08/11/2017

CRIMINI E RICETTE PER NERO WOLFE


Rex Todhunter Stout (1886-1975) è stato uno scrittore statunitense capace di unificare due fra i generi, tradizionalmente separati, della narrativa poliziesca: il giallo d’azione americano (hard boiled) e il più intellettuale giallo all’inglese (giallo deduttivo). Questi due aspetti si incarnano nei suoi personaggi più famosi, Nero Wolfe e Archie Goodwin.  Fra le pagine del mio blog Nero Wolfe, unico nel suo genere, non poteva assolutamente mancare. Intelligente ed infallibile investigatore privato, appassionato di orchidee, burbero, pigro, gran bevitore di birra e soprattutto eccellente cuoco e gourmet con un grande appetito e un palato estremamente esigente. Per lui lavorare è necessario solo per mantenere il suo alto tenore di vita. Nella sua mente non è neppure lontanamente pensabile saltare un pasto o concedersene uno veloce (o peggio ancora mediocre!) per “buttarsi” nelle indagini, anzi! Solo dopo aver gustato uno dei raffinati e abbondanti pranzi preparati dal suo cuoco personale, Fritz Brenner, si può dedicare all’analisi dei fatti per poi arrivare al colpevole.  Spesso è lo stesso Wolfe che si mette ai fornelli o dà indicazioni a Brenner per la realizzazione di uno o più piatti. E Archie Goodwin, suo fidato collaboratore e "io narrante" dei libri di Stout, deve adeguarsi e gustare a sua volta i vari manicaretti che escono dalla cucina della casa di Manhattan. Nei tanti romanzi che vedono come protagonista Nero Wolfe ci sono talmente tanti riferimenti al cibo ed alla cucina, che lo stesso Stout ha scelto, agli inizi degli anni Settanta, di dedicare al suo personaggio un libro, un vero e proprio manuale culinario che ci porta nell’eccentrico mondo dell’arguto investigatore, fatto di “Crimini e ricette”, che è appunto il titolo di questo scritto.  Ho letto e apprezzato diversi libri di Stout e credo che tantissimi appassionati del genere ne abbiano letto almeno uno. 
Ma ancora di più sono sicuramente coloro che hanno seguito le tante trasposizioni per la TV, a partire da quella più famosa trasmessa fra il 1969 e il 1971, con Tino Buazzelli, nei panni di Wolfe, e Paolo Ferrari, in quelli di Goodwin, fino alla più recente del 2012 con Francesco Pannofino e Pietro Sermonti. Devo essere sincera: ho letto tutte le ricette del libro e non ho la più pallida idea di quale possa essere quella che più rappresenta Wolfe…. Per non impazzire ho scelto quelle che lui chiama “brioches” e che mangia a colazione….. secondo me sono una sorta di piccoli panini al latte….a voi l’ardua sentenza!!!



Brioches alla Fritz
500 gr di farina 00 setacciata
1 cubetto di lievito di birra
100 ml di latte
1 pizzico di sale
2 cucchiai di zucchero
200 gr di burro morbido
2 uova (+ 1 tuorlo per spennellare)


Sciogliete il lievito nel latte intiepidito. Disponete la farina a fontana, versate il lievito, le uova, lo zucchero, il sale e il burro a pezzetti. Impastate amalgamando bene tutti gli ingredienti. Lavorate la pasta per 15/20 minuti, sollevandola e sbattendola più volte sul piano di lavoro, fino a renderla liscia ed elastica. Mettetela a lievitare in un luogo tiepido, per 30 minuti, coperta da un telo. Riprendete l’impasto, lavoratelo ancora un po’ e poi riponetelo in un contenitore capiente (lo deve riempire per un terzo). Copritelo con un panno umido e lasciatelo riposare nella parte meno fredda del frigorifero per 12 ore. 
Passato questo tempo, tagliate l’impasto in pezzi sufficienti a riempire fino a metà altezza degli stampi da brioches, meglio se scanalati (tenendo da parte abbastanza pasta per le palline da porre sulla sommità delle brioches). Modellate delle palle di pasta, mettetele negli stampi imburrati e incidetevi una croce in cima. Ricavate delle palline più piccole dalla pasta tenuta da parte e infilatene una in ogni apertura a croce. Lasciate lievitare a temperatura costante (25/30°) e al riparo dalle correnti d’aria per un’altra ora. Spennellate la superficie della pasta con il tuorlo battuto al momento di metterla in forno preriscaldato a 180°. (Se si fa in anticipo il velo di uovo si può screpolare). Cuocete per 15/20 minuti finché le brioches saranno belle dorate e servitele tiepide. E mi raccomando perché Wolfe non transige: si consumano a colazione con uova, formaggio e prosciutto o con burro e marmellata, accompagnate da una o due tazze di cioccolata calda… secondo lui è l’unico modo per cominciare bene la giornata….e se lo dice Nero Wolfe potete fidarvi, anzi dovete!!!!








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