
In questo mese di settembre che vede
la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, voglio rimanere in tema di
vacanze, parlandovi di una serie ambientata in Liguria. Mi riferisco a “Blanca”,
una serie televisiva, appunto, liberamente tratta dai libri di Patrizia
Rinaldi…della quale io non ho ancora letto nulla! È vero, non scherzo! È la
prima volta, credo, che mi capita di presentarvi un personaggio senza aver
letto neanche uno dei romanzi che lo vedono protagonista…eppure è così, sta
succedendo! Blanca Ferrando, interpretata da una magistrale Maria Chiara
Giannetta, è una giovane consulente della Polizia, specializzata nel décodage
dei file audio (impiego che svolgeva per il tribunale), che viene assunta come
stagista nel commissariato di San Teodoro a Genova. Diventata cieca a dodici
anni a causa di un drammatico incendio, nel quale ha perso la vita sua sorella
maggiore Beatrice, ha maturato un senso di giustizia molto forte che l’ha spinta
a entrare prima negli uffici del tribunale e poi in Polizia, malgrado le
contrarietà e i dubbi di chi la ama e di chi lavora con lei. Vivace, spontanea,
determinata (e testarda!), dice sempre quello che pensa, anche quando può
risultare sgradevole. Ama vestirsi in modo stravagante, nuotare e, soprattutto,
ballare sotto la pioggia, perché afferma che “sentendo l'acqua che si infrange
su oggetti e persone producendo suoni diversi, è come se riuscisse a vedere di
nuovo”. In un modo o nell’altro, con l’aiuto dei colleghi o senza, quando
“fiuta” una traccia la segue fino in fondo, cacciandosi spesso nei guai…e riuscendo,
però, (quasi) sempre a cavarsela. Ha un udito molto sviluppato e ha un vero e
proprio talento per trovare la verità. Le sue intuizioni, nonostante lo
scetticismo dei colleghi, si rivelano sempre giuste e il suo contributo alle
indagini, a poco a poco, diventa fondamentale per risolvere i vari casi che si
presentano alla squadra di cui fa parte. Certo non è “Wonder Woman” e la sua
fragilità, i suoi limiti, la sua capacità di entrare in sintonia con chi la
circonda, nel bene e nel male, spesso le lasciano l’amaro in bocca e la fanno
soffrire. Ma Blanca non si lascia mai abbattere e si rialza sempre, dopo ogni
caduta. Attorno a lei gravitano diversi personaggi che la amano, la ammirano,
la vorrebbero proteggere da tutto e da tutti, anche da sé stessa, e a volte la
temono. Primo fra tutti suo padre Leone
(interpretato dal dolcissimo Ugo Dighero) che ha cresciuto le due figlie da
solo, dopo che sua moglie lo ha abbandonato. Leone è premuroso e praticamente
onnipresente e ha sempre cercato di rendere la figlia il più indipendente
possibile, nonostante spesso sia preoccupato per lei, sostenendola anche quando
decide di andare a vivere da sola e di lavorare in Polizia. È lui che le ha
regalato Linneo, il cane guida che è sempre con lei ed al quale manca solo la
parola. Oltre al padre e a Linneo, Blanca può sempre contare su Stella, sua
amica del cuore che le vuole un bene incredibile. Estetista eccentrica e
vulcanica, è la sua confidente e quella che la spinge a buttarsi, sempre e
comunque, in tutto! Si sentono più che altro al telefono e Blanca si affida a
lei per scegliere abiti e per truccarsi in particolari occasioni. Completa il “gruppo
di famiglia” la giovanissima Lucia, un’adolescente problematica che Blanca
incontra durante un’indagine e con la quale instaura un particolare rapporto.
Orfana di madre e con un padre alcolizzato e assente, Lucia viene messa in una casa-famiglia
e, ritenendo Blanca colpevole di questa “sciagura”, sostiene di odiarla. Non
sa, però, che lei, insieme al padre, sta cercando di ottenere il suo affido. Al
commissariato, invece, Blanca lavora con l’ispettore Michele Liguori, che ha il
volto dell’affascinante Giuseppe Zeno. Introverso, taciturno, impulsivo e “uomo
d’azione”, Michele ha rinnegato le sue nobili origini e si è arruolato in
Polizia per il suo forte senso di giustizia. Il suo passato, pesante e
misterioso, spesso si insinua nella sua vita lavorativa ma lui riesce comunque
a rimanere concentrato sulle indagini. Fra lui e Blanca il rapporto è
altalenante: a volte fatto di battibecchi e prese in giro e altre di momenti di
complicità e di forte attrazione. Michele, in genere, si fida molto
dell’intuito della nuova collega che “vede ciò che noi vedenti non vediamo” e
la sostiene quasi sempre, in particolare davanti alla totale mancanza di
fiducia del commissario Bacigalupo (il bravissimo Enzo Paci), che è al comando
della squadra. Bacigalupo non è per niente entusiasta dell’arrivo di Blanca e
la vede come una semplice stagista che deve stare alla sua scrivania e fare il
suo lavoro solo se e quando richiesto. Non sopporta le sue “interferenze” nelle
indagini e la tratta in modo burbero, spesso prendendola in giro davanti agli
altri agenti, per poi prendersi i meriti davanti alla stampa e ai superiori
quando i casi vengono risolti “dalla cieca”, come la chiama lui! 
Nonostante
questa sua “scorza”, però, col passare del tempo impara ad apprezzare la
ragazza, a rispettarla e, senza darlo troppo a vedere, ad affezionarsi a lei.
Ha smesso da poco di fumare, quindi cerca di non ricadere nel vizio annusando
ogni tanto una confezione di sigarette che tiene sempre in tasca e bevendo bibite
gassate, di cui ha una scorta inesauribile in ufficio. Sempre nervoso e
irascibile, si addolcisce solo quando è al telefono con la moglie o la figlia,
che adora…quasi quanto la Sampdoria, di cui è tifoso sfegatato! Concludo la
carrellata citando il personaggio di Nanni Busalla (che ha il volto enigmatico
di Pierpaolo Spollon), ragazzo dolce e sensibile che farà battere il cuore di
Blanca ma che si rivelerà essere ben diverso da come si presenta… Ci sono,
ovviamente, anche altri personaggi, più o meno “marginali”, che compaiono nella
serie. Certo non posso elencarli tutti…ma non posso assolutamente omettere i
tre che sono fondamentali in ogni singolo fotogramma: Genova, dove si trova il
commissariato e dove si svolgono la maggior parte delle indagini, Camogli, dove
vive Blanca, e il mar Ligure. Senza di loro tutta la serie sarebbe diversa e
tanti momenti non sarebbero gli stessi. La serie, inoltre, ha beneficiato della
consulenza artistica del celebre cantante non vedente Andrea Bocelli ed è la
prima al mondo a essere girata interamente in “olofonia”, una tecnica di
registrazione del suono a 360 gradi che permette di riprodurlo in modo simile a
come viene percepito dall'orecchio umano, accompagnata da particolari effetti
visivi. Ogni dettaglio è seguito con cura, la protagonista ha lavorato dei
tutor non vedenti per entrare al meglio nel personaggio e anche le musiche che
accompagnano in particolare i coloratissimi sogni di Blanca sono davvero
stupende! A me questa serie piace molto. Ho visto le prime due stagioni e vedrò
sicuramente anche la terza, che andrà in onda da ottobre…e ve la consiglio
davvero. Non si tratta della solita fiction poliziesca, anzi, c’è molto altro!
C’è il mondo di chi non vede ma spesso vede di più di chi ha il dono della
vista, c’è la giustizia che (ahimè) non sempre trionfa come dovrebbe, c’è
l’empatia che a volte è più importante delle belle parole, ci sono le
difficoltà della vita reale che portano ad esasperare relazioni, situazioni,
emozioni. Beh! Non posso nascondere di essere molto curiosa di sapere se i
libri sono così coinvolgenti come la serie…e non appena possibile,
compatibilmente con le varie letture che ho in corso ed in programma, vi
assicuro che leggerò almeno
uno o due libri dai quali la serie è stata tratta e
ve ne parlerò. Nel frattempo, siccome Blanca & company non sono proprio dei
grandi gourmet ma vivono in una regione ricca di specialità enogastronomiche,
ho dovuto scegliere fra le varie cose che ogni tanto si concedono a casa o
sulla scrivania…L’ispettore Liguori durante gli appostamenti mangia kebab, papà
Leone porta a Blanca la focaccia per colazione, Bacigalupo mangia merendine e
beve bibite, Nanni cucina pansotti alle noci e trofie al pesto…ero molto
indecisa…ma poi ho visto che in commissariato sono tutti d’accordo su una cosa:
la farinata di ceci. Sembra che questo
piatto, che viene preparato anche in altre regioni, sia originario proprio di
Genova. Secondo la leggenda popolare, infatti, la farinata di ceci ligure
nacque nel 1284, quando Genova sconfisse Pisa nella battaglia della Meloria. Le
galee genovesi si trovarono però coinvolte in una tempesta e, nelle stive,
alcuni barilotti d'olio e dei sacchi di ceci si rovesciarono, inzuppandosi di
acqua salata. Il composto venne recuperato dai marinai che lo misero in delle
scodelle, molti però di si rifiutarono di mangiarlo, lasciando la poltiglia al
sole. Questa si asciugò e il composto divenne in una specie di frittella. Il
giorno dopo, spinti dai morsi della fame, i marinai mangiarono il preparato
scoprendone la prelibatezza. E allora che farinata sia!
FARINATA DI CECI
Ingredienti: 300 g farina di ceci –
900 ml circa di acqua - olio extravergine d'oliva – sale – pepe - rosmarino a
piacere

Stemperate la farina di ceci con l’acqua,
versandola a poco a poco e mescolando con una frusta. Aggiungete 1 cucchiaino
di sale e 30 g di olio, mescolate e lasciatelo riposare a temperatura ambiente
per minimo 5/ massimo 10 ore, coperto con un canovaccio o con della pellicola. Eliminate
infine la schiuma e versate in 2 teglie (ø 28 cm) ben unte di olio (o in una
teglia rettangolare se preferite). Se vi piace, potete aggiungere del
rosmarino. Infornate a 250 °C per 15-20 minuti o comunque finché si sarà
formata una bella crosticina intorno. Tagliatela a pezzi e servitela dopo
averla cosparsa di pepe nero…qualcuno la abbina a formaggi e affettati, io
preferisco gustarla da sola…l’interno morbido e la crosticina esterna ti
portano subito a Genova. E allora, cosa aspettate? Provatela: è davvero
facilissima da preparare e sparirà velocemente! Buon appetito e alla prossima!