
Rex Todhunter Stout (1886-1975) è stato uno scrittore statunitense
capace di unificare due fra i generi, tradizionalmente separati, della
narrativa poliziesca: il giallo d’azione americano (hard boiled) e il più
intellettuale giallo all’inglese (giallo deduttivo). Questi due aspetti si
incarnano nei suoi personaggi più famosi, Nero Wolfe e Archie Goodwin. Fra le pagine del mio blog Nero Wolfe, unico nel suo genere, non poteva assolutamente mancare. Intelligente ed
infallibile investigatore privato, appassionato di orchidee, burbero, pigro, gran bevitore di birra e soprattutto eccellente
cuoco e gourmet con un grande appetito e un palato estremamente esigente.
Per lui lavorare è necessario solo per mantenere il suo alto tenore di vita. Nella sua mente non è neppure lontanamente pensabile saltare un pasto o concedersene
uno veloce (o peggio ancora mediocre!) per “buttarsi” nelle indagini, anzi!
Solo dopo aver gustato uno dei raffinati e abbondanti pranzi preparati dal suo
cuoco personale, Fritz Brenner, si può dedicare all’analisi dei fatti per poi
arrivare al colpevole. Spesso è lo
stesso Wolfe che si mette ai fornelli o dà indicazioni a Brenner per la
realizzazione di uno o più piatti. E Archie Goodwin, suo fidato collaboratore e "io narrante" dei libri di Stout,
deve adeguarsi e gustare a sua volta i vari manicaretti che escono dalla cucina della casa di
Manhattan. Nei tanti romanzi che vedono come protagonista Nero Wolfe ci sono
talmente tanti riferimenti al cibo ed alla cucina, che lo stesso Stout ha
scelto, agli inizi degli anni Settanta, di dedicare al suo personaggio un
libro, un vero e proprio manuale culinario che ci porta nell’eccentrico mondo dell’arguto
investigatore, fatto di “Crimini e ricette”, che è appunto il titolo di questo
scritto. Ho letto e apprezzato diversi libri di Stout e credo che tantissimi
appassionati del genere ne abbiano letto almeno uno.

Ma ancora di più sono
sicuramente coloro che hanno seguito le tante trasposizioni per la TV, a
partire da quella più famosa trasmessa fra il 1969 e il 1971, con Tino
Buazzelli, nei panni di Wolfe, e Paolo Ferrari, in quelli di Goodwin, fino alla
più recente del 2012 con Francesco Pannofino e Pietro Sermonti. Devo essere sincera: ho letto tutte le ricette del libro e non ho la
più pallida idea di quale possa essere quella che più rappresenta Wolfe…. Per
non impazzire ho scelto quelle che lui chiama “brioches” e che mangia a
colazione….. secondo me sono
una sorta di piccoli panini al latte….a voi l’ardua sentenza!!!
Brioches alla Fritz
500 gr di farina 00 setacciata
1 cubetto di lievito di birra
100 ml di latte
1 pizzico di sale
2 cucchiai di zucchero
200 gr di burro morbido
2 uova (+ 1 tuorlo per
spennellare)

Sciogliete il lievito nel latte
intiepidito. Disponete la farina a fontana, versate il lievito, le uova, lo
zucchero, il sale e il burro a pezzetti. Impastate amalgamando bene tutti gli
ingredienti. Lavorate la pasta per 15/20 minuti, sollevandola e sbattendola più
volte sul piano di lavoro, fino a renderla liscia ed elastica. Mettetela a
lievitare in un luogo tiepido, per 30 minuti, coperta da un telo. Riprendete l’impasto,
lavoratelo ancora un po’ e poi riponetelo in un contenitore capiente (lo deve
riempire per un terzo). Copritelo con un panno umido e lasciatelo riposare
nella parte meno fredda del frigorifero per 12 ore.


Passato questo tempo,
tagliate l’impasto in pezzi sufficienti a riempire fino a metà altezza degli
stampi da brioches, meglio se scanalati (tenendo da parte abbastanza pasta per
le palline da porre sulla sommità delle brioches). Modellate delle palle di
pasta, mettetele negli stampi imburrati e incidetevi una croce in cima.
Ricavate delle palline più piccole dalla pasta tenuta da parte e infilatene una
in ogni apertura a croce. Lasciate lievitare a temperatura costante (25/30°) e
al riparo dalle correnti d’aria per un’altra ora. Spennellate la superficie
della pasta con il tuorlo battuto al momento di metterla in forno preriscaldato
a 180°. (Se si fa in anticipo il velo di uovo si può screpolare). Cuocete per
15/20 minuti finché le brioches saranno belle dorate e servitele tiepide. E mi
raccomando perché Wolfe non transige: si consumano a colazione con uova, formaggio
e prosciutto o con burro e marmellata, accompagnate da una o due tazze di
cioccolata calda… secondo lui è l’unico modo per cominciare bene la giornata….e
se lo dice Nero Wolfe potete fidarvi, anzi dovete!!!!

Gnam gam che bontà..e anche questa volta cara roberta hai fatto centro!!!
RispondiEliminaGrazie...troppo buona!!
RispondiElimina