
Ed eccoci pronti per un’altra tappa del nostro originale “tour de
France” attraverso le serie televisive: oggi vi porto nella pittoresca
Montpellier, dove sono ambientati gli episodi di “Tandem”. Ideata da Jérémie
Marcus, la serie ha debuttato in patria nel 2016 per poi approdare in Italia
due anni dopo. Ad oggi sono andate in onda tre stagioni (sul canale Giallo) e
la quarta è in lavorazione. Ma cerchiamo di conoscere più da vicino i due
protagonisti di questa simpatica serie. Il comandante Lea Soler (cha ha il
volto di Astrid Veillon), in seguito ad una “incomprensione” con le alte sfere
della Polizia, viene trasferito alla gendarmeria di Montpellier, appunto, e
assegnata alla squadra del capitano Paul Marchal (interpretato da Stéphane
Blancafort), suo ex marito. I due sono separati da tempo ma devono loro
malgrado collaborare e incontrarsi anche al di fuori del lavoro, per gestire i
due figli adolescenti, Alice e Thomas. Lea è una donna forte, puntigliosa e intransigente
nel lavoro e nella vita, un ottimo poliziotto e una madre presente, anche se
spesso è iperprotettiva. Dopo il tradimento di Paul ha cresciuto i ragazzi da
sola, barcamenandosi con un lavoro non facile, soprattutto in un ambiente prevalentemente
maschile.

Pur non riuscendo a perdonarlo e a concedergli un’altra possibilità,
non ha mai smesso di amare l’ex marito e la sua vita privata è praticamente
assente: per lei ci sono solo i suoi figli ed il suo lavoro (almeno fino alla
terza stagione…). Paul, invece, è il classico “mascalzone” latino, affascinante,
incorreggibile e un po’ “guascone”, che ha sempre vissuto fuori dagli schemi. Ciò
nonostante è un poliziotto esperto, capace di risolvere i casi più complicati
insieme alla propria squadra…anche se non sempre è capace di seguire le
procedure e utilizza dei metodi diametralmente opposti a quelli del nuovo
comandante! L’arrivo di Lea gli dà una specie di scossa e lo mette di fronte
alle sue scelte. Si rende conto dell’importanza della famiglia, di quanto ha
perso seguendo il suo stile di vita “ribelle” e, soprattutto, capisce di amare
ancora la sua ex! È molto attaccato ai figli e, a differenza di Lea che molte
volte è troppo “rigida”, è capace di ascoltarli, di “giocare” con loro e di
capire quando è il momento giusto per richiamarli all’ordine. Così facendo,
ovviamente, porta scompiglio nella vita quotidiana e “organizzata” di Lea e dei
ragazzi…ma siamo sicuri che sia una cosa negativa?!?!?
Passiamo al lavoro.

Anche nella squadra di
Paul, collaudata e molto affiatata, con Lea arriva un po’ di scompiglio ma il
nuovo comandante riesce pian piano ad entrare in sintonia con il gruppo e a
dirigerlo con autorevolezza e umanità. Le due “colonne portanti” del team sono
il tenente Erwan Lebellec ed il tenente Camille Barbier. Da sempre innamorati
l’uno dell’altra ma incapaci di ammetterlo e, soprattutto, di dichiararsi, i
due lavorano da sempre con Paul e sono abituati ad occuparsi di quelle che lui
chiama “scartoffie”. Erwan è preciso, attento, capace di trovare qualsiasi
informazione necessaria utilizzando il pc, mentre Camille è più portata
all’azione, dinamica e diretta. A loro si aggiunge, quasi al termine della
seconda stagione, il capitano Sophie Vannier, appassionata di essenze profumate
e fissata con il cibo biologico, pacata, ligia al dovere, insofferente al caos
ed agli “strappi” alle regole, troppo spesso attuati da Paul. La sua presenza
risulta spesso un po’ scomoda e ambigua, con grande disagio in particolare da
parte di Lea, che la vede come una sorta di “infiltrata” dai piani alti, con i
quali lei non va molto d’accordo! Ogni episodio parte con la presentazione di un
crimine, prosegue con le indagini che spesso diventano una specie di
sfida/scommessa fra Paul e Lea, e termina con la soluzione del caso, alla quale
si giunge grazie al lavoro di squadra. Sì, perché nonostante ciascun elemento
sia più che valido, è la sinergia, la collaborazione, l’apporto di ognuno di
loro che permette di ricostruire i fatti per come si sono svolti e di
assicurare il colpevole alla giustizia. Le indagini spesso si intrecciano con
realtà scomode, le vittime spesso non sono così “innocenti” e i carnefici non
sempre sono semplicemente cattivi. Non ci sono scene particolarmente cruenti,
non ci sono solo il nero o il bianco ma viene rappresentata, attraverso i casi
affrontati, l’umanità con le sue sfaccettature, le sue bellezze e le sue brutture,
le devianze e le psicosi che spesso nascono proprio nelle persone al di sopra
di ogni sospetto. Anche l’ambientazione è importante: non è solo Montpellier a
fare da sfondo ma anche le zone circostanti, fatte di colline e di mare, di
vigneti e saline e dei tanti colori della natura della regione dell’Occitania. E
per quanto riguarda il gusto? Beh! Così come in tutta la Francia, anche a
Montpellier si trovano vere e proprie eccellenze e sono tanti piatti che le
esaltano. Uno di questi è la famosa e prelibata “tarte au citron”. Una base di
frolla “sabbiosa” accoglie una crema al limone fresca e dalle note pungenti e
agrumate: una vera

esplosione di gusto che conquista anche i palati più
esigenti. L’ho scelta non solo perché tipica di questa zona ma anche perché ben
si adatta alla serie di cui vi ho appena parlato: è dolce e aspra, c’è la
leggerezza dello zucchero a velo che contrasta con la crema decisa e
avvolgente…in pratica un “tandem” di sapori e consistenze! E allora cosa
aspettate? Io ho seguito e vi propongo la versione del grande Philippe
Conticini, grande maître pâtissier di Francia.Provatela e guardatevi la serie
gustandola…vi accorgerete che una fetta tira l’altra! Alla prossima tappa!
RICETTA TARTE AU CITRON
Ingredienti (per una tortiera da crostata di 24 cm) *Per la base di pâte
sucrée: 230 g di farina - 140 g burro di qualità freddo - 1 uovo intero - 1
tuorlo - 90 g di zucchero a velo - 40 g di farina di mandorle - un pizzico di
sale - scorza di limone *Per la crema al limone: 130 ml di succo di limone (circa 3 limoni medi)
- 40 g burro - 150 g zucchero - 2 uova - 2 tuorli

Iniziare dalla base di pâte sucrée, procedendo con il metodo “sabbiato”.
Nella planetaria incorporare le farine al burro, usando il gancio a foglia. (Se
si procede a mano, cercate di avere mani fredde e di essere veloci). Amalgamare
lo zucchero e la scorza di mezzo limone, poi unire il pizzico di sale, l’uovo
intero e il tuorlo. Mettere l’impasto nella pellicola e lasciarlo riposare per
almeno 4-6 ore in frigorifero. Preparare la crema. Rimuovere la scorza dai limoni, facendo attenzione
a prendere solo la buccia gialla e non l’albedo (la parte bianca). Tenere le
scorze da parte. Spremere il succo e pesarne 130 ml. Con una frusta sbattere lo
zucchero insieme a uova e tuorli. In un pentolino mettere a fondere a
bagnomaria 20 g di burro; appena sono sciolti unire il composto di

uova e
zucchero, il succo di limone e le scorze. Far cuocere a bagnomaria mescolando
di continuo, fino a quando la crema si sarà addensata. Aggiungere i 20 g di
burro rimanenti e filtrare la crema per rimuovere le scorze. Mettere in un contenitore
e appena si è raffreddata, far riposare in frigo per almeno qualche ora.
Preriscaldare il forno a 175°. Prendere l’impasto e stenderlo spesso circa 5 mm
su un pianale infarinato. Imburrare e infarinare una tortiera da crostata e
posizionare la frolla stesa. Bucherellare con i rebbi di una forchetta il
fondo, adagiarvi sopra un foglio di carta da forno e riempire con ceci secchi.
Mettere a riposare la base in freezer per 5 minuti ed infornare subito dopo.
Cuocere per circa 15-20 minuti, poi rimuovere la carta forno con i ceci e
proseguire la cottura fino ad ottenere un colore biscottato. Non appena la base
si è raffreddata, riempire con la crema al limone. Guarnire con una fettina di
limone e/o foglioline di menta e servire. E godetevi i colori, il profumo e l’esplosione
di gusto! Bon appétit!

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