19/06/2019

ALFRED HITCHCOCK, IL MAESTRO DEL BRIVIDO


Fra libri e serie TV, nel mio blog, non potevo di certo non dedicare un posto d’onore a quello che viene da sempre definito “il maestro del brivido”: il grande e inimitabile Alfred Hitchcock! Ho guardato e riguardato quasi tutti i suoi film e telefilm…e dico “quasi” perché alcune delle prime pellicole sono difficili da recuperare. Cercare di parlare di lui, della sua vita e delle sue opere risulterebbe molto riduttivo e non basta un unico post. Quindi ho deciso di darvi un accenno della sua persona e personalità e di parlarvi di alcuni dei suoi film, dividendoli in diversi post nell’arco dei prossimi mesi. Non seguirò una sequenza temporale né un filo conduttore ma mi lascerò semplicemente guidare da una sorta di mia “classifica” personale dei suoi film, cercando di farvelo conoscere, se mai ce ne fosse bisogno, e di
trasmettervi la mia grande passione per questo regista unico nel suo genere! Sir Alfred Joseph Hitchcock nato a Londra nel 1899 e naturalizzato americano. I suoi genitori avevano un negozio di frutta e verdura ed erano ferventi cattolici; cercarono di trasmettere ai tre figli la dottrina unita alla disciplina, allo studio ed all’attaccamento al lavoro ed alla famiglia, senza, però, dimenticare lo svago. E così la famiglia Hitchcock frequentava assiduamente i teatri e il giovane Alfred si appassiona e osserva con curiosità e stupore le scenografie, gli attori e le attrici. La passione per il teatro lo accompagnerà sempre, tanto da inserirlo come sfondo in diversi suoi film. Hitchcock inizia presto a lavorare e, nel frattempo, scrive qualche racconto per la rivista aziendale e legge avidamente i più grandi autori britannici; continua a frequentare i teatri e comincia a conoscere il cinema e ad apprezzarne la magia. Nel 1920 viene assunto da uno studio cinematografico, quello che poi diventerà la Paramount Pictures, e si occupa di scrivere e disegnare le didascalie per i film muti. Esegue il lavoro con dedizione, facendolo spesso di notte, per non lasciare la sicurezza del lavoro in azienda. I passi successivi si susseguono negli anni: tuttofare, aiuto regista, aiuto sceneggiatore, montatore…si adatta a tutte le mansioni pur di entrare in quel mondo che fin da ragazzino ha sempre sognato, finché arrivano i primi incarichi da regista. Conosce gli alti e bassi del mestiere, riscuotendo dei discreti successi, alternati a fiaschi deludenti. In questi anni conosce Alma Reville,
sua coetanea e brillante sceneggiatrice. Si sposeranno nel 1926 e rimarranno insieme fino alla morte. La loro unione li porterà a lavorare insieme e li renderà genitori di Patricia, la loro unica figlia. Alfred Hitchcock ha vissuto e lavorato prima a Londra e poi a Los Angeles e anche la sua produzione si può dividere in due grandi periodi: il periodo britannico, che va dal 1925 al 1940, durante il quale ha diretto ventitré film, di cui nove muti, e il periodo statunitense, che va dal 1940 al 1976, durante il quale ha diretto trenta film, fra i quali si annoverano i più conosciuti. Fu unico nel suo genere e, nonostante la critica non l’abbia sempre incoraggiato, riuscì ad esprimere il suo genio attraverso le sue pellicole. La suspense, a suo avviso lo strumento più potente per tenere lo spettatore incollato allo schermo, è presente in tutti i suoi film, insieme a diversi effetti scenografici, che lui stesso creò, e a un certo humor tutto britannico, che riusciva ad alleggerire anche i gialli più intricati. Le sequenze, le riprese, i tempi, i giochi di luce e ombra…ogni inquadratura aveva una sua motivazione e importanza. Potrei dilungarmi ancora e ancora perché non si finisce mai di parlare del maestro del brivido ma per ora mi fermo, ricordandovi che Hitchcock morì nel 1980 per problemi cardiaci e lasciò un grande vuoto nel mondo
del cinema. Per questo primo “assaggio” del grande “Hitch”, come molti lo chiamavano, ho scelto di proporvi il bellissimo film “Caccia al ladro” (To catch a thief) del 1955, con Cary Grant e Grace Kelly nei panni dei due protagonisti principali. A coloro (credo pochi) che non l’hanno mai visto, consiglio di farlo al più presto!  Ambientato nella magnifica Costa Azzurra, narra le peripezie di John Robie, ladro di gioielli noto in tutta la Francia come “il gatto”, ritiratosi dalla “professione”. Dopo essere stato scarcerato e aver combattuto nella Resistenza francese, infatti,  conduce una vita tranquilla in una fantastica villa quasi isolata, nelle colline della costa, dedicandosi alle sue vigne. Quando iniziano a verificarsi dei furti di gioielli che ripetono fedelmente il suo “modus operandi”, Robie dovrà cercare il vero colpevole per difendersi dalle accuse della Polizia e dei suoi stessi ex compagni di prigione e riabilitare, così, il suo nome. Per farlo decide di collaborare con Hughson, assicuratore dei Lloyds’ di Londra, e di cercare di prevenire le mosse del suo imitatore. Si finge un facoltoso uomo d’affari americano e conosce la signora Stevens e la sua affascinante figlia, Frances, con la quale si instaura subito una particolare “amicizia”. Con il loro aiuto e, soprattutto, con la sua astuzia John riuscirà a scagionarsi e….basta, non dico altro, vi lascio
con la suspense: se l’avete già visto sapete come finisce e se non l’avete già visto…lo scoprirete guardandolo! “Caccia al ladro” è uno dei film più “leggero” del maestro, pieno di battute brillanti ed ironiche, di scene passate alla storia, come il viaggio in auto di John e Frances o il loro bacio con i fuochi d’artificio sullo sfondo, ed ancora di eleganza e di fascino. E di gusto, ovviamente. Hitchcock, infatti, amava il cibo, in particolare quello raffinato, ed era ghiotto dei piatti della cucina francese. In questo film le rende omaggio con un piatto semplice ma raffinato: John Robie accoglie nella sua villa il signor Hughson e gli offre una quiche lorraine, preparata dalla sua governante Germaine. L’inglese apprezza questa specie di “torta salata” e fa i complimenti, gustandola sulla veranda con vista mare. Beh! Ovviamente vi propongo proprio questa ricetta, della quale esistono diverse varianti. Io ho cercato quella più accreditata come l’originale, nata nella regione della Lorena (da cui prende il nome) e l’ho cucinata (e mangiata!) per voi!


QUICHE LORRAINE Ingredienti per 4 persone: 400 gr pasta brisée • 200 gr pancetta affumicata • 200 gr formaggio emmentaler • 200 gr cipolla bianca (o cipollotti) • 4 uova • 150 ml panna fresca • 150 ml latte intero • 15 gr parmigiano grattugiato • sale • pepe • rosmarino • olio extravergine d'oliva
Preparate la pasta brisée e fatela riposare in frigorifero per 30 minuti (in alternativa potete usare quella già pronta). Sbattete con la frusta le uova in una ciotola, unite il parmigiano, regolate di sale e pepe e mescolate. In un pentolino scaldate la panna ed il latte portandoli quasi al bollore, poi uniteli alle uova e mescolate bene. Coprite con pellicola e mettete in
frigorifero a riposare. Affettate non troppo sottilmente la cipolla bianca, versatela in una padella ampia e rosolatela con un filo d'olio a fuoco basso, sfumate con un goccio di acqua e cuocete con coperchio per 10 minuti. Tagliate la pancetta a dadini, unitela alla cipolla e fate rosolare. Riprendete la brisée dal frigo e tiratela in una sfoglia di circa 2-3 mm. Rivestite solo il fondo di una tortiera di 22-24 cm di diametro con carta forno e adagiate la sfoglia. Rifilate il bordo con una rotella liscia e premetelo bene contro lo stampo (che non avrete imburrato). Bucate il fondo con i rebbi di una forchetta poi ricoprite con un foglio di carta forno ed uno strato di fagioli secchi. Cuocete a 180° per
15 minuti. Sfornate la base ed eliminate la carta ed i fagioli. Prendete il composto di uova e panna dal frigo e mescolatelo bene. Distribuite la pancetta sulla base, poi l'emmentaler tagliato a cubetti. Versate infine sulla quiche il composto di uova e panna rimanendo fino a pochi mm dall'orlo. Infornate a 170° per 30-40 minuti a seconda del grado di doratura che preferite. Sfornate e lasciate raffreddare prima di togliere dallo stampo. Vi assicuro che farete un figurone...anche se non abitate in una villa sulle colline della Costa Azzurra! Buon appetito e alla prossima!


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