10/06/2020

TANDEM: UNA COPPIA DI “EX” NELLA POLIZIA DI MONTPELLIER

Ed eccoci pronti per un’altra tappa del nostro originale “tour de France” attraverso le serie televisive: oggi vi porto nella pittoresca Montpellier, dove sono ambientati gli episodi di “Tandem”. Ideata da Jérémie Marcus, la serie ha debuttato in patria nel 2016 per poi approdare in Italia due anni dopo. Ad oggi sono andate in onda tre stagioni (sul canale Giallo) e la quarta è in lavorazione. Ma cerchiamo di conoscere più da vicino i due protagonisti di questa simpatica serie. Il comandante Lea Soler (cha ha il volto di Astrid Veillon), in seguito ad una “incomprensione” con le alte sfere della Polizia, viene trasferito alla gendarmeria di Montpellier, appunto, e assegnata alla squadra del capitano Paul Marchal (interpretato da Stéphane Blancafort), suo ex marito. I due sono separati da tempo ma devono loro malgrado collaborare e incontrarsi anche al di fuori del lavoro, per gestire i due figli adolescenti, Alice e Thomas. Lea è una donna forte, puntigliosa e intransigente nel lavoro e nella vita, un ottimo poliziotto e una madre presente, anche se spesso è iperprotettiva. Dopo il tradimento di Paul ha cresciuto i ragazzi da sola, barcamenandosi con un lavoro non facile, soprattutto in un ambiente prevalentemente maschile.
Pur non riuscendo a perdonarlo e a concedergli un’altra possibilità, non ha mai smesso di amare l’ex marito e la sua vita privata è praticamente assente: per lei ci sono solo i suoi figli ed il suo lavoro (almeno fino alla terza stagione…). Paul, invece, è il classico “mascalzone” latino, affascinante, incorreggibile e un po’ “guascone”, che ha sempre vissuto fuori dagli schemi. Ciò nonostante è un poliziotto esperto, capace di risolvere i casi più complicati insieme alla propria squadra…anche se non sempre è capace di seguire le procedure e utilizza dei metodi diametralmente opposti a quelli del nuovo comandante! L’arrivo di Lea gli dà una specie di scossa e lo mette di fronte alle sue scelte. Si rende conto dell’importanza della famiglia, di quanto ha perso seguendo il suo stile di vita “ribelle” e, soprattutto, capisce di amare ancora la sua ex! È molto attaccato ai figli e, a differenza di Lea che molte volte è troppo “rigida”, è capace di ascoltarli, di “giocare” con loro e di capire quando è il momento giusto per richiamarli all’ordine. Così facendo, ovviamente, porta scompiglio nella vita quotidiana e “organizzata” di Lea e dei ragazzi…ma siamo sicuri che sia una cosa negativa?!?!?  Passiamo al lavoro.
Anche nella squadra di Paul, collaudata e molto affiatata, con Lea arriva un po’ di scompiglio ma il nuovo comandante riesce pian piano ad entrare in sintonia con il gruppo e a dirigerlo con autorevolezza e umanità. Le due “colonne portanti” del team sono il tenente Erwan Lebellec ed il tenente Camille Barbier. Da sempre innamorati l’uno dell’altra ma incapaci di ammetterlo e, soprattutto, di dichiararsi, i due lavorano da sempre con Paul e sono abituati ad occuparsi di quelle che lui chiama “scartoffie”. Erwan è preciso, attento, capace di trovare qualsiasi informazione necessaria utilizzando il pc, mentre Camille è più portata all’azione, dinamica e diretta. A loro si aggiunge, quasi al termine della seconda stagione, il capitano Sophie Vannier, appassionata di essenze profumate e fissata con il cibo biologico, pacata, ligia al dovere, insofferente al caos ed agli “strappi” alle regole, troppo spesso attuati da Paul. La sua presenza risulta spesso un po’ scomoda e ambigua, con grande disagio in particolare da parte di Lea, che la vede come una sorta di “infiltrata” dai piani alti, con i quali lei non va molto d’accordo! Ogni episodio parte con la presentazione di un crimine, prosegue con le indagini che spesso diventano una specie di sfida/scommessa fra Paul e Lea, e termina con la soluzione del caso, alla quale si giunge grazie al lavoro di squadra. Sì, perché nonostante ciascun elemento sia più che valido, è la sinergia, la collaborazione, l’apporto di ognuno di loro che permette di ricostruire i fatti per come si sono svolti e di assicurare il colpevole alla giustizia. Le indagini spesso si intrecciano con realtà scomode, le vittime spesso non sono così “innocenti” e i carnefici non sempre sono semplicemente cattivi. Non ci sono scene particolarmente cruenti, non ci sono solo il nero o il bianco ma viene rappresentata, attraverso i casi affrontati, l’umanità con le sue sfaccettature, le sue bellezze e le sue brutture, le devianze e le psicosi che spesso nascono proprio nelle persone al di sopra di ogni sospetto. Anche l’ambientazione è importante: non è solo Montpellier a fare da sfondo ma anche le zone circostanti, fatte di colline e di mare, di vigneti e saline e dei tanti colori della natura della regione dell’Occitania. E per quanto riguarda il gusto? Beh! Così come in tutta la Francia, anche a Montpellier si trovano vere e proprie eccellenze e sono tanti piatti che le esaltano. Uno di questi è la famosa e prelibata “tarte au citron”. Una base di frolla “sabbiosa” accoglie una crema al limone fresca e dalle note pungenti e agrumate: una vera
esplosione di gusto che conquista anche i palati più esigenti. L’ho scelta non solo perché tipica di questa zona ma anche perché ben si adatta alla serie di cui vi ho appena parlato: è dolce e aspra, c’è la leggerezza dello zucchero a velo che contrasta con la crema decisa e avvolgente…in pratica un “tandem” di sapori e consistenze! E allora cosa aspettate? Io ho seguito e vi propongo la versione del grande Philippe Conticini, grande maître pâtissier di Francia.Provatela e guardatevi la serie gustandola…vi accorgerete che una fetta tira l’altra! Alla prossima tappa!

RICETTA TARTE AU CITRON 

Ingredienti (per una tortiera da crostata di 24 cm) *Per la base di pâte sucrée: 230 g di farina - 140 g burro di qualità freddo - 1 uovo intero - 1 tuorlo - 90 g di zucchero a velo - 40 g di farina di mandorle - un pizzico di sale - scorza di limone  *Per la crema al limone: 130 ml di succo di limone (circa 3 limoni medi) - 40 g burro - 150 g zucchero - 2 uova - 2 tuorli 

Iniziare dalla base di pâte sucrée, procedendo con il metodo “sabbiato”. Nella planetaria incorporare le farine al burro, usando il gancio a foglia. (Se si procede a mano, cercate di avere mani fredde e di essere veloci). Amalgamare lo zucchero e la scorza di mezzo limone, poi unire il pizzico di sale, l’uovo intero e il tuorlo. Mettere l’impasto nella pellicola e lasciarlo riposare per almeno 4-6 ore in frigorifero. Preparare la crema. Rimuovere la scorza dai limoni, facendo attenzione a prendere solo la buccia gialla e non l’albedo (la parte bianca). Tenere le scorze da parte. Spremere il succo e pesarne 130 ml. Con una frusta sbattere lo zucchero insieme a uova e tuorli. In un pentolino mettere a fondere a bagnomaria 20 g di burro; appena sono sciolti unire il composto di
uova e zucchero, il succo di limone e le scorze. Far cuocere a bagnomaria mescolando di continuo, fino a quando la crema si sarà addensata. Aggiungere i 20 g di burro rimanenti e filtrare la crema per rimuovere le scorze. Mettere in un contenitore e appena si è raffreddata, far riposare in frigo per almeno qualche ora. Preriscaldare il forno a 175°. Prendere l’impasto e stenderlo spesso circa 5 mm su un pianale infarinato. Imburrare e infarinare una tortiera da crostata e posizionare la frolla stesa. Bucherellare con i rebbi di una forchetta il fondo, adagiarvi sopra un foglio di carta da forno e riempire con ceci secchi. Mettere a riposare la base in freezer per 5 minuti ed infornare subito dopo. Cuocere per circa 15-20 minuti, poi rimuovere la carta forno con i ceci e proseguire la cottura fino ad ottenere un colore biscottato. Non appena la base si è raffreddata, riempire con la crema al limone. Guarnire con una fettina di limone e/o foglioline di menta e servire. E godetevi i colori, il profumo e l’esplosione di gusto! Bon appétit!




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