevoli? Anche a questo proposito Bordelli ha quasi subito un’idea precisa.
Ma resta un punto fondamentale sul quale occorre far luce: il come! Già!
Bordelli si trova ad arrovellarsi il cervello per capire come la signora è
stata uccisa, visto che tutte le persone coinvolte hanno un alibi, come si suol
dire, di ferro! E insieme a lui anche l'irreprensibile e giovanissimo agente
Piras, figlio di un suo vecchio commilitone, non sa proprio come risolvere il

mistero.
A questo si aggiunga il caldo torrido che attanaglia Firenze e toglie il fiato e
gli incubi notturni ricorrenti…e potremo capire perché il nostro commissario
non riesce proprio a smettere di pensare e, soprattutto, di fumare, nonostante
le buone intenzioni! Per fuggire dalla tensione delle indagini ferme ad un
punto morto, Bordelli organizza una delle serate fra amici che tanto gli
piacciono. Affida ad un ex galeotto, più o meno redento e abilissimo cuoco, la
sua cucina ed il compito di preparare una cena coi fiocchi e lui si occupa di
invitare vecchi e nuovi amici. Intorno alla tavola, gustando cibi saporiti e
vino nostrano, gli uomini si ritrovano a condividere ricordi di guerra ed
esperienze personali. E forse proprio grazie a questa piacevole distrazione,
Bordelli ritorna a mente più serena sul luogo del delitto e ha finalmente l'intuizione
che lo porta a risolvere il caso! Voglio leggere altri libri di Vichi perché mi
è piaciuto il suo stile semplice e capace di coinvolgere il lettore, di fargli
guardare cose e persone attraverso gli occhi stanchi del commissario Bordelli. Oltre
alle cene con gli amici, il commissario ama gustare i piatti del suo amico Toto,
siciliano “doc” proprietario e cuoco di una trattoria, che lo accoglie nella
sua cucina ogni volta con una storiella ed un piatto diverso ma sempre gustoso
e abbondante. Uno di questi è il baccalà alla livornese, che il poliziotto
divora direttamente vicino ai fornelli, nonostante il caldo tremendo! E questa
sera voglio proporvi proprio questo piatto: non è difficile ma ha un gusto davvero
unico! Provatelo!

BACCALA’ ALLA LIVORNESE –
Ingredienti per 4 persone: 600 gr baccalà – 700 gr passata di pomodoro – 300 gr
patate – 1 cipolla – vino bianco – 150 gr farina 00 – olive nere - olio evo –
sale – pepe
Sbucciate e cuocete le patate. Fatele freddare in un piatto e
tagliatele. Affettate la cipolla e mettetela a rosolare in una padella con
l'olio. Aggiungete la passata di pomodoro e aggiustate di sale. Fate cuocere il
sugo per almeno 45 minuti a fiamma dolce, mescolando di frequente. Tagliate il baccalà a fettine rettangolari e
impanatele nella farina. Mettete a rosolare in un'altra padella con l'olio. Sfumate
con il vino bianco e fate evaporare. A questo punto tuffate il baccalà rosolato
nel sugo e aggiungete le patate e le olive. Cuocete insieme per 45 minuti e poi
spegnete. Cospargete di pepe nero e servite caldo. N.B. Il baccalà alla livornese con le patate si prepara dopo aver
dissalato il

pesce. Per farlo dovrete metterlo prima sotto il getto dell'acqua
e poi in ammollo in un recipiente per 8 ore. Terminato il tempo vi basterà
ripetere l'operazione (mattina e sera) per tre giorni. Sicuramente anche dopo
questa procedura sarà salato. Perciò è consigliabile non aggiungere sale al
pesce ma solo un pizzico nel sugo. Ad ogni modo potrete regolarvi anche alla
fine della cottura, quando il piatto sarà pronto. Esistono diverse varianti di
questa ricetta ma questa è la più nota...a me è piaciuta molto e ve la consiglio accompagnata da un bicchiere di vino bianco fresco! Buon appetito!
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