Max e Francesco
Morini sono fratelli, autori teatrali e televisivi, e dirigono da circa dieci
anni l’Accademia del Comico di Roma. Entrambi amano i romanzi polizieschi e
Roma, la loro città, e così, qualche anno fa, hanno deciso di scrivere dei
romanzi, che spiccano nel panorama della letteratura gialla italiana per
l’ironia e per l’originalità. Loro stessi, in un’intervista, hanno detto
“…ii
nostri gialli (non sono thriller, attenzione!) sono un nostro personale omaggio
alla grande narrativa giallistica anglo-americana classica dell’inizio del
Novecento: Conan Doyle, Agata Christie, Chesterton, Van Dine, Ellery Queen, Rex
Stout. I loro detectives immortali, a cominciare dal più famoso di tutti,
Sherlock Holmes, non solo hanno straordinarie doti deduttive ma anche una
cultura enciclopedica, di cui si servono per risolvere anche i casi più
complessi. Proprio come il nostro Ettore Misericordia, Sherlock Holmes romano
del ventunesimo secolo...” I loro libri sono ambientati ai giorni nostri e
riportano continui riferimenti alla storia, in particolare alla storia
dell’arte. Il loro personaggio è unico e per presentarvelo voglio utilizzare le
parole del narratore (di cui vi parlerò fra poco):
“Ettore aveva quarant’anni,
era magro, con un naso prepotente a farla da protagonista su un viso
perennemente pallido, quel classico pallore di chi sta sempre chino sui libri…le
donne subivano il suo fascino e gli cadevano ai piedi…gli occhi scuri erano
belli, acuti, penetranti, i capelli arruffati biondo cenere e a completare il
quadro i basettoni lunghi…alto e dinoccolato…somigliava a uno chansonnier
francese…e poi era un pozzo di scienze…”. Aveva ereditato la libreria dal
padre, “
il Sor Aldo, romano DOC da sette generazioni come vuole la
tradizione, che aveva gestito il negozio dal dopoguerra finché era rimasto in
vita. Poi era toccato a Ettore”. La libreria dei Misericordia è una sorta
di monumento cittadino,
specializzata in tutto ciò che riguarda Roma, dalla
storia agli aneddoti, dalle tradizioni alla miriade di opere d’arte di tutti i
tipi e di tutti i periodi…qualsiasi informazione o curiosità si stia cercando,
qui si troverà di sicuro. E a districarsi in mezzo a tutti i libri, c’è Ettore,
autodidatta dalla cultura immensa, che conosce tutti i segreti della città
eterna come nessun altro. Completamente dedito alla lettura, è appassionato di
romanzi gialli e investigatore dilettante. I suoi due creatori lo paragonano ad
un moderno Sherlock Holmes, giustamente, e le sue affinità con il famoso
personaggio di Conan Doyle sono davvero numerose. E come Holmes anche
Misericordia ha il “suo” Watson, il suo assistente Fango, unico impiegato della
libreria, chiamato così da talmente tanto tempo che nessuno ne ricorda il vero
nome!
“Fango vive all’ombra di Misericordia accettando serenamente il suo
ruolo di “assistente”, lasciandosi spesso travolgere dall’esuberanza del suo
Capo; nutre un sentimento di sincera ammirazione per Ettore, rimanendo sempre
stupito dalle sue soluzioni investigative…” Fango è l’io narrante dei libri
finora scritti, che sono: “Nero Caravaggio” (2016), “Rosso barocco (2018), “Il
giallo di Ponte Sisto” (2019), “Il mistero della casa delle civette” (2020) e “Mozart
deve morire” (2021). Non si sa molto di lui, appunto perché “parla” più che
altro degli altri, ma è certo che condivide le passioni del suo capo, in
particolare ama Roma e tutto ciò che la riguarda, ed è fiero di poter svolgere
un lavoro così bello che gli permette di immergersi nella cultura. Oltre ai due
protagonisti principali, troviamo l’ispettore Ceratti della Squadra Omicidi
“sessant’anni,
un cristone di un metro e novanta e passa, occhi azzurro ghiaccio, temperamento
collerico, toni e modi secchi e sbrigativi...sotto la scorza dura c’era un
animo sensibile, romantico, quasi ottocentesco. Come i suoi baffi vagamente asburgici…un
milanese che amava Roma…e che da lei era stato rapito e adottato…” Ceratti conosce
bene le incredibili capacità di Misericordia, ne apprezza l’acume e la cultura
e lo coinvolge nelle sue indagini, anche se apparentemente controvoglia, perché
sa che con il suo aiuto la soluzione non tarderà ad arrivare. E insieme a
Ceratti troviamo l’agente Antonio Cammarata, trentenne di Benevento,
diametralmente opposto al suo capo, con l’abitudine di parlare troppo! Infine…la
protagonista per eccellenza che ora si trova sullo sfondo, ora è chiamata a
mostrarsi in tutto il suo splendore, nei vari quartieri, nelle vie, nelle
chiese…Roma, sempre presente in tutte le pagine scritte dai fratelli Morini. Chi
non la conosce sentirà il desiderio di visitarla e chi già crede di conoscerla…beh!
Si ricrederà! Io per ora, come d’abitudine, ho letto il primo libro della serie
“Nero Caravaggio” (e spero di riuscire a leggere anche gli altri, appena
possibile!). È un romanzo che si legge tutto d’un fiato, perché è coinvolgente,
ironico, pieno di citazioni, di piccoli siparietti fra i vari personaggi, di
colpi di scena…lo stile narrativo è scorrevole, piacevole e leggero. La trama è
semplice...o almeno così sembra. Il corpo senza vita di un rispettabile
imprenditore viene trovato nella Basilica di Sant’Agostino, davanti alla
“Madonna dei Pellegrini”, uno dei capolavori del

Caravaggio. L’ispettore
Ceratti, incaricato delle indagini, capisce subito che il caso non è facile e
chiama il suo amico libraio. Misericordia accorre, insieme a Fango, e intuisce
immediatamente che la soluzione è nascosta nella travagliata storia di
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, e nelle sue opere. Inizia a seguire
varie piste, ad affiancare Ceratti durante gli interrogatori dei diversi sospettati,
e così, poco alla volta, la matassa si dipana e… Stop! Mi fermo qui. Se volete
saperne di più vi consiglio di leggere il libro! Per quanto riguarda il gusto, invece,
cosa posso dire? Non se ne parla esplicitamente ma è certo che Ettore e Fango
mangiano bene. Basti pensare che i nostri due investigatori dilettanti vivono a
Roma, la amano e la conoscono e di conseguenza sanno bene dove trovare una trattoria
in cui gustare uno dei tanti, tantissimi piatti tipici della cucina della
capitale. E quindi ho deciso di scegliere uno degli emblemi di Roma, uno dei
piatti più conosciuti e più mangiati: i bucatini all’amatriciana! Ovviamente
nella versione classica, anzi, l’unica e la sola, come direbbe un qualsiasi
romano…prepararla non è difficile, l’importante è utilizzare gli ingredienti
giusti: guanciale e pecorino…mi raccomando…altrimenti sarebbe un vero delitto
del gusto!!! Eccovi, quindi, la ricetta: se non l’avete ancora fatta provatela!
BUCATINI
AL’AMATRICIANA
Ingredienti per
4 persone: 320 gr di bucatini - 300 gr di pomodori pelati (in stagione 4-5
pomodori rossi maturi) - 120 gr di guanciale stagionato (tagliato possibilmente
a fette spesse) - 50 gr circa di pecorino grattugiato - 1 peperoncino - 1/2
bicchiere di vino bianco secco e acidulo - olio evo – sale - pepe

Se utilizzate i
pomodori freschi, per prima cosa sbollentateli per pochi istanti in acqua
bollente salata, scolateli e raffreddateli sotto l’acqua corrente. Dopo averli
pelati, eliminate i semi e tagliateli a filetti. In una padella
(preferibilmente di ferro) scaldate l’olio e aggiungete il guanciale tagliato a
listarelle lunghe circa un paio di centimetri. Quando avrà iniziato a fondere,
unite il peperoncino. Rosolate il guanciale fino a quando avrà preso colore,
quindi sfumate con il vino bianco. Lasciate evaporare, scolate il guanciale e
tenetelo da parte al caldo. Nella stessa padella mettete i pomodori pelati
schiacciati (oppure quelli freschi precedentemente preparati), regolate di sale
e cuocete per il tempo di cottura della pasta, che nel frattempo avrete buttato
all'interno di una casseruola con acqua bollente salata. Quando sarà quasi
giunta a cottura unite il guanciale al condimento ed eliminate il peperoncino.
Scolate la pasta al dente e trasferitela nella padella con il sugo. Fuori dal
fuoco aggiungete il pecorino grattugiato e regolate di pepe a piacere. Mescolate
bene e servite subito, completando la vostra pasta all'amatriciana con altro
pecorino. Accompagnate i bucatini con un bicchiere di buon vino e una buona
compagnia!! Buon appetito e alla prossima!
