23/05/2019

GIALLO PERCHÉ……

In Francia vengono chiamati roman policier o polar, in Germania Kriminalroman, abbreviato in Krimi, gli Anglosassoni utilizzano diversi termini: detective fiction, mystery (o mystery story), detective story o detective novel, thriller, psico thriller, legal thriller, medical thriller, spy story…in Italia, invece, sono semplicemente gialli. Questa accezione si usa solamente nella lingua italiana e ciò si deve alla collana “Il Giallo Mondadori”, ideata da Lorenzo Montano e pubblicata in Italia da Arnoldo Mondadori a partire dal 1929: il termine “giallo”, dal colore della copertina, ha sostituito in Italia quello di “poliziesco”. Da ben novant’anni per noi italiani questo colore contraddistingue tutti quei romanzi polizieschi, thriller,
noir…praticamente racchiude tutti i vari “sottogeneri” esistenti. Diversi direttori si sono avvicendati alla guida della serie ma fra tutti si è distinto per longevità e per capacità Alberto Tedeschi, tanto che nel 1980 è stato istituito un omonimo premio, dedicato a romanzi gialli italiani inediti e consistente, per i vincitori, nella pubblicazione all'interno della collana del Giallo Mondadori. Sono tanti gli scrittori che hanno raggiunto il successo proprio grazie alla pubblicazione del loro romanzo da parte dell’azienda di Segrate che li ha fatti conoscere ad un pubblico sempre più vasto. E quest’anno, per questo importante anniversario, la Mondadori ha pubblicato un inedito del grande Andrea Camilleri e ripropone alcuni classici del Ventesimo secolo. Vi confesso che la collana Gialli Mondadori per me è un mito e, amando il genere, è quasi obbligatorio per me dedicarle uno spazio, anche se limitato, nel mio blog. Quando ero ancora una ragazzina cercavo di risparmiare la paghetta e le mance per potermi comprare uno di quei libri colorati con l’illustrazione nel tondo di copertina e i titoli che stuzzicavano la mia curiosità di avida lettrice. Ancora oggi, quando ne trovo uno, magari un po’ consumato, in una bancarella…non resisto e devo acquistarlo! Il Giallo Mondadori, poi, è milanese come me e giallo come il risotto allo zafferano e la polenta. Chissà se gli ideatori della collana si sono ispirati a uno di questi due cavalli di battaglia della cucina lombarda o se hanno scelto un colore a caso…non ci è dato di saperlo ma ormai mi conoscete e potete indovinare come la penso: per me il giallo della collana Mondadori è il giallo polenta. Sì, perché i primi libri costavano 5 lire, erano
accessibili alla maggior parte degli italiani dell’epoca, così come la polenta è nato come piatto povero, accessibile a tutti e consumato prevalentemente dai contadini del nord Italia. Sono diverse le tipologie di polenta, in base alle diverse regioni ed alle diverse farine utilizzate. Io, da buona lombarda, sono cresciuta mangiando la polenta classica, gialla appunto (!) fatta con la farina di mais, nel pentolone di rame, lentamente. “Acqua, sale, farina e olio di gomito”, diceva mia nonna, e poi un canovaccio, un tagliere e un coltello di legno…e in tavola. Si mangiava con il formaggio o con il sugo e, se avanzava, il giorno dopo si tagliava a fette e si friggeva. A volte la nonna la cucinava con una consistenza diversa, lasciandola più morbida, e la serviva calda ricoperta con del latte freddo…non vi dico che bontà! Quando ci penso mi vengono in mente ricordi bellissimi di tutta la famiglia intorno al tavolo e il sorriso mi viene spontaneo sulle labbra e sul cuore. Lo so, forse questa sera sono stata un po’ troppo “romantica” ma quando si parla di miti che durano nel tempo non si può fare a meno di diventare “mielosi”! Vi invito, se ancora non lo avete fatto, a leggere uno dei classici della collana Mondadori e, ovviamente, a gustare una bella polenta…del resto questo con questo clima impazzito non è poi così strano! Alla prossima settimana!

Nessun commento:

Posta un commento