29/11/2017

ALEX CROSS E I MITICI PANCAKES DI NANA



James Patterson, statunitense classe 1947, è uno dei più prolifici e importanti scrittori di thriller contemporanei. (Si dice sia anche uno dei più ricchi, grazie alla vendita di oltre 300 milioni di copie dei suoi libri in tutto il mondo!). È famoso in particolare per i thriller ma ha scritto anche romanzi rosa e libri per ragazzi e diversi dei suoi thriller sono stati portati sul grande schermo. Ha creato le serie di Alex Cross, delle Donne del Club Omicidi, di Michael Bennett e di altri personaggi, tutti di grande successo, e continua a scrivere e a coinvolgere sempre più lettori nelle avventure dei suoi “eroi del quotidiano”, come lui stesso li ha definiti. Ho iniziato a leggere i libri di Patterson una decina di anni fa…a dire il vero li ho letteralmente divorati e mi piacciono tutti i suoi personaggi. Ho scelto di iniziare a parlarvi di Alex Cross, che al cinema ha avuto il volto di Morgan Freeman e di Tyler Perry, perché credo sia molto umano, capace di emozioni forti, a volte diviso fra il senso del dovere e la deontologia della sua professione. Infatti è uno psicologo, profiler e cacciatore di serial killer, lavora in Polizia e collabora con l’FBI. Vedovo, vive a Washington con i due figli, Damon e Jeannie, e la nonna Nana, personaggio solo apparentemente marginale, che l’ha cresciuto con forza, amore e sani principi morali, salvandolo dalla strada, e ora lo aiuta a crescere i suoi ragazzi. Fra un omicidio e l’altro, Alex cerca e trova rifugio e pace solo nella famiglia, nel calore della vita quotidiana, fatta di alti e bassi, con i figli che crescono e Nana che lo tratta spesso ancora come un ragazzino. È lei che cucina per tutti e conosce i gusti e le preferenze di ciascuno, riuscendo ad intuire quando fare cosa e come. E sa bene che tutta la famiglia ama iniziare la giornata (o semplicemente improvvisare una merenda) con i suoi mitici pancakes, accompagnati ogni volta da una serie di leccornie: miele, marmellata, gelatina, cioccolato, marshmallows, frutta fresca e secca... Insomma i Cross si riuniscono e si “ricaricano” intorno al tavolo imbandito e poi da lì ripartono, ciascuno con le sue piccole e grandi battaglie. Spesso è proprio stando a casa, a tavola, che Alex ha una delle sue intuizioni o idee che poi lo aiuteranno a risolvere il caso e ad assicurare alla giustizia l’ennesimo assassino. Del resto, come dice Nana, “Non si salva il mondo con lo stomaco vuoto!” Parole sante... E allora che pancakes siano!

PANCAKES DI NANA (Ingredienti per 4 persone)


100 g di farina
1 uovo
1 bicchiere di latte a temperatura ambiente
15 g di zucchero
1 cucchiaio di olio di semi
Lievito / burro / sale

Preparate la pastella: in una ciotola mescolate la farina setacciata, lo zucchero e un pizzico di sale, sgusciatevi un uovo e con una frusta sbattete con cura il tutto. Aggiungete un cucchiaio d’olio e il latte. Unite un cucchiaino di lievito setacciato e mescolate con una frusta. Coprite e lasciate riposare per 2 ore a temperatura ambiente. In un padellino antiaderente ben caldo lasciate fondere un fiocchetto di burro e versatevi un mestolino di pastella, lasciando che si stenda in un disco. Cuocete il pancake da entrambi i lati senza farlo colorire troppo, girandolo con una paletta. Proseguite fino a esaurimento della pastella. Servite i pancake ben caldi con vari sciroppi a piacere, di acero, di mele, di mirtilli, oppure miele, marmellata, cioccolato, frutta…l’importante è che li mangiate con gusto e allegria, perché Nana dice che a tavola si va con il sorriso!



22/11/2017

A COLAZIONE CON PHILIP MARLOWE


Raymond Thornton Chandler (1888 – 1959) è stato uno scrittore e sceneggiatore statunitense, il più importante autore di narrativa hardboiled. Nacque a Chicago, dal 1895 al 1912 visse in Gran Bretagna con la madre, separatasi dal padre, e rientrò negli Stati Uniti nel 1912. Iniziò a scrivere pulp fiction per vivere, lavorò per un breve periodo nel campo petrolifero ed infine si dedicò alla sua passione: nel 1933 pubblicò il suo primo racconto. Il successo, però, arrivò con il suo primo romanzo “Il grande sonno” del 1939, cui seguì il contratto come sceneggiatore con la
Paramount. Alternò la scrittura di romanzi e di sceneggiature ma non sempre il suo lavoro ottenne il successo sperato. Fu sempre molto critico verso il “giallo classico”, prediligendo la narrativa hardboiled iniziata da Dashiell Hammett. Visse una vita tormentata, segnata dall’alcolismo e dalla morte della moglie, dopo la quale tentò il suicidio, e morì per una polmonite, prima di riuscire a completare il suo ultimo romanzo, rimasto incompiuto. Riuscì a trasmettere la sua visione cupa e disincantata della vita nei protagonisti dei suoi romanzi, soprattutto in quello più riuscito e famoso: l’investigatore Philip Marlowe. Duro ma onesto, riflessivo e tormentato, contrariamente allo stereotipo del genere, Marlowe non è il classico uomo tutto d'un pezzo, bensì un individuo complesso, sentimentale, con pochi amici, colto (ha studi universitari ed è appassionato di scacchi e musica classica) e dai forti principi morali. Sul grande schermo è stato rappresentato da diversi attori come Dick Powell e Robert Mitchum ma l’interpretazione per eccellenza è stata quella di Humphrey Bogart, indimenticabile in “Il grande sonno” del 1946 accanto ad una altrettanto unica Lauren Bacall, nei panni della dark lady di turno. Ammetto di non amare molto l’hardboiled ma ho sempre cercato di essere aperta a tutti i diversi generi, per potermene fare un’idea, quindi ho letto alcuni libri di Chandler e da ragazzina ho visto Bogart nei panni di Marlowe, con il trench, la sigaretta “appesa” alle labbra e il bicchiere di whisky in mano...beh! Un gran bel vedere! Aveva un fascino particolare, pur non essendo particolarmente bello, ed era intrigante con quel suo sguardo triste e perso in chissà quali pensieri! Vi consiglio di leggere almeno “Il grande sonno”, appunto, giusto per capire di cosa si tratta e per trovare i passi in cui Marlowe afferma che a stomaco vuoto non si va da nessuna parte e non si può concludere niente. Essendo single non trova né pranzo né cena pronti a casa, anzi, non mangia mai a casa e predilige il pasto del mattino “…ora vado a far colazione nel caffè qui vicino: succo d’arancia, uova, pancetta, pane tostato, miele, tre o quattro tazze di caffè…” Del resto cosa potrebbe mangiare un tipico uomo “duro” americano se non una tipica colazione americana?!?  Quella che vi propongo di seguito è proprio una “american breakfast” che ormai, al giorno d’oggi, non è più un segreto per nessuno ma all’epoca di Chandler non era ancora stata del tutto importata dalle tavole americane in Europa (e men che meno in Italia).  Immaginatevi una delle classiche tavole calde dei film, rigorosamente in bianco e nero, con la cameriera che passa tra i tavoli a rabboccare le tazze di quello che viene chiamato caffè (e che per noi italiani non è degno di tale nome!) e alcuni avventori che mangiano seduti direttamente al bancone, leggendo le ultime notizie o chiacchierando fra loro…sentite i profumi? Il pane tostato, la pancetta sfrigolante, le uova strapazzate…



UOVA STRAPAZZATE (2 porzioni)


2/3 uova 
burro, sale e pepe

Esistono diverse tecniche per preparare le uova strapazzate, tutte sicuramente affidabili, ma l'importante è non dare per scontato il risultato finale, che deve essere cremoso, morbido e gonfio. La cottura delle uova strapazzate a bagnomaria (o alla francese) permette di tenere sotto controllo in maniera più agevole la temperatura e di scongiurare eventuali grumi dovuti alla parziale coagulazione dell'uovo. Per i più esperti è invece possibile cuocerle in padella sulla fiamma diretta. Io prediligo la prima soluzione. Rompete le uova in una ciotola e sbattetele brevemente con una forchetta per amalgamare tuorli e albume. Tagliate il burro a dadini e unitelo alle uova con una presa di sale.  Scaldate pochissimo una padella o, ancora meglio, posizionatela in una padella più grande contenente acqua calda in modo da effettuare una cottura a bagnomaria. Aggiungete le uova e mescolate lentamente con un cucchiaio di legno, fino a che il composto inizia a rapprendersi.
Proseguite la cottura, sempre mescolando, fino a che le uova diventano opache e risultano cotte, ma non asciutte. Servitele subito nel loro pentolino, ben calde, e, se vi piace, spolverizzate con una macinata di pepe. Solitamente vengono accompagnate da due o tre fettine di bacon, scaldato in una padella a fiamma viva, finché diventa dorato e croccante, e pane tostato. C’è chi, invece, le consuma con formaggio, prosciutto o verdura….scegliete voi l’abbinamento che più vi piace ma per favore se bevete anche il caffè bevete quello vero, altrimenti chiamatelo “bevanda calda all’aroma di caffè”!!!!!


15/11/2017

COTTAGE, COTTAGE PIE E INDAGINI PER AGATHA RAISIN




Marion Gibson, nata McChesney, scozzese classe 1936, inizia a lavorare come libraia, poi diventa giornalista, prima di moda e poi di cronaca nera. Dopo aver vissuto negli Stati Uniti, torna in patria e inizia a scrivere romanzi rosa e gialli, utilizzando diversi pseudonimi. Con uno di questi, M.C. Beaton, ha scritto finora una trentina di thriller con protagonista Agatha Raisin, una cinquantenne “tosta”, dal carattere difficile, attiva e spesso prepotente, abituata a gestire con rigore una società di PR a Londra. Quando decide di cambiare vita, vende la sua azienda e acquista un cottage nei Cotswolds, un'incantevole zona collinare nel cuore dell’Inghilterra. Dovrebbe essere una svolta positiva, l’occasione per riprendere in mano la sua vita e godersi il meritato riposo dopo anni di lavoro e sacrifici ma Agatha si rende presto conto che la tranquilla vita di campagna non fa per lei. Non conosce nessuno e gli abitanti del paesino in cui si è trasferita sembrano estremamente ostili nei confronti dei forestieri, in particolare se provenienti dalla metropoli. Come fare? In che modo può guadagnarsi stima e rispetto o almeno attenzione?!? Semplice: partecipando a una classica gara culinaria! Già...però Agatha non sa cucinare! E quindi?!? Va a Londra e acquista una quiche per vincere il concorso e diventare popolare...ma niente va come deve…peggio ancora…la sua quiche è avvelenata e il giudice di gara muore dopo averla mangiata! Ben presto Agatha si renderà conto che la sua frenetica vita londinese non era nulla a confronto con gli intrighi di un paese di campagna. Tutti nascondono qualcosa e la nostra eroina si ritroverà a investigare per risolvere il mistero e trovare il colpevole. Sì, perché solo una cosa è certa: l'assassina non è lei!! Fra scatoloni ancora da disfare e indagini da portare avanti, Agatha si rifugia spesso nel pub del paese, dove si siede in un angolo tranquillo e cerca di mettere ordine nei suoi pensieri. Come? Mangiando voracemente il tipico e gustoso cottage pie, un sostanzioso pasticcio di carne e patate, accompagnato da un bel bicchiere di vino. Io ve lo propongo nella versione originale, senza alleggerirlo in alcun modo…altrimenti non rispetterei i gusti di Agatha Raisin e questo sarebbe davvero imperdonabile!

Cottage pie (pasticcio di carne e patate)

Ingredienti per 4 persone:
560 gr. di carne bovina macinata 
4 rametti di timo fresco
4 dl di brodo di carne
olio evo, sale e pepe q.b.
120 gr. di burro
3/4 scalogni
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
1 bicchiere di vino rosso
salsa Worchestershire q.b.
600/700 gr. di patate (adatte per il purè)
125 ml di panna liquida

Scaldate una padella, versate un po' di olio e rosolate la carne macinata per 5/10 minuti. Fatelo aggiungendo la carne poca alla volta per cuocerla meglio. In un altro tegame a fuoco dolce fate rosolare lo scalogno tritato e il timo per 2/3 minuti. Unite il concentrato di pomodoro sciolto in poca acqua, cuocete ancora un minuto, e poi mettete nel tegame anche la carne. Deglassate la padella usata per cuocere la carne con il vino rosso, sciogliendo bene i succhi prodotti in cottura. Cuocete alcuni minuti o comunque fino a quando il vino sarà ridotto alla metà. Versate il vino e il brodo nel tegame con la carne e fate cuocere per 45 minuti, dovrete ottenere una preparazione morbida ma non troppo bagnata.  Aggiustate di sale e pepe condite con qualche spruzzo di salsa Worcestershire, e tenete in caldo.  Lessate le patate e preriscaldate il grill. Riducete le patate calde in purè usando uno schiacciapatate o il passaverdura, aggiungete il burro e la panna e sbattete per ottenere un composto omogeneo. Aggiustate di sale e pepe. Versate il composto a base di carne in una pirofila e distribuitevi sopra il composto di patate. Passate sotto il grill per 8/10 minuti, o comunque fino a quando si sarà formata una bella crosticina croccante.  Servite subito ben caldo con un bel bicchiere di vino rosso. Suggerimenti? Gustatelo lentamente, assaporandolo, magari in compagnia di amici: molto meglio che da soli nell’angolo di un pub!




08/11/2017

CRIMINI E RICETTE PER NERO WOLFE


Rex Todhunter Stout (1886-1975) è stato uno scrittore statunitense capace di unificare due fra i generi, tradizionalmente separati, della narrativa poliziesca: il giallo d’azione americano (hard boiled) e il più intellettuale giallo all’inglese (giallo deduttivo). Questi due aspetti si incarnano nei suoi personaggi più famosi, Nero Wolfe e Archie Goodwin.  Fra le pagine del mio blog Nero Wolfe, unico nel suo genere, non poteva assolutamente mancare. Intelligente ed infallibile investigatore privato, appassionato di orchidee, burbero, pigro, gran bevitore di birra e soprattutto eccellente cuoco e gourmet con un grande appetito e un palato estremamente esigente. Per lui lavorare è necessario solo per mantenere il suo alto tenore di vita. Nella sua mente non è neppure lontanamente pensabile saltare un pasto o concedersene uno veloce (o peggio ancora mediocre!) per “buttarsi” nelle indagini, anzi! Solo dopo aver gustato uno dei raffinati e abbondanti pranzi preparati dal suo cuoco personale, Fritz Brenner, si può dedicare all’analisi dei fatti per poi arrivare al colpevole.  Spesso è lo stesso Wolfe che si mette ai fornelli o dà indicazioni a Brenner per la realizzazione di uno o più piatti. E Archie Goodwin, suo fidato collaboratore e "io narrante" dei libri di Stout, deve adeguarsi e gustare a sua volta i vari manicaretti che escono dalla cucina della casa di Manhattan. Nei tanti romanzi che vedono come protagonista Nero Wolfe ci sono talmente tanti riferimenti al cibo ed alla cucina, che lo stesso Stout ha scelto, agli inizi degli anni Settanta, di dedicare al suo personaggio un libro, un vero e proprio manuale culinario che ci porta nell’eccentrico mondo dell’arguto investigatore, fatto di “Crimini e ricette”, che è appunto il titolo di questo scritto.  Ho letto e apprezzato diversi libri di Stout e credo che tantissimi appassionati del genere ne abbiano letto almeno uno. 
Ma ancora di più sono sicuramente coloro che hanno seguito le tante trasposizioni per la TV, a partire da quella più famosa trasmessa fra il 1969 e il 1971, con Tino Buazzelli, nei panni di Wolfe, e Paolo Ferrari, in quelli di Goodwin, fino alla più recente del 2012 con Francesco Pannofino e Pietro Sermonti. Devo essere sincera: ho letto tutte le ricette del libro e non ho la più pallida idea di quale possa essere quella che più rappresenta Wolfe…. Per non impazzire ho scelto quelle che lui chiama “brioches” e che mangia a colazione….. secondo me sono una sorta di piccoli panini al latte….a voi l’ardua sentenza!!!



Brioches alla Fritz
500 gr di farina 00 setacciata
1 cubetto di lievito di birra
100 ml di latte
1 pizzico di sale
2 cucchiai di zucchero
200 gr di burro morbido
2 uova (+ 1 tuorlo per spennellare)


Sciogliete il lievito nel latte intiepidito. Disponete la farina a fontana, versate il lievito, le uova, lo zucchero, il sale e il burro a pezzetti. Impastate amalgamando bene tutti gli ingredienti. Lavorate la pasta per 15/20 minuti, sollevandola e sbattendola più volte sul piano di lavoro, fino a renderla liscia ed elastica. Mettetela a lievitare in un luogo tiepido, per 30 minuti, coperta da un telo. Riprendete l’impasto, lavoratelo ancora un po’ e poi riponetelo in un contenitore capiente (lo deve riempire per un terzo). Copritelo con un panno umido e lasciatelo riposare nella parte meno fredda del frigorifero per 12 ore. 
Passato questo tempo, tagliate l’impasto in pezzi sufficienti a riempire fino a metà altezza degli stampi da brioches, meglio se scanalati (tenendo da parte abbastanza pasta per le palline da porre sulla sommità delle brioches). Modellate delle palle di pasta, mettetele negli stampi imburrati e incidetevi una croce in cima. Ricavate delle palline più piccole dalla pasta tenuta da parte e infilatene una in ogni apertura a croce. Lasciate lievitare a temperatura costante (25/30°) e al riparo dalle correnti d’aria per un’altra ora. Spennellate la superficie della pasta con il tuorlo battuto al momento di metterla in forno preriscaldato a 180°. (Se si fa in anticipo il velo di uovo si può screpolare). Cuocete per 15/20 minuti finché le brioches saranno belle dorate e servitele tiepide. E mi raccomando perché Wolfe non transige: si consumano a colazione con uova, formaggio e prosciutto o con burro e marmellata, accompagnate da una o due tazze di cioccolata calda… secondo lui è l’unico modo per cominciare bene la giornata….e se lo dice Nero Wolfe potete fidarvi, anzi dovete!!!!








01/11/2017

GLI SPÄTZLE DEL COMMISSARIO KLUFTINGER


Dopo aver approcciato i gialli tedeschi di Brigitte Glaser, ho voluto cercare altri autori editi da Emons-gialli tedeschi e mi sono imbattuta in “Spiccioli per il latte”. Già dalla copertina ho capito che si trattava di qualcosa di originale: il faccione di una mucca che ti guarda, il titolo che non fa minimamente pensare ad un libro giallo e come autore K&K.  ...preso!! Ho scoperto poi che si tratta della firma di Volker Klüpfel  e Michael Kobr, rispettivamente classe 1971 e 1973, soprannominati K&K appunto. Il primo è un giornalista e vive ad Augusta, mentre il secondo è un insegnante e vive in Algovia, zona meridionale della Baviera.  Ed è proprio in mezzo allo scenario incantato di questa regione, circondato da prati, montagne e animali al pascolo, che vive e lavora il commissario Kluftinger. Pacificamente abitudinario, tendente al tirchio, goloso, pantofolaio, apparentemente burbero e sempliciotto ma in realtà attento e scaltro, il commissario è una figura davvero spassosa che ti accompagna piacevolmente dalla prima all’ultima pagina.  Il libro inizia con
Kluftinger che si appresta ad affrontare i due avvenimenti importanti dei suoi lunedì: gustare il suo piatto preferito, gli spätzle alle cipolle preparati da sua moglie Erika, e, controvoglia e costretto dalla consorte, partecipare alle prove della banda del paese, in cui suona la grancassa. Ma oggi è un lunedì in cui tutto va storto: la sua segretaria lo chiama per dirgli che il chimico alimentare del caseificio del paese è stato ucciso e  il nostro commissario deve rinunciare alla sua amata routine per buttarsi a capofitto nelle indagini. Coadiuvato da una squadra originale e sgangherata quanto lui, nonostante i mille buffi imprevisti e i tanti colpi di scena, Kluftinger riuscirà a chiudere il caso e a tornare alla normalità….almeno fino al prossimo delitto.  “Spiccioli per il latte” è il primo libro di una serie che ha fatto impazzire i lettori tedeschi e reso i suoi autori “la coppia di scrittori più venduta del Paese”. Al momento è l’unico pubblicato in Italia e spero arrivino presto anche gli altri perché so già che li leggerò volentieri.Come avrete ormai capito la ricetta di oggi è quella degli spätzle bavaresi alle cipolle!


SPÄTZLE BIANCHI ALL’EMMENTALER E CIPOLLA DORATA

Ingredienti (2 persone):

-130 g farina 0;
-1 presa sale;
-noce moscata;
-1 uovo grande;
-70 ml acqua;
-burro;
-100 g Emmentaler DOP ;
-1 cipolla dorata (circa 60 g);
-1 mestolo d’acqua;
-1 cucchiaio colmo zucchero di canna;
-pepe;
-olio d’oliva.

Mettete una pentola d’acqua a bollire e accendete il forno a 180°. Con una grattugia dai fori larghi grattugiate l’Emmentaler DOP e tenete da parte. Sbattete leggermente l’uovo ed unitelo agli ingredienti secchi, quindi versate pian piano l’acqua e mescolate il tutto con una frusta. Salate l’acqua e preparate sopra alla pentola l’apposito attrezzo per gli spätzle. Versate all’interno del contenitore metà impasto, quindi fatelo scivolare pian piano avanti ed indietro, facendo cadere delle gocce di impasto nell’acqua finché sarà terminato. Scolate con una schiumarola e metteteli in una teglia unta con del burro o in piccole cocotte monoporzione e distribuitevi sopra metà dell’Emmentaler DOP. Procedete in egual maniera con il resto dell’impasto, e coprite sempre con il formaggio, ed una spolverata di pepe, quindi infornate.  
 In una ciotola unite la farina, il sale e qualche grattugiata di noce moscata.
Pulite e tagliate a fette sottili la cipolla, versate un filo d’olio in un padellino e fatela rosolare per un minuto, quindi versatevi un mestolo d’acqua (io quella di cottura degli spätzle) e lasciate ammorbidire a fuoco lento, finché non diventa traslucida. Unite il cucchiaio di zucchero di canna (ed un cucchiaio d’acqua se si è asciugata troppo) e lasciate caramellare per un paio di minuti. Accendete il grill superiore del forno. Prelevate la teglia (o le cocotte) con gli spätzle, adagiatevi sopra le cipolle e fate dorare il tutto sotto al grill per 3-4 minuti. Macinatevi sopra ancora del pepe nero e servite caldo e sfrigolante!
Kluftinger li mangia ogni lunedì ma non fatevi condizionare: sono buoni in qualsiasi giorno della settimana!